Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
Segui la storia  |       
Autore: Feisty Pants    18/08/2018    1 recensioni
Un normale liceo italiano caratterizzato dalla vita energica di tantissimi adolescenti. L'arrivo di una nuova studentessa Judy Hopps, alunna geniale con una particolare dote investigativa, migliorerà la vita di Anna, Elsa, Kristoff, Jack, Hiccup, Merida, Rapunzel e Flynn. L'amicizia aiuterà Judy ad aprirsi e a dimenticare i traumi del passato...ma lei non sa che tutti i suoi amici sono in pericolo...per colpa sua.
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
XXIII.
L'AMORE RESISTE A TUTTO 



 
“Tuo fratello?! E’ stato rapito da loro?! Mi stai dicendo che da un anno a questa parte lo tengono prigioniero?” domandò Merida incredula di fronte al racconto.

“Non so come stia Oliver…sta di fatto che l’hanno loro. Ho solo la certezza che è vivo. Io segretamente mi sto tutelando grazie all’aiuto dei miei falsi zii, ma è un processo lungo. Quelle persone hanno occhi ovunque! Sanno dove abito, il mio numero di telefono, l’indirizzo email…magari sanno anche che sono qui con te ora e sto rischiando grosso”

“Tu dici che anche l’episodio del camion sia opera loro?”

“Non lo so, non so più niente… so che loro mi stanno dando sempre meno tempo e mi stanno mettendo pressione. Prima hanno iniziato con i messaggi, poi mi hanno aggredita per strada quando mi avete visto il graffio, ma i miei zii hanno sempre qualcuno che mi controlla e sono riusciti a salvarmi. Quella persona che mi aveva colpita ora è in galera ma sai come funzionano queste cose… finché non prendi il capo, ci saranno sempre tante pedine disposte a lavorare per lui. E’ come un formicaio, non riesci a fermarne il flusso!”

“Quindi mi stai dicendo che molte cose successe finora sono state opera loro?!”

“Sì… il graffio, poi la tentata rapina alla banca dove depositavano il conto i miei, probabilmente pensavano potesse esserci la formula medica scritta da qualche parte. Hanno iniziato a mandarmi messaggi fino a qualche mese fa quando mi hanno fatto un indovinello che poi ho risolto perché riguardava l’esplosione della bomba a scuola.”

“Aspetta, aspetta… mi stai dicendo che anche la cosa della scuola è organizzata da loro?”

“Sì… diciamo che per ora stanno agendo inconsciamente. Loro sanno del mio dono e della mia intelligenza fuori dal comune e si divertono a mettermi alla prova. Io nel frattempo approfitto di questo loro giochino per cercare di incastrarli ma sto iniziando a temere il peggio…se mi toccano anche voi adesso io non so più che fare!”

“Hey, tranquilla…insieme ne usciremo. Presto lo diremo anche agli altri del gruppo e…”

“No, Merida! Tu devi stare zitta e non dire nulla di questa storia. Non posso rischiare che lo sappia troppa gente. Giurami che manterrai il segreto!”

“Ok, ok te lo prometto, però non posso fare finta di niente. Quando tornerò a casa parlerò con i tuoi zii e mi farò spiegare da loro un po’ di cose per imparare a difendermi e difenderti in caso di necessità”

“Grazie mille Meri…Ora però mi sento ancora più triste”

Judy, dicendo questa frase, si sedette su una sedia vicina e, per la prima volta, si mostrò debole e fragile agli occhi dell’amica.

“E perché mai?” chiese l’altra avvicinandosi colpita dal cambiamento di Judy.

“Non avrei mai voluto tutto questo. Io sono venuta qua per fuggire, cambiare vita e finalmente dopo un anno di mutismo ho trovato persone amiche, come te e gli altri. Io non ho una famiglia, non ho nessuno! Oliver mi manca da impazzire, per non parlare della rabbia che ho addosso contro a quei bastardi che hanno ucciso mia madre, mio padre e il mio secondo fratellino che non ha visto nemmeno la luce. Ora stanno facendo del male anche a voi, Hiccup non ha più una gamba e tutto questo è per colpa mia che non avrei mai dovuto stringere troppa amicizia con voi. Perdonami Merida, per colpa mia il tuo ragazzo ha rischiato la vita e la sua perdita fisica lo condizionerà per sempre…”

A Judy si formò un groppo in gola e le si inumidirono gli occhi. Nessuno l’aveva mai vista così! Merida, commossa dalla situazione, fece un gesto che non aveva mai fatto prima.

Senza pensarci due volte avvolse Judy in un abbraccio e fu felice di sentire l’altra appoggiarsi a sé. Merida provava odio, rabbia, amarezza, ma non contro Judy. Judy era per lei come una sorella ormai e il racconto del suo passato l’aiutò a capirla ancora di più. Merida, mentre l’abbracciava, pensò a molte cose. Da quanto tempo Judy non abbracciava qualcuno? Da quanto tempo non piangeva sulla spalla di un’amica? Da quanto tempo non viveva come una normale ragazza di 19 anni? Da quanto tempo non urlava e imprecava contro il cielo e quelle persone che le avevano tolto tutto?

Judy non aveva nulla! In un secondo, quella sera, aveva perso i genitori, i due fratelli e un pazzo maniaco aveva iniziato a tormentarla.

“Io non posso minimamente comprendere il tuo dolore ma una cosa la so: adesso siamo noi la tua famiglia e ti staremo vicini” concluse Merida porgendo un fazzoletto all’altra che ora si sentiva libera da un fardello che custodiva nel cuore da troppo tempo.

“…comunque…io ed Hiccup non stiamo insieme” continuò la rossa alzandosi e dirigendosi verso la stanza del ragazzo.

“Sarà solo questione di tempo. Mi dispiace ancora per ieri ma sono sicura che Hiccup si riprenderà…proprio grazie a te.” Aggiunse Judy e, dopo averla salutata, si aggregò al gruppo dove tornò la ragazza di sempre.
 
 
Passarono alcuni giorni dall’incidente e tutto parve tornare alla normalità.
Hiccup rimase ricoverato per molto tempo e non aveva ancora avuto il coraggio di guardarsi allo specchio. Il dolore ormai era svanito e il ragazzo veniva trasportato da un posto all’altro tramite la sedia a rotelle. Merida andava a trovarlo tutti i giorni fermandosi anche la notte se necessario. La ragazza aveva già osservato la gamba di Hiccup mentre dormiva e, a parte lo shock iniziale, si stava ormai abituando alla situazione.

“Domani torni a casa non sei contento?!” chiese lei un pomeriggio dopo aver ricevuto la bella notizia.

“No” rispose secco lui senza guardarla.

“Perché?!”

“Perché nulla sarà come prima! Senza la gamba non potrò fare niente! Non so nemmeno se riesco a reggermi in piedi figuriamoci fare tutto il resto!” si lamentò lui.

“Forza vieni” disse lei alzandosi e porgendogli la mano per farlo sedere sulla sedia a rotelle.

“Cosa vuoi fare?!” chiese lui confuso.

“Tu hai paura e non devi averla. Lo so Hiccup non è facile ma prima affronti la nuova realtà e prima l’accetterai. Ora vieni, andiamo in bagno e, allo specchio, aprirai gli occhi e ti guarderai.” Disse lei con fermezza.

Hiccup non rispose. La ragazza aveva ragione, doveva accettarsi! Quei giorni li aveva trascorsi con gli occhi chiusi per paura di vedersi la gamba. Doveva reputarsi fortunato, tante persone quella sera morirono per colpa del camion. Lui stava bene, nonostante la gamba.

Hiccup si trascinò in fondo al letto e scivolò sulla sedia a rotelle. Una volta arrivato in bagno Merida si posizionò davanti a lui e lo invitò a fare forza sull’unica gamba per erigersi in piedi. Hiccup si aspettava di fare molta più fatica ma, in realtà, non fu difficile tirarsi su. Merida sapeva che lo shock sarebbe stato alto, motivo per cui non allontanò il braccio dal fianco del ragazzo.

Hiccup iniziò a fare dei lunghi respiri e spalancò gli occhi quando si sentì pronto.

Si guardò allo specchio e a primo impatto non si riconobbe. Si vedeva dimagrito, pallido, sofferente…poi abbassò il tiro e si osservò le gambe. Una delle due, dal ginocchio in giù, non esisteva più.
Quel momento fu indescrivibile. Si sentì la testa pesante, il cuore a mille e il panico iniziò a divampare in lui. Si sforzò di non piangere ma qualche lacrima gli rigò il viso. Si sentiva un’altra persona con un’altra vita, smarrito, in una realtà non sua.

Si osservò ancora e solo dopo la seconda occhiata si calmò. Questa volta non guardò molto la gamba ma piuttosto le mani di Merida che gli tenevano saldamente il fianco per non farlo cadere. Quel gesto significò molto per lui. Quella ragazza veniva a trovarlo tutti i giorni, lo spronava a guardare il positivo, piangeva e rideva con lui e, in quel momento, lo sosteneva fisicamente e moralmente.
Le mani di Merida così ben ancorate sembrava dicessero: “Io ci sono, ci sarò e non ti lascerò andare. Anche se ora sei sfigurato, io ti voglio per ciò che sei”

Il ragazzo non rivolse più gli occhi allo specchio e si voltò verso la rossa che non si aspettava un atteggiamento del genere.

Avrebbe voluto baciarla, abbracciarla, ma dall’altra parte non voleva condannarla a restare con lui. Lei doveva scegliere l’opportunità migliore. Aveva la libertà di trovarsi un ragazzo normale, bello, agile, con tutte le parti del corpo intatte.

Queste paranoie non servirono a nulla perché Merida, istintivamente, si sporse in avanti ed appoggiò le labbra su quelle di Hiccup. Il ragazzo chiuse gli occhi per assaporarsi il momento e si sentì meglio. Entrambi si fecero travolgere dal bacio che si fece sempre più vissuto. Le labbra si incastravano perfettamente, si inumidirono e le lingue, ogni tanto, si accarezzarono. Un bacio appassionato nel quale condividevano le emozioni di quelle giornate e, finalmente, davano il la alla loro storia d’amore che era nata da una tragedia.

Fu Merida a staccarsi per prima dal bacio vedendo Hiccup barcollante.

“Ti ho emozionato eh? Scommetto che è per questo che non ti reggi in piedi” rise lei abbracciandolo.

“Spiritosa” rispose lui sorridendo dopo tante ore di pianto e disperazione.

“Merida” continuò lui spostandole una ciocca di capelli dal viso.

“Io non ti voglio condizionare. Devi essere libera. Hai visto come sono, ora sono diverso… sono un infermo e sembrerò un vecchio. Non voglio che passi il tuo tempo ad accudirmi, perciò ti prego pensaci bene”

“Tu non hai ancora capito niente. Io voglio esserci! Da solo non ne uscirai mai, ma insieme ce la faremo! La gamba la sistemeremo in qualche modo, comprandone sicuramente una finta che ti permetterà di andare in giro senza stampelle almeno! Voglio condividere ogni momento di questa tua rinascita. E’ come se tu fossi tornato bambino. Sono disposta a vedere i tuoi primi passi, le tue cadute, le corse… perché sono sicura che presto tornerai a fare tutto questo e io sarò in prima fila a tifare per te.”

Non c’erano altre parole da aggiungere, ormai anche il loro amore si era formato e aveva dimostrato di essere forte e puro. Dopo essersi scambiati un altro sorriso, i due uscirono dal bagno e trascorsero la giornata tra baci e risate.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio / Vai alla pagina dell'autore: Feisty Pants