Fanfic su artisti musicali > Demi Lovato
Ricorda la storia  |      
Autore: crazy lion    25/08/2018    5 recensioni
Sequel di "Buddy". Se ne consiglia la lettura per capire meglio cosa prova la protagonista nel periodo in cui anche questa seconda storia si ambienta.
Un mese dopo la tragedia che l'ha segnata, Demi sta ancora soffrendo moltissimo. Eppure, in fondo, si sente pronta a prendere un altro cane. Purtroppo però il troppo lavoro continua a ritardare quel momento. Riuscirà, Demi, a realizzare il suo desiderio?
Disclaimer: con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, né offenderla in alcun modo.
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Demi Lovato, Selena Gomez
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Not just pets'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
                    BATMAN
 
Era passato un mese. Per Demi erano stati tra i giorni più lunghi e difficili della sua vita. Anche quel pomeriggio tornò a casa dallo studio di registrazione e, una volta entrata, provò un senso incredibile di vuoto. Fu come se una cappa di solitudine e di dolore si stesse abbattendo su di lei con una violenza e una forza inaudite. Non riuscendo a contrastarle, la ragazza fece quello che faceva ogni giorno da un po' a quella parte: si sdraiò sul divano e rimase lì a fissare il soffitto. Non aveva né la forza, né soprattutto la voglia di distrarsi. Si immerse in un mare di ricordi dei momenti felici che aveva passato con Buddy e pianse a lungo sapendo che non ce ne sarebbero stati altri. Il tempo passò anche troppo lentamente. I minuti sembravano giorni, i secondi ore. Cenò mangiando solo del pollo e dell'insalata e rifletté a lungo. Era pronta a prendere un animale anche se stava soffrendo così tanto, oppure avere un altro cagnolino sarebbe stato sbagliato? Non voleva che Buddy, dal Paradiso nel quale si trovava, pensasse che stava cercando di sostituirlo con un altro membro della famiglia. Non sarebbe mai stato così. Demi non l'avrebbe mai dimenticato. Desiderava che il suo cane fosse lì, che le saltasse in braccio mentre era sdraiata sul divano a guardare la televisione, che le si accoccolasse sulla pancia, che dormisse con lei o che le leccasse la faccia fino a farla ridere… ma non sarebbe mai più accaduto. Ed era proprio perché aveva la mente e il cuore ancora così pieni di lui che pensava non fosse il momento di prendere un altro animale. Eppure, un'altra parte di lei ne sentiva il bisogno. Aveva ancora tanto amore da dare e lo sapeva, ma non riusciva a capire se era davvero pronta a farlo. C'erano persone che aspettavano mesi o anni prima di prendere un altro animaletto. Alcune ci riuscivano ed erano felici di nuovo, altre no e rimanevano per sempre legate ai ricordi di un amico a quattro zampe che non c'era più. Lei non voleva diventare come quella seconda categoria di gente. La rispettava, comunque, perché ognuno aveva il proprio modo di affrontare la morte di un animale e di reagire. Per quella sera spense i pensieri e ogni altra cosa. Andò a letto poco dopo cena non lasciando nemmeno il cellulare acceso e pianse di nuovo, perché la sofferenza era ancora troppo grande e il vuoto in lei immenso.
 
 
Demi stava sognando. Era al mare, proprio davanti all'acqua. La spiaggia aveva una sabbia pulita senza vetri o altra sporcizia, era diversa dalle solite in cui andava. Non faceva caldo, ma nemmeno troppo freddo. Forse era primavera. Non c'era nessuno lì intorno e lei non aveva disteso un asciugamano, quindi doveva essere venuta per una passeggiata. Non rammentava nemmeno questo. Indossava un paio di ciabatte, ma decise di toglierle per sentire la temperatura dell'acqua. Inspirò profondamente e ascoltò le onde che andavano su e giù come un grande, profondo respiro. Si sentiva in armonia con quella distesa di acqua blu. Il suo respiro era ancora pesante, cosa abituale da quando era morto Buddy, ma qualcosa era cambiato. Non smetteva mai di pensare a lui, ma in quel momento stava meglio. Il suono di un abbaio la distrasse. Il suo cane era nell'acqua bassa, saltava e giocava e pareva chiamarla.
"Buddy, amore mio!" esclamò Demi impazzendo dalla gioia.
Si avvicinò a lui ignorando il mare troppo freddo, ma quando gli arrivò accanto con l'acqua alle caviglie non riuscì a a toccarlo. Era lì, lo vedeva e lo sentiva, ma non riusciva ad avere un contatto fisico con lui. Buddy la guardava con i suoi occhi vivi e penetranti. Sembrava felice, ma a lei era parso che lo fosse anche prima che gli si avvicinasse. Forse voleva dirle di non preoccuparsi, che era contento e che stava bene.
"Cosa desideri dirmi? Che cosa vuoi che io capisca?" gli domandò.
Lui abbaiò di nuovo e guardò in un'altra direzione sulla spiaggia.
Demi seguì il suo sguardo e notò un altro cagnolino che correva da solo. C'era una donna con lui ma entrambi la osservavano con attenzione, poi il piccolo abbaiò tre volte, le corse incontro e le saltò addosso. Buddy lo fece solo una, come per dire:
"Va bene, coccolalo e prendilo. È tuo."
 
 
La ragazza aprì gli occhi lentamente. Il sogno era stato strano, ma anche importante. Era stato brutto e bello al contempo. La psicologa che l'aveva seguita prima in clinica e poi fuori per altri due anni le aveva detto che i sogni sono un riflesso della nostra anima, di quello che proviamo davvero e che magari nemmeno pensiamo di sentire. Era questo il significato, dunque? Avrebbe dovuto ascoltare la sua parte più profonda e prendere un altro cane? Buddy, nella sua troppo breve vita, aveva portato a termine il suo compito in maniera egregia: volerle bene con tutto se stesso. Anche lei l'aveva amato con il cuore e l’anima, e adesso che era passato un po' di tempo forse sarebbe riuscita ad andare avanti. Il dolore non sarebbe scomparso, ma diminuito. Se avesse preso un altro amichetto a quattro zampe lei sarebbe stata in grado di dargli tutto l'amore del mondo perché, in fondo, sapeva che era quello che voleva.
Il giorno dopo, al lavoro, si sentì molto meglio. Riuscì a cantare con più potenza nella voce, con maggiore passione e non si stancò tanto presto come invece accadeva prima. Lo notarono tutti, Phil compreso, che finita la lunga giornata di lavoro le chiese cosa fosse successo. Lei gli raccontò del sogno e di quanto aveva pensato dopo.
"Tu credi che io sia pronta?" gli domandò alla fine.
"Non posso saperlo" le rispose con dolcezza. "Se tu ti senti tale, se lo desideri per amarlo e non per sostituirlo con Buddy, io ti appoggerò e sarò con te."
La ragazza trasse un profondo respiro.
"Ci vorrà tempo per sentire di meno tutto questo dolore… ma non lo sostituirei mai. Buddy era unico al mondo, come qualsiasi animale e qualunque persona lo è. E sì, sono pronta."
Il suo manager la abbracciò.
"Hai affrontato anche in questo caso un grande dolore, una morte che ti ha scossa nel profondo. Stai ancora combattendo contro di esso, come la guerriera che sei sempre stata. Vincerai tutte le tue battaglie, Demetria Devonne" aggiunse, serio.
"Lo pensi davvero?" chiese con una voce da bimba che faceva intuire che non ne era convinta.
In passato aveva avuto molti problemi ed era stato estremamente difficoltoso uscirne. Lottava ancora ogni tanto con il desiderio di tagliarsi - l’aveva sentito tantissime volte dalla morte di Buddy in poi - o di smettere di mangiare, o di abbuffarsi e vomitare. Era riuscita a sconfiggere i suoi demoni, ma ce l'avrebbe fatta per sempre? Non ne era sicura. Era un combattimento giornaliero che sarebbe durato ancora per chissà quanto… forse per tutta la vita. Sperava ardentemente di no, ma c'erano dei momenti nei quali credeva il contrario e questo pensiero la uccideva dentro facendola sentire un fallimento nonostante tutto quello che aveva fatto per venirne fuori.
"Sì, lo credo." Le strinse la mano. "Ti prego Demi, non lasciarti andare" disse poi, preoccupato e angosciato.
"No tranquillo, non sto tanto male da farlo" si affrettò a rassicurarlo la ragazza e dicendo la verità.
"E se avessi bisogno di parlare, sai che puoi sempre contare sulla tua famiglia, su Selena, su Joe, sul tuo team e su di me. Non sei sola, non lo sei mai stata."
"Sì, lo so. Grazie."
Non avrebbe mai dimenticato quanto tutte quelle persone le erano state accanto negli anni. E anche dopo la morte di Buddy era stato così. Nessuno aveva minimizzato dicendo ciò che tende a pensare la gente, ovvero che tanto si tratta solo di un cane e non di una persona. Tutti sapevano bene quanto Buddy fosse importante per Demi e che non era solo un animale, ma anche un membro della sua famiglia.
I due uscirono dallo studio di registrazione e andarono a bere un caffè nel bar vicino. La ragazza volle offrire a tutti i costi e Phil, sapendo che era testarda, la lasciò fare. C’era poca gente lì dentro e il luogo era tranquillo. Si sedettero ad un tavolino fuori in modo da respirare un po' d'aria. C’erano alcuni vasi con gerani, gelsomini e ciclamini, fiori che riempivano l'aria di profumi intensi ma non fastidiosi.
"Adesso cosa farai? Andrai al canile?"
"Beh, penso di sì. Insomma potrei anche cercare qualche annuncio di una persona che ha una cucciolata, ma ritengo che adottare un cane abbandonato sia meglio perché darei una casa ad un animale che, purtroppo, non ne ha una."
"Amo il tuo altruismo, lo sai?"
I due si scambiarono un caloroso sorriso.
"Lo so. Ed io non ho idea di che cosa farei senza la tua amicizia."
"Oh, non esagerare!" esclamò Phil arrossendo per l'imbarazzo.
"È vero. Non sono molte le persone sulle quali posso contare. Gli amici veri sono pochi nella vita di una persona ed io sono fortunata ad averli. Uno di questi sei tu."
"Con Selena come va?"
"Bene, finalmente" sospirò la ragazza. "Abbiamo litigato pesantemente per anni, non ci siamo parlate per parecchio tempo ma alla fine siamo riuscite a chiarire. Certo, non è successo dall'oggi al domani come ti ho già spiegato in passato ma ora siamo in buonissimi rapporti. Siamo amiche, non come prima ma ci vogliamo molto bene."
"Ne sono felice."
Nei giorni seguenti Demi si buttò completamente sul lavoro, un po' per stare a casa il meno possibile e in questo modo sentirsi meno male, un po' perché c'erano un sacco di cose da fare allo studio di registrazione. Aveva scritto delle canzoni a casa per l'album successivo e le stava già controllando con il suo manager. Ogni volta che leggeva quelle parole c'era sempre qualcosa che non andava: un vocabolo non stava bene accanto ad un altro, un verbo sarebbe stato meglio in un'altra posizione nella frase, quel pezzo non era  abbastanza poetico o non rimava bene… Nel frattempo stava iniziando a registrare le poche canzoni che aveva già sistemato, ma doveva impararle tutte a memoria e non era semplice perché spesso si dimenticava le parole e allora era necessario rifare ogni cosa. Nel frattempo il suo quinto album, che avrebbe intitolato "Confident", sarebbe uscito a ottobre.
Arrivò settembre e fu proprio la mattina del primo del mese che si rese conto di non aver vissuto in quel periodo, non solo perché la morte di Buddy si era portata via una parte del proprio cuore che non avrebbe riavuto mai più, ma anche perché aveva dato tutta se stessa per il lavoro non concedendosi nemmeno uno svago. Mentre faceva colazione si sentì molto sola. Accadeva sempre ma i giorni precedenti non aveva avuto il tempo di rifletterci. Sbuffò mentre mangiava il suo toast e prese in mano il cellulare per chiamare qualcuno. Scorrendo la rubrica, il suo cuore accelerò quando il dito arrivò al nome Selena e premette il tasto di chiamata. Dopo alcuni squilli udì una voce dall'altra parte.
"Pronto?"
"Pronto Sel, sono Demi. Disturbo?"
"No, ma stai bene?"
"Sì, volevo solo fare colazione con te. Possiamo incontrarci in un bar? Scegli tu dove."
"Certo!"
Le disse il nome di una pasticceria e vi arrivarono praticamente insieme. L'ambiente era caldo e accogliente, con pochi tavoli e le pareti dipinte di giallo, che facevano sentire i clienti come se fossero stati a casa. C'era anche una televisione e alcuni tavolini non avevano le sedie ma i divani.
"Come ti senti?" le domandò Selena a un tratto.
"Meglio, anche se sono oberata di lavoro."
"Lo posso immaginare, per me vale lo stesso. Sei stanca, lo vedo. Riesci a dormire?"
"Non molto bene" ammise affranta. "L'ultima volta che l'ho fatto è stato quando Buddy era ancora vivo."
Nessuna delle due parlò per un po'.
Selena non le chiese come si sentisse a riguardo perché lo sapeva. Demi le aveva anche detto di voler prendere un altro cane e fu proprio per cercare di mandar via l'espressione di profondo dolore dipinta sul volto dell'amica che desiderò tirar fuori l’argomento, ma Demetria la precedette.
"Ora non credo di avere tempo: troppo lavoro. Mi dispiace perché avrei proprio bisogno di un cane che mi facesse compagnia, sai?"
Anche se aveva la famiglia e gli amici, la sera era comunque a casa con i propri pensieri. La sua era un'abitazione vuota senza un minimo di allegria, senza un fagottino peloso che la riempisse di coccole. E questo le faceva male. Le si formò un nodo alla gola e un groppo allo stomaco le fece passare la fame. Era ingiusto che la vita le avesse tolto Buddy ed era crudele che ora, a causa del poco tempo a disposizione, non le desse la possibilità di essere felice quando invece lei l'avrebbe desiderato più di ogni altra cosa al mondo. Ne parlò con Selena e si sfogò. L'altra la lasciò fare, sapendo che ne aveva un disperato bisogno. Demi buttò fuori tutto, alzando la voce anche se non avrebbe voluto e versando alcune grosse lacrime. Alla fine si sentì come se il peso che le gravava sull'anima fosse un po' meno soffocante.
"Sei proprio sicura di non avere tempo?" le domandò Selena. "Non devi impedire ai tuoi impegni di interferire con la tua felicità."
"Purtroppo ora è così. Adoro cantare, ma non è abbastanza." In quel momento le squillò il cellulare: era Phil. "Ecco, vedi? Chiamata di lavoro."
Era già tanto se riusciva ad andare a trovare la sua famiglia ogni due o tre giorni visto quanto stava in studio.
A malincuore dovette salutare la sua migliore amica con baci e abbracci e andare via sentendosi malissimo.
 
 
 
Selena la guardò allontanarsi e provò istintivamente pena per lei. Se avesse potuto l'avrebbe trattenuta, ma sapeva quanto il lavoro fosse importante. Lo era anche per lei, in fondo. Tuttavia, odiava vedere Demi così triste e abbattuta e non poteva lasciare che continuasse a quel modo. Si alzò e sorrise convinta. Sapeva benissimo cosa fare.
"Sembra molto contenta, signorina" le disse il barista quando la ragazza andò a pagare per entrambe.
Demi se n'era scordata ma non importava, tanto comunque la ragazza avrebbe insistito per offrirle la colazione.
"Diciamo che sono speranzosa. Una mia amica si trova in una situazione complicata e sto cercando di aiutarla."
"È una bella cosa. Non vorrei essere indiscreto e mi perdoni, ma posso darle una mano in qualche modo?"
L'uomo era alto, grande e grosso, ma aveva un sorriso gentile. Sembrava una specie di gigante buono e Selena intuì che era sincero. Sperò di non sbagliarsi.
"Lei crede in Dio?"
Era una domanda molto personale, ma aveva bisogno di farla.
Non capendo perché l'avesse posta e dopo un attimo di esitazione lui rispose:
"Non vado molto in chiesa ma sì. Perché?"
"Allora, per favore, preghi che quella che sto per fare sia la cosa giusta."
Detto questo uscì.
 
 
 
"Allora Demi, come mai questo titolo?"
Stava facendo un'intervista in radio riguardo l'album che sarebbe uscito a breve. Ce n'erano state altre prima, ma ormai ci era abituata e anche se erano stancanti le piacevano.
Guardò negli occhi l'uomo che le aveva posto quella domanda e sorrise.
"Beh, penso che nella nostra società ci siano molte persone che non hanno fiducia in loro stesse, soprattutto i giovani. Non lo fanno perché non vogliono, ma perché magari hanno dei problemi, o stanno male, o soffrono per vari motivi, o non riescono a trovare lavoro."
"Sì, è vero."
"Ecco, io ne ho passate tante e ho sempre voluto essere onesta a riguardo, sapendo che tantissime altre persone soffrono e potrebbero sentirsi anche solo un po' meglio grazie ad un mio consiglio. Comunque, il titolo dell'album sta a significare che, anche se ancora oggi per me non è facile, ho fiducia in me stessa, nelle mie capacità. Non è facile, ma dovremmo riuscirci tutti con il tempo. Io ci ho messo anni, quindi il consiglio che posso dare è di non avere fretta. È un processo lungo, con alti e bassi, ma sono convinta che tutti ce la possano fare."
"Hai appena detto una  cosa bellissima, Demi" rispose l'intervistatore. "Sono colpito."
"Grazie, ma non è tutto. Ogni volta che devo dare il nome ad un album riguardo la lista delle tracce e cerco quella che rappresenta di più il CD nella sua interezza e anche me. In questo caso la scelta è stata facile. Inoltre, per tanti anni ho combattuto con me stessa a causa del mio corpo perché mi sentivo insicura riguardo ad esso. Con questa canzone ho voluto anche dimostrare che adesso so di essere bella, sexy e far capire che non ci si deve vergognare di come si è, qualunque corporatura si abbia."
"Penso che questo possa essere un buonissimo consiglio per molte adolescenti, Demetria. Grazie di averlo condiviso con noi."
"È stato un piacere. So che parlo molto e mi dispiace."
L'uomo rise e lo fecero anche la donna che lavorava alla parte tecnica e quella in regia.
"Non ti preoccupare, è sempre stupendo averti qui."
"Posso aggiungere un'altra cosa, prima di andare?"
"In pratica io non sto facendo nessuna domanda ma sì, vai pure."
Lei scoppiò a ridere e arrossì, sentendo le gote andare in fiamme.
"Scusa, non voglio rubarti il lavoro. Comunque nella frase prima del ritornello:
So you say I'm complicated
That I must be outta my mind
But you had me underrated
Rated, rated
voglio dire proprio questo, cioè che per tanti anni sono stata presa in giro e sottovalutata - e sottintendere che ciò mi ha portata a fare lo stesso con me stessa -, e ho voluto cantare questa parte a pieni polmoni proprio per darle più importanza."
"Ma poi nel ritornello ripeti più volte
"What's wrong with being confident?"
il che vuol dire che non lo è, esatto?"
"Sì, il messaggio è questo."
Tutti la applaudirono per aver cantato un po' lì in radio e, dopo qualche altra domanda, Demi uscì.
Tornando a casa pensò che ogni volta che un suo album stava per uscire diventava nervosa perché si domandava sempre se sarebbe piaciuto o no, e la sera in cui poi era finalmente disponibile a tutti restava alzata fino a tardi per mandare un messaggio su Twitter, Facebook o Instagram per dire quanto era felice, mentre sentiva l'adrenalina scorrerle nelle vene. L'avrebbe fatto anche quell'anno. Grazie a Dio non le erano state poste domande troppo personali, su Buddy ad esempio, perché temeva che ci sarebbe stata male o che avrebbe
pianto.
Dopo cena Demi andò in camera da letto, aprì il suo computer e cominciò a cercare canili nella zona in cui abitava. Lesse quanto scritto nei siti, guardò le fotografie degli ambienti e di alcuni cani e, per avere un'idea ancora più ampia, diede un'occhiata a parecchie recensioni lasciate da persone che ci erano state. Tutti sembravano posti molto buoni dove il personale, come comunque avrebbe dovuto essere, si prendeva cura dei cani con dedizione e affetto. Eppure, Demi non sapeva scegliere in quale andare. Le sembravano tutti posti validi, a prima vista non le pareva ce ne fosse uno migliore o uno peggiore. Forse la cosa migliore sarebbe stata quella di vederli uno ad uno. Avrebbe iniziato il giorno successivo. Proprio mentre spegneva il PC il campanello suonò. Scese in salotto, guardò dallo spioncino e vide che si trattava di Selena.
"Sel!" esclamò gioiosa aprendole la porta e il cancello.
"Ciao Dem!"
“Devo mancarti molto, se sei venuta qui anche se ci siamo viste stamattina.”
“In effetti.”
"Comunque che sorpresa!"
"Passavo da queste parti e così ho pensato di venire a salutarti."
"Hai fatto benissimo, entra."
Le prese la mano ma l'altra gliela strinse come per fermarla.
"Aspetta."
Demetria le lanciò uno sguardo interrogativo.
"In realtà non sono qui per caso. Ti ho… ti ho portato un regalo che spero apprezzerai."
"Ma non è il mio compleanno" obiettò l'altra.
"Lo so."
"Uhm… okay, vediamo allora."
Le sorrise debolmente. Non che non fosse felice di quel dono, anzi, solo che non se l'aspettava.
Selena aprì la portiera della macchina e ne tirò fuori uno scatolone.
"Che cosa mi hai portato, una nuova macchina del caffè? La mia si è rotta, me ne servirebbe una" scherzò, intuendo che non si trattava di quello.
"No. Apri e guarda."
Lo scatolone non era chiuso completamente. Selena aveva lasciato una piccola apertura ma Demi non riusciva a vedere cosa ci fosse all'interno. Mentre alzava quella sorta di coperchio il cuore iniziò a batterle a mille, come accadeva sempre quando apriva un regalo. Non le servì guardare dentro, perché un cagnolino piccolo e morbido saltò fuori abbaiando felice e le finì fra le braccia. Era nero e aveva il pelo riccio. Demi lanciò un'esclamazione sorpresa e fece un passo indietro, stando però attenta a non far cadere il cucciolo.
"Oddio! Cioè, wow! Ma cosa…?"
"Forse avrei dovuto chiedertelo, Demetria, ma mentre parlavamo oggi ho capito che eri pronta ad avere un cane e che la cosa ti avrebbe fatta stare bene e così ho pensato di farti un regalo."
Lei rimase senza parole per alcuni secondi mentre l'animaletto la annusava e la leccava. Era piccolissimo.
"V-vuoi dire che è tutto mio? Davvero?" le chiese, come avrebbe fatto una bambina davanti al suo primo animale domestico.
"Sì, sono seria."
Selena sorrise. Demi le faceva tanta tenerezza in quel momento.
Dal canto suo, l'altra non riusciva più a trovare la propria voce. Avrebbe solo dovuto ringraziarla, ma parlare le sembrava la cosa più difficile del mondo.
"Io non so cosa dire. È stato un gesto bellissimo. Selena, grazie!"
"Allora non sei arrabbiata con me!” esclamò tirando un sospiro di sollievo.
"Ma che dici? Perché dovrei?"
"Non parlavi più e credevo ce l'avessi con me per non averti detto nulla."
"No, è solo che è una sorpresa inaspettata e non trovavo le parole giuste. Dio grazie, grazie, grazie!"
Mise giù il cucciolo e abbracciò l'amica tenendola così stretta da rischiare di soffocarla.
"È bello vederti felice, e l'ho fatto con il cuore. Allora, ho vinto il premio della migliore amica dell'anno?"
Demi rise.
"Assolutamente sì."
Selena le raccontò di aver preso il cane al canile. Era piccolo, aveva solo due mesi ed era uno yorkie poo, una razza di piccola taglia. Le spiegò che era stato abbandonato vicino ad un cassonetto e trovato da una signora che l'aveva portato lì quando aveva soltanto un mese. Era malnutrito, ma per il resto per fortuna stava bene. L'avevano tenuto lì fino a quando si era sentito meglio e, siccome a due mesi i cani terminano lo svezzamento e lui non mangiava più dal biberon, era stato possibile darlo in adozione.
Demi si commosse nell'udire quella storia. Come poteva una persona abbandonare un animale? Era una vigliaccheria. Un cane adulto se la sarebbe anche potuta cavare, ma un cucciolo no di certo; e comunque, in ogni caso, era sbagliato. Chiese a Selena se avrebbe voluto fermarsi per un caffè.
"Sei gentile ma no, grazie. Voi due dovete conoscervi e mi sembra giusto lasciarvelo fare. Ti ho portato delle cose."
Tornò in macchina e Demi dovette prendere il cane in braccio per evitare che seguisse Selena e andasse da solo in strada.
"No, è pericoloso" lo ammonì.
Lui non oppose resistenza anche se continuò a guardare verso la ragazza che era appena uscita.
Selena tornò dentro poco dopo con un libretto.
"Me l'hanno dato in canile. Sono tutti i vaccini che gli hanno fatto" le spiegò. "Sta bene, ma se vuoi puoi portarlo dal veterinario per un ulteriore controllo. Non sapevo se portarti o no una cuccia o un guinzaglio visto che… insomma…"
Si bloccò perché non voleva parlare di Buddy e farla soffrire, soprattutto non adesso che era così contenta per il nuovo arrivato.
"Puoi dirlo" sussurrò Demi. "L'ho perso, è una realtà. Userò la sua cuccia, il guinzaglio e le crocchette che gli davo, non è un problema. Avevo comunque intenzione di fare così."
"Sei sicura?"
"Sì."
Come se avesse capito che era triste, il piccolo le leccò il naso facendola ridere.
Le due amiche si salutarono con baci e abbracci calorosi promettendosi di rivedersi presto.
Quando la porta si chiuse il cane feceu salto, cominciò ad abbaiare. Demi gli si avvicinò e gli parlò per cercare di calmarlo.
"Cosa c'è, piccolino? Va tutto bene."
Lui osservò la casa, le si avvicinò di nuovo, le annusò i pantaloni e poi fece quello che pareva piacergli di più, ovvero forarle i timpani abbaiando con tutto il fiato che aveva in corpo. Nel poco tempo in cui era rimasto con Selena si era affezionato a lei, era evidente, ed ora che non c'era più si trovava spaesato.
Demi gli preparò la cuccia, un piatto con le crocchette e una ciotola per l'acqua. Il cucciolo corse subito a mangiare e a bere e poi si sdraiò sul divano.
Ha già capito di essere il padrone di casa.
La ragazza sorrise a quel pensiero. Gli si sedette accanto ed iniziò ad accarezzarlo. Era così soffice!
"Sai, ho perso un cane qualche tempo fa. Si chiamava Buddy. Ho sofferto molto, ma ora ci sei tu nella mia vita e sono sicura che presto avremo un rapporto meraviglioso. Buddy mi mancherà sempre, ma con te al mio fianco sto già molto meglio. Sono curiosa di vedere che carattere hai, piccino, ma ti assicuro che non farò mai confronti tra te e lui."
Sapeva che era importantissimo parlare agli animali delle proprie gioie come dei dolori, per questo si era comportata così. Lui le leccò la mano e abbaiò come per dire che era d'accordo e la fece ridere di nuovo.
"Ti serve un nome" continuò Demi.
Ci fu un altro abbaio in risposta.
La ragazza lesse il libretto che Selena le aveva dato e vide che lo spazio per il nome in effetti era ancora vuoto. Credeva gliene avessero dato uno provvisorio. Avrebbe voluto dargli un nome che ricordasse qualcuno di coraggioso, forte.
Batman.
Le venne così spontaneo che se ne stupì. Eppure non avrebbe dovuto, era piuttosto brava a inventare nomi come per esempio i titoli delle canzoni.
"Che ne dici di Batman? Ti piace?" domandò al cane che nel frattempo si era sdraiato sulle sue gambe.
La guardò e abbaiò.
"Lo prendo come un sì."
Per festeggiare il suo arrivo ordinò una pizza. Non gliene diede per paura che gli facesse male, ma dato che aveva i wurstel gliene offrì alcune fettine tagliandogliele a metà in modo che riuscisse a mangiarle più facilmente. Batman le apprezzò moltissimo.
"No, non mangiare così in fretta!"
Voleva essere un comando, ma quel suo comportamento la fece sorridere. Avrebbe imparato con il tempo. Mentre Demi finiva di mangiare, il cane continuò a gironzolare per la cucina annusando l'aria, gli oggetti e guardando la sua padrona. Dopo cena si sedettero entrambi sul divano. La ragazza accese la televisione e iniziò a fare zapping.
"Batman, vuoi guardare NCIS?"
Lei aveva una vera e propria passione per le serie televisive poliziesche, tanto che, se si perdeva qualche puntata delle sue preferite, quando aveva tempo andava a guardarsele in streaming sul computer.
Il cagnolino abbaiò.
"Okay, perfetto."
Demi sorrise quando vide che guardava la tv e sembrava interessatissimo a quanto accadeva. In una delle tre puntate i poliziotti avevano i cani che li aiutavano a cercare una persona scomparsa. Non appena li vide Batman si mise ad abbaiare come un matto e poi saltò davanti alla televisione e allungò una zampa come se volesse prenderli o anche solo giocarci.
"Sono finti, tesoro."
Temendo che potesse cadere e farsi male saltando giù visto che era molto piccolo, Demi si affrettò a mettere dei cuscini davanti alla televisione e fece lo stesso con il divano e la poltrona. Non capendo e vedendo che quegli animali non ne volevano proprio sapere di uscire, il cane si stancò presto e tornò dalla padrona, che intanto leggeva sul cellulare alcune informazioni sugli yorkie poo trovate su un sito. In effetti c'era proprio scritto di far costruire piccole scale o di mettere dei cuscini in modo che i cani cadendo non si facessero male e che molti si erano feriti anche gravemente a causa di questa disattenzione da parte dei padroni. Lesse tutto il possibile, ma comunque si ripropose di portare Batman dal veterinario il giorno successivo. Il cucciolo usò il cuscino come trampolino di lancio per tornare sul divano, si sdraiò a pancia in su e cominciò a mordicchiarle la mano dopo averla presa fra le zampe. Le fece un po' male dato che, come era normale che fosse, aveva le unghie sempre fuori e dei bei dentini, ma la ragazza non se ne curò. Gli grattò il pancino e si lasciò mordere e leccare. Batman ringhiò due o tre volte, ma solo perché voleva giocare, non perché era arrabbiato. Dopo un po' Demi si alzò e andò a prendere una pallina. Era stata di Buddy. Il giorno dopo, decise, sarebbe andata a comprare dei giocattoli nuovi per Batman. Gliela lanciò e lui corse a prenderla per poi riportargliela.
"Io la prendo, piccolo, ma lasciala" disse visto che lui continuava a tenerla fra i denti e ringhiava, stavolta minacciosamente, se lei provava a tirargliela via.
Per non farlo arrabbiare lasciò che fosse lui a dargliela quando avrebbe voluto. Dopo qualche minuto nel quale l'animaletto corse per la stanza come impazzito con quell'oggetto in bocca, si decise a lasciarlo a Demi perché glielo rilanciasse e la volta successiva glielo diede subito. Si divertirono per diverso tempo, poi Demetria si sdraiò sul divano e spense la televisione coprendosi con una coperta leggera. Batman le saltò in grembo e lì si accoccolò, addormentandosi quasi subito. La ragazza sorrise pensando che anche i bambini fanno così: dopo essersi divertiti e stancati, crollano. Non volendo svegliarlo decise di dormire sul divano quella
notte.
Il giorno dopo si svegliò con un forte mal di schiena, ma dopo un po' di stretching si sentì meglio. Batman aveva già mangiato e lei preferì non dargli il bacon con le uova che si preparò per colazione. Non voleva che mangiasse cose che l'avrebbero appesantito troppo. Dopo essersi lavata e pettinata lo fece uscire con lei in giardino in modo che familiarizzasse con l'ambiente, poi gli fece fare anche una piccola passeggiata nei dintorni portandolo al guinzaglio. All'inizio il cucciolo tirò un po' come se non volesse andare, ma poi lasciò che lei lo guidasse. Essendo di taglia così piccola gli sarebbe anche bastato scorrazzare per il grande giardino e fare lì anche i suoi bisogni, ma Demi desiderava comunque che passeggiasse almeno un po', un paio di volte al giorno anche fuori. Non andarono molto lontano, altrimenti il cucciolo si sarebbe stancato troppo anche se la sua era una razza piena di energie. Incontrarono una signora con un bastardino e i due cani abbaiarono e poi si annusarono, ma non si fecero nulla.
“Socializza con gli altri, bene” si disse Demi.
Quando tornarono a casa, Batman si mise a saltare e a guaire felice.
"Ti è piaciuto, eh?" La ragazza si sedette in poltrona con lui sulle gambe e gli disse: "Piccino, ora devo andare al lavoro. Significa che starò via per un po'. Sai, io registro delle canzoni che piacciono a tantissime persone… o almeno fino ad ora è stato così, spero lo sarà anche in futuro. Ad ogni modo, sono una cantante e ogni giorno vado in uno studio dove faccio questo lavoro." Il cane la guardò e a Demi parve che riuscisse a farle capire che era triste, poi mugolò. "Oh, non fare così. Starai da solo per un po' e mi dispiace tantissimo lasciarti, ma tornerò il prima possibile. Te lo prometto."
Gli diede un bacio sulla testa e lo coccolò un altro po' grattandolo e accarezzandolo. Dopo averlo salutato con calore una lacrima le rigò il viso. Sarebbe stata via solo poche ore, ne era consapevole, eppure le si spezzava il cuore all'idea di lasciare solo il cucciolo. Andarsene fu difficilissimo. Quando salì in macchina sentiva ancora Batman abbaiare per richiamarla. All'inizio pensò che si trattasse di una sorta di allucinazione, ma poi capì che era la
realtà.
Arrivata allo studio di registrazione aveva un sorriso che le andava da un orecchio all'altro e, quando non cantava, continuava a raccontare a tutti del nuovo arrivato, di quanto gli volesse bene e del fatto che era simpaticissimo e molto dolce. Il suo team fu felicissimo per lei. Sì, alcuni si stancarono di sentir sempre parlare di Batman, ma alla fine il fatto che Demi fosse felice era la cosa più importante.
Una volta uscita, la ragazza passò dai suoi a raccontarlo.
"Oh mio Diooooo!" esclamò Madison. "Quando posso venire a vederlo?"
Adorava gli animali e si emozionava solo al pensiero di accarezzare quella pallina di pelo.
"Questa domenica, che ne dici?" le propose la sorella.
"Perché non stasera?"
"Madison" intervenne la mamma.
"Che ho detto?" sbuffò la ragazzina, impaziente.
"Maddie, Batman ha bisogno di ambientarsi un po' prima di incontrare altre persone" le spiegò Demi. "È venerdì, non manca molto. Pensi di riuscire a resistere?"
Sorrise, sapendo che al suo posto si sarebbe comportata allo stesso modo.
"Hai ragione, aspetterò. È che sono così emozionata, cioè oh mio Dio!"
Demi rise e la abbracciò. Le faceva troppa tenerezza.
Le tre sorelle e i genitori erano seduti in giardino, attorno a un tavolo sotto una tettoia. Il sole era ancora alto nel cielo e gli uccellini cinguettavano allegri. Per fortuna Dianna e Eddie abitavano in una casa un po' lontana dal traffico cittadino, quindi la zona era piuttosto tranquilla come quella di Demi, del resto, che non avrebbe sopportato di vivere in un'abitazione dalla quale sentire le macchine passare ogni secondo di ogni giorno. La ragazza sorseggiò un po' il suo tè freddo alla pesca e poi Eddie le disse:
"Sono molto felice che tu abbia un altro cane. Ti meritavi questa gioia."
Avrebbe voluto aggiungere che invece nessuno dovrebbe mai perdere un animale in quel modo orribile, o investito da un'auto o in altra maniera, ma si cucì la bocca perché Demetria sorrideva e lui non voleva certo rattristarla di nuovo.
"Lo so, sono contenta anch'io. Davvero" aggiunse, dato che la mamma la guardava in modo strano, come se non fosse convinta.
"Scusami, piccola. È che io voglio solo che tu stia bene."
Come ogni mamma, Dianna voleva il meglio per i propri tesori e sapendo quanto la ragazza avesse sofferto in passato era sempre preoccupata per lei, anche se cercava di non mostrarlo troppo per non essere una di quelle madri apprensive che stanno sempre con il fiato sul collo ai figli.
"Lo so, mamma. Non posso dire di stare bene, ma meglio sì. Ti basta?"
"Certamente!"
Le due donne si abbracciarono e si diedero un bacio.
"E noi?" si lamentarono Dallas e Madison in coro.
Tutti si unirono in un meraviglioso abbraccio di gruppo.
"Comunque sono molto fiera di te, Dem."
Stavolta era stata Dallas a parlare.
"Perché?"
Le lanciò un'occhiata interrogativa. Aveva un altro cane, cosa c'era per cui essere fieri?
"Perché affronti sempre le difficoltà con coraggio. Perché la vita ti ha messa di fronte a troppe prove, ma fino ad ora le hai sempre superate tutte."
"Non sto ancora bene dopo quanto accaduto" le fece notare l'altra abbassando lo sguardo.
"Lo posso solo immaginare, ma sai quello che intendevo dire. E poi, hai comunque capito che per te era importante dare amore ad un altro animale e per lui riceverlo e questa è una cosa bellissima."
"Buddy vorrebbe che andassi avanti. Io ci provo" mormorò e poi raccontò loro del sogno che aveva fatto e disse che Batman era stato un regalo di Selena, ma che comunque si sentiva pronta a prendere un cane. "Chissà, forse un giorno avrò anche un gatto. Mi piacerebbe,
sapete?"
Quando la sua padrona rientrò, Batman le corse incontro e cominciò a saltellarle attorno.
"Sei felice di vedermi, eh? Anch'io! Oh, il mio bambino!" Lo prese in braccio e cominciò ad accarezzargli il morbido pelo. "Quanto mi sei mancato!"
Dopo aver preso il guinzaglio gli disse che sarebbero andati in un posto. Salirono in macchina e Demi mise Batman nella sua cuccia che appoggiò sul sedile, sperando che in quel modo sarebbe stato tranquillo. Si addormentò dopo pochi minuti. Una volta arrivata, la ragazza dovette aspettare perché c'erano altre persone prima di lei, ma quando finalmente entrò nello studio la veterinaria trillò:
"Oh santo cielo, Demi, ha un cucciolo!"
La donna era rimasta molto scossa quando la cantante l'aveva chiamata per darle la terribile notizia ed ora era felice di vederla con un nuovo, piccolo amico.
"Già."
"Dove l'ha preso?"
Demi le raccontò ogni cosa e le diede il libretto che l'altra controllò.
"Oltre ai vaccini gli hanno fatto altri esami per capire se stesse davvero bene, perché sospettavano ci fossero dei problemi al cuore a causa della malnutrizione. A quanto pare il veterinario è stato molto scrupoloso, il che mi fa un immenso piacere e comunque è tutto a posto. Ora visitiamo questo bellissimo fagottino" disse infine, prendendolo in braccio e coccolandolo un po', come faceva con tutti gli animali.
Lo appoggiò su di un tavolo. Batman si guardava intorno un po' spaventato, così Demi cominciò a parlargli per tranquillizzarlo. La veterinaria gli controllò la bocca, prendendosi anche qualche morso, poi gli ascoltò la respirazione, gli guardò le orecchie e gli misurò la temperatura.
"È tutto a posto, signorina" decretò infine. "I bronchi e i polmoni sono liberi, la temperatura corporea è ottima, le orecchie sono pulite e le mucose della bocca sono belle. Questi cani possono avere problemi ai denti, per esempio avere il tartaro, quindi ora le scriverò il nome di un dentifricio apposta con il quale dovrà lavarglieli ogni giorno. Se lo abitua fin da adesso sarà più sano anche negli anni successivi."
Le spiegò quale cibo comprare, quando e come tagliargli le unghie, ogni quanto lavarlo, le diede tutte le informazioni necessarie.
"Penso che lo porterò a fare la tolettatura" disse la ragazza. "Voglio prendermi cura di lui, sul serio, ma avrei paura a tagliargli le unghie. Non vorrei fargli male. Con Buddy facevo così, infatti."
"Sa già dove andare, quindi?"
"Sì."
"Allora va bene. Adesso le darò un nuovo libretto che sarà quello del suo cane, quindi può lasciare a me quello che le è stato dato."
La donna si fece dire il nome del cane e lo trascrisse, poi ricopiò tutti gli esami fatti dal precedente  libretto e, dopo aver scritto tutto anche al computer, consegnò quello nuovo a Demi. Una volta uscita, la ragazza andò in un negozio di animali a comprare il necessario. Lasciò il cane in macchina con il climatizzatore acceso in modo che non soffrisse il caldo e, quando tornò, lo trovò che piangeva.
“Scusami Batman, ho fatto il prima possibile. Su, buono, non fare così. Non ti abbandonerei mai.” Forse aveva paura che lei lo lasciasse come avevano fatto quei padroni deficienti che aveva avuto prima. Le si spezzò il cuore al solo pensiero. Ci volle una buona dose di coccole e di rassicurazioni per calmarlo, ma quando Batman la leccò capì che era tutto a posto. “Ti amo, tesoro mio.”
Quella sera, dopo cena, Demi decise di leggere un libro. Aveva cominciato "Eragon", il primo libro della saga de "Il Ciclo dell'Eredità" di Christopher Paolini e lo adorava. Era la prima volta che si approcciava al genere fantasy, prediligendo i romanzi d'amore ambientati nella realtà, presente o passata che fosse, ma doveva ammettere che almeno per quanto riguardava quel libro non le sembrava male. Avrebbe sicuramente terminato la saga e poi ne avrebbe lette altre, anche se non sapeva ancora quali. Seduta sul divano leggeva, rapita dalle vicende del protagonista mentre Batman, accanto a lei, la guardava. Ogni tanto saltava giù, faceva un po' di corse e poi tornava, oppure andava a giocare con una pallina che si divertiva a prendere in bocca o a far rotolare. Quando tornava da lei, le si accomodava vicino e guardava il libro. Una volta abbassò gli occhi su una pagina quasi che volesse leggere e ci appoggiò sopra una zampetta.
"Ti manca solo la parola" commentò la ragazza dandogli un bacio. Avrebbe voluto stare per sempre così, con lui, nella loro casa tranquilla e silenziosa. Non sapeva come avrebbe fatto a separarsi dal suo nuovo amore quando sarebbe partita per il tour. Sua mamma se ne sarebbe di certo presa cura, ma Demi avrebbe sentito terribilmente la sua mancanza. Non si sarebbe mai abituata del tutto a quel distacco, lo sapeva fin d'ora. Tuttavia non era il caso di pensarci adesso. "Chissà," disse a Batman, "forse un giorno mi farò una famiglia e potrai giocare con i miei bambini. Mi piacerebbe tantissimo diventare mamma, sai?"
Sapeva che essere genitore era un'enorme responsabilità, che comportava maturità e sacrifici. Per ora era solo un'idea vaga, ma da qualche tempo stava pensando che le sarebbe piaciuto adottare un bambino o averne uno tutto suo magari con la fecondazione in vitro. In ogni caso, non l’avrebbe fatto finché non si fosse sentita psicologicamente stabile.
Ci penserò meglio e con calma.
Batman le saltò in grembo distraendola e facendole cadere il libro di mano, ma Demi non se la prese. Dopo un altro po' di coccole e aver lasciato che lui le desse i bacini leccandole le mani e la faccia, la ragazza decise di andare a letto. Era stata una giornata pesante ed era stanca.
"Vieni"” esclamò alzandosi.
Andò in bagno e pettinò Batman sciogliendogli i nodi del pelo, anche se constatò che ce l'aveva comunque ben sistemato e pulito. In ogni caso sapeva che lo yorkie poo va pettinato una o due volte al giorno e desiderava prendersi cura di lui al meglio. Decise anche di fargli il bagno usando ovviamente lo shampoo per cani. Quando il cucciolo fu nel lavandino nell'acqua calda cominciò a sbattere la coda e una zampa per giocare, ma Demi gli disse un secco
"No"
che lui per fortuna ascoltò. Era piuttosto ubbidiente: buon segno. Lo lavò con cura e attenzione massaggiandolo un pochino per farlo rilassare, poi lo asciugò con il phon. Il cucciolo all'inizio si spaventò nel sentire tale rumore tanto strano, ma quando capì che la cosa che la padrona stava usando non gli avrebbe fatto alcun male si tranquillizzò. Dopo un'altra pettinata Batman era profumato, pulito e sistemato, almeno per qualche giorno. Sembrava anche più rilassato e a Demi fece piacere essere riuscita a farlo sentire a suo agio anche durante il bagno. Pensava sarebbe stato molto più difficile, che avrebbe avuto paura o che si sarebbe messo a piangere, ma non era accaduto.
Quella sera lo portò a letto con lei - aveva intenzione di abituarlo a dormire lì tutte le notti - e mise anche lì alcuni cuscini a terra. Se poi avrebbe visto che al cane non succedeva niente li avrebbe tolti, ma per il momento, per sicurezza, era meglio lasciare le cose come stavano. Batman annusò le coperte, il cuscino e poi guardò la padrona mentre si spogliava e si metteva il pigiama. Quando lei si sdraiò sotto le coperte il piccolo le si accoccolò vicino ad un fianco. Fu così che si addormentarono felici, sapendo che quello era solo l'inizio della loro lunga vita insieme.
 
 
 
credits:
Demi Lovato, Confident
 
 
 
NOTE:
1. ho letto che era stata Selena a regalare Batman a Demi. Non so se ce l'ha dal 2015 o dall’anno dopo, né se arriva davvero dal canile, ma in ogni caso in questa storia ho voluto che ce l’avesse presto perché, quando è morto il mio gatto Bizet, noi abbiamo aspettato poco a prendere gli altri due. Grazie ai nostri genitori, io e mio fratello ci siamo resi conto che tutti e quattro volevamo ancora dare amore ad un animale e che ci sentivamo troppo vuoti per aspettare. Fosse stato per me avrei atteso di più perché soffrivo moltissimo e non riuscivo a superarlo, ma alla fine quando ho visto i miei mici Furia e Stella ho capito di aver fatto la cosa giusta. Per cui, siccome noi abbiamo atteso due settimane, ho scritto che anche Demi ci ha messo poco ad avere Batman per avvicinare la sua esperienza alla mia.
3. Mi sono informata il più possibile su questa razza, quindi spero di aver dato informazioni accurate. Non so se bisogni davvero mettere i cuscini in modo che il cane non rischi di farsi male saltando, l'ho letto e ho preferito aggiungerlo ma prendetelo un po' con le pinze.
4. L’accenno alla maternità e all’adozione non è messo lì così a caso. Penso davvero che Demi potrebbe essere una brava mamma un giorno e, anche se ne ho parlato poco, non l’ho fatto per aggiungere qualcosa, ma per fare una riflessione. Come ho scritto, in questa storia Demi non si sente ancora pronta per avere un figlio. cCi pensa, lo desidera, ma è consapevole di ciò che comporta e anche di dover aspettare di stare meglio.
   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Demi Lovato / Vai alla pagina dell'autore: crazy lion