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Autore: TeamFreeWill    19/08/2018    7 recensioni
Dal testo:
“Jensen come…come puoi esserti innamorato di un mostro come me?” chiese lasciando il biondo confuso e senza parole.
“Ma cosa stai dicendo? Tu non sei un mostro!” gli disse ovvio, accarezzando le guance delicatamente, asciugandogli le lacrime che continuavano a scendere implacabili.
“Lo sono invece…io faccio cose orribili…" :)
Genere: Angst, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles, Misha Collins
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Quando il biondo raggiunse Lawrence era sera. Le prime stelle stavano spuntando e la luna stava sorgendo in cielo.

“Finalmente sono arrivato, piccolo” pensò svoltando a destra e fermandosi a osservare l’officina di Jared.

Stava per partire quando decise di rifermarsi e di scendere dalla moto. Si sgranchì le gambe e convenne che era meglio fare quei pochi metri che lo separavano dal suo amante, a piedi. Avrebbe fatto credere al meccanico che era un povero motociclista in panne!.
“oh si!!…ti lascerò senza parole!” disse lasciandosi calata sul viso la visiera appena imbrunita del casco. Se se la fosse alzata, addio sorpresa!

Sorrise, il cuore impazzito all'aspettativa di quell'incontro tanto agognato. 

Prese la moto per il manubrio e iniziò a trascinarla fin quando non raggiunse l’officina, dove la mise sul cavalletto dopo aver staccato di netto il filo che permetteva l’accensione. 

Si appoggiò al mezzo, incrociò le braccia al petto e si mise ad osservare il suo compagno girato di spalle e intento a sistemare un motore di un’auto.
“Dio! È stupendo!” pensò sorridendo, sentendo dei brividi lungo la schiena.

Jared, ovviamente, era così concentrato che non si accorse di essere osservato fin quando Jensen non si schiarì la voce.

Il moro si fermò e stranamente il cuore iniziò a battere all'impazzata. Appoggiò, sospirando, l’attrezzo che aveva in mano, sul motore e si voltò.

Chiunque al suo posto si sarebbe spaventato vedendo questo sconosciuto con indosso ancora il casco. Chiunque si sarebbe allarmato pensando ad una rapina…ma stranamente a lui non successe. Ne aveva passate troppe per allarmarsi solo per quella presenza.

Inspiegabilmente, appena lo vide, sentì una morsa allo stomaco. Di lui, Jared, poteva intravvedere solo la forma sfocata degli occhi ancora nascosti dal pvc della visiera del casco. Ma erano chiari, di questo ne era certo.
Forse erano verdi. Magari di un verde intenso e abbagliante… proprio come quelli del suo Jensen!

“Dio!, …. i suoi occhi” deglutì scuotendo la testa impercettibilmente. Non poteva essere! “Smettila Jared di vedere i suoi occhi ovunque!!” si rimproverò mentalmente.

“Scusi…non l’ho sentita….Posso aiutarla?” disse riprendendosi, la voce un po’ tremante guardandolo fisso.

“Si” convenne Jensen modulando la voce, cercando di nasconderla appena. Ma non ce la faceva più. Voleva baciarlo, stringerlo, toccarlo…ma si trattene.

“Ho un problema con la moto!” spiegò assumendo un tono sconsolato. 

Il moro, il cui cuore perse diversi battiti sentendolo parlare, rispose, la voce alzata di un ottava. “Ora ci penso io e la sua moto ritornerà come nuova” 

“Me lo auguro!” rispose Jensen camuffando ancora il suo tono.

“Oddio…sembra…. la sua voce! No, no, no. Sto impazzendo è sicuro!” si ritrovò a pensare.

Deglutì e andò a prendere degli attrezzi dal suo bancone, si avvicinò al mezzo e si accovacciò per guardare il motore e la batteria. “Cazzo…sembra….sembra…la mia…moto!” pensò solo, battendo le palpebre diverse volte per cerca di scacciare l’agitazione. “Sì, sto impazzendo!!”


Il biondo nel frattempo si era spostato di lato, in trepidante attesa, sorridendo impercettibilmente.

Conosceva il suo compagno. Lo vedeva che era agitato. Poteva scorgerlo nei suoi stupendi occhi quanto si sforzasse di rimanere calmo e concentrato, ma stava fallendo miseramente.

Jensen era riuscito a sconvolgerlo!
Cavoli! Era chiaro che il suo cuore e la sua anima lo avesse già riconosciuto!

“Non capisco cosa ha! Davvero signore…mi spiace” sbottò frustato ad un certo punto il meccanico appoggiando gli attrezzi a terra. Si alzò e si voltò verso il centauro sconosciuto; le mani tremanti e sudate sempre più.
Di cercare fili staccati di proposito, non gli era passato nemmeno per la mente!!!

“Beh, non si preoccupi” convenne Jensen. Era giunto il momento di rivelarsi al suo amante. Non ce la faceva davvero più.

“Sa?!, credo di aver appena capito cosa ha.” convenne Jensen portandosi le mani ai lati del casco.
Il moro lo guardò confuso a quel gesto improvviso e deglutì. 

Silenzio per un po’, poi le parole di Jensen risuonarono nelle orecchie di Jared come un tuono.
“Alla moto manca il suo padrone!” 

Il biondo fece appena un leggero sforzo e si levò il casco. Sul viso un sorriso radioso rivolto a Jared, che era letteralmente sbiancato sgranando gli occhi. Non se lo aspettava.

Il ragazzo dovette appoggiarsi alla moto per non cadere a terra. Le gambe tremavano, la saliva era sparita, non capiva più niente, il cuore impazzito.

“O mio Dio! O mio Dio!” fece riprendendosi e portandosi infine le mani alla bocca tremando dalla testa ai piedi, gli occhi lucidi. “Che ci fai qui? Che cazzo ci fai qui?!” chiese sconvolto e sempre più agitato, gesticolando con le mani, il respiro affannoso.

“Amore, calmati!” ordinò Jensen, inutilmente.

“No! non mi calmo e rispondimi!” gridò esasperato.

E fu in quel momento che capì. “Misha ha parlato, cazzo!” sbottò.

“E ha fatto bene direi!” convenne il maggiore ripensando alla cazzata che stava per fare. 

“No! non ha fatto bene!” Disse piangendo e spaventato, “Se ti trovassero…se ti facessero ancora del male per colpa mia…io…io…Va’ via per favore e dimenticami!” insistette di nuovo.

“O no piccolo! Non me ne vado e non ti dimentico!” disse sicuro il biondo appoggiando il casco sul banco da lavoro e iniziando, poi, ad avanzare verso il più piccolo, inumidendosi le labbra con la lingua.

Si fermò davanti al suo compagno, che aveva smesso di piangere avvertendo il suo calore.

Ora li divideva solo un respiro, tanto la distanza era poca tra loro due.
I loro occhi si incatenarono immediatamente, i loro respiri si sincronizzarono come i loro cuori.

“Jared” iniziò il maggiore dolcemente “nessuno mi farà del male. Nessuno! Mai più! Nessuno mi ha riconosciuto venendo qui. Sono stato attento. Devi stare tranquillo” disse sicuro appoggiando la mano sulla guancia di Jared, che sospirò al tocco, ma poi la paura prese di nuovo il sopravvento. 

"Jensen non posso rischiare…mi dispiace. No!!!” sussurrò scostandosi spaventato, mantenendo però gli occhi chiari fissi in quelli di Jensen. 

Non voleva cedere. Voleva resistere. Voleva continuare a tenerlo lontano per proteggerlo, ma quello che disse il maggiore subito dopo lo fece arrendere definitivamente. Eccome se lo fece.

“Jared per favore! Credimi!.” supplicò il biondo convinto, “Io ti amo…non posso stare senza di te. Non posso!” 

Poi divenne incredibilmente serio e le parole gli uscirono fuori senza controllo "Cazzo!, mi hai ucciso più tu con la tua scelta di abbandonarmi che quel proiettile in pieno petto! Credevo fossi morto! Morto! Ho incolpato Misha e anche me stesso per questo! Io stavo....” ma si bloccò realizzando cosa avesse detto, portandosi le mani alla bocca, scioccato anche lui da quello che aveva appena detto. Lui, Jared, non doveva sapere.
Se lo era ripromesso durante il viaggio.

A Jared vennero gli occhi lucidi a quelle parole schioccanti. E a quelle che Jensen non era riuscito a dire. Non poteva essere...non poteva essere. Rifiutava una simile cosa.

"Cosa hai fatto?" chiese, il cuore in gola. 

"Niente." tentò di negare, abbassando lo sguardo. Provando vergogna anche.

"Dimmelo!" Gridò il moro, aggrappandosi alla maglia di Jensen e scoppiando a piangere. "Dimmelo!" iniziando a scuoterlo.
Il biondo non riuscì a parlare, ma quel silenzio, per il più piccolo fu la conferma a quel gesto che il suo compagno evidentemente aveva tentato di fare. 

"Tu stavi per...Jensen volevi..." e gli buttò le braccia al collo disperato, consapevole che quel gesto era una conseguenza estrema della sua scelta.

Pieno di colpa iniziò a sussurrare "mi dispiace...mi dispiace amore…io volevo solo proteggerti…Oddio stavi per ucciderti per colpa mia...", stringendosi sempre più al biondo che cercava in tutti i modi di calmarlo dicendogli dolcemente che per fortuna Misha inconsapevolmente lo aveva fermato quando era venuto a casa sua a dirgli la verità.

"Oddio! Oddio! Come puoi amarmi ancora dopo quello che ti ho fatto? Come?" sussurrò disperato, mentre il maggiore si allontanava e gli alzava il mento per poterlo osservare meglio.

“Non posso farne a meno, piccolo” sorrise, una luce negli occhi verdi, intensa. Brillante.

“Jensen...” le lacrime che scendevano ancora.

"Basta" gli disse asciugandogliele con i pollici , "Per favore smettila di piangere, ok? Non pensiamoci più , va bene?.. Buttiamoci tutta questa storia alle spalle, Jared. Torniamo insieme. Ti voglio con me e anche tu lo vuoi…Non è forse così?”

I due si fissarono intensamente. Non ci fu bisogno di parlare. I loro cuori risposero per loro. 

Il mondo sparì. Solo loro due e il loro amore. 

Jensen non resistette oltre e preso da un impeto di passione, portò la mano destra dietro la nuca del più piccolo e lo attirò a sè in quello che fu un bacio languido e bagnato, frenetico, disperato. Negato per troppo tempo. 

Jared rispose immediatamente a quella passionale irruenza schiudendo la bocca , stringendolo, accarezzando il suo compagno lungo i fianchi, appassionatamente.

Gemettero entrambi nel bacio, che li lasciò letteralmente senza fiato, ma che li fece anche andare in estasi e rivivere di nuovo. 

“Mi sei mancato. Mi sei mancato tanto.” riuscì a dire il maggiore appoggiando la fronte in quella di Jared e chiudendo gli occhi. Il suo profumo, lo stava facendo impazzire.

“Anche tu, amore…Dio!! se mi sei mancato…Ero arrivato ad un punto che ti vedevo ovunque!” disse sorridendo. “Ti sognavo tutte le notti.”

“Ah si? Mi sognavi tutte le notti, eh? E che sogni erano?” provocò il maggiore, il cuore impazzito sentendo quelle parole.

“Dai!” rise il minore. “Non erano quel tipo di sogni!” ma arrossì senza volerlo.

“No!!!?” e perse la testa del tutto. 

Si avventò sul collo del moro e iniziò a baciarlo sensualmente ed eroticamente, tanto che il minore iniziò a gemere sempre più; ad aggrapparsi sempre più a quel corpo che desiderava come l’aria che si respira. Ma dovette comunque trattenersi.

“Aspetta...” disse a fatica “...fammi chiudere qui.” ma il biondo non lo ascoltava, lo stava torturando per bene.

“Smettila!” ripeté Jared e si scostò andando a chiudere a chiave il portone dell’officina, mentre Jensen da dietro, lo andava ad avvolgere con le sue braccia e riprendeva a baciargli il collo.

“Gesù!” gemette abbandonandosi a quei baci.
Voltandosi, prese Jensen per la camicia e lo attirò a sé, baciandolo. I sapori si mischiarono, facendoli andare in paradiso.

Era da troppo che non si amavano, che non si fondevano in un unico corpo. Da troppo tempo.
Il desiderio era impellente e anche doloroso.

“Andiamo di sopra, amore” gemette nel bacio, il minore , allontanandolo di mala voglia. 

Jensen, perso nell'amore che provava per Jared, lo seguì oltre la porta dell’ufficio, su per delle scale interne che davano all'appartamento del suo compagno.

  
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