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Autore: _HummingBird_    25/08/2018    2 recensioni
La storia di due nuove studentesse della DWMA appena trasferite dalla famosa città dell'amore, Parigi.
Queste però vivranno diverse vicende tra cui un professori troppo insistenti, studenti pericolosi e nuove amicizie.
"Il cuore della ragazza esplose dalla paura, nel sentire quella sensazione di impotenza, di fronte a tutta quella forza bruta.
Voleva scappare il più lontano possibile, voleva solo soffocare la propria paura nel fumo del fuoco che bruciava tutto.
Non poteva, tuttavia, lasciare la sua maestra d'armi alla portata di quel ragazzo, non poteva permettergli di fare del male sia a lei che alla sua compagna.
Doveva proteggerla. Era dovere di un arma difendere il proprio maestro d'armi e lei lo avrebbe fatto anche a costo di perdere la vita."
Genere: Fluff, Introspettivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Black Star, Death the Kid, Liz Thompson, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, Otherverse, What if? | Avvertimenti: Violenza
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Buongiorno sfortunato lettore, se sei arrivato fino qui vuol dire che o ti sei perso, oppure che la mia introduzione ti è piaciuta…
Questa è la prima FanFiction che pubblico, quindi chiedo di essere clementi, apprezzo tantissimo le critiche che possano aiutarmi a migliorare e sopratutto spero vi godiate la lettura.
Grazie.

 

Quel labirinto che è la Shibusen

 

«Ma fai sul serio? Cioè, no dai» disse una delle ragazze, con aria superiore, nel cerchio in mezzo al corridoio, proprio davanti alla porta della classe dove stava per incominciare una delle tante lezioni alla DWMA.
La compagna le rispose con il medesimo tono.
«Anne, sei sicura che dobbiamo per forza stare con queste tipe?» sussurrò una ragazza dai capelli rossi ad un’altra alla sua destra, quella che doveva essere Anne, quest’ultima sembrava rallegrata dalla scena che le si presentava davanti.
«Mais oui, tu non ti stai divertendo a sentirle parlare? Sono così buffe» disse con l’accento francese, ridacchiò in maniera posata, senza farsi vedere. La ragazza aveva dei boccoli biondi che arrivavano poco sotto le spalle, la sua divisa, uguale a quella dell’amica affianco, era la versione base della scuola.
«Sinceramente? No, mi danno sui nervi»
«Oh, suvvia chère, prova a farti divertire anche dalle scemenze»
«Scusate ragazze, dobbiamo andare a dare gli ultimi documenti alla segreteria per il trasferimento» disse ad alta voce quella dai capelli ramati, al gruppo di ragazze, che all’unisono risposero con un sonoro «Bye, Bye».
Trascinando via Anne, la giovane andò il più lontano possibile da quelle che lei considerava oche.
«Dio mio, non sentivo i miei pensieri con tutte quelle chiacchiere!»
«Chère, ti ho già detto di rilassarti, sai che non ti fa bene essere nervosa, poi finiamo che esplodi come l’ultima volta con quella maestra d’armi che cercava di convincerti a fare il corso EAT» le posò una mano sulla testa.
«Sì, quanto era fastidiosa» si massaggiò le tempie per rilassarsi. Alzò lo sguardo e guardò la compagna «poi chi ci vuole andare nel corso EAT dai, preferisco di gran lunga stare dove sono, mi sento molto più rilassata, hanno troppe restrizioni quelli di quel corso» sorrise all’amica, che rise di gusto sentendola così scansafatiche.
«Non mi aspettavo nulla di più da te, che belli che erano i vecchi tempi, quando potevamo saltare intere lezioni a Parigi, però eravamo un ottima coppia, è da un po’ che non andiamo ad allenarci, ora che ci penso, ti sarai arrugginita» sorrise con tono di sfida, appoggiandosi le mani sui fianchi. Sembrava decisa a fare qualcosa di poco conforme al regolamento scolastico.
«L’unica che, tra le due, potrebbe arrugginirsi, sei tu» ammiccò, la rossa, tra i suoi capelli perfettamente lisci, che quasi le toccavano le cosce. Era di poco più alta della sua compagna dai capelli biondi, aveva grossi occhi verdi e la pelle leggermente rosata. In perfetto stile irlandese.
«Io suggerirei una prova» ammise alzando le mani la francese, facendo ondeggiare la sua chioma ondulata.
«Cosa mi propone signorina LaBou?! Di saltare il nostro secondo giorno di scuola?!» la studentessa si posò una mano sulla bocca con un’espressione di simulato sconcerto.
«Come se non lo avessimo fatto altre cento volte a Parigi» risero entrambe.
«Dai andiamo, scema, o ci scopriranno» Anne la prese sotto braccio e si incamminarono verso il giardino della DWMA.
Dopo cinque minuti che camminavano per i corridoi, si fermarono. Si erano palesemente perse, ma nessuna della due era pronta ad ammetterlo. La più alta aveva studiato la piantina quasi interamente a memoria, dato che la compagna aveva problemi di orientamento, però a quel punto era in difficoltà persino lei.
Anne sbuffò sonoramente, per poi fermarsi delusa.
«Chère, mi sa che ci siamo perse» disse guardandosi i piedi, non era la prima volta che si perdevano, ma per tutti gli altri episodi era stata per errore suo, questa volta, invece, era colpa della struttura dentro cui s trovavano.
«Non capisco, non sembrava così intrecciata la piantina quando l’avevo letta»
«Penso ci convenga chiedere a qualcuno, se non vogliamo viaggiare per ore senza meta»

 

   
 
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