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Autore: Spoocky    27/08/2018    1 recensioni
Subito dopo il primo scontro con l'Acheron l'equipaggio della Surprise deve fare i conti con i danni arrecati da un nemico di forza superiore mentre si affronta la perdita dei morti e si curano i feriti.
Le ferite in battaglia entrano di diritto nell'ordine naturale delle cose, è risaputo e ce ne si fa una ragione.
Quando però tra i caduti ci sono delle persone care diventa difficile, se non impossibile accettare le conseguenze naturali di un evento bellico.
Non si può che sperare in un miracolo.
Partecipa alla 26 Prompt Challenge del gruppo Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fan Art [https://www.facebook.com/groups/534054389951425/] Prompt 15/26 MIRACOLO - 16/26 GUERRA
Genere: Guerra, Hurt/Comfort, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Movieverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Buona Lettura ^.^


Verso metà mattina Stephen decise che era arrivato il momento di amputare il braccio a Blackney.
Pur con la vista offuscata dal dolore, Pullings osservò Calamy, Padeen e Higgins portarlo via e radunò tutto il poco fiato che gli restava per salutarlo: “Buona fortuna, signor Blackney. Andrà tutto bene.”
Il ragazzino, ormai febbricitante, gli diresse un fugace cenno di assenso e lui crollò di nuovo nella sua branda.

Trascorse un tempo indefinito scivolando dentro e fuori dalla coscienza, aveva iniziato un Padre Nostro per l’allievo e quando si ricordava aggiungeva una frase, o ripeteva la stessa più volte o ricominciava da capo.
Non riuscì ad arrivare alla fine perché di lì a poco venne il suo turno di tornare sul tavolo operatorio.  

Il dottor Maturin aderiva infatti al metodo di Anel[1], come discusso da Boerhaave, per il drenaggio delle ferite toraciche e aveva deciso di applicarlo anche a quella di Pullings visto che, durante la notte, i rumori respiratori si erano ridotti in modo preoccupante.
Sospettava un accumulo di liquido nel cavo pleurico e voleva evitare a tutti i costi che il polmone collassasse, altrimenti lo avrebbero perso.
Non aveva un bell’aspetto quando arrivò sul suo tavolo: era pallido e sudato, il respiro era troppo rapido e superficiale, faticava a tenere gli occhi aperti e dava risposte confuse, anche se coerenti, alle sue domande.

Avevano appena finito di sciogliere le bende che arrivò Mowett, visibilmente teso ed in maniche di camicia.
Trattandosi di Pullings in circostanze normali Jack Aubrey avrebbe fatto carte false per essere presente durante l’intervento ma in quel momento non poteva muoversi dal ponte e aveva delegato il Secondo Tenente, la cui presenza in coperta non era altrettanto indispensabile.
Seguendo le istruzioni di Stephen, Mowett si posizionò alla testa del tavolo con una mano sulla fronte e una sulla spalla del ferito, che era stato posizionato sul fianco illeso.

Mentre Padeen preparava le catene imbottite per legare il paziente al tavolo, Maturin gli mise in bocca il pezzo di cuoio che aveva usato per Blackney poco prima: “Mordete questo più forte che potete, Tom. Devo incidere di nuovo.”
Nonostante tutta la sua buona volontà, Pullings gridò attraverso il bavaglio quando gli spostarono il braccio per scoprire il fianco ferito e sollecitarono le costole rotte.
Gridò di nuovo mentre Stephen praticava la seconda incisione sulla schiena e prima della fine dell’operazione Mowett e Padeen grondavano di sudore per lo sforzo di tenerlo fermo sul tavolo.
Riuscirono a drenare una soddisfacente quantità di liquido e, per quanto alla fine ansimasse penosamente, entrambi i polmoni poterono espandersi di nuovo.
L’ultima cosa che vide prima di perdere i sensi fu il viso del dottore e sentì la sua voce ovattata, come se molto distante: “E’ finita, Tom. Siete stato bravo.”

Le tre operazioni del mattino ebbero decorsi molto diversi.

Quella stessa sera, secondo suo cugino Bonden, Joe Plaice aveva dato diversi segni di risveglio e gli mancava solo la parola.
William Blackney ricevette il capitano Aubrey seduto tranquillamente nella sua branda e conversò con lui di Lord Nelson.
Thomas Pullings invece provava troppo dolore o era troppo debole per stare seduto e addirittura per muoversi, tanto da essere stato legato alla branda con i tradizionali sette giri[2]. Respirava regolarmente ma parlava a fatica e, cosa ancora più inquietante, la tosse del giorno prima si era fatta stizzosa e persistente, facendolo stancare per nulla.

Ragion per cui Jack si affrettò ad offrirgli una tazza d’acqua appena giunto al suo capezzale.
Nel toccargli il collo per aiutarlo a bere sentì la sua pelle calda e sudata, ma non vi diede troppo peso: avere la febbre dopo una ferita rientrava perfettamente nell’ordine naturale delle cose.
Aiutò Pullings a ridistendersi e sistemò la coperta che aveva spostato, sollevandola fino a coprirgli la spalla bendata.
Aveva avuto la sua dose di costole rotte e sapeva quanto il freddo potesse peggiorare il dolore, e mentre il suo secondo riprendeva fiato gli mise una mano sulla spalla coperta: voleva che sapesse che gli era vicino e sperava traesse almeno un po’ di conforto dalla sua presenza.
Glielo doveva, per tutte le volte che aveva tratto lui e Stephen d’impiccio.

Se dovesse morire si ritrovò a pensare, suo malgrado se dovesse morire lo seppelliremo come Comandante Pullings. E farò tutto quanto in mio potere perché sua moglie recepisca una pensione da capitano di fregata. Se l’è sudata la promozione! Che a Whitehall dicano quello che vogliono: non ne troveranno mai un altro come lui.
Teoricamente avrebbe anche potuto farlo, in caso di cattura o affondamento dell’Acheron era prevista la promozione immediata del Tenente Pullings, essendo l’altra nave di una classe superiore.
Jack aveva già gli ordini sigillati in cabina, sperava solo di non doverli distruggere.

Si chinò sull’ufficiale più per averlo visto muovere le labbra che per averlo effettivamente sentito e rimase ad ascoltarlo a lungo: la tosse costante gli rendeva quasi impossibile parlare.
“Se il dottore scopre che ne abbiamo discusso vorrà la mia testa. Comunque anche il signor Lamb è della stessa opinione e io concordo con voi: si potrebbe effettivamente arrivare a casa con un raddobbo essenziale. Però... Mowett non ve l’ha detto?”
“Cosa?” Il ‘signore’ si perse tra i colpi di tosse.
“Non andremo a casa... No, no. State giù, non vi agitate.” Iniziò ad accarezzargli la spalla per cercare di farlo calmare e per l’ennesima volta in vita sua rimpianse di non aver tenuto la bocca chiusa mentre vedeva la tosse sconquassargli il torace “Cercate di stare tranquillo, Tom. E’ tutto a posto. Passerà presto.”

Quando finalmente la tosse si fu placata, Pullings respirava ancora affannosamente e sembrava ancora comprensibilmente scosso dalla notizia, ma ebbe presto ragione di sé: “Pensate davvero che possiamo farcela, signore? Dall’ultimo scontro non siamo usciti bene. “
“Ne sono consapevole quanto voi, Tom.” Estratto il fazzoletto di tasca prese a tamponare il sudore dalla fronte dell’ufficiale “Così come sappiamo entrambi che la Marina non ha altre navi in zona e che dobbiamo assolutamente portare a termine la missione o, come avete giustamente sottolineato, l’Acheron potrebbe sbilanciare la guerra in favore di Bonaparte e dobbiamo assolutamente evitarlo. Questa volta le abbiamo prese di santa ragione, è vero. Però ci aveva anche colti alla sprovvista e non succederà di nuovo. Per Dio, Tom! Se ci trovassimo sopravvento potremmo anche prenderla. Dopotutto la Sorpresa è dalla nostra, non trovate?”
Rise di gusto e, nonostante quella battuta fosse ormai più che famigliare, anche Pullings sorrise.

Nella sua incrollabile fiducia nei confronti di Aubrey si sentiva infine più tranquillo: se diceva che sarebbe andato tutto bene, sarebbe andato tutto bene, in un modo o nell’altro.
Era nell’ordine naturale delle cose.
 
 Note:
 
[2] Sulle navi da guerra era uso comune legare alle brande tutti i malati e i feriti che non fossero in grado di muoversi, sia come misura contenitiva ma soprattutto per impedire che cadessero durante le manovre. E’ ragionevole pensare che questo criterio si applicasse in particolar modo a coloro le cui fratture avrebbero potuto aggravarsi in seguito ad una caduta.
  
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