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Autore: _ayachan_    09/07/2009    15 recensioni
A cinque anni dalle vicende de "Il Peggior Ninja del Villaggio della Foglia", che ne è stato delle promesse, dei desideri e delle recriminazioni dei giovani protagonisti?
Non si sono spenti con l'aumentare dell'età. Sono rimasti sotto la cenere, al caldo, a riposare fino al giorno più opportuno. E quando la minaccia è che la guida scompaia, quando tutt'a un tratto le scelte sono solo loro, quando le indicazioni spariscono e resta soltanto il bivio, è allora che viene fuori il carattere di ognuno.
Qualunque esso sia.
Versione riveduta e corretta. Gennaio 2016
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'eroe della profezia'
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Penne 28
30/03/2016
Capitolo ventottesimo

Chi non muore si rivede




Kakashi si accorse del momento in cui superavano i confini perché gli sembrò di attraversare un invisibile schermo di elettricità statica.
«Ci siamo» annunciò fermandosi di botto.
Jin e Haruka lo raggiunsero mentre sfilava dalla borsa un tubetto di plastica blu e presero le pillole ricostituenti che diede loro, indistinguibili nel tramonto che tra gli alberi era quasi notte.
«Da questo momento dovremo correre fino a Konoha. Non fidatevi del terreno davanti, continuate a controllare alle spalle. L'ultimo gruppo di inseguitori non è lontano, e i nostri di qua dal confine non sono affidabili. Mi hai capito Jin? Non sono affidabili, nessuno di loro. Attaccate chiunque.»
Jin mandò giù la prima pillola, che aveva un vago retrogusto di marcio. Fece una smorfia, ma non protestò. Accanto a lui Haruka masticava due compresse premendo la benda intrisa di sangue che non smetteva di sgorgare dal braccio. Kakashi aveva ragione, sarebbero serviti dei punti; ma loro non avevano il materiale, e anche se lo avessero avuto non ci sarebbe stato il tempo per lavorare.
Kakashi evocò di nuovo l'uccellino di due giorni prima; lo sforzo gli rese il viso quasi grigio.
«Trova Chiharu Nara e dalle le nostre coordinate» ansimò. «Devono venire con te. Senza di te li attacco. Capito?»
L'uccello fischiò acuto e si alzò in volo, scomparendo tra le fronde degli alberi. Senza concedersi neanche un minuto, Kakashi evocò un levriero color terriccio e fece avvicinare Jin.
«Koa, devi arrivare a Konoha senza farti prendere» disse al cane, prendendo dallo zaino di Jin il fascicolo su Haruka. «Davanti a te ci sono degli uomini che ci stanno cercando. Fai il giro largo, ma corri come il vento. Porta questo a Naruto Uzumaki, Sakura Haruno o Sasuke Uchiha. Solo a loro, è chiaro? Non fidarti di nessun altro» mentre parlava, aprì il fascicolo ed estrasse il primo foglio, che conteneva le generalità e il curriculum di una Haruka molto più giovane. Prese dal marsupio una matita e scrisse poche parole, quindi arrotolò il foglio e lo assicurò al collare del cane. «Vai!»
Koa si voltò è scomparve tra i cespugli con una grazia quasi inconcepibile per una bestia così grossa. Jin rimise via il fascicolo, Haruka guardò Kakashi.
«Questa Chiharu... E' una ragazzina. Vuoi farla ammazzare insieme a noi?» disse piano. «Siamo fregati, lo sai» e senza volerlo posò gli occhi su Jin, che rabbrividì.
«Di sicuro è almeno con Rock Lee o Gai Maito. Se riescono a raggiungerci in tempo abbiamo qualche possibilità di reggere fino all'arrivo di Naruto. Senza di loro siamo morti, certo. Ma con loro potremmo riuscire a riportare a casa nostro figlio.»
Jin sentì qualcosa sciogliersi, in fondo allo stomaco, e poi infuocarsi.
«Allora forse dovresti smettere di farle la guerra!» esplose, senza averne avuto l'intenzione; ma ormai era lanciato, e l'adrenalina nel suo sangue fece il resto. «Dovresti smetterla di accusarla, di sospettarla, di... di... di umiliarla così. Per dodici anni ha fatto esattamente quello che hai fatto tu, sei stato altrettanto assente. Nostro figlio? Non eri nemmeno sicuro di essere mio padre! Adesso sono vostro, adesso finalmente sei convinto che mio padre non sia un altro? Alla buon'ora! Vuoi sapere come tornare a casa? Fidandoti di mia madre e smettendola di recriminare!»
Kakashi e Haruka lo fissarono a bocca spalancata. Era evidente che Jin aveva origliato i loro discorsi, ma quello non era il momento migliore per affrontare la questione.
«Jin...» iniziò Kakashi, però lui lo zittì con un cenno.
«Lo so. Non dovremmo parlarne adesso... Ma se non fai adesso quello che ti ho detto, a casa non ci arrivo vivo nemmeno io. Devi fidarti della mamma. Dico davvero.»
Kakashi guardò Haruka, che rimase ferma e zitta. Allora, con una sensazione di oppressione al petto si costrinse ad annuire.
Più tardi avrebbe raccontato a Jin tutti i dettagli della storia, i tormenti di quei dodici anni passati a crescerlo non sapendo se lei era viva o no, se li aveva traditi o era ancora dei loro... Gli avrebbe spiegato che c'erano cose che non si risolvevano ricomparendo dal mondo dei morti, ma che anzi si complicavano, e gli avrebbe parlato senza nascondergli più nulla.
Tuttavia riconosceva che in quel momento la loro unica possibilità di tornare vivi era abbassare le ostilità, e non era così sciocco da rinunciarci.
«Va bene. Come una volta, allora» disse a bassa voce.
«Come una volta» ripeté Haruka.


*


Iida attendeva nervosamente nella cantina che usava per ricevere i messaggeri, lisciando le pieghe del kimono con movimenti sempre uguali, ossessivi.
Non riusciva a credere di essere stato così cieco e ignorante; gli sembrava impossibile di aver commesso un errore di tale gravità, così facile da evitare, così ingenuo... Eppure lo aveva commesso. Le informazioni che venivano da casa Uzumaki, recapitate da pochi minuti, non lasciavano alcun dubbio.
«Signore?»
Il messaggero materializzatosi davanti a lui lo fece sussultare.
«Hanno passato il confine. Mobilito la squadra?»
«No» rispose brusco. «Voglio tutti dietro Kakashi Hatake e Haruka Muto. Priorità assoluta! Se raggiungono Konoha siamo finiti.»
Il messaggero sembrò esitare dietro la maschera, poi annuì rapidamente e scomparve.
Iida fece un giro su sé stesso e si passò le mani sulla fronte. Kakashi Hatake e Haruka Muto, insieme. E Jin Hatake! Figlio di Haruka Muto. Da quanto si tenevano in contatto? Cosa sapeva Kakashi? Non tutto, non abbastanza... Altrimenti li avrebbe distrutti prima.
Naruto aveva mentito su Kyuubi, su Kakashi, su ogni cosa. Li aveva raggirati come Genin alle prime armi. Non si erano nemmeno accorti della nascita di Jin. Come avevano potuto essere così sprovveduti? Come? Se Danzo fosse stato ancora vivo, quale vergogna avrebbero provato!
Scrollò la testa, rimproverandosi. Adesso doveva concentrarsi, la missione doveva andare bene. Non potevano fallire, o tutto quello che avevano fatto non avrebbe avuto alcun senso, anni e anni di sforzi, investimenti, anni di sacrifici... Doveva andare bene, e allora avrebbero ripreso a lavorare dietro le quinte perché Konoha restasse grande... Avrebbero... Dopo...
Serrò i denti, le mani, le palpebre.
Doveva andare bene.


*


Chiharu era stanca.
L'ultima pausa risaliva a tre ore prima, e l'effetto della Lophenaria stava iniziando a scemare. Gettò uno sguardo critico a Baka, ma lui, che era molto risentito per l'assenza di intimità tra loro, fece finta di non notarla: sapeva che avrebbe potuto reggere ancora dieci minuti, e non era disposto a concederle sconti.
«Lo sentite il profumo dei nostri boschi?» esclamò Gai gioiosamente, le mani tutte impiastricciate di resina aromatica.
«Sì maestro!» rispose Kotaro, ma la costola incrinata gli impedì di essere fiero come avrebbe voluto.
«E se... Ci fermassimo... Per sentirlo meglio?» ansimò Chiharu dal fondo.
«Ragazza nostalgica!» rispose Rock Lee. «Ancora due chilometri, su! Poi ceniamo.»
Chiharu si sentì quasi mancare, e fu per questo, oltre alla poca luce rimasta, che non vide subito l'uccellino rosso che le sfrecciò davanti. Colta alla sprovvista tentò di evitarlo goffamente, perse l'equilibrio e piombò dritta nella polvere del sentiero.
«Fermi! Haru si è ammazzata!» annunciò Baka rallentando. «Che hai combinato?»
«Una bestia davanti!» rispose lei, tendendo il gomito dolorante verso di lui. «Fai qualcosa! Fa malissimo!»
Un fischio acuto fece trasalire entrambi, e finalmente Chiharu riconobbe l'uccellino.
«Cos'è quello?» domandò Rock Lee raggiungendoli con gli altri.
«Che è successo?» chiese subito Chiharu. «Akeru, il gomito. Presto.»
«Supporto. Dodici chilometri a nord, uno a ovest» disse l'evocazione. «Nemici dietro e davanti. Dovete venire con me.»
«Da dove arriva questa bestia?» chiese Akeru.
«Merda» sbottò Chiharu, frugando freneticamente nel marsupio. Per essere più veloce lo rovesciò completamente e afferrò l'involto della Lophenaria, in cui erano rimaste solo poche pillole. Ne prese un'altra, mandandola giù asciutta, e si rimise in piedi prima che Akeru potesse finire di guarirle il gomito o inorridire per l'abuso farmacologico.
«Quanti nemici?» chiese.
«Ma di che state parlando?» intervenne Kotaro.
«Questo uccello viene dall'Hokage» spiegò Chiharu. «Vuol dire che è in pericolo. Com'è messo?»
«Dovete seguirmi» ripeté la bestiola, come un disco rotto
«Aspetta, facci capire» intervenne Gai. «Quell'uccello viene da Naruto?»
«Non Naruto!» sbottò lei. «Il Sesto Hokage! Evidentemente è dove dice questo uccello, e ha bisogno di aiuto! Non lo avrebbe mandato se non fosse in pericolo!»
«Tu sapevi dov'era sparito l'Hokage?» Kotaro spalancò la bocca.
«No che non lo sapevo! Ma so che se ha mandato questo messaggio ha bisogno urgente di aiuto! Lo so, fidatevi, cazzo! E' difficile capire che non abbiamo il tempo di discutere?»
«Ehi ehi ehi, frena un momento!» Akeru la afferrò per il braccio. «Ho firmato un contratto che mi rovina se fai casini!»
«Ma certo, che sciocca! Hai ragione. Lo scrivi tu il discorso per il funerale?»
«Non sto scherzando, Chiharu!»
«Allora sei stupido!»
Gai e Rock Lee si scambiarono uno sguardo, esitanti. Chiharu strinse i denti e lanciò un'imprecazione, evocando un uccellino dorato più piccolo di quello rosso che veniva da Kakashi.
«Vai a Konoha. Trova Naruto. Digli che abbiamo bisogno di aiuto. Digli che siamo con Kakashi. Kakashi, hai capito? Dodici chilometri a nord e uno a ovest da qui. Più veloce che puoi!» gli ordinò, raccogliendo le cose che aveva tolto dal marsupio. L'uccellino quello partì subito.
«Noi non stiamo andando da Kakashi!» strillò Akeru.
«Dodici chilometri a nord?» chiese invece Gai, guardando il cielo scuro tra gli alberi.
«E uno a ovest.»
«Lo stiamo facendo?» Akeru sbiancò.
«Senti, mi dispiace. Mi dispiace davvero» disse Chiharu in tutta fretta, e nella foga gli prese le mani. Kotaro sussultò. «Prometto che non ti farò causa.»
«Se muori e me la fa tua madre?» sbottò Stupido. «O Gaara! Gaara aspetta solo questo!»
«Allora cerca di tenermi in vita!» Chiharu gli mollò di scatto le mani e balzò su un albero, ordinando all'uccellino di guidarli. Sentiva l'effetto della Lophenaria darle forza. Era davvero spiacente per Akeru, ma sapeva che dovevano andare, e pure in fretta. Kakashi non avrebbe mai mandato il suo messaggio in quel modo, se non fosse stato costretto...
«Cos'è quell'uccello?» chiese Gai affiancandola, come se le avesse letto nel pensiero.
«Un'evocazione...»
«E' un Chakravakam, vero?»
Chiharu gli lanciò un'occhiata allarmata, ma Gai sorrise. «Ho qualche anno più di voi. Se Kakashi ti fa usare una roba del genere, allora deve essere nei guai fino al collo» mormorò, aguzzando la vista per non perdere la loro piccola guida. «E' la mia occasione per segnare un punto nella nostra sfida!»
Chiharu gli rilanciò un'occhiata perplessa, ma lui si guardò alle spalle, dove gli altri li seguivano, e poi le strizzò un occhio. «Non ti preoccupare per Baka: cercheremo di dargli una mano a restare fuori dal carcere...»


*


Haruka aveva premuto l'ultima benda rimasta sopra quella zuppa di sangue, perché non avevano nemmeno il tempo di fermarsi a cambiarla. Gli inseguitori alle loro spalle erano tanto vicini che si sentiva il rumore dei loro passi; le bombe carta erano finite, le trappole richiedevano tempo per essere preparate.
Kakashi aveva vagliato cinquanta possibili alternative – nessuna delle quali prevedeva che sopravvivessero tutti e tre – ma aveva comunque deciso che entro dieci minuti avrebbero affrontato gli inseguitori, o non avrebbero avuto abbastanza energie quando sarebbe diventato inevitabile.
«Mi fermo a rallentarli» annunciò Jin bloccandosi di colpo.
Kakashi lo afferrò per lo zaino e lo spinse avanti, intimandogli di non dire sciocchezze.
«Ascolta tuo padre» ansimò Haruka. «Se dobbiamo scegliere qualcuno che sopravviva, non sperare di poter discutere con noi.»
«Sono quello più riposato!»
«Sei il futuro» tagliò corto lei. «Sei l'unica cosa che ha senso salvare.»
Il braccio ferito mancò la presa su un ramo e Haruka andò a sbattere violentemente contro il tronco.
Kakashi agì subito: con un balzo tornò indietro di dieci metri, lanciando kunai in tutte le direzioni. Ad ogni kunai era legato un filo, e ogni filo legava due kunai; conficcandosi nella corteccia degli alberi crearono una rete difficile da individuare.
«Nel sottobosco» sibilò allora, tirando Jin e Haruka fino ai cespugli più vicini. La rapidità con cui era tornato da Haruka fece capire a Jin che forse finalmente avrebbe agito come se lei fosse una dei loro, e non un potenziale nemico in incognito.
Gli inseguitori arrivarono quasi subito: i primi restarono impigliati nei fili e caddero a terra, con lunghi tagli aperti nella pelle. Di quelli che li seguivano, uno si fermò a soccorrerli, gli altri proseguirono, superando il punto in cui si nascondevano Kakashi, Haruka e Jin. Erano almeno una decina, tutti molto più freschi di loro. E non erano mercenari, ma shinobi.
«Dove sono i tuoi rinforzi, eh?» sibilò Haruka gettando via la nuova garza, ormai pregna.
«Anche se fossero vicini come ci troverebbero?» chiese Jin. «Ci stiamo nascondendo!»
«Ci troveranno» assicurò Kakashi, stringendo un nuovo straccio attorno al braccio di Haruka.
Jin fece un gesto di esasperazione. «Dovremmo uccidere quelli che si sono fermati...»
«Aspettiamo Chiharu. Dieci minuti.»
Il ragazzino fissò gli adulti. Non aveva mai visto nessuno di loro così spossato... Erano tutti al limite. Si rese conto che si sarebbero fatti ammazzare per tenerlo in vita, e al pensiero fu travolto da un'angoscia oscura.
Non lo avrebbe permesso. No. Mai. Aveva passato tutta la vita con mezza famiglia, adesso che ne aveva una intera non era disposto a perderla di nuovo.
Fece scivolare una mano nello zaino alla ricerca degli ultimi shuriken. Calcolò la distanza che lo separava dai nemici e si domandò quale tempo di reazione potessero avere i suoi genitori. Non lo sapeva, ma doveva agire prima dei dieci minuti chiesti da Kakashi, perché allora avrebbe agito lui, glielo leggeva in faccia.
Gli shinobi della Roccia erano quattro, di cui tre feriti. Se fosse riuscito ad atterrare quello sano in un colpo solo, forse avrebbe fatto in tempo a finire gli altri prima che chiamassero aiuto...
Tra i nemici qualcuno urlò. Poi un altro, e un altro ancora.
Jin iniziò a correre senza uscire dai cespugli, gli shuriken pronti. Sentì la mano di Haruka che cercava di fermarlo e lo mancava per un soffio, poi fu avanti da solo...
E scoprì che Rock Lee aveva già sistemato i cinque shinobi come fossero foglie secche.
Ma non era accompagnato da uccellini rossi.
Jin fece partire gli shuriken. Rock Lee li schivò per istinto, prima che il suo cervello registrasse il pericolo. Agganciando difesa e attacco in un solo movimento balzò sul ragazzino nel tentativo di atterrarlo, ma Jin rotolò di lato e gli sferrò un calcio alle ginocchia. Rock Lee lo riconobbe, lo chiamò per nome, ma Jin aveva ricevuto istruzioni precise e gli riversò addosso gli ultimi shuriken, alcuni dei quali andarono a segno.
«Piccolo ingrato!» sbottò alle sue spalle una voce inaspettata. Gai Maito lo placcò, bloccandogli le braccia contro il corpo. «Siamo i vostri rinforzi, razza di cretino! Tutto tuo padre!»
Alle sue spalle emersero anche Akeru, Kotaro e un uccellino rosso che fischiò acutamente.
«Ragazzi!» li chiamò Kakashi, il sollievo che traspariva dalla voce come luce in una stanza buia, mentre li raggiungeva insieme a Haruka. «Stavamo perdendo le speranze!»
«Qualcuno si atteggia a spaccone ma poi ci fa da zavorra...» borbottò Akeru. Si voltò, e dopo diversi secondi Chiharu emerse dalla boscaglia ansimando pesantemente.
«Ti... ammazzo...» balbettò aprendogli lo zaino in cerca d'acqua. Lui si oppose, lei insisté, e allora cedette. Gli svuotò mezza bottiglia. «Come custode fai davvero schifo!»
«La situazione?» chiese Gai a Kakashi lasciando andare Jin.
«Siamo esausti, Haruka è ferita, ci sono dieci shinobi della Roccia in direzione Konoha e probabilmente mezzo esercito di traditori in arrivo dal Villaggio.»
«Traditori? Aspetta, questa è quella Haruka? Iniziavo a pensare che fosse morta!»
«Beh, chi non muore si rivede» disse Akeru, senza farsi impressionare dalla sconosciuta. Come avrebbe fatto qualunque medico rispettabile, le strappò dal braccio lo straccio insanguinato e subito tirò fuori del disinfettante per pulire la ferita. «Non ho il tempo di guarirla» disse. «Ci sono i primi segni di infezione, ci metterei almeno mezzora. Devo suturare e poi rivederla a Konoha. Mi spiace, non ho anestetici con me.»
«Direi che nessuno di noi è morto: vi vedo tutti. Ottimo!» sorrise Gai, con una generosa pacca sulla spalla di Kakashi. «Questo vale come una mia vittoria, vero?»
Mentre Akeru ricuciva la ferita di Haruka, Gai e Rock Lee si fecero dare informazioni più precise da Kakashi; quando arrivarono alla Nuova Radice si rabbuiarono.
«Quanti potrebbero essere?» domandò Gai.
«Non ne ho idea. Sono quasi sicuro che abbiano messo rilevatori al confine per verificare il passaggio di Haruka, ma non so quanto sia importante per loro...»
«Tanto. Senza di lei non esistono prove della loro esistenza» sbottò Chiharu, frugando nel marsupio con rabbia. Detestava essere quella più in difficoltà, soprattutto se Baka ce l'aveva con lei e non perdeva occasione per sottolinearlo. Finalmente trovò l'involto della Lophenaria e con orrore si accorse che erano rimaste solo due pillole. «Gli shinobi della Roccia che sono andati avanti staranno per tornare» disse, rimettendole via per i tempi difficili. «Si saranno accorti che vi hanno persi e cercheranno le vostre tracce. Dobbiamo farli fuori e procedere verso nord, sperando di aggirare i traditori che vengono dal Villaggio. Ho mandato un messaggero a Naruto.»
«Anch'io. Ma se aggiriamo i traditori perdiamo lui» disse Kakashi.
«No. Lui arriverà dritto da noi. Tenga, recuperi un po' di energie» con uno scatto rapido Chiharu afferrò l'uccello rosso che li aveva guidati fino a loro e lo tese a Kakashi, ma quello scomparve in uno sbuffo di fumo prima che finisse di parlare. «Che bastardo!»
«Lascia stare...» mormorò l'Hokage. «Dammi una pillola di tuo nonno, abbiamo finito le nostre».
«Non ti azzardare a dargliela! Aspettate un attimo» disse Akeru, finendo di cucire la ferita di Haruka e ricoprendola con uno spesso strato di garza. «E' un lavoro da macellaio, ma dovrebbe tenere qualche ora.»
Prima di lasciarla, Akeru le premette un mano sul petto, e dopo l'iniziale sorpresa lei sentì un fiotto di nuove energie invaderla. Lui fece lo stesso con Kakashi, Jin, Rock Lee e Gai, ma non toccò Chiharu né Kotaro.
«E' uno stimolante per il sistema cardiocircolatorio. Se lo faccio a voi, vi do il colpo di grazia» spiegò.
«Posso anche chiuderla, la Porta della Ferita» suggerì Kotaro speranzoso.
«Ma il tuo cuore sta pompando al doppio della velocità da almeno tre giorni. Lascia stare, fidati. Tanto domani starete tutti da schifo, tu più di tutti.»
«Smettetela di perdere tempo!» sbottò Chiharu, che aveva appena finito di studiare il tratto di bosco in cui si trovavano. «Non possiamo fare niente qui. Raduniamoci. Haruka al centro. Come siete messi in difesa?»
«Non possiamo resistere a lungo se difendiamo e basta» obiettò Gai, ma si avvicinò.
«Lo so» rispose Chiharu, cercando qualcosa tra il contenuto in disordine del marsupio. «Sto sperando di dover durare non più di quindici minuti.»
«Anche quindici minuti sono tantissimi, in difesa» insisté Rock Lee.
«Più o meno» con un verso di apprezzamento Chiharu sollevò un rotolo di pergamene avvolte l'una sull'altra. «Sapevo di averlo portato! Ok, ditemi al volo cosa sapete fare per il combattimento a distanza.»
Venne fuori che Kakashi aveva mezzo sharingan, Baka alcune tecniche di tipo vento e lei il controllo dell'ombra. Più qualche kunai. Gai, Rock Lee e Kotaro non potevano fare niente senza contatto diretto, Jin aveva bisogno almeno della media distanza per usare le tecniche del fulmine e Haruka era piena di idee per lo spionaggio, ma nessuna era utile in quel momento.
«Non ho tempo di spiegarvi il piano: fate quello che vi dico quando ve lo dico» disse Chiharu, srotolando le pergamene febbrilmente. «Lanciatele tutt'attorno, la distanza non importa.»
«Giurami che questo mi terrà fuori dal carcere» borbottò Akeru, raccogliendo una pergamena e scagliandola tra i cespugli.
«Mio padre è lo stratega di Konoha, un paio di cose me le ha insegnate» replicò lei sorridendo sotto i baffi.
Qualcosa esplose a breve distanza, e improvvisamente una gran nube di fumo li avvolse tutti quanti, aggredendoli alle vie respiratorie.
«Okay, per quella la distanza era importante, forse» ansimò Chiharu. «Stringiamoci! Akeru, mi serve uno scudo di vento!»
Akeru compose i sigilli e alzò le mani: il fumo prese a turbinare, dissipandosi in volute acri. Qualcosa di lucente e vibrante si dispiegò sulle loro teste, scompigliando i capelli di tutti e avvolgendoli in una coltre di sibili. Chiharu disse a Kakashi di usare il suo Sharingan per studiare la posizione dei nemici, e lui riferì che erano circondati. Un grido tra le ombre fece loro capire che si era attivata un'altra trappola. Poi ci fu una piccola esplosione e un rantolo di sofferenza, infine un silenzio immobile.
«Ci stanno studiando...» mormorò Chiharu, girando su se stessa per osservare le chiome degli alberi sopra di loro. Il tramonto stava calando nel sottobosco, presto avrebbero avuto enormi difficoltà di visuale. «La madre di Jin soffre di claustrofobia?»
«No. Perché?» rispose Haruka.
«Potremmo dover cambiare il piano.»
«Ti ricordo che se ti fai male sono rovinato per sempre» fece notare Akeru in tono petulante.
«Se lo ammazzo e do la colpa a un nemico posso farla franca?» sussurrò Kotaro a Rock Lee.
«Baka, li vedi i rami sopra di noi?» continuò Chiharu, persa nei suoi ragionamenti. «Adesso ti devo chiedere una cosa complicata.»


Gli shinobi della Roccia erano esperti del loro mestiere. Facevano parte di una compagnia stanziata al confine con il Paese del Fuoco, e questo li aveva resi bravi in poco tempo. Quando avevano ricevuto l'ordine di catturare niente meno che il Sesto Hokage di Konoha, non lo avevano sottovalutato neanche per un minuto. Adesso, fermi attorno alla barriera dentro cui si nascondevano quelli del Fuoco, si erano fermati per consultarsi.
C'erano trappole tutt'attorno, e chissà cosa sotto la cupola di vento. Sapevano che una buona pianificazione era più efficace della sorpresa scenografica, per questo si presero qualche minuto in più.
Tra loro c'era uno shinobi esperto in tecniche di fuoco. Quando decisero di entrare in azione fu lui a farsi avanti, facendo attenzione a non incappare in un'altra pergamena trappola. Compose i sigilli, prese un respiro profondo, e poi soffiò tra le dita aperte della mano per far partire un ventaglio di dardi infuocati.
La barriera di Akeru esplose al primo contatto, smembrandosi in decine di mulinelli furiosi. Residui di vento e fiamme arrivarono fino alle prime foglie degli alberi, che presero fuoco immediatamente, ma i vortici d'aria non si esaurirono allontanandosi da Akeru: si divisero in due, poi in quattro, e andarono ad alimentare le fiamme; alcuni raggiunsero gli shinobi della Roccia, che per evitarli attivarono un'altra pergamena esplosiva.
«Okay, il piano è saltato!» gridò Chiharu afferrando Haruka per un braccio. «Via di qui prima che vada tutto a fuoco!»
«Se sopravvivi giuro che ti ammazzo io!» ribatté Akeru, afferrando l'altro braccio di Haruka e correndo insieme verso il riparo di un cespuglio.
«Suppongo sia un via libera» esclamò Gai, scambiando un occhiolino con Kakashi. «Finalmente!»
E con un balzo andò a cercare il più vicino degli avversari, subito imitato da Rock Lee e Kotaro, che al pensiero di combattere accanto ai suoi idoli si sentiva invadere dal Sacro Fuoco della Giovinezza peggio che aprendo tutte le porte del chakra.
Kakashi si voltò appena in tempo per parare un attacco alle spalle. Il suo avversario gli rivolse un sorriso trionfante, fiero di essere faccia a faccia niente meno che con l'Hokage... Ma il sorriso divenne una smorfia quando il suo petto fu attraversato dal Raikiri di Jin, che scagliò il corpo poco più in là. Lo videro trasformarsi in un tronco.
Padre e figlio scattarono in difesa, schiena contro schiena, lo Sharingan di Kakashi in piena attività e le mani di Jin che formicolavano di elettricità. Dall'alto arrivò improvvisa una pioggia di shuriken, che schivarono rotolando in direzioni opposte. Rialzarono la testa, separati di qualche metro, e videro uno shinobi della Roccia comporre i sigilli per una tecnica di fuoco. Ebbero appena il tempo di guardarsi, poi una pioggia di dardi incandescenti si staccò dalle dita dell'uomo, diretta verso di loro.

Chiharu spinse Haruka contro Baka e si infilò tra i cespugli per ultima.
«Dobbiamo spegnere il fuoco e riorganizzarci» disse subito, cercando le pillole di Lophenaria quasi automaticamente. «Ormai non sono rimasti molti avversari, ma se arrivano quelli di Konoha...»
«Non più di quindici minuti, eh?» quasi sputò Akeru, furibondo. «Abbiamo retto sì e no trenta secondi! Di questo passo non finirai ammazzata solo tu, ma anche io e tutti quelli che sono con noi!»
«Se non chiudi la bocca sprecherò le mie energie per farti uno strangolamento dell'ombra!»
«Ma non dovevi essere un maledetto genio?»
Chiharu lo fissò nervosamente, smettendo di cercare la Lophenaria. «Se tu mi lasciassi il tempo di pensare, potrei anche esserlo!»
Il corpo di uno shinobi della Roccia cadde a un passo da loro, privo di conoscenza, facendoli trasalire ma interrompendo la discussione.
«Kotaro e suo padre» comprese Chiharu, sporgendosi per studiare la situazione. «Il fuoco si espande troppo in fretta, dobbiamo... Cazzo!»
Baka intuì quel che sarebbe successo praticamente subito. Tese una mano per afferrarla, mentre, là dove stava guardando Chiharu, Jin e Kakashi si accorgevano dell'attacco dall'alto; ma lei fu più veloce. Akeru la vide balzare in avanti graffiandosi le braccia sui cespugli spinosi, la vide sporcarsi le dita con il sangue delle ferite e iniziare la serie dei sigilli per l'evocazione...
Poi ci fu un unico turbinio di foglie, vento e lame di aria tagliente, che sferzarono la guancia di Chiharu e la costrinsero a rotolare via, interrompendo la tecnica.
Il fuoco che divampava sopra le loro teste rimase privo di ossigeno e si spense. Una pioggia di foglie semi-carbonizzate mulinò per qualche istante, trasformandosi in cenere che si infilava dritta negli occhi e giù per il naso, irritando la gola. Nella concitazione tutti si erano fermati, aggrappati ai rami più grossi o atterrati precipitosamente.
E dalle loro posizioni, sbalorditi, videro comparire nell'occhio del ciclone la zazzera bionda di Naruto, che aveva appena salvato dall'arrostimento Jin e Kakashi.
Chiharu sentì il sollievo invaderle le membra, mentre scoppiava in una risata liberatoria.
«Era ora, accidenti a te!»






* * *

Buongiorno a tutti!

Si comincia!
Finalmente se le danno di santa ragione,
e continueranno ancora per qualche capitolo.
E' stato un vero incubo descrivere questa parte,
ma posso assicurarvi che non è noiosa.

Per il resto,
qualunque curiosità abbiate sui Chakravakam tenetevela ancora un po'.
E se googlate il nome, non fidatevi di quel che leggete:
l'ho usato soltanto perché suonava bene.

Nel prossimo capitolo,
il ritorno di una vecchia amica con tante code.
<3

Un abbraccio e un sentito ringraziamento a voi che siete ancora qui a leggere!


  
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