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Autore: PrincessintheNorth    31/08/2018    1 recensioni
Prequel di "Family"!
Nel regno del Nord, una principessa e Cavaliere dei Draghi, Katherine, farà conoscenza di Murtagh, il Cavaliere Rosso che si è autoimposto l'esilio ...
In Family abbiamo visto il compimento della loro storia e il loro lieto fine: ma cos'è successo prima?
"-Principessa, per l’amor del cielo … - prese a implorarmi Grasvard. – Spostatevi da lì … non vi rendete conto di chi è?
-È Murtagh figlio di Morzan, ex Cavaliere del Re Nero, erede del ducato di Dras-Leona. – ringhiai. – So benissimo chi è. So anche che è un essere umano come me e come te, a meno che tu non sia un elfo sotto mentite spoglie. È un essere umano ed è vivo per miracolo. Quindi, dato che come me e come te è carne e sangue, gli presteremo le cure che necessita. Sono stata chiara abbastanza?"
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castigo, Eragon, Murtagh, Nuovo Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Selena/Morzan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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All’inizio, tutto mi era sembrato facile, bellissimo e splendido.

Ben presto, dovetti ricredermi.

A un certo punto, ovviamente, Belle aveva avuto bisogno di mangiare, e quindi aveva iniziato a piangere e urlare: avevo chiamato una balia, ma non ne aveva voluto sapere, urlando e protestando ancora di più.

Audrey si era offerta, ma la piccola aveva scartato pure lei.

Dato che non mangiava, le avevo dato un po’ di energia, così da sopperire alla fame, ma non aveva smesso di urlare nemmeno un secondo, finché non avevamo capito qual era il problema.

Voleva la sua mamma.

-        Belle … amore, adesso la mamma sta facendo la nanna. – cercai di spiegarle. – Non ti va di giocare un po’ con il papà?

Altre urla.

-        Dai, cucciola … lo so che sei una bimba brava, la più brava di tutte …

Altro che brava.

Una piccola furia.

Era talmente arrabbiata per via del fatto che non ci fosse Katherine che era persino diventata più rossa di quanto già non fosse, e si era addirittura messa a stringere i pugni.

Ecco. Nella rabbia, era esattamente me e Katie insieme.

L’espressione era di Katherine, e la “postura” (dato che ancora non stava seduta, figurarsi in piedi) la mia. Stringeva i pugni nello stesso modo.

-        Amore, adesso calmati un po’ … fai un bel respiro e vedrai che la mamma arriva subito … guarda che poi se ti arrabbi troppo diventi brutta e la mamma non ti vuole più. No, non è vero, la mamma ti vuole bene anche se diventi brutta, ma questo è assolutamente impossibile, dato che sei figlia nostra.

Nemmeno i complimenti servirono a calmarla.

-        Prova con il bagnetto. – commentò Alec, che ormai non si reggeva più in piedi.

Da cinque ore, Katherine era chiusa in camera con Derek, Belle non accettava minimamente di stare con qualcuno che non fossimo io o Alec, e noi … beh, noi eravamo distrutti dalla battaglia e dal viaggio. Per questo, facevamo turni di un’ora ciascuno con la bimba.

-        Cosa?

-        Il bagnetto. Susan si calma sempre quando glielo faccio.

A quel punto, chiesi ai domestici di riempire la vasca, e dopo un quarto d’ora io e la piccola entrammo.

-        Ecco qui, piccola Belle … dei, se non funziona andiamo a picchiare lo zio Alec …

Non appena, invece, Belle fu in acqua, smise immediatamente di piangere, fece un sorriso estasiato e iniziò a sbattere le minuscole manine sulla superficie dell’acqua, schizzando ovunque e ridendo.

-        Ma quindi sai anche ridere? Ma sei una super bimba … e non andremo ad ammazzare Alec, così la tua mamma avrà ancora un fratello e il papà resterà in vita ancora un po’ … ma se ti mollo? Se ti mollo così?

La lasciai per mezzo secondo, riprendendola prima che potesse affogare, e lei rise ancora di più.

Era splendida.

Assolutamente splendida e perfetta.

Era la mia cucciola.

 

 

 

 

Rimanemmo a giocare nella vasca per non so più quante ore, e mi accorsi che il tempo esisteva ancora solamente quando l’alba riempì di luce la stanza.

La piccola non aveva pianto più (si era resa conto che ero ben più divertente della sua mamma) e c’erano stati solo sorrisi e risate, oltre che i suoi abbracci.

Era una bimba tenera, su questo non c’era dubbio. La mia principessa dolce e patatosa.

Da quando avevamo iniziato a giocare, la consapevolezza di essere un adulto, oltre che una delle due figure deputate a crescerla ed educarla, si era completamente eclissata.

Perciò, avevo iniziato anch’io a schizzare, il gioco era diventato una gara a chi schizzava di più e ora non potevamo uscire dalla vasca: avevamo allagato il bagno, io non mi ricordavo l’incantesimo per risolvere la situazione e, prima di cadere con la bimba in braccio, meglio vivere nella vasca finché qualcuno non fosse venuto a salvarci.

-        Murtagh?

Solo nel sentire la voce della sua mamma, Belle fece un sorriso di pura felicità e riprese a schizzare.

Era già guarita?

-        Dove vi siete cacciati?!

-        Non entrare! – le gridai. Conoscendola, sarebbe scivolata.

-        Perché, sei nudo? Abbiamo una bambina, imbecille, non sarebbe certo la prima volta che …

Aprì la porta del bagno, e notò la situazione.

-        Ma …

Vedendola, la piccola iniziò a fare versetti su versetti, schizzando ancora di più e ridendosela tutta.

Non che Katie contenesse di più la sua felicità.

Noncurante del bagnato, fece per raggiungere la vasca, ma come avevo previsto, scivolò e cadde, pestando il sedere.

In quel momento ringraziai che Belle non sapesse ancora parlare, o stesse imparando a farlo, perché Katie ne tirò fuori delle belle.

Ad ogni modo, riuscì a raggiungerci, coccolare la bimba e anche ad asciugare il pavimento con la magia.

-        Hai visto, Belle, che la mamma è venuta a salvarci?

Lei rise, e tese le braccia verso la sua mamma, che subito la prese.

-        Eccoti qua, piccolina … minibimba bellissima …

La avvolse in un telo per asciugarla, e poi ne passò uno a me, e finalmente potei uscire dall’acqua.

-        Ha mangiato, nel frattempo, vero? – mormorò preoccupata.

-        Più o meno.

Lo sguardo che mi lanciò … di certo non mi fece ben sperare nel futuro.

-        Aveva fame, ma voleva solo te e rifiutava tutte le balie. Allora le ho dato un po’ di energia.

-        Ma che bimba viziata e pretenziosa … - la prese in giro, facendole il solletico. – Adesso arriva la pappa, non preoccuparti.

Uscirono dal bagno, ma quando le raggiunsi, dopo essermi asciugato e vestito, rimasi piuttosto deluso.

Belle aveva deciso di addormentarsi, e ora non potevo più giocarci.

-        Bimba cattiva. – sbuffai.

-        Era stanchissima, poverina. – ridacchiò Katie, continuando a cullarla e sfiorandole le piccole e soffici labbra rosee. – L’hai tirata matta.

-        Io? Io l’avrei tirata matta?! – protestai. – è tutta colpa di Alec, Katherine!

-        E perché?

-        Perché lei non la smetteva di piangere, Alec ha detto di farle il bagnetto ed è impazzita! Io avevo anche sonno!

-        Ma smettila, eri lì a giocare anche tu. – rise.

In quel momento, bussarono.

-        Altezza, le vostre stanze sono pulite e purificate, potete tornare lì. – disse una domestica.

Segretamente, esultai.

Dopo un po’, stare nella stanza piena di bambole di April diventava inquietante.

Aiutai Katie ad alzarsi, e potemmo tornare quattro stanze più in là, anche se fu parecchio strano.

Nulla faceva pensare che, poche ore prima, lì fosse avvenuto un parto.

Era tutto troppo normale, come se non fosse mai accaduto niente.

-        Dobbiamo cambiare qualcosa.

Quando Kate disse così, capii che aveva avuto il mio stesso pensiero.

-        Magari domani. – commentai.

-        Giusto.

Andammo sotto le coperte, ovviamente portandoci la piccola (che sotto il piumone, con solo la testolina che spuntava fuori, sembrava ancora più piccola), che dormiva beatamente, tenendo saldamente l’indice di Katherine stretto nella manina.

-        Sono molto contrariato. – le feci presente.

-        Perché?

-        Perché io mi ero fatto dei programmi. Se la qui presente signorina fosse nata quando doveva, a quest’ora staremmo festeggiando per bene. Invece no. Questa bambina mi sta attualmente privando del sesso.

-        Beh … - ridacchiò. – Non so te, ma a me pare un regalo di compleanno ben più bello.

-        Quest’anno ci siamo fatti un gran bel regalo. – concordai, mentre si accoccolava tra le mie braccia. – Tanti auguri, scema.

-        Tanti auguri, vecchio.

-        Vecchio lo dirai a tuo padre.

-        Lui è giovane. Tu sei vecchio.

-        Certo. Abbiamo solo quel secolo di differenza … tu stai bene? La febbre è passata?

Annuì lentamente, sbadigliando. – Fa ancora un po’ male e fa parecchio strano non avere il pancione … ma sto bene.

In effetti, era stranissimo vederla … beh, non incinta.

Da quanto potevo vedere, l’unico lascito della gravidanza era un piccolo rotolino sulla pancia, ma nient’altro, a parte quello sembrava la Katie di nove mesi prima.

Eppure non lo era … tutto di lei diceva che ora era una persona completamente diversa. Beh, in realtà eravamo. Fisicamente potevamo essere rimasti perfettamente identici a com’eravamo prima di scoprire della cucciola, ma era chiaro che non eravamo più gli stessi.

-        Comunque è piccola. – osservò, accarezzando la guancia della bimba. – Per essere una neonata. Insomma, rispetto ad April e Annabeth, lei è piccola.

-        Avrà preso dalla sua mamma, sarà una gracilina …

-        Scusa?! – protestò lei. – Chi sarebbe gracile?

-        Tu.

-        Murtagh!

-        È vero! Basta un soffio di vento e ti ammali!

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
   
 
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