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Autore: Fanny    10/07/2009    5 recensioni
Claire Baker e Jack Kingburn, cheerleader e giocatore di basket. Perfetti, li descrivevano tutti. Stereotipati, era l’aspro commento di Peter ogni volta che li vedeva insieme. Già, perché Peter odiava Jack, tanto quanto Jack odiava Peter. Il loro odio era pari all’amore che Claire nutriva per loro.
Genere: Romantico, Sportivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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unintended
Unintended

You could be my unintended
Choice to live my life extended
You could be the one I'll always love
You could be the one who listens
To my deepest inquisitions
You could be the one I'll always love
(Muse – Unintended)

“Palla verso Collins, che l’afferra al volo… è la palla da tre punti… Collins corre, dribla Kingburn… e segna!! Parità!! Non si è mai vista una partita così accesa. A un minuto dalla fine i Tigers, sempre in svantaggio durante la partita, sono riusciti finalmente a pareggiare.”
Claire lascia cadere i pon-pon a terra per lo stupore, salvo riprenderli dopo un’occhiata truce della capo-cheerleader. C’è riuscito, ha pareggiato! E pensare che quando Peter era andato da lei durante l’intervallo e le aveva fatto quella richiesta assurda in caso di vittoria, era stata così sicura della sua sconfitta da acconsentire. Erano sotto di venti punti, in fondo! E nei Lions gioca il più forte giocatore che la Beside School possa vantare nell’ultimo lustro, Jack, che oltretutto è il suo fidanzato. E adesso, a un minuto dalla fine, i Tigers riescono a pareggiare.
Claire Baker e Jack Kingburn, cheerleader e giocatore di basket. Perfetti, li descrivevano tutti. Stereotipati, era l’aspro commento di Peter ogni volta che li vedeva insieme. Già, perché Peter odiava Jack, tanto quanto Jack odiava Peter. Il loro odio era pari all’amore che Claire nutriva per loro. Da un lato Jack, il suo ragazzo, lo stesso ragazzo che aveva osservato durante l’infanzia fare il bulletto per i corridoi e disprezzato per questo, ma che aveva iniziato a conoscere solo alle superiori, quando se l’era trovato come compagno di laboratorio; dall’altro Peter, il suo migliore amico, il compagno delle prime lacrime, delle ultime sbornie, colui con cui aveva condiviso tutto, dai graffi sulle ginocchia ai rimproveri dei genitori. Il suo vicino di casa, l’unica persona che conosceva dalla nascita visto che, fra le altre cose, li distanziavano solo due giorni.
Un’amicizia indissolubile li legava e Claire aveva sempre pensato che sarebbero rimasti amici per sempre, che lui sarebbe stato il suo testimone di nozze, lo “zio Peter”. E Jack… beh, su Jack non faceva progetti, viveva alla giornata. Non sapeva quanto sarebbe durata, un altro mese, un anno, per sempre, ma era pronta a godersi tutto il tempo trascorso insieme, senza dover preoccuparsi troppo del futuro.

[“Possibile che tu abbia davvero deciso di uscire con quel tipo?”
Claire fece finta di non sentire la voce monotona dell’amico e continuò a rovistare nell’armadio.
“Lo conosciamo da una vita e non l’hai mai sopportato. Allora perché…”
“Vestito rosa o gonna di jeans?” chiese la ragazza girandosi e mostrando i vestiti appesi alle due grucce che aveva in mano.
“Gonna, vestito, diamine, è solo un appuntamento! Un paio di jeans e una felpa vanno benissimo per il cinema…”
Claire trattenne una smorfia, anche se non poté trattenersi dal sussurrare “maschi…”. Alla fine decise e buttò sul letto il vestito rosa che cadde a pochi centimetri dai piedi dell’amico, il quale a malapena se ne accorse impegnato com’era a lanciare e afferrare al volo una pallina da tennis.
“Comunque non andiamo al cinema.” continuò riponendo la gonna “Mi ha invitata al nuovo ristorante… sai, quello che si è aperto sul mare.”
Peter mancò la presa e la pallina ricadde a terra con un ‘plop’, salvo rimbalzare subito dopo; la riafferrò e guardò sbigottito l’amica provarsi un paio di orecchini.
“Sembra una cosa seria.”
“Può essere…”
“Non mi piace.”
“Non deve piacere a te, solo a me.”
E con uno scatto secco, Claire richiuse l’anta dell’armadio. ]

“Pitt, marca stretto sul 5. Jamie, Brian, voi due dovete giocare sui lati. Giocate basso e soprattutto passate il più possibile a Jack. Jack, ragazzo mio, si può sapere che ti succede? Non ne hai imboccata una giusta dall’inizio del terzo tempo!”
Jack si asciuga il viso con una salvietta e si massaggia le tempie. Maledizione, l’allenatore ha ragione da vendere! Non ha fatto un solo canestro dall’intervallo in poi. C’è sempre lui, quel maledetto Peter Collins, che non gli lascia una palla. Non può muoversi senza ritrovarselo immancabilmente alle spalle. Se tira basso lui riesce ad acchiappare la palla al balzo, se lancia in alto Peter finisce per intercettarla. E’ un’ombra dietro di sé, anzi peggio! Almeno le ombre stanno ferme al loro posto, Peter invece sembra pensare esattamente ciò che pensa lui. E Jack ha un solo pensiero in testa: VINCERE. Per dimostrare ancora una volta di essere il più forte, perché gli  piace sentirsi acclamare, vedere la folla riversata sul campo pronta ad abbracciarlo; gli piace festeggiare dopo la partita, con birra, hamburger e patatine con tutti i compagni di squadra, ma soprattutto ama vedere i suoi occhi accendersi di gioia, una felicità che si propaga per tutto il corpo, che le fa gettare i pon-pon a terra e la fa correre verso di lui, per gettarsi fra le sue braccia. Alza la testa e con gli occhi percorre il campo in cerca della sua figura. La trova. Claire. Guarda un punto lontano e si attorciglia i capelli, già abbondantemente inanellati senza che anche lei ci si metta. Un sorriso increspa le labbra di Jack. La sua ragazza non cambierà mai! Non gliene frega niente di sport, forse non gliene frega niente neanche di fare la cheerleader, eppure è sempre lì pronta a tifare per lui, anche se per metà della partita ha un’espressione alla “ma che ci faccio qui?”. Forse la ama anche per questo, perché lei c’è sempre.
“Jack, mi stai ascoltando?”
Jack si riscuote dal torpore in cui è caduto e si alza in piedi pronto a scendere in campo.
“Sì mister. Devo smarcarmi e mirare al canestro come sempre, vero?”
L’allenatore scuote la testa sconsolato: come deve fare con questo ragazzo?
“No Jack. Ho cambiato idea. Tutti i passaggi saranno dirottati a Nathan, tu devi solo marcare il numero 7.”
Jack ammutolisce. Il 7. Peter!
“E perché questo cambiamento?”
“Perché oggi non ne combini una giusta, vedi almeno di riuscire a bloccare il loro asso!”
Il ragazzo è sbigottito. Appallottola l’asciugamano e lo lancia lontano prima di tornare in campo. Ma non è abbastanza veloce, la sente quella frase, la frase che non avrebbe mai voluto sentire, quella che cambierà le sorti della partita.
“Mi sa che nella prossima stagione quel Collins lo faremo giocare da ufficiale.”
E questa è l’ultima cosa che Jack Kingburn vuole sentire…

[“Sei brava a fare questi esercizi da cheerleader. Dovresti fare il provino”
“E perché mai?”
“Avresti un sacco di ragazzi ai tuoi piedi”
“Peter, ti prego… e poi non mi servono tanti ragazzi. Io e Jack stiamo ufficialmente insieme!”
“Cosa?”
“Però hai ragione, dovrei provare. Hanno delle belle divise, in fondo… e potrei anche passare più tempo con lui!”
“Cosa?” ]

Lisa guarda la sua compagna di squadra Claire da ormai un buon minuto. E’ completamente assorbita dalla partita ed è tesissima: stringe i pon-pon quasi come un’ancora di salvezza a cui aggrapparsi per non cadere nel baratro, la sua presa è così forte che le nocche sono sbiancate. Non è da lei. Claire odia il basket. Non riesce a capire le regole, a malapena le è chiaro che lo scopo del gioco consiste nel fare più punti segnando più canestri. Era rimasta sorpresa quando se l’era ritrovata davanti al provino, ma doveva ammettere che come cheerleader era brava, inoltre il fare coppia fissa con l’asso dei Lions di certo non guastava. Sono questi i motivi per cui adesso si trova in squadra, di certo non la sua passione per lo sport. Ma allora perché tutta quell’agitazione? Lisa se lo chiede dall’inizio della partita, quando lei e le sue compagne sono scese in campo e hanno fatto il loro numero, per puro divertimento visto che entrambe le squadre, Tigers e Lions, appartengono alla Beside school. Lions la squadra ufficiale, Tigers quella satellite. Di solito i giocatori della Lions giocano le partite ufficiali e quindi hanno più possibilità di essere notati per delle borse di studio, ma i giocatori della Tigers no. Sono delle speciali riserve. Gli sfigati del basket, insomma. Però quel Peter… Lo notava dall’inizio della partita, non è affatto male! Di carino è carino, e poi è anche bravo a giocare.
“Claire, che ne pensi di Peter?”
Claire sussulta riemergendo dai suoi pensieri.
“Peter?!” sussurra trasognata.
“Pronto, Terra chiama Claire?? Sì, Peter, quello schianto che sta segnando la metà dei punti dei Tigers.”
“Che devo pensare di lui… è il mio migliore amico.”
“E perché non vi ho mai visto insieme?”

[ - Cinema sts? Peter. -
- Nn pox. Ho gli allenamenti gg. Domenica partita. Claire - ]

“Beh, sai com’è, non frequentiamo le stesse persone. E poi le prove con le cheerleader, i compiti, i corsi extrascolastici… “

[ - Vieni da me gg pom? Mamma ha fatto i biscotti e c’è un film horror. Peter –
- Mi disp. Esco cn Jack sts. Claire – ]

“…Jack…”

[ “Peter, Peter!”
Il ragazzo sentì una voce che lo chiamava, ma continuò a lanciare la palla verso il canestro. Fuori.
“Peter!”
Riprovò. Di nuovo fuori.
“Peter! Dio che corsa! Si può sapere cos’è questa storia?”
Peter guardò la ragazza con ancora la divisa da cheerleader addosso mentre, piegata in due, cercava di riprendere fiato. Riprovò. Fuori.
“Non capisco di cosa tu stia parlando.”
“Lo sai perfettamente, invece. Sei entrato nei Tigers e non mi hai detto nulla. Perché?
Un altro tiro, con rabbia questa volta. Un’imprecazione accompagnò il suono stridulo del pallone contro il ferro. Fuori.
“Perché non sono affari tuoi.”
“Ma diamine, i Tigers! La squadra satellite! Potevi provare nella squadra ufficiale, i Lions. Sicuramente ti avrebbero preso… E poi è la mia squadra, la squadra di…”
“…Jack?” un nome sputato con disgusto “grazie tante ma no. Io non sono Jack, io faccio ciò che mi pare. Se gioco nei Tigers o nei Lions sono affari solo miei. Questa è la mia vita, se ho bisogno te lo dico.” (cit.)*
Il rumore di passi che si allontanavano accompagnò l’ultimo tiro.
E questa volta fece centro.]

Eccitazione, un brivido che ti scorre lungo la schiena e ti lascia solo un po’ stordito, ma con un’euforia incredibile addosso. Vuoi saltare, e anche se sei stanco lo fai, anche se non hai più energie sei contento di ciò che hai fatto, di aver segnato l’ennesimo punto della partita. Poi ti volti e la vedi. Il tuo trofeo personale. È seduta su una panchina, leggermente ingobbita su se stessa. Ma lei non ti guarda, lei continua a perdersi nel suo mondo. Sorridi anche per quello. Non sta guardando te, ma i suoi occhi non cercano neanche lui. È un passo avanti. I tuoi compagni ti abbracciano, anzi ti stritolano. E sei contento così, sei contento di averle dimostrato quanto vali, di  aver recuperato, canestro dopo canestro, quei venti punti che ti separavano dall’altra squadra. E adesso siamo all’ultimo minuto: un ultimo sforzo, Peter, l’ultimo punto, e il premio sarà tuo.

[Da: Peter
A: Claire
Object: Che fine hai fatto?
Ogni tanto ricordati che hai un amico, sempre se sono ancora tale.
Mi spiace per quanto è successo...
Ho iniziato a giocare a basket solo per te.
Mi manchi.
Ah, ti amo.
DELIVER FAILED ]

“Che ti prende oggi, Collins. Non ne sbagli una!”
Peter non sa se sentirsi lusingato o meno da quel complimento. Un ghigno increspa le labbra di Jack mentre sputa queste parole. È la verità, per quanto amara sia.
“Grazie Kingburn. Mi sa che questa non è la tua giornata. Di solito non ti prende nessuno, ma oggi sei un po’ fuori. mi dispiace per te, ma affatto per me.”
Jack incassa con eleganza. Inutile, oggi non si sta dimostrando all’altezza del suo valore. Lo sa benissimo anche lui.
“E’ la tua giornata fortunata Collins. Non sperare che alla prossima partita sarò così magnanimo con te.”
Peter sorride involontariamente.
“Pensi già alla prossima? Dai già per scontato di perdere questa?”
Jack freme, ma sa controllarsi.
“L’hai detto tu che sono fuori forma. In fondo è solo una partita, non cambierà la mia vita.”
Peter ride. Una risata incontrollata. E pensare che lui stava giocando la partita della sua vita, si stava giocando il suo cuore.
“Che hai Collins?”
“Niente, pensavo a come è buffa la vita. Per te questa partita non vale niente, per me vale la cosa più importante.”
Jack sente un brivido freddo ghiacciargli la schiena. Ha paura e non sa perché. Peter gli si avvicina e gli sussurra qualcosa nell’orecchio. “Claire.”

[“Siete sotto di venti punti.”
“Grazie Claire, sempre gentile.”
“Dovere mio caro, se non sono io a illuminarti sulla realtà, chi può farlo?”
Claire sorride e si siede accanto all’amico.
“Sei stata brava, lo dicevo io che dovevi fare la cheerleader!”
“Già, come avrei fatto senza il mio migliore amico che mi ha costretto a fare il provino?” Con la mano gli scompiglia i capelli sudati.
“Migliore amico?”
Peter la guarda con un’espressione serissima che poco alla volta cancella il sorriso dal volto della ragazza.
“Sì, quello che sei sempre stato per me…”
“I tempi cambiano Claire.”
Claire è scioccata. Cosa vuol dire “i tempi cambiano”? che non la consideri più sua amica? Sì, è vero, ultimamente l’ha un po’ trascurato, ma è colpa dei tanti impegni, delle serate passate con Jack, possibile che Peter non ne voglia più sapere di lei?
“Che vuoi dire Peter?”
“Io non ti considero più un’amica.”
E il mondo sembrò crollarle addosso. ]

“Siamo all’ultimo tempo signori, la partita è sempre più accesa. A un minuto dalla fine assistiamo a una situazione di assoluta parità. Ma ecco che la palla viene rimessa in campo da Edwars che passa a Collins. Collns corre, ma viene marcato da Kingburn che recupera il pallone. Passaggio a Pertinson intercettato dal solito Collins che si dirige verso il canestro, ma… che succede?? Nooo, brutto fallo di Kingburn su Collins! Essì, Kingburn è impazzito. L’avete visto anche voi, ha tirato una gomitata volontaria su Collins. E infatti anche l’arbitro l’ha visto. Espulso. Condivido la scelta. L’arbitro assegna due tiri liberi ai Tigers e nel frattempo anche il tempo è finito. A tirare sarà Collins. Il primo tiro. La tensione si taglia con il coltello. L’arbitro fischia, Collins tira… mancato! Per poco, ma l’ha mancato. Ora i Tigers possono contare sull’ultimo tiro del loro campione Peter Collins…”

[“Io ti amo, Claire. Se vinco, se vinco questa maledetta partita, mi prometti una cosa sola?”
“Cosa?” un sussurro pronunciato da labbra aride…
“Un bacio, non ti chiedo di lasciare Jack, di metterti con me. Non ti chiedo niente di tutto ciò. Solo un bacio.”]

Concentranti Peter. Hai tirato tante volte. Pensa a lei. Pensa a ciò che ti aspetta se questa maledetta palla centra il canestro. Finalmente potrai smetterla di fingere che tutto vada bene, potrai dirle che ti manca quando ti manca, che odi Jack non perché è un mezzo bulletto, ma perché ti ha portato via la cosa più preziosa, che non le vuoi bene, ma la ami… Non dovrai più nasconderti dietro a consigli da amico, non dovrai sorridere a denti stretti quando ti verrà a raccontare le sue serate con Jack. Perché quelle serate, potranno essere con te…

[“…ok…”]

“Collins è tesissimo. Secondo fischio, il tiro parte e…”

Can we ever have what we had then?
Friendship unbroken
Love means nothing to me
(Sonata Arctica – Shamandalie)



*(cit.) Luciano LIgabue - Questa è la mia vita

N.d.A. E' una storiellina senza pretese che ho scritto per un compito. Il risultato finale mi soddisfa abbastanza e, visto che continuava a marcire sola soletta nel mio pc, ho deciso di postarla! Un commentino farebbe piacere! ^.^
Per quanto riguarda il finale... beh, l'ho lasciato aperto perchè, scrivendo, mi sono affezionata sia a Peter che Jack e quindi non ho saputo scegliere! Però, leggendo le parole della canzone, credo che si intuisca come finisce realmente la partita e chi sceglierà Claire! ^__^
Spero che, nonostante tutto, vi sia piaciuta!
Alla prossima, Fanny
  
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