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Autore: Amber    10/07/2009    9 recensioni
Salve a tutti! Eccomi di nuovo qui con la terza e ultima parte! No, non è un miraggio, sono proprio io... lo so che è da secoli che non posto e mi dispiace moltissimo, ma questa parte è stata davvero dura da scrivere. Comunque eccomi tornata con altri 29 capitoli pronti per essere pubblicati!! Abbiamo lasciato una situazione abbastanza critica nella seconda parte ricordate? Ebbene, sono passati tre anni, Kagome si è chiusa dentro un guscio di protezione, è diventata fredda e menefreghista continuando però ad andare a scuola e lavorando al pub affiancata da Mikado. Sango e Miroku, in questa parte avrenno un sacco di grattacapi ed enormi problemi... Inuyasha? Beh, lui è di ritorno dall'America... Sposato? Fidanzato? Con una frotta di figli? Tutto da scoprire in quest'ultima parte! Buona lettura a tutti!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Note e Anima'
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Non è una visione… dopo soli 3 giorni sono tornata con un nuovo capitolo. Il fatto è che dopo avervi lasciato tanto senza nessuna mia notizia (e presa anche da un buon umore irrefrenabile dopo un sacco di tempo) mi sembra giusto postare in fretta altri capitoli (attenzione a non prenderci l’abitudine!) ^^

A fine capitolo ci saranno delle precisazioni che spero capirete V__V E in più regalino: le amate anticipazioni sul capitolo 24 (nelle recensioni sono vietate lapidazioni e cose simili xD).

Ma ora rispondiamo alle vostre recensioni!!

 

nikyxx91: ciao! Beh, la fic è finita da un sacco di tempo… ma come ho già detto ho avuto dei problemi personali e… beh ^^ non ne ho avuto gran che il tempo per postare. Sono contenta di essere riuscita a trasmettere i sentimenti del  nostro Inuyasha… ho sempre il timore di non essere chiara o di non riuscire nell’impresa, ma mi consoli davvero e mi rendi felice nel confermare che in questo capitolo mi sono sbagliata. Ecco qui il continuo… presto cercherò di mettere su il nuovo, intanto lasciandovi una anticipazione, tanto per aumentare la curiosità ^^ lo so, sono cattiva da morire V___V Aehm… oddio… pubblicarla?? Ti confido che non sei la prima che me lo dice (V////V) ma ecco… cioè, mi piacerebbe per carità, anzi sarebbe un sogno però questa storia è un po’ troppo… infantile ecco (soprattutto la prima parte) e poi non ne ho il coraggio diciamo la verità (eeehh si, me tapina e me codarda). Però grazie per le tue parole, mi hanno emozionato, molto. Intanto ti lascio a questo capitolo… aspetto una tua recensione ^^ a presto!!

 

smartina86: promessa mantenuta e capitolo aggiornato! ^^ Spero che anche questo cap. ti piaccia!! Alla prossima!

 

Bellatrix_Indomita: ciao Bella! Grazie dei complimenti xD sono sempre ben accetti lo sai! Per Kikyo… beh, penso che lì si sia sempre un po’ visto il fatto che si sentiva in colpa… nella seconda parte soprattutto, o anche nella lettera che aveva scritto, ammetto che quella scena la adoro e l’avevo in mente già da un sacco di tempo. Per Kohaku ho fatto praticamente apposta ad accennare a un viaggio ma a non specificare il dove (uno perché la sorpresa sarebbe stata rovinata e due perché a Kagome, in teoria, non dovrebbe fregarle nulla ^^). Il contatto msn, come ben sai, l’ho accettato volentieri, anzi, aspetto ansiosa un'altra chiacchierata! Alla prossimaaa!!

 

pretty: si anche io penso che sia bella la scena tra Inuyasha e Kikyo… devo ammettere che mi è venuta bene, specialmente l’ultima parte… credo che tra di loro c’è un’amicizia bellissima, man tenuta anche dopo 3 anni di distanza. Grazie della recensione!!

 

miss miyu 91: e chi non vorrebbe una casa come quella!?!? Ah, i sogni sono così belli ç__ç Grazie per avermi aspettato e soprattutto per la recensione ^^ A presto!!

 

Bchan: occavolo!! Meno male me l’hai fatto notare!! Cavoli per tutte le volte che l’ho letto xD che svista terribile! Comunque ho provveduto e ho sistemato tutto ^^- Hai visto però? In compenso ho aggiornato in fretta e non temere! Mancano solo 6 capitoli al termine di questa storia! Grazie della recensione e a presto!

 

Arigatooo xD buona lettura e ricordate… siamo a -6

 

***

 

Capitolo 23

       Due mesi dopo

 

La porta si aprì e la luce accecante del sole illuminò il corridoio, che ritornò in una lieve penombra quando l’uscio si richiuse alle spalle della nuova arrivata

-Sono a casa!- esclamò, appoggiando il troller accanto al muro e posando lo zainetto rosso su di esso, facendo vacillare la collanina con il pendente a forma di conchiglia. Dei passi piuttosto pesanti provenienti dal piano superiore le fecero alzare gli occhi, ancora nascosti dai nuovi occhiali da sole che si tolse, rivelando due gemme grigie che scrutarono sorridenti il fratello minore che l’abbracciò con slancio

-Sorellina! Sei a casa finalmente!- esclamò

-Lo sapevate che tornavo oggi, no? Vi ho chiamato l’altro giorno-

-Sei abbronzantissima!- esclamò guardandola meglio –E il nuovo taglio ti sta benissimo!-

Kagome si guardò e annuì

-In Grecia ho preso parecchio sole e c’era talmente caldo che i capelli mi davano un gran fastidio. Dov’è la mamma?- chiese alzando gli occhi. La donna, sulla soglia della cucina le sorrise

-Bentornata a casa 80/100- Kagome si illuminò e corse ad abbracciarla forte

-Ciao mamma! Ti vedo in forma smagliante!-

-Mai quanto te tesoro. Ti sei divertita in questi due mesi?-

Ancora stretta alla madre, il sorriso di Kagome si gelò ma si staccò radiosa, evitando di far preoccupare inutilmente la madre e il fratello

-Mi sono rifatta il guardaroba nuovo, cosa ci può essere di meglio nella vita? E poi non so se hai notato i miei bellissimi occhiali nuovi-

-Bellissimi, complimenti. Hai molto da raccontarmi-

-Oh, puoi giurarci! La Grecia è bellissima e poi ho portato qualche souvenir, sai com’è… non ho resistito!- esclamò andando a raccattare i bagagli, abbandonati all’ingresso

-Si, mi dirai tutto dopo. Ora immagino tu sia stanca… un viaggio di 24 ore-

-E’ stato estenuante… una vera tortura- commentò

-Sota, perché non aiuti tua sorella a…?-

-No, lascia stare mamma, ce la faccio benissimo da sola, non preoccuparti. Adesso vado a farmi una doccia e poi mi infilo a letto! Voglio dormire fino a dopodomani!- ironizzò

-Hai fame?-

-No, grazie. Ci vediamo dopo!- esclamò salendo le scale. Sota si avvicinò alla madre, contento

-Le è servita proprio questa vacanza, non pensi mamma?-

-Si, la trovo molto più rilassata- concordò

-Allora io vado in sala a finire i compiti-

-Bene- I due si diressero in due direzioni diverse, felici che Kagome fosse tornata a casa.

 

La ragazza richiuse la porta alle proprie spalle e guardò la stanza illuminata, appoggiando la roba accanto a se. Incontrò il proprio riflesso nello specchio e si contemplò.

Sandali ai piedi, pantaloncini corti di jeans, top azzurro, capelli scalati appena sopra le spalle ebano, abbrozzantura accentuata…

Ti sei divertita in questi due mesi?

Imprecò mentalmente

“Assolutamente NO!!!” pensò buttando gli occhiali sul letto in un impeto di rabbia.

O meglio… inizialmente si era divertita, uno spasso totale. Ad un certo punto aveva anche toccato l’apice della felicità, per ricadere subito dopo in un incubo senza fine…

Il cellulare le vibrò e lo prese fuori, quasi impaurita ma tirò subito un impercettibile sospiro di sollievo.

Era solo Mikado.

“Bentornata a casa diplomata.

Quando hai tempo chiama.

Mi sei mancata moltissimo”

La ragazza sorrise ma lasciò il cellulare da parte, non aveva voglia di chiamarlo… voleva solo il suo bagno, la sua vasca, la sua acqua, la sua doccia, il suo relax e il suo letto, ovviamente il suo letto e lei, non il suo letto, lei e un altro!

Prese della biancheria pulita, il pigiama e sgattaiolò nel bagno, dove riempì la vasca, immergendocisi dentro e chiudendo pesantemente gli occhi, lasciandosi pervadere dalla tranquillità di quel momento.

Grecia. Un posto stupendo. Il mare cristallino, la sabbia candida sotto i piedi, turisti e bei ragazzi a manciate, abitanti ordinati, puliti e ospitali, case tipiche bianche, un ottimo luogo dove passare le vacanze e avere un po’ di relax.

All’aeroporto, due mesi prima, aveva trovato ad aspettarla una macchina, che l’aveva portata nella villa più bella e spettacolare che avesse mai visto e sulla soglia, sorridenti, c’erano ad aspettarla Tom e Eve che l’avevano trattata benissimo, senza farle mancare mai nulla.

Avevano visitato scavi archeologici, fatto shopping, pic-nic, cene, passeggiate lungo mare, preso il sole, aveva giocato con Jhonny e si era sentita in una pace quasi surreale.

E poi aveva ricevuto il regalo più bello e inaspettato che potesse ricevere. Le era capitato così, dal cielo, in un normalissimo pomeriggio qualche settimana dopo il suo arrivo, facendo raggiungere la sua felicità ad un livello talmente alto che credeva sarebbe scoppiata. Stava semplicemente facendo shopping in un negozietto, da sola e si era voltata verso la cassa per pagare quando l’aveva vista… o meglio, li aveva visti…

 

[…]

Guardò il top bianco, a lungo, senza ben sapere se acquistarlo o meno.

Le calzava bene, di un tessuto piuttosto leggero non le faceva neppure caldo… peccato che era quasi totalmente trasparente. A lavoro avrebbe fatto un figurone, di certo, però era troppo audace anche per lei!

Già che indossava cose scallotissime e che non potevano nemmeno definirsi “pudiche” però anche lei aveva un limite, non era ancora arrivata a tanto!

Sospirò rimettendolo al proprio posto, desistendo. No, sarebbe stato il colmo andarci con quello addosso.

Prese la gonna che si era provata qualche minuto prima e si avvicinò alla cassa, aspettando il suo turno per pagare. Se ci fosse stata Eve le avrebbe di certo consigliato!

“Uffi… mi ha anche dato buca mezzora prima di partire! Doveva essere un pomeriggio tra ragazze!” pensò, scocciata. Alzò gli occhi, guardando fuori dalla vetrinetta del negozio, senza sapere cosa fare per ingannare quei pochi minuti.

Quel sabato il mercato era gremito di gente che passeggiavano, chiacchierando tra loro, fermandosi davanti a bancarelle e vetrine, comprando e scambiando. Si soffermò su alcune coppie, poi la sua attenzione fu catturata da una famiglia, che si era appena fermata davanti a una vetrina.

L’uomo aveva i lunghi capelli neri, un viso gentile e due ridenti occhi neri che fissavano dolcemente la donna accanto a se e le bambine, che trotterellavano intorno ai genitori senza stare ferme un secondo. La donna, piuttosto giovane ad occhio e croce, aveva i capelli neri raccolti in una coda che le lasciavano scoperto il viso, arrossato dal caldo di quella giornata, e gli occhi grigi accesi di felicità. I due genitori si tenevano per mano e la ragazza posava di tanto in tanto, una mano sulla pancia con un piccolo rigonfiamento, che indicava un nuovo nascituro in arrivo. Le figlie, due gemelle di almeno tre anni, erano la loro copia in miniatura.

Insieme erano davvero splendidi, il ritratto della felicità.

Guardò la donna a lungo, con il vago presentimento di conoscerla, anche l’uomo le era famigliare, eppure non riusciva a collegare i loro volti ad un nome.

Scrollò le spalle distogliendo lo sguardo e pagò, appena fu arrivato il suo turno. Prese la busta che il commesso le porgeva e uscì dal negozio, venendo investita dalla confusione di quell’afoso pomeriggio. La famiglia era ancora ferma alla bancarella, con le figlie che indicavano entusiaste un peluche a forma di orso

-Tesoro, non possiamo viziarle in questo modo ogni volta. Dovresti iniziare a imparare a dire di no alle tue figlie!- esclamò la donna appoggiando le mani sui fianchi, minacciosa.

Kagome non poté fare a meno di sentire e si stupì del fatto che ci fossero altri giapponesi così lontani dalla patria

-Ma amore della mia vita, io dico alle bambine di no, solo che hanno preso da te quegli occhioni dolcissimi e supplicanti che mi fanno sempre capitolare-

-E che ci porteranno alla rovina- aggiunse lei alzando il sopracciglio –Non dare a me la colpa di come sono venute fuori-

Kagome si ritrovò involontariamente a ridacchiare divertita ma lo colpì con un forte colpo di tosse, sperando di passare inosservata

-Eddai Kikyo, non esagerare- commentò l’uomo.

A quel nome Kagome voltò la testa di scatto, spalancando gli occhi, mentre un mare di emozioni le esplodeva nel petto

“Oh mio Dio” pensò mentre i tratti di quei visi tornavano a ricordi lontani, di due amici creduti ormai perduti. Le tornò in mente Amsterdam, i momenti passati in loro compagnia, la sua stupidità nel non avere capito prima come stavano realmente le cose tra il padrone dell’hotel e la sua nuova amica, l’indiretto addio all’aeroporto, la scoperta della loro storia, le lacrime, la lettera…

-Il fatto è che noi donne vediamo avanti… al contrario di voi uomini Naraku! Siete degli spendaccioni!-

-Oh su… per due animaletti di peluche non ci rovineremo di certo-

-Oggi sono due animaletti, domani saranno ville e automobili di ultima generazione. A casa ne hanno a palate di peluche!-

-Kikyo… Naraku…- mormorò, incapace di trattenersi oltre. I due dovettero sentirla poiché si voltarono interrompendosi bruscamente.

I tre si guardarono intensamente, finché Kikyo non mollò la mano di Naraku  facendo un passo verso la giovane, incapace di muoversi

-Kagome…?-  chiese, incerta

-Kikyo… sei… siete davvero voi?- domandò. L’amica le saltò al collo con slancio, piangendo di gioia. Naraku sorrise, contento, e la strinse a se, forte, appena la moglie si fu staccata.

Dopo più di tre anni erano di nuovo insieme.

[…]

 

Era stato il momento più bello e emozionante dopo tanto, tantissimo tempo. Si era sentita così felice che avrebbe voluto urlare di gioia.

Solo dopo aveva scoperto che Tom e Eve l’avevano invitata in Grecia proprio perché sapevano che Kikyo e Naraku alloggiavano vicino alla loro villa.

Era stato un regalo meraviglioso. Li aveva ringraziati per un centinaio di volte minimo, in meno di due  minuti.

Kagome si infilò sotto le coperte, con i lisci capelli che profumavano di balsamo, e chiuse gli occhi nel buio, senza riuscire a fermare il fiume di ricordi appartenuti a quegli ultimi due mesi.

I giorni dopo quell’episodio erano trascorsi in una felicità ed emozione assoluta. Passava i pomeriggi con Kikyo, parlando del più e del meno, facendosi raccontare ogni dettaglio di quei tre anni trascorsi lontane e confidandosi il reciproco desiderio di quanto si erano mancate.

Non ricordava neppure come fosse venuto fuori il discorso, però si era intenerita nell’ascoltarla.

Non aveva mai incolpato Kikyo di quello che le era accaduto con Inuyasha, a dire il vero non le era passato nemmeno per l’anticamera del cervello, eppure appena il discorso era venuto a galla, l’amica si era subito incolpata, ma anche ascoltandola, Kagome non era riuscita a pensare a lei come ad una traditrice complice di Inuyasha, ma semplicemente all’amica lontana che non aveva avuto i mezzi per avvertirla, anzi… ci aveva pure provato ben pensandoci, solo che Lui aveva cancellato quell’unica frase compromettente. Questo l’aveva fatta infuriare a dismisura, facendo accrescere con forza la sua teoria sulla loro “storia”…

 

[…]

Sotto il gazebo nel giardino della famiglia Holsen, Kikyo e Kagome parlavano tranquillamente, sedute su comode sedie accanto a un tavolino, dove una bottiglia di the giaceva ormai vuota.

Tom e Eve si erano congedati da quasi un’ora e Kikyo, sotto richiesta dell’amica, stava tornando minuziosamente a raccontare il suo matrimonio avvenuto a Parigi

-Avrei voluto esserci… deve essere stato bellissimo- commentò Kagome

-Oh si… magnifico. Anche a me è dispiaciuto che tu, i ragazzi e i miei, non ci foste… però non potevamo fare altro allora-

-Si, ti capisco. È un peccato che Naraku non sia qui con noi… mi sarebbe piaciuto farci due chiacchiere… dopotutto non ho ancora sentito da lui tutto il racconto!- esclamò sorridendo. Kikyo si mosse a disagio sulla sedia e si schiarì la voce

-Ah, anche lui si è dispiaciuto ma ha avuto qualche impegno. Comunque ha detto che domani se riesce viene a fare un salto qui da voi-

-Semmai un giorno ti vengo a trovare a casa, che ne pensi? Dopotutto voglio davvero vedere com’è-

-Certo, quando vuoi vieni pure- rispose nervosamente

-Kikyo? Che hai intenzione di fare con i tuoi genitori a proposito? Non hanno mai smesso di cercarti e poi anche se ti trovassero ora sei maggiorenne e non possono allontanarti dalla tua nuova famiglia- L’amica sorrise

-Questa si che è una buona domanda!- rispose –Battute a parte… non lo so, non ne ho idea. So di avere fatto del male ai miei genitori ma ho troppa paura che trovino un modo per allontanarmi da Naraku, da Lain e Isha… ne morirei-

-Vero… però penso che se tre anni fa tu avessi parlato chiaramente a tutti dicendo come stavano davvero le cose, noi due avremmo potuto salutarci meglio! Almeno mi sarei preparata psicologicamente! Se penso al modo in cui l’ho scoperto mi vengono i brividi, davvero!-

-Mi dispiace per allora Kagome, per non avervi parlato subito con franchezza, ma pensavo che Inuyasha mi avrebbe impedito di fuggire con Naraku per non dovere partire per l’America, condannandomi a una vita senza amore e all’infelicità- Il sorriso di Kagome si era spento velocemente e Kikyo si morse la lingua, rimproverandosi -… ma questa storia la sai meglio di me-

-Già- rispose secca sorseggiando il proprio the freddo

-Mi dispiace così tanto Kagome. Avrei dovuto parlartene subito ad Amsterdam… ma scioccamente ho desistito e poi… con la lettera speravo di indurre Inuyasha a parlartene se non l’aveva già fatto! Ma non potevo chiamarvi o mandarvi altre lettere e…-

-Kikyo, non è colpa tua! Tu non c’entri affatto. Anche io avrei fatto esattamente come te. Dovevi, devi, pensare solo alla tua felicità, non alla mia, soprattutto in un momento così scombussolato della tua vita. Tu avevi molti problemi e soffrivi come mai ti era capitato, posso capirti quindi, davvero. Non devi fartene una colpa, ok?-

-Però…-

-Non c’è nessun “però”. Io sono stata ingenua, Inuyasha un codardo e gli altri dei traditori- Sorrise –Sei l’unica che non ritengo responsabile- Kikyo corrispose il sorriso, rilassata, asciugandosi gli occhi lucidi –A proposito, la lettera l’avevo letta, ma non diceva nulla su me e Inuyasha e di quello che sarebbe accaduto- ricordò. Kikyo la guardò, accigliata

-Ricordo perfettamente cosa scrissi in quella lettera indirizzata a Inuyasha e giuro che qualche cosa c’era. Una frase nella seconda parte della lettera, quasi alla fine se non sbaglio-

-Non mi sembra proprio, soprattutto perché mi sarei insospettita! Oltre al tuo racconto, la frase cancellata e i saluti… non c’era molto altro-

-Una frase cancellata?- domandò stranita Kikyo –Impossibile. Se mi fossi sbagliata l’avrei ricominciata da capo. Non vi avrei mai spedito l’unica lettera che potevo mandare pocciata!- esclamò. Kagome corrugò le sopracciglia, poi strinse le labbra, colta da un’illuminazione

-Prima di me quella lettera l’ha letta solo Kujimawa… probabilmente l’ha cancellata lui-

-Perché avrebbe dovuto?- mormorò Kikyo scuotendo il capo, incapace di crederci

-Perché altrimenti gli avrei chiesto spiegazioni, di conseguenza lo avrei mollato su due piedi e lui si sarebbe ritrovato senza il proprio giocattolino personale per quegli ultimi mesi. Come supponevo e come dico da anni mi ha solo usata… ora almeno so cosa c’era scritto in quella frase e chi l’ha cancellata- Sorrise gelida –Effettivamente mi pareva strano che quel segnaccio l’avessi fatto tu-

Kikyo immobile, tremò di rabbia, poi si alzò di scatto, gli occhi che mandavano lampi

-Scusa Kagome. Devo andare a fare una cosa. Ci vediamo domani-

-Certo, a domani!-

[…]

 

Kikyo non aveva neppure risposto al saluto, tanto era di fretta. Si era perfino chiesta se avesse detto qualche cosa di male inconsciamente. Eppure il giorno dopo si erano ritrovate ed era tutto come al solito, non erano nemmeno più tornate sull’argomento. Naraku aveva cominciato ad aggregarsi a loro ogni tanto e si vedeva che la coppia andava d’amore e d’accordo. Aveva fatto amicizia anche con le due bambine che erano due veri terremoti, in tutti i sensi. Quelle pesti non stavano mai ferme e ogni volta bisognava inseguirle correndo per non perderle di vista.

Si rigirò nel letto abbracciando stretto il cuscino.

Purtroppo quella felicità durata quasi un mese era precipitata a picco in un nano secondo, anzi due: nel primo non aveva voluto credere ai propri occhi e alle proprie orecchie, scacciandoli in un angolo della propria mente; nel secondo aveva dovuto ricredersi perché Loro le erano ancora davanti, sbigottiti almeno quasi quanto lei.

Ma anche in quell’occasione si era ritrovata a comprendere Kikyo: lei aveva solo colto l’occasione per riaverli vicini e rispettando i sentimenti di Kagome non aveva detto nulla a nessuno del gruppo per non rovinarle le vacanze e la sua tranquillità. Ovviamente non avevano calcolato che il paesino era piccolo, ed era ovvio che prima o poi si sarebbero incontrati per caso…

 

[…]

Kagome sbadigliò e socchiuse gli occhi alla forte luce solare, riponendo il libro accanto a se, nella piccola sdraia

-Ti stai rosolando- rise Eve, accanto a se. Le lanciò un’occhiata e sbuffò

-Anche tu non sei da meno, sai?-

-Vuoi stare ancora un po’ qui o preferisci tornare a casa?- domandò mettendosi a sedere

-No andiamo, per oggi il sole l’abbiamo preso anche troppo- decise tirandosi in piedi e stiracchiandosi.

Il mare era stupendo, piatto come una tavola, cristallino… Erano le 18.00 e non c’era quasi più nessuno in spiaggia, tranne quelle poche persone che, come loro, aveva voluto godersi gli ultimi raggi caldi della giornata

-E’ un vero peccato che Kikyo e Naraku non siano potuti venire con noi a prendere il sole, non pensi?- chiese Eve infilandosi un vestito leggero sopra il costume dai motivi floreali

-Beh, Naraku aveva degli impegni con il lavoro… questi ricconi! Anche in vacanza devono lavorare…- borbottò. Eve scoppiò a ridere annuendo

-Si, hai proprio ragione! Fortunatamente Tom non ha ancora tutto lui in mano… spero comunque che quando suo padre gli lascerà tutto non diventeremo degli estranei- disse. Kagome si infilò la gonna di jeans e la canotta rigata

-Non dire sciocchezze Eve, cominci già a vaneggiare? Eppure non sei tanto in là con gli anni!- esclamò mettendo il libro nella borsa a tracolla e allontanandosi, affiancata dall’amica che le tirò un pugno scherzoso sul braccio

-Non prendermi in giro Kagome! A dire il vero oggi non mi hai ancora ringraziata di averti portata qua dove hai potuto rivedere Kikyo!- esclamò offesa. Kagome si bloccò in mezzo alla strada, fissandola e sgranando gli occhi si portò una mano al viso

-Oh Kami, hai ragione!- esclamò saltandole al collo –Grazie Eve, non so cosa avrei mai potuto fare senza di te e il tuo maritino adorato! Eve, la verità è che io ti amo!!- esclamò seriamente. La ragazza alzò il sopracciglio

-Ma si, certo, anche io ti amo… Perché piuttosto non risparmi queste parole per Mikado?- chiese maliziosa guardandola di sottecchi. Kagome si staccò bruscamente dalla ragazza guardandola disperata

-Aiuto… è vero! Cosa faccio? Che gli dico? Come faccio? Io non so che fare! Non so ancora nulla ed è già passato un mese e… e… Aiuto Eve!!- esclamò nel panico

-Beh, ma non vi siete mai chiamati?-

-Certo! È solo che non siamo mai andati sul problema e lui non ne ha mai accennato e io mi ero praticamente dimenticata! Cioè, in realtà cercavo di non pensarci… e… e… Eve salvami!-

-Ehi, respira! Ti verrà un attacco apoplettico-

-Si, è decisamente probabile- rispose Kagome prendendola sottobraccio tornando a camminare. Eve la guardò di sottecchi, con l’immancabile sorriso dipinto sul volto

-Lo sai vero che ti manca qualche rotella?- chiese svoltandolo l’angolo

-Ma no… è solo una tua impressione fidati!- esclamò ridendo.

Il sorriso le morì sulle labbra ad una velocità impressionante, si arrestò facendo perdere l’equilibrio alla giovane attaccata al suo braccio che riuscì a raddrizzarsi in tempo, prima di cadere

-Kagome! Ti pare il modo di…!? Ehi, Kagome?- Eve alzò gli occhi e Kagome la sentì irrigidirsi, ma aveva la testa talmente scombussolata che non diede peso al lungo sguardo che si era lanciata con Kikyo.

A meno di due metri da loro il motivo per cui Kagome era andata in Grecia: Koga, Rin, Miroku, Sango e… Inuyasha.

Sconvolti almeno quanto lei, stupiti quanto lei… Kagome incontrò gli occhi di Kikyo ma non li contemplò troppo, passando immediatamente a quel gruppo che in quel momento avrebbe dovuto essere a miglia di distanza da lì… da lei.

Giusto. Loro non dovevano essere lì. Forse era solo la sua immaginazione. Certo, era senz’altro così. Loro erano in Giappone e lei in Grecia… la sua testa le stava facendo semplicemente dei brutti scherzi…

-Ma cosa ci fa lei qua?- chiese improvvisamente Miroku guardando Kikyo

-E tu Eve?- domandò Sango

-Ecco…- iniziò Kikyo –Lei… voi…- balbettò

-Scusate un attimo… Kagome tu dovresti essere in Giappone! Cosa ci fai qua in Grecia? Da quanto sei qua?- chiese Rin facendo un passo verso di lei.

Kagome li fissò, ancora senza parole. Era ovvio che si stesse immaginando tutto… Non potevano essere lì.

-Kikyo… vuoi spiegarci?- La voce di Inuyasha le fece alzare lo sguardo verso di lui. I loro occhi si scontrarono e a Kagome sembrò che un macigno enorme la soffocasse all’altezza del petto.

Non era possibile. Era andata là per non averli intorno, per potere pensare liberamente, per avere un po’ di respiro da tutto quel caos… e ora quello lo seguiva anche dall’altra parte del mondo.

Fece un involontario passo indietro staccandosi dal braccio di Eve, come se si fosse scottata. Chiuse gli occhi, tentando di calmare il battito accelerato del suo cuore e di impedire alle lacrime di rabbia e frustrazione di sopraffarla.

Aprì gli occhi e con voce tremante sorrise

-Ciao Kikyo! Cosa ci fai qua? Pensavo che oggi dovessi badare alla bambine! Stanno bene? Salutami Naraku quando lo vedi, ok? Bene, poi ci vediamo uno di questi giorni. Eve, scusa, ti precedo a casa, non metterci troppo altrimenti chi lo sente Tom, ok? Bene, grande, ciao!- Fece dietro front e cominciò a correre come un’ossessa, lasciandosi alle spalle tutti quanti.

Non era possibile!!!

[…]

 

Chiuse gli occhi e quasi sorrise alla sua ingenuità.

Dopotutto avrebbe dovuto capirlo molto prima di farselo spiegare. La telefonata che Naraku e Kikyo avevano fatto a Tom quel famoso giorno a casa sua dopo tre lunghi anni di silenzio… Erano ovvio che si fossero messi d’accordo allora, soprattutto perché appena il giorno dopo Eve e Tom l’avevano invitata a passare l’estate là.

Certo che se avessero avuto le ville distanziate di qualche chilometro, o solamente in un altro paesello vicino ad Atene, il pieno sarebbe stato perfetto: lei non si sarebbe mai accorta dell’altro gruppo e loro di lei.

Forse sarebbe stato meglio.

Si girò di nuovo stringendosi nel lenzuolo immacolato e sospirò.

La sera di quell’episodio aveva fatto finta di nulla a cena, senza tornare al pomeriggio e contava che anche Eve facesse lo stesso, ma non era stato così. I due coniugi le avevano spiegato ciò che era successo settimane prima anche se lei aveva ribadito che non le interessava minimamente.

Il giorno dopo ci aveva pure scherzato su dicendo di avere avuto un incubo.

Le facce dei padroni di casa erano state impagabili!

Poi in mattinata aveva ricevuto la visita di Kikyo e Naraku, dove l’amica si era scusata un’infinità di volte. Naraku aveva invitato i tre a pranzo e a cena, con la scusa di farsi perdonare per la gaffe a Kagome e lei aveva accettato, solo perché aveva fatto promettere a Eve di non lasciarla sola.

La casa di Naraku e Kikyo era veramente splendida e la prima parte della giornata era passata abbastanza bene, parlando con i padroni di casa e giocando con le bambine che la trascinavano ovunque.

Verso metà pomeriggio, mentre bevevano qualche cosa di fresco in giardino, Naraku aveva fatto, scherzosamente, un commento a Kagome senza sapere che la situazione sarebbe rapidamente degenerata…

 

[…]

-Allora Kagome- La ragazza alzò gli occhi su Naraku interrogativa e lui, schiarendosi la gola domandò –come va con Paolo?-

Lei sorrise, amabile, pronta a dargli una possibile delusione. Vide il gruppo accanto a se tendersi leggermente e muoversi sulla sedia agitati. Inuyasha, impassibile e calmo, tornò a bere il suo the

-Paolo chi?- domandò lei di rimando. Kikyo lanciò una lunga occhiata a Naraku che, sorpreso alzò il sopracciglio

-Come chi? Paolo, il tuo insegnante di pianoforte!-

-Ah, lui… beh, va- rispose

-Sta bene? È da così tanto tempo che non lo sento-

-Beh, dall’ultima volta che l’ho visto si, sta bene-

-Immagino non abbia la ragazza fissa- ridacchiò Kikyo –Pensava solo alla musica tre anni fa! E dimmi, hai iniziato ad andare al conservatorio?- domandò

-No, direi proprio di no- disse sorseggiando la propria spremuta

-Ormai dovresti avere messo da parte i soldi… ci hai rinunciato?- si informò preoccupato Naraku

-Già, in tutti i sensi aggiungerei- mormorò

-In che senso?-

-Beh, Paolo non lo vedo da mesi ormai, non so se abbia la ragazza perché non ci parlo decentemente da secoli e non ho intenzione di andare al conservatorio perché non ho intenzione di tornare a suonare. È abbastanza chiaro?- chiese. Naraku scattò in piedi talmente velocemente che Eve, al fianco di Kagome, sussultò, facendo traboccare pericolosamente la bevanda nel bicchiere che teneva in mano

-Tu hai smesso di suonare!?- l’aggredì

-Vedo che sono stata cristallina- si complimentò con se stessa Kagome. Kikyo spalancò gli occhi

-Tu… tu… tu hai fatto cosa!?-

-Chi… chi te l’ha permesso? Con il tuo talento hai smesso? Tu sei pazza!- esclamò Naraku. Kagome mosse infastidita la mano e scrollò le spalle

-Si si… in questo periodo me lo dicono fin troppe persone a mio parere- sbottò

-Perché hai smesso?- domandò l’uomo risedendosi –Non capisco, perché? C’era più talento nel tuo dito mignolo che nei dieci pianisti più bravi del mondo- (Avete capito da che telefilm l’ho presa questa frase? XD NdA)

-Quale dei due?- domandò scherzosa

-Non scherzare- sbottò

-E allora tu non esagerare-

-Non credere di cambiare discorso ragazzina- lo riprese lui

-Oh, te n’eri accorto?-

-Forza, dimmi perché? E che sia convincente, grazie-

-A quanto pare è colpa mia- intervenne Inuyasha appoggiato elegantemente allo schienale della propria sedia –Non è vero Kagome?-

-Che intuito Kujimawa… dopo avertelo praticamente urlato mi stupirei se non l’avessi capito… anzi, a dire il vero potrei, conoscendoti-

-E io ovviamente non posso stupirmi più di tanto: scarica barile eri, scarica barile sei rimasta-

-Non ti era dispiaciuto più di tanto portarti a letto la suddetta scarica barile, o sbaglio?-

-Beh, nemmeno a te è dispiaciuto tanto- ribatté rilassato il ragazzo. Kagome gli lanciò un sorriso gelido senza ribattere.

Il tempo presente usato da Inuyasha non era sfuggito alla ragazza che strinse la presa intorno al bicchiere

-Non avevo ancora capito che fossi uno stronzo e approfittatore…-

-Invece lo sapevi dall’iniziale situazione ad Amsterdam, o non ricordi?-

-Ah scusa, dovevo dire “quanto fossi stronzo e approfittatore”-

Sango si schiarì la gola, prima che la situazione degenerasse

-Allora Eve, Tom… come sta vostro figlio?-

-Ti rode semplicemente il fatto che ti abbia mollata lasciandoti sola per inseguire le orme di mio padre- ingiunse lui

-Mi rode piuttosto come mi hai mollata e la tua codardia! Come osi farmi perfino la predica?- sibilò gelida

-Almeno l’hai ammesso-

-Non mi pareva un gran segreto e poi si è anche vista com’è andata a finire, vero Kujimawa? Nessuna eredità, nessun futuro brillante, un  bellissimo foglietto rosso con su scritto a chiare e ampie lettere BANCAROTTA!- esclamò –Una gran bella vita vero fai adesso?-

-Ragazzi… vi prego- li interruppe Rin

-Sempre meglio della tua che sbandieri il tuo corpo come se fosse merce in vendita- sibilò Inuyasha

-Ti piacerebbe che avesse un prezzo vero? Mi spiace ma in questo periodo sono solo per le grazie di Mikado, quindi metti a freno i tuoi bollenti spiriti-

-Se tu evitassi di fare perennemente l’acida ragazzina viziata…-

-Ah, ora sono anche viziata! Dimmi un po’, ti sei guardato allo specchio ultimamente?-

-Ma vedi come fai? Non ti si riesce a dire una parola storta che subito scatti come una molla. Ma datti una calmata Kagome!-

-Kujimawa se tu non mi rivolgessi la parola eviterei di incazzarmi come una iena!-

-Ah! Quindi è di nuovo colpa mia!-

-C’è una situazione in cui non lo sia?-

Kagome e Inuyasha si fulminarono per poi distogliere lo sguardo, offesi. Kikyo, palesemente sconvolta non disse una parola, guardando il gruppo che scuoteva la testa sconsolati. Tom alzò gli occhi al cielo e Eve si scostò i capelli dal viso con aria nervosa. Naraku alzò il sopracciglio e si schiarì la voce

-Bene… se vi siete sfogati direi di salire al piano di sopra, che ne pensate?-

[…]

 

Era stata davvero una bella chiacchierata tra vecchi amici, non c’era che dire.

Durante la serata aveva notato Tom e Kujimawa parlare fitto, ma non ci aveva fatto molto caso… soprattutto perché tentava di guardare il meno possibile da quella parte.

Kikyo la teneva costantemente impegnata in una vivace conversazione, tanto da farle perdere completamente la cognizione del tempo.

Era ormai passata la mezzanotte quando Eve e Tom, alzandosi, dichiararono di voler tornare a casa, per vedere il piccolo Jhonny. Kagome si era subito alzata per tornare con loro, ma Kikyo l’aveva intrattenuta chiedendole se per quella notte volesse rimanere a dormire da loro. L’idea era stata allettante, ma Kagome aveva comunque rifiutato, cercando comunque di essere gentile, ricordandole che non aveva nulla con cui cambiarsi per la notte. L’amica non aveva demorso insistendo, finché Kagome aveva dovuto accettare, senza riuscire a trovare altro con cui ribattere.

Conclusione: aveva avuto davanti a se un’intera notte da passare in quella casa, sotto lo stesso tetto dei suoi ex compagni che in quel momento odiava.

Risultato? Guai. Ovvio.

Comunque Kikyo l’aveva raggiunta nella camera degli ospiti, portandole un pigiama nuovo di zecca, ed erano rimaste a parlare per un’intera ora finché la donna si era congedata

 

[…]

-Almeno così siamo sicuri che chi doveva dormire ora lo stia facendo!- esclamò Kikyo facendole l’occhiolino complice. Kagome sorrise

-Grazie per la compagnia e per l’ospitalità-

-Ma dai, te l’ho chiesto io no? Buona notte Kagome-

-Buona notte Kikyo- la salutò. La donna era uscita ancora salutando e Kagome aveva guardato la stanza, oppressa da un brutto presentimento.

[…]

 

E accidenti che orrido presentimento!!

“Devo dire che in quell’occasione Kikyo ci ha proprio preso in pieno, nel vero senso della parola” pensò ironica…

 

[…]

Aveva appena aperto la finestra quando la porta era tornata a bussare. Il mare di notte era splendido e la falce di luna che si rifletteva sul mare lo faceva brillare magicamente. Aveva indossato il pigiama che le aveva portato Kikyo, ma le era risultato un po’ grande, quindi si era tolta i pantaloncini, lasciando che la maglietta lunga le andasse a coprire fino a metà coscia

“Probabilmente l’unico nuovo che aveva era uno per la gravidanza” aveva pensato quando li aveva indossati

-Kikyo che succede?- chiese invitandola ad entrare

-Ehm… non pensavo avessi certe tendenze… soprattutto perché è sposata!-

Kagome si voltò si scatto e alzò il sopracciglio

-Me lo sarei dovuta immaginare-

-Beh, lo sai quanto sono stronzo no?-

-Si… ma pensavo che almeno dieci minuti in più ce li mettessi- sbottò lei. Inuyasha scrollò le spalle andando a sedersi sulla sedia vicino al letto. Indossava ancora gli abiti della cena e le fece elegantemente cenno di andarsi a sedere –No grazie, sto bene qui-

-Come vuoi. Puoi dedicarmi 10 minuti del tuo tempo o ti chiedo troppo?-

-Basta che tu sia sintetico… vorrei andare a dormire- rispose dandogli le spalle tornando a guardare il mare. Sentì la sedia spostarsi e una mano prenderle il braccio tirandola indietro e con una esclamazione di sorpresa la finestra venire chiusa poco delicatamente

-E’ un discorso serio quindi ti pregherei di posare l’ascia di guerra, sederti, guardarmi e ascoltarmi, soprattutto!- esclamò irritato spingendola a sedere sul letto e tornando a sedere sulla sedia pesantemente

-Sei impazzito a tirarmi in quel modo?-

-Vuoi chiudere la bocca!?- ringhiò fulminandola. Kagome aprì la bocca ma ammutolì offesa. Incrociò le braccia al petto e le gambe, guardandolo storta –Grazie, era ora-

-La preghiera di essere breve è ancora valida-

-Va bene ma chiudi il becco dieci minuti- ordinò chiudendo gli occhi come per riordinare le idee –Dunque, per prima cosa volevo dirti che mi dispiace- disse. Le braccia di Kagome ricaddero sui fianchi, guardandolo sorpreso –E per seconda cosa volevo raccontarti cos’è realmente successo 5 anni fa… sai, la storia di Kikyo e l’altra tipa in America- cominciò. Kagome strinse le labbra

-Non mi interessa- lo interruppe –Se devi parlarmi di questo…-

-Non ce la fai proprio vero a stare zitta?- sbottò

-No-

-Beh, impara. Ora parlo io, quindi taci!- esclamò –Allora… alle medie mio padre e quello di Kikyo ci fecero un discorso dicendoci che da quel momento eravamo fidanzati e che da grandi avremmo dovuto sposarci… il bene dell’azienda… il nostro futuro… Insomma, noi ovviamente eravamo troppo piccoli e ingenui per capire, comunque allora io, lei e Miroku eravamo davvero inseparabili quindi il loro “starete insieme in tutto e per tutto anche da grandi” ci suonava molto bello… soprattutto perché ci andava bene. Comunque con il passare degli anni io e Kikyo cominciammo a capire le parole di quel famoso discorso e provammo con tutte le nostre forze a innamorarci l’uno dell’altra, per evitare di essere troppo infelici con il passare del tempo… ma era inutile: ci vedevamo solo come amici d’infanzia- Inuyasha incontrò gli occhi interessati di Kagome e, con un lieve sospiro di sollievo poté continuare –Sesshamaru lo disse a mio padre, impiccione maledetto, e lui mi disse che se alla fine Kikyo non mi sarebbe piaciuta, lei sarebbe andata in moglie a qualcun altro, credo si riferisse a Miroku, mentre io sarei andato in America a conoscere la sostituta della mia promessa- Si appoggiò allo schienale –Avevo 15 anni circa e allora pensavo che probabilmente Kikyo sarebbe stata meglio vicino a qualcun altro se ne avesse avuto l’occasione, così accettai, entusiasta aggiungerei. A dire il vero non pensai solo a Kikyo… sai a 15 anni con gli ormoni impazziti… per un ragazzino il pensiero di non avere una ma bensì due ragazze era elettrizzante. La colpa quindi è soprattutto mia- Kagome aveva alzato il sopracciglio, ma non lo interruppe e lui continuò indisturbato –Io e Kikyo eravamo fidanzati solo di nome, quindi entrambi cominciammo a spassarcela con chi più ci aggradava… soprattutto speravo che Kikyo trovasse un altro… in modo tale che almeno lei fosse felice… ovviamente ora sappiamo che cosa le successe dopo, vero? Lei ha cominciato ad esserlo quando ha conosciuto Naraku e le auguro ogni bene… E poi, sai Kagome… noi due abbiamo cominciato ad uscire ma io già sapevo che sarei dovuto andare via, però…non sono mai riuscito a dirtelo. Lo avrei voluto fare talmente tante volte, ma desistevo sempre. E poi… beh, ho chiesto io a Miroku e agli altri di non dirtelo, volevo farlo io e solo io- Sorrise al vuoto –Non sai quanto Sango mi ha urlato dietro quando tu te la sei presa con lei… e sono certo che anche tutti gli altri erano d’accordo con lei- La guardò, ma Kagome aveva già distolto lo sguardo da lui –Non sono qua per giustificare quello che ho fatto, ma solo per dirti com’è andata… Hai ragione ad avercela con me ma gli altri non centrano niente, anche quella era dovuta alla mia “codardia”… volevo dirtelo io e gli ho proibito di parlartene, volevo farlo io ma non ne ho avuto il coraggio- Si alzò dalla sedia –Non so se vorrai mai perdonarmi Kagome però… non continuare quella lotta con chi non centra niente- concluse. La ragazza non rispose e lui si avvicinò alla porta

-Non credere di cavartela con così poco. L’altro giorno con Kikyo è saltata fuori la questione della lettera che ti aveva mandato e che io ho letto personalmente dopo essere passata da te- spiegò alzandosi e fissando la sua schiena

-Ah… la lettera… certo-

-Perché avevi cancellato quella frase?-

-Non sono qua per giustificarmi, te l’ho detto. Non servirebbe nemmeno-

-Esigo una spiegazione-

-Non mi sembrava corretto fartelo sapere da un altro figuriamoci da una lettera!-

-Mi volevi solo come tuo giocattolino personale- sibilò. Lui rimase in silenzio, poi si voltò, sospirando

-All’inizio… quando abbiamo cominciato quello stupido gioco ad Amsterdam si… ma non dopo Kagome-

-Se avessi avuto rispetto per me e per la nostra storia me l’avresti detto e poi avresti fatto decidere a me!- esclamò arrabbiata. Lui sorrise

-Quando oggi hai parlato di codardia… beh, penso tu avessi ragione- commentò. Lei non ribatté e lui le voltò la schiena –Pensa a quello che ti ho raccontato comunque e vedi se vale la pena fare soffrire gente… amici… che non centravano niente- disse uscendo.

[…]

 

Si voltò dalla parte opposta e si mordicchiò le labbra al ricordo.

Dopo quelle parole aveva passato un’intera nottata in bianco. Non riusciva ad ammettere, come aveva sempre saputo del resto, che Inuyasha aveva ragione riguardo al resto del gruppo e lei torto marcio.

Scosse la testa e il cellulare sul comodino vibrò. Lo acchiappò e guardò l’avviso di un nuovo messaggio aprendolo per leggerlo.

“Ciao, com’è stato il ritorno a casa?

Domani ti va di fare un giro con me?

Solo per parlare un po’ da sole.

Comunque ora vado a riposare, sono distrutta dopo il volo!

Buon riposo!”

Sango. Era da secoli che non leggeva dei suoi messaggi…

“Domani hai detto?

Perfetto!

Ho davvero voglia di una passeggiata con chiacchierata!

C’è anche un bar graziosissimo in centro…

Così semmai ci porti Miroku!

Buona notte!”

Lo lesse e lo inviò velocemente prima di cambiare idea.

 

Beh… la sua decisione era ormai palese, non credete?

 

[…]

La mattina era scesa presto per la colazione e, dopo avere salutato i padroni di casa aveva guardato Inuyasha prima di andarsi a sedere accanto a Sango sotto lo stupore generale

-Ciao ragazzi… vi ricordate di me? Sono Kagome, quella che fino a ieri vi ignorava… Si, lo so ho fatto una cazzata, si lo so, sono una cretina… e… ehm… pace?- domandò titubante.

Aveva visto gli occhi di Sango, stupiti, diventare increduli e poi riempirsi di lacrime, Rin aveva cominciato a ridere istericamente, Miroku aveva fatto un sospiro di sollievo accasciandosi sulla sedia mentre Koga si era spiaccicato una mano sulla fronte, senza parole. Kikyo e Naraku si erano guardati, complici, sorridendo e l’ultima cosa aveva visto prima di essere assalita da un abbraccio di Sango erano stati gli occhi caldi di Inuyasha seguiti da un suo bellissimo sorriso.

[…]

 

Con quella scena nella mente, Kagome si addormentò.

Beh, alla fine quei due mesi erano stati anche piene di sorprese e quindi… divertenti.

 

***

 

Capitolo finito ^^ Non so se è quello che vi aspettavate ma vedo di spiegarmi… fare entrambi i mesi sarebbe stata dura, decisamente e conoscendomi sapete che durante un periodo importante odio fare passare troppo velocemente il tempo passando da una settimana all’altra in modo totalmente confusionario. Per questo ho deciso di rendere questi due mesi un ricordo in cui ci sono i punti essenziali e fondamentali in modo da non farlo diventare troppo “pesante”.

Con queste ultime parole vi spiego anche il fatto “un mese” diventati misteriosamente “due mesi”: ebbene si, all’epoca in cui lo scrissi tra questi capitoli c’è stato un profondo… spacco… sapevo cosa scrivere ma non sapevo come ed ero molto presa per come rendere la vacanza “leggera” (non avevo ancora in mente l’idea dei ricordi). Così quando l’idea mi folgorò e scrissi il tutto piuttosto di getto, impaziente anche di andare avanti con la storia e risolvere tutte le situazioni, misi questi beneamati due mesi… Prendetela come giustificazione: Kagome chiama sua mamma e l’avverte del prolungamento della sua vacanza sotto insistenza di Tom, Eve, Naraku e Kikyo, e la mamma, felice del fatto che ha ritrovato due suoi amici acconsente. Ehm… avrei voluto anche scriverlo come pezzo, davvero… ma non trovavo il momento giusto e mi pareva un po’… messo lì a caso ecco. Quindi prendetela per buona ok?

Ecco, dopo queste due brevi spiegazioni vi voglio lasciare un anticipazione del 24 capitolo (mi sento particolarmente di buon umore oggi…)

 

[…]

-Mi scusi, due ragazzi hanno avuto un incidente in moto, sono nostri amici!- esclamò Inuyasha riprendendo fiato

-Dove sono? Come stanno?- La donna li fissò

-I loro nomi?- chiese prendendo fuori una cartellina

-Miroku Kazana e Sango Koshuzo- rispose Kagome

[…]

 

Ebbene si… al prossimo capitolo +_____+

  
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