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Autore: Hookina90    02/09/2018    1 recensioni
Dopo una grossa perdita Amy decise di abbandonare la sua città, i suoi amici e il suo lavoro. Durante il suo viaggio però si imbatterà in una piccola cittadina con abitanti particolari dove conoscerà persone che le cambieranno la sua vita, ma il passato quando meno se lo aspetta la riuscirà a trovare di nuovo. Dovrà fare scelte difficili e dolorose.
Cosa farà alla fine Amy? Starà legata al passato o si farà una nuova vita?
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Piccolo estratto del primo capitolo
Seguì Mr Gold in silenzio verso il suo negozio. Ci mettemmo poco ad arrivare. Notai subito che dentro c’era un sacco di roba e molti oggetti erano anche molto interessanti perché sicuramente ognuno di loro avrà una proprio storia. Sembrava una di quelle botteghe di antiquariato o di mercatino dell’usato.
“Bene, ora può parlare”, affermai determinata.
Ero curiosa di sapere perché lui si comportasse così nei miei confronti. Ero una persona normale o almeno non credevo di spaventare al tal punto le persone.
“Ok, come si chiama tuo padre?” , domandò girandosi verso di me.
“Bobby Singer, perché?”
“No, intendo il nome del tuo padre biologico?”, chiese lui serio.
IN REVISIONE
Genere: Angst, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Baelfire, Killian Jones/Capitan Uncino, Neal Cassidy, Neal Cassidy/Baelfire, Signor Gold/Tremotino
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 5: The heart of the true believer  

 
 
 
Decidemmo di fermarci per la notte e fare un piano per salvare Henry. Io però dovevo affrontare Hook. Non potevamo tenere questa situazione in sospeso, anche perché avevo bisogno di lui e non volevo che ci allontanassimo. Lo andai a cercare e lo trovai non poco lontano dal gruppo seduto su un tronco spezzato.
“Killian, mi dispiace. Avrei dovuto dirtelo subito…di Dean, ma faceva…anzi fa ancora male. Ecco perché per me è presto solo pensare a una relazione”, ammisi titubante dopo averlo raggiunto.
“Non ti preoccupare, posso capire che tu al momento non voglia legarti con nessun altro”, affermò distaccato.
“Mi dispiace veramente… non voglio comunque perderti perché per me sei veramente importante…”, ammisi dispiaciuta mettendomi al suo fianco.
“Non voglio certo allontanarti da te…non ti abbandonerai mai!”, rispose lui deciso mettendo una mano sulla mia spalla dolcemente.
“Veramente?”, domandai io dubbiosa
“Amy ti aspetterò perché quando vincerò il tuo cuore e vincerò, non ci sarò riuscito grazie a qualche trucchetto, ma perché lo vorrai tu”, disse avvicinandosi a me. Era a pochi centimetri da me. Aveva ragione Bea. A quanto pare lo conosceva abbastanza bene. Non voleva arrendersi. Ero veramente così importante per lui. 
“Ora voglio solo ritornare a casa tutti insieme sani e salvi e forse fare quella telefonata che ho rimandato per molto tempo…”, dissi qualche minuto dopo cambiando discorso. Ogni volta che mi diceva cose così dolci una parte di me si scioglieva. Iniziavo ad essere confusa, ma ora non era il momento adatto per pensarci. Avevamo una missione da portare a termine.
“Va bene, comunque da quanto stavate insieme?”, chiese dopo allontanando il suo viso dal mio. Molto probabilmente stava cercando di abbattere un altro mio muro per poter arrivare al mio animo. Dovevo ammettere che in questo mese era stato bravo ad scongelare il mio cuore
“Da quasi cinque anni”, risposi fissando il cielo nero illuminato solo da qualche stella.
“Siete stati insieme tanto tempo”.
“Si ci siamo conosciuti grazie a mio padre perchè da piccoli capitava che venivano a casa mia per giocare insieme. Dopo qualche anno però lui insieme a Sam e al padre se ne andarono. Li ho rincontrati anni dopo perché hanno chiesto aiuto a mio padre per un lavoro. Da quel giorno tornammo a vederci molto più spesso e dopo vari mesi decisi di iniziare a cac…a lavorare con loro. Mio padre all’inizio ovviamente non era d’accordo, però alla fine accettò la mia decisione.
Con il passare del tempo Dean e io ci siamo uniti sempre di più. Abbiamo avuto alti e bassi, ma eravamo riusciti sempre a superare tutti i problemi e ostacoli, ma alla fine l'ho perso”, proferì amaramente stringendo forte la maglia con le mani.
“Non mi hai mai parlato del tuo lavoro...”, ribattè lui curioso guardandomi con i suoi grandi occhi azzurri.
“Perché non volevo spaventarti e….”, ammisi alla fine. Dopo che si era dichiarato mettendo in gioco il suo cuore dovevo provare anche io a fare un passo avanti.
“In che senso??”, domandò agitato.
“Killian…ero una cacciatrice!”, risposi titubante. Non sapevo come avrebbe reagito. Molto probabilmente si allontanerà da me perché penserà che io sia pazza o pericolosa.
“Cacciatrice? Di cosa?”, domandò curioso
“Sicuro di volerlo sapere?”, ridomandai intimorita voltandomi totalmente verso di lui. Le mani mi tremavano. Era stato più semplice parlarne con Bea. Non capivo perché era così difficile con lui. Ora avevo paura. Paura che si allontanasse da me e non volevo perchè non l'avrei sopportato.
“Si mica mi spavento così facilmente…”, ribattè lui sorridendomi e mettendo la sua mano sulla mia.
“Killian cacciavo qualsiasi tipo di mostro…demoni, vampiri,  licantropi e altri tipi….sono certa che ora sicuramente penserai che sono pazza…”, risposi dopo aver fatto un respiro profondo
“Non so cosa siano, ma sembrano cose pericolose . E’un lavoro rischioso Emily..”, affermò preoccupato.
“Mi credi? Non vuoi stare lontano da me? Non pensi che io sia pazza?”, chiesi sorpresa dalla sua reazione fin troppo tranquilla.
“Perché dovrei allontanarmi? Anzi preferisco stare al tuo fianco così posso proteggerti”, disse serio stringendo la mia mano. Era veramente un ragazzo speciale. Moloto spesso le persone quando scoprivano il nostro lavoro tendevano a scappare mentre lui invece non se ne era andato. Mi meritavo veramente di averlo al mio fianco?
“So badare a me stessa, Killian e comunque sono felice che tu abbia accettato il mio passato”, asserì commossa. 
“Lo so che sai difenderti da sola. Sei una vera combattente, ma voglio stare al tuo fianco in caso di difficoltà ti verrò a salvare!”, ribattè lui facendo l’occhiolino poi aggiunse con tono più grave: “Dean è morto a causa del vostro lavoro?”
 “Diciamo di si…La sua morte ancora ora, a volte, la sogno. Un vero incubo. Non ce l'ho fatta a salvarlo Killian, quando sono arrivata era troppo tardi.  Non riuscii a intervenire. Lo vidi  mentre veniva trafitto da una spada. Ha parlato solo per pochi minuti, ma poi mi è morto tra le braccia”, risposi scoppiando in lacrime, non riuscendo più a trattenerle
“Mi dispiace tesoro”, ribattè abbracciandomi. Mi cullò teneramente fino a che non mi calmai del tutto. Bagnai la sua camicia con le mie lacrime amare. Quando sarebbe passato questo dolore? Per quanto tempo ancora sognerò il suo sangue tra le mie mani? Quanto tempo durerà questa tortura? L’unica cosa che ero certa che con Hook e la mia famiglia sarei riuscita a cominciare una nuova vita continuando anche a sentire Sam.
"Scusami credo di averti bagnato la camicia", affermai allontanandomi da lui e cercando di mantenere l'autocontrollo. "Non ti preoccupare. A me importa solo che tu stia bene!", ribattè lui dolcemente. "Grazie Killian!".

Non appena tornammo dagli altri notammo che era ricomparso Rumple insieme a Regina. Io andai subito a salutarlo. Ero curiosa di sapere che cosa aveva fatto in quei giorni che si era allontanato da noi. Non ero preoccupata perchè lui sapeva cavarsela da sola, ma avrei preferito che fosse rimasto con noi come una vera famiglia. Non avevo ancora capito che cosa lo avesse portato ad andarsene da solo. Dovevo effettivamente ancora conoscerlo.
“Siete riusciti a salvarlo. Ora salveremo anche Henry”, disse deciso Rumple dopo averlo abbracciato.
“Dove sei stato tutto questo tempo?”, domandai dubbiosa.
“Ho avuto dei problemi con Peter Pan, però ho trovato un modo per sconfiggerlo”, rispose serio guardandoci
“Cioè?”, domandammo tutti in coro.
“Possiamo cercare di rinchiuderlo nello scrigno di Pandora”, proferì facendovi vedere una piccola scatola nera e con piccola sfera rossa sopra
“Fantastico. , affermò Emma entusiasta.
Rumple poi ci raccontò che era riuscito a comunicare con Belle tramite Ariel, essendo una sirena poteva passare da un mondo all’altro senza problemi. Belle dopo aver trovato oggetto che aveva richiesto il suo amato lo diede ad Ariel che poi lo consegnò a mio padre
Dovevamo però ancora trovare un modo per lasciare l’isola. Nessuno di noi aveva un fagiolo magico, quindi dovevamo trovare un’ idea alternativa. La nostra priorità era andare sull'isola e trovare Bea e Henry, quindi non avevamo pensato a un piano di fuga.
“Beh io so come poter tornare tutti a casa”, proferì Bea non appena nostro padre finì di spiegare che cosa aveva fatto in questi giorni.
“Cioè?”
“Se riuscissimo a catturare l’ombra di Pan potremmo usarla per andare via da questa isola. Ci provai quando finii su quest'isola e dopo aver studiato le costellazioni per poter ritrovare la via di casa riuscii a scappare utilizzando la sua ombra che però a quanto pare è tornata dal suo proprietario.”
“Dove e come facciamo a intrappolarla?”, chiesero Emma e Regina in coro. Vidi la loro stanchezza nei loro occhi. Erano passate quasi due settimane. Dovevamo terminare quest’avventura al più presto perchè tutti noi avevamo bisogno di riposare e riprendere la nostra vita tranquilla.
“Basta andare nella valle Oscura e grazie alla luce si riesce ad attirarle!”, spiegò con calma Bea
“Va bene! Domani mattina elaboreremo un piano, ma ora ci conviene riposare perchè siamo tutti stravolti.”, ammisi determinata.
Annuirono.
 
22 Novembre 2014
 
Dopo aver dormito per qualche ora ci dividemmo in due gruppi. Io Hook e Bea andammo alla valle Oscura per recuperare l’ombra di Peter Pan, gli altri a cercare il suo nascondiglio.
“Hook trattala bene, mi raccomando”, disse all’improvviso Bea mentre stavamo percorrendo un sentiero impervio.
“Bea che dici!”, lo rimproverai subito. Ora avrebbe cominciato a fare il solito pettegolo. Sapevo che avrebbe tentato in tutti i modi di convincermi a fidanzarmi con Hook. Lo avevo fatto anche io con lui ed Emma, ma le situazioni erano completamente diverse. Lui non stava affrontando la morte di qualcuno a lui caro, però sapevo che lo faceva per me perchè era convinto che io sarei stata di nuovo felice con Hook. Non potevo contraddirlo in questo perchè effettivamente stavo bene con Hook, però avevo bisogno dei miei tempi e soprattutto dovevo ancora capire che cosa voleva il mio cuore. Ero ancora confusa riguardo i miei veri sentimenti per Hook perchè il mio cuore era ancora legata a Dean. Lo amavo ancora, anche se non era più vivo.
“Voglio solo proteggerti perchè sono sempre tuo fratello maggiore. Il mio compito è tenerti al sicuro”, asserì sorridendomi.
“Puoi stare tranquillo Bea. Ho molta pazienza”, ribattè lui scherzosamente, anche se sapevo che credeva fermamente nelle parole che aveva detto.
“Mi piacerebbe uscire tutti insieme, perché sono sicuro Hook che in fondo grazie alla mia cara sorellina tu stai cambiando”, replicò Bea fermandosi e girandosi verso di lui
“Anche a me piacerebbe”, confermò Hook guardando sia me che Bea.
Ero contenta che Hook e Bea stavano iniziando a legare tra loro. Avrei voluto che potesse nascere un’amicizia tra loro, ma c’era sempre il problema della cura. Non sapevo ancora se saremmo mai riusciti a trovarla. Per qualche ora mi ero dimenticata che io sarei dovuta restare su quest'isola se volevo rimanere viva, ma ora il pensiero che non avrei potuto stare con la mia famiglia mi intristì di nuovo.
“Tutto bene?”, chiese Bea vedendo il mio repentino cambio di espressione.
“Si, si tranquillo”, risposi mentendogli. Non volevo farlo preoccupare perchè ora aveva altri pensieri. Doveva salvare suo figlio e quindi volevo aggiungere altre ansie.
Poco dopo arrivammo alla Valle e quando entrammo notai subito che era un ambiente lugubre e inquietante. C’erano alberi spezzati a terra. Era poco illuminato e c’era un silenzio assordante che faceva venire i brividi.
L'unico modo per attirare l'ombra di Pan era accendere una piccola candela all'interno della noce che mi aveva dato mio fratello prima di partire, però nessuno di noi aveva un accendino quindi Hook propose di tentare di usare la mia magia. Io non ero molto convinta perchè un conto era cambiarsi i vestiti bagnati un conto era accendere una candela. Era più complesso.
“Hook non lo so se ci riesco”, affermai titubante tenendo strata tra le dita la noce.
“Ce la puoi fare”, rispose dolcemente
“Ha ragione lui, Amy puoi farcela”, ripeté Bea entusiasta.
Annuì
Stavo cercando di concentrami quando però varie ombre iniziarono ad attaccarci. Presero i corpi di Hook e Bea e li sbatterono al muro. Per fortuna non si erano fatti molto male, ma dovevo intervenire. Non potevo certo lasciarli nelle grinfie delle ombre.
“Amy”, urlarono entrambi prima che iniziassero a togliergli dal corpo le loro ombra. Dovevo fare qualcosa. Dovevo assolutamente sbrigarmi se no li avrei persi entrambi. Nonostante il mio corpo era invaso dalla paura cercai di concentrarmi. Dopo vari tentativi finalmente riuscii ad accendere la noce di cocco e catturare definitivamente tutte le ombre compresa quella di Pan. Sia Hook che Bea caddero per terra, ma per fortuna erano ancora vivi.
“Ci sei riuscita. Brava”, affermò Bea entusiasta raggiungendomi.
“Si era ovvio che ce l’avresti fatta”, disse Hook sorridendomi mentre si avvicinava a noi
“Grazie ragazzi, ora però meglio tornare dagli altri”
“Andiamo a salvare mio figlio!”, disse Bea determinato.
 
Al punto d’incontro trovammo l’altro gruppo e dalle loro espressioni prevedevo brutte notizie. Speravo che non fosse successo nulla a Henry. Speravo che almeno fosse ancora vivo.
“Noi siamo riusciti a recuperare l’ombra di Peter Pan”, affermai io decisa appena ci riunimmo tutti insieme
“Noi abbiamo trovato un gruppo di bambini che abbiamo convinto ad allontanarsi da Pan e a rivelarci il posto in cui si trova Henry e il piano di Peter in cambio di queste informazioni gli abbiamo promesso che li avremmo sottratti dalle grinfie di Pan e che li avremmo portati con noi a Storybrook” disse Emma cupa.
"Che cosa vi hanno riferito?", domandai io angosciata. Subito dopo ci sedemmo su delle rocce ed Emma ci raccontò tutto quello che avevano scoperto. Peter aveva cercato per secoli un ragazzo con il cuore del vero credente. Alla fine qualche mese fa finalmente scoprii dove viveva. Utilizzò Tamara solo esclusivamente per portare Hanry sull'isola e ottenere in quel modo quello che voleva. 
In questi giorni aveva tentato varie volte a portare Henry dalla sua parte, ma solo ieri Pan riuscii a convincere Henry ad accompagnarlo nell’isola del Teschio con l’inganno. Gli aveva confessato che la magia stava scomparendo e solo lui potesse salvarla, ma in realtà voleva prendere il suo cuore per poter rimanere giovane e potente in eterno.
Avevo una voglia di ucciderlo, ma dovevo cercare di rimanere calma. L’odio però stava aumentando sempre di più. Dovevamo sbrigarci. Dovevamo salvarlo. Avevamo i minuti contati. Non potevamo permettere che Peter Pan ottenesse tutto questo potere.  
Prima di andare però Rumple mi prese per mano e mi portò lontano dal gruppo e mi disse: “Sono contento di averti ritrovato e che siamo riusciti a passare del tempo insieme. Ti ho sempre voluto bene”. Stavo per rispondere, ma mi bloccai perché lui mi posò sulla mano un sacchettino. Ero sempre più confusa. Sentivo che mi stava nascondendo qualcosa. Perchè doveva essere così criptico?
“Hook mi ha detto quello che ti è successo e del veleno. Sono riuscito a fare questa pozione. Mettila in un bicchiere di tea caldo e così dovrebbe salvarti. Ricordati di portare a casa un po’ di acqua dell’isola”. Detto ciò mi abbracciò e dopo tornò dal gruppo. Ero rimasta senza parole. Avrei voluto parlargli per capire che cosa mi stava tenendo all'oscuro perchè si stava comportando in modo strano più del solito, però non ci riuscii, perché avevamo prima una missione da compiere. Salvare Henry.
 
Appena arrivati alla nostra meta notammo che nessuno, ad esclusione di Rumple, poteva entrare nell'enorme caverna a forma di teschio perché era l’unico senza l’ombra. Se l’era tolta appena arrivato sull’isola per proteggersi da Peter Pan e così agire senza avere complicazioni. Ero contraria al fatto che lo affrontasse a solo. Sapevo che era molto potente, ma si sarei sentita meglio se fossi andata con lui o che non fosse andato da solo almeno ora non sarei stata angosciata. 
“Cosa c’è Amy?”, domandò Hook preoccupato notando sicuramente che avevo cambiato espressione.
“Niente …ho solo un brutto presentimento… ma forse mi sto sbagliando”, risposi facendo un sorriso amaro.
“Andrà tutto bene”
Annuì
Emma e Regina dopo un paio di minuti però decisero che non volevano rimanere inermi. Volevano andare a salvare Henry. Intanto che potevano entrare solo chi non possedeva l’ombra ad Emma e Regina gli era venuta l’idea di simulare un eclissi di luna perchè in questo modo nessuno di noi avrebbe proiettato la propria ombra. Dopo qualche tentativo riuscirono nel loro intento. Erano veramente brave. Avrei voluto anche io essere al loro livello, ma stavo ancora imparando le basi.
Non appena entrammo salimmo una scala a chiocciola fatta di pietra, quando però arrivammo di sopra vedemmo solo Henry svenuto e vicino a lui c’era un ragazzino dai capelli castani. Era sicuramente Pan. Emma e Regina andarono subito a vedere come stava Henry.
“Dove è nostro padre?”, chiedemmo invece Bea ed io. Stavo cominciando a fremere. Sapevo che gli aveva fatto qualcosa. Dovevo scoprire a ogni costa che cosa era successo.
“Non sapevo che il mio caro figliolo avesse avuto anche una figlia”, rispose canzonatorio voltandosi verso di noi.
“Quindi tu saresti mio nonno?”, chiesi schifata. Non potevo crederci che eravamo imparentati. Non poteva un essere così crudele essere mio nonno
“Si dolcezza” ammise avvicinandosi a me.  Non volevo che si avvicinasse a me e così con un gesto delle mani riuscii a scaraventarlo dalla parte opposta. Sentivo che una grande rabbia stava iniziando ad aumentare e a diffondersi nel mio corpo. Il mio unico pensiero era ucciderlo. Se avessi avuto il controllo dei miei avrei potuto soddisfare il mio desiderio, ma non potevo farlo perchè ora avrei rischiato di ferire anche gli altri. 
“Dove è mio padre?”, chiesi digrignando i denti.
“Hai un bel potenziale. Il tuo potere è diverso dagli altri. E’ speciale”, rispose ridendo alzandosi da terra.
“Dimmi dove è mio padre?”, urlai infuriata subito dopo sentii la terra sotto i piedi vibrare. Dovevo cercare di mantenere il controllo delle emozioni.
“Si trova nel vaso di Pandora, dove lui stesso mi voleva rinchiudere”, rispose indicando la scatola che si trovava sulla sua mano
“Ora ti uccido”, dissi avvicinandomi a lui. Non potevo non fare nulla. Una vocina nella mia testa mi continuava a ripetere di ammazzarlo a sangue freddo. Lui non si meritava di vivere non solo per quello che aveva fatto mio padre, ma quello che aveva fatto a Henry, Bea e infine al fratello di Hook. 
“Non puoi mia cara. Non sei ancora in grado di usare tutto quel potere. Potresti fare del male a qualcuno”, ribadì facendo un sorriso beffardo.
Mi fermai di colpo. Pan aveva ragione. I miei  poteri non riuscivo ancora a controllarli e non sapevo nemmeno usarli e quindi c'era un'altra probabilità che avrei potuto ferire qualcuno. Mentre stavo continuando a pensare a cosa avrei potuto fare per sconfiggerlo e riavere mio padre, Regina attaccò Pan riuscendo a immobilizzarlo, ma purtroppo resistette poco.
“Regina aspetta proviamoci unendo le nostre forze”, disse Emma decisa avvicinandosi a lei
Regina e Emma così provarono a fermarlo insieme. Ce la stavano facendo, anche se con difficoltà e mentre Pan era ancora nelle grinfie delle due madri gli cadde la scatola per terra. Approfittai così del momento e andai a prenderla. Dovevo liberalo il prima possibile perchè non sapevo quanto Emma e Regina sarebbero riuscite a trattenerlo e così provai subito a concentrarmi per farlo uscire tramite i miei poteri. Era difficile, ma dovevo farcela.  
Rumple comparse davanti a me dopo vari minuti. Mi ringraziò e andò subito verso Pan. Emma e Regina nel frattempo però erano state scaraventate dall’altra parte della caverna, mentre Hook e Bea erano stati immobilizzati al muro tramite dei rami da Pan. Eravamo rimasti solo Rumple e io.
“Alla fine ti ha liberato. Ha un grande potenziale, spero però che non abbia preso dal padre codardo”
“Mio padre non è un codardo”, urlai andando verso di lui
Rumple si girò e mi bloccò al muro con la magia e poi mi disse: “Amy no, questa è la mia battaglia”
“Papà no...”
“Che cosa vuoi fare Rumple…Sai che per sconfiggermi devi fare…e sappiamo entrambi che non hai il coraggio di compiere questo atto”, ribattè Pan beffardo
“Ti sbagli padre io sono pronto”, affermò Rumple interrompendolo.
Rumple bloccò Pan e quando si trovò vicino a Peter velocemente gli prese il cuore di Henry e lo passò ad Emma che lo prese al volo, dopo lo strinse a se. Pan cercò subito di liberarsi dalla stretta, ma  inutilmente. Si vedeva che mio padre era molto più forte di lui.
“Sappiamo tutti che per far finire questa storia bisogna ucciderci” disse guardando tutti, poi si girò verso di me e Bea e aggiunse : “Vi voglio bene figlioli. Spero che prima o poi mi perdonerete. Dite a Belle che l’amerò per sempre e la ringrazio per essere riuscita a vedere l’uomo dietro la bestia”.
Dopo che ci disse queste parole prese il suo pugnale e uccise sia mio nonno che se stesso.
“Nooooo”, urlai in lacrime. I rami che ci avevano imprigionato dalla parete scomparvero. Caddi in ginocchio e subito dopo sentii Bea abbracciarmi da dietro.
"Shh sorellina..", sussurrò lui cercando di calmarmi. Mi girai e mi aggrappai alla sua maglia. Lui mi strinse ancora più forte a lui.
Tutti eravamo sconvolti e anche sorpresi per l’azione che aveva appena compiuto Rumple. Si era sacrificato per tutti noi. Ci aveva salvati e questo era la prova che in lui c’era del buono. Lui era riuscito a combattere il suo lato oscuro per noi. Era così orgogliosa di lui e avrei voluto dirglielo. Volevo ringraziarlo per le belle parole che mi aveva detto. Volevo dirgli che volevo continuare a vederlo per conoscerlo meglio e rafforzare il nostro legame. Volevo formare una grande famiglia, però ora non potevo più farlo perché era morto e io non ero riuscita a fermarlo.
Emma dopo aver rimesso il cuore al suo posto prese in braccio Henry che era ancora svenuto e dopo tornammo tutti alla Jolly Roger dove ci stavamo aspettando i Charming.
Hook intuendo come sempre il mio pensiero mi disse subito che potevo andare nella sua cabina. Non ce la facevo a stare insieme agli altri. Volevo stare da sola, così mi sedetti sul letto di Hook e iniziai a guardare il vuoto. Era successa la stessa cosa. Ero rimasta di nuovo immobile a guardare un’altra persona morire. Lo stesso errore. Lo stesso dolore. Avrei voluto urlare e piangere, ma rimasi inerme. Non avevo le forze per fare qualsiasi cosa.
“Posso entrare?”
Mi girai e vidi Bea vicino alla porta. Aveva ancora uno sguardo triste, anche se stava cercando di mascherarlo. Voleva sicuramente essere forte per me. Lo diceva sempre era il fratello maggiore ed era il suo compito proteggermi. Nonostante mi piacesse avere un fratello protettivo, questa volta non credevo potesse fare qualcosa per il mio cuore infranto
“Si entra. Ti ha mandato Killian?”, domandai mettendomi seduta. Sapevo che anche lui avrebbe voluto venire da me per cercare di consolarmi. Entrambi volevano fare di tutto per non farmi soffrire, ma ora era impossibile.
“No lui voleva scendere per parlarti, ma ho preferito venire io perché so cosa stai passando”, rispose prima di mettersi seduto di fronte a me
“Mi passerà”, dissi fredda mettendomi in una posizione più comoda.
“Anche io sto male Amy, però riusciremo a superarlo insieme”, affermò con un nodo alla gola
“Bea perché l’ha fatto? Potevamo cercare di rinchiuderlo di nuovo nel vaso di pandora”, affermai con gli occhi lucidi. Non volevo crollare di nuovo. Se poteva essere forte lui, lo potevo essere pure io.
“Non lo so…forse credeva che era l’unico modo per salvarci”, disse cercando di convincere entrambi. Non capivo ancora perchè avesse agito in quel modo. Avevamo la possibilità di rinchiuderlo, non doveva sacrificarsi. Non doveva abbandonarci di nuovo. Io avevo ancora molte cose da dirgli. Io volevo stare con lui e con Bea
“Si, ma non mi ha dato nemmeno il tempo per …”, , non riuscii a finire la frase. Non ne avevo le forze. Le mie energie ormai stavano esaurendo e non era colpa del veleno che grazie proprio a mio padre avevo debellato del tutto, ma perchè vederlo morire davanti ai miei occhi mi aveva annientato l'animo nel profondo.
“Lo so, ti capisco”, ribadì abbracciandomi. Le lacrime nonostante avessi tentato di trattenerle iniziarono a scendere piano cominciando a bagnare la maglia di Bea.
“Shh passerà..Amy passerà”, disse appoggiando una mano sulla testa.
In quell’avventura avevo ritrovato Bea, ma avevo perso Rumple. Non doveva farlo.
Non appena arrivammo a Storybrook la cosa più difficile da fare fu avvisare Belle dell’accaduto. La prese malissimo. Comprendevo il suo dolore perchè perdere una persona amata era sempre difficile da affrontare, ma sapevo che con il nostro sostegno sarebbe riuscita a stare meglio e ritornare a sorridere, anche se in quel momento non potevo però aiutarla, perché pure io stavo troppo male e in queste condizioni non potevo confortare.
Quella sera decisi di rinchiudermi nella mia stanza e mi rannicchiai sul letto, nonostante Bea avesse proposto di stare da lui. Rifiutai perchè avevo bisogno di stare da sola e sfogarmi. 
Non appena mi sdraiai sul letto iniziai subito a piangere. Mi sentivo così fragile, ma nello stesso tempo ero arrabbiata perchè non sopportavo il fatto che stavo iniziando a legare con lui e ora potevamo più vederci per fare anche solo due chiacchiere. Avrei voluto conoscerlo meglio e soprattutto avrei voluto non attaccarlo così duramente all'inizio. Avrei dovuto ascoltarlo, invece che mettermi subito sulla difensiva. Ora invece non avrei potuto recuperare il tempo perso. Se ne era andato via troppo presto. 
Non sapevo quanto tempo era passato da quando mi ero sdraiata sul letto, ma a un certo punto sentii che qualcuno si era seduto dietro di me. Mi girai leggermente e vidi che era Hook. Non disse nulla, ma mise solamente la sua mano attorno alla mia vita e io gliela presi avvicinandola al mio petto. Non mi importava se potevamo sembrare una coppia. Mi importava solo averlo accanto anche in silenzio perchè riusciva ad alleviare anche se di poco il dolore che mi stava dilaniando.
 
24 Novembre 2014
 
Il funerale fu straziante. Eravamo tutti presenti. Riuniti intorno a una tomba vuota, perché dopo aver ucciso Pan erano spariti entrambi. Non avevamo neanche un corpo da seppellire.Io ero abbracciata a Bea. Hook era al mio fianco. Entrambi erano rimasti al mio fianco. Il giorno prima dopo che Hook era andato a farsi una doccia venne Bea e rimanemmo tutto il giorno sul letto cercando di confortarci a vicenda, anche se sapevo che ci vorrà del tempo per riuscire ad andare avanti. Avrei voluto trovare un modo per farlo tornare indietro, ma se Sam ed io non c'eravamo fatta con Dean non ci sarei riuscita con mio padre. Non mi piaceva arrendermi, ma non sapevo proprio cosa fare.
Dopo aver sentito le parole del sacerdote Belle fu la prima che a dire il suo elogio funebre.
“Rumple, la nostra storia è iniziata a causa di un patto che fece mio padre e all’inizio ero solo tua prigioniera, ma con il passare dei mesi  io ho cominciato a vedere che in te c’era una parte buona. Avevi solo innalzato dei muri nascondendo quella luce. Io volevo farla emergere e farla vedere anche agli atri. Con il passare del tempo cominciai a sentire un sentimento forte per te, però all'inizio tu non volevi farti amare perchè credevi di non essere degno. Per fortuna alla fine quel muro che avevi innalzato crollò in mille pezzi e dopo vari ostacoli siamo riusciti a stare insieme.
Mi manchi Rumple. Tu sei e rimarrai sempre il mio unico vero amore. Eravamo destinati a stare insieme e anche se ora non sei più al mio fianco rimarrai sempre nel mio cuore. Addio Rumple”, affermò Belle tra le lacrime.
Anche io e Bea volevamo dire due parole. Il giorno prima avevamo scritto qualcosa insieme. Andammo così verso la sua tomba.
“Ho scoperto da poco che eri il mio vero padre. Ero arrabbiata perché mi avevi abbandonata e perché non avevi provato a cercarmi. La mia rabbia però era iniziata a calare quando abbiamo cominciato a parlare. Avrei voluto continuare a conoscerti, conoscerti meglio. Volevo ricostruire la famiglia, invece ora siamo rimasti solo noi due. Mi mancherai anzi ci mancherai tanto papà”, affermai con gli occhi lucidi, poi Bea aggiunse: “Papà avrei voluto passare più tempo insieme. Io volevo solo che tu rimanessi il padre che mi rimboccava le coperte, il padre che mi consolava quando avevo brutti sogni. Potevamo vivere sempre in quel modo, però hai preferito il potere, la strada meno difficile. Ora però che avevi capito i tuoi errori mi hai lasciato di nuovo e non riuscendo a scusarmi per essermi comportato in modo così freddo. Mi dispiace. Farei qualsiasi cosa per riaverti qua con me per poterti chiedere scusa e ricostruire la famiglia che desideriamo sia Amy che io, ma non si può fare. Io ti prometto però che proteggerò e starò al fianco della mia cara sorellina e insieme affronteremo ogni avversità. Addio papa.”
Non appena finimmo di parlare tornammo indietro al fianco di Hook e dopo a turno ognuno di noi buttammo della terra sulla sua tomba.
Dopo il funerale ciascuno ritornò a casa. Io tornai nella mia camera. Mi accucciai in posizione fetale sul letto. Mi rammentai che Dean non l’avevamo nemmeno sepolto, perché speravamo di trovare un modo per farlo tornare di nuovo indietro. L’avevamo solo lasciato sul suo letto. Il ricordo di Dean mi fece venire un'altra fitta al petto. Ora mi trovavo sul letto a domandarmi se  avevo fatto abbastanza per riuscirlo a portarlo da noi. Mi ero arresa forse troppo presto e forse non dovevo far prevalere il mio dolore e cercare ovunque un modo per averlo di nuovo con me. Ora la mia mente era invasa da mille dubbi. 
 
25 Novembre 2014
 
La mattina dopo essermi svegliata andai in bagno e notai che avevo un aspetto orribile. Occhiaie e occhi arrossati. Mi diedi una rinfrescata e mi pettinai e mentre uscivo dal bagno qualcuno cominciò a bussare alla porta. Era Hook che aveva un caffè in mano.
“Tieni potrebbe servirti qualcosa di caldo”, affermando sorridendo mentre mi porgeva il bicchiere.
“Grazie”, risposi apatica.
“Passerà tesoro. Il tempo ti farà sentire meglio”, asserì entrando dentro.
Annuì.
Il resto della giornata la passai in camera. Hook ed io parlammo un po’. Lui provò a tirarmi su di morale. Lo apprezzai molto. Era sempre pronto a farmi sentire meglio, però dopo il tramonto tornò sulla Jolly e io rimasi di nuovo sola con i miei incubi. Non appena chiusi gli occhi iniziai a vedere prima Dean pieno di sangue tra le mie braccia e poi mio padre scomparire davanti ai miei occhi. Mentre fissavo quelle scene immobile sentii una voce in lontananza dire:
Non riesci a salvare nessuno. Tutte le persone che stanno vicino a te muoiono. E’ meglio se stai sola!

Mi svegliai di soprassalto con il cuore che mi batteva all’impazzata. Aveva ragione. Tutte le persone che stavano intorno a me morivano. Dovevano isolarmi. L'unica cosa che farò era esercitarmi con la magia perchè era un modo per avere un legame con mio padre. Se fosse ancora vivo avrei iniziato ad allenarmi con lui e avremmo potuto usare quei momenti anche per poterci conoscere meglio, ma purtroppo non potrà accadere.
 
5 Dicembre 2014
 
In questi giorni uscì solo per vedermi con Regina perchè non volevo che qualcun altro soffrisse o gli succedesse qualcosa a causa mia. Iniziò a darmi delle lezioni per imparare a usare i miei poteri. Non volevo solo avere un contatto con mio padre, ma volevo iniziare a diventare brava e capire anche perché la mia magia era così speciale.
Regina mi ripeteva sempre che ero molto portata anche se perdevo spesso il controllo dei miei poteri. Non volevo però arrendermi. Io avrei imparato a diventare brava come mio padre. Volevo renderlo orgoglioso di me, anche se non era la mio fianco. Era un modo per cercare tentare di alleviare il dolore che premeva sul mio petto. 

Io tentai di allontarmi da tutti,ma non con ottimi risultati perchè Hook e Bea nonostante le mie richieste di stare sola continuarono comunque a starmi vicino. Mi ripetevano che non era colpa mia, ma io non riuscivo a dargli ragione.
Mio fratello ogni volta che veniva a trovarmi mi parlava di nostro padre perché almeno lui lo conosceva meglio di me e così mi dava l'opportunità di sapere la sua vita tramite le sue parole. Mi faceva piacere che facesse tutto questo per me, anche se avevo cercato di allontanarlo. Avevo veramente un fratello fantastico.
 
6 Dicembre 2014
 
Ero sdraiata sul letto quando qualcuno iniziò a bussare alla porta. Andai ad aprire e di fronte a me vidi Hook con dei vestiti meno pirateschi. Aveva dei jeans neri una camicia grigia e sopra un gilè scuro e indossava anche una giacca di pelle dello stesso colore dei pantaloni.
“Che succede?”, chiesi sorpresa. Non capivo perchè si era presentato vestito in quel modo, anche se dovevo ammetterlo stava veramente bene.
“Stasera ti porto fuori a cena”, rispose  sorridendo.
“Non ne sono proprio dell’umore Killian”, ribadì mestamente. Mi sarebbe piaciuto uscire con lui, ma gli avrei rovinato la serata a causa del mio pessimo umore
“No, non accetto un no come risposta. Sei stata troppo tempo chiusa in questa stanza”, affermò avvicinandosi a me.
“Non ti arrenderai vero”, ammisi facendo un mezzo sorriso.
“Ovviamente no. Ti serve una serata fuori. E svagarti un po’ senza pensare a quello che è successo e soprattutto senza darti colpe inutili. Tranquilla mi comporterò da vero gentiluomo”, replicò facendo l’occhiolino. Nonostante l’avessi rifiutato mi era sempre rimasto accanto in queste ultime settimane. Sapevo che non si ero arreso e i suoi sentimenti per me erano ancora presenti. Mi dispiaceva il fatto di non ricambiarlo o almeno non sapevo ancora cosa provassi per lui. Mi sentivo crudele, però lui mi ripeteva sempre che mi avrebbe aspettato e che sapeva che sarebbe riuscito a conquistarmi.
“Va bene, però mi devo cambiare”, dissi  prendendo la rosa.
Intanto che mi avrebbe portato a cena fuori e lui si era messo devi vestiti nuovi, decisi di mettermi qualcosa di più grazioso.  Indossai un abito nero corto senza spalline e un paio di decolté scure. Legai i capelli rossi in una coda alta e quando finii di prepararmi tornai da Hook. Notai subito la sua espressione esterrefatta.
“Amy sei incantevole”, affermò stupito.
“Grazie, anche tu sei affascinante, allora dove mi porti stasera?”, chiesi entusiasta.
“Lo vedrai”, rispose amicando.
Dopo una passeggiata entrammo in un ristorante di classe. Sui due lati della sala c’erano vari tavoli non tanto grandi e quadrati con delle graziose tovaglie bianche. Le luci era soffuse. C’era un atmosfera più intima rispetto da Granny. Era bello andare in un posto diverso. Quando arrivammo al tavolo Hook mi spostò la sedia da vero gentiluomo.
“Sei proprio un uomo galante”, affermai sorridendo.
“Si ovvio, allora tesoro ordiniamo qualcosa da bere?”, domandò dopo che si sedette di fronte a me.
“Si un bicchiere di vino potrebbe farmi bene”, risposi facendo un mezzo sorriso.
Dopo che ci versarono del vino rosso nel bicchiere, arrivarono anche le prime portate. Spaghetti al sugo. Piatto tipico italiano. Sperai che fossero buoni, anche perché in America non tutti riuscivano a farli bene. Dopo averli assaggiati però dovevo ammettere che erano veramente buoni.
“Stasera non voglio parlare né di Gold né del tuo ex fidanzato. Non voglio sentire che tu sei un veleno perché le persone che intorno a te muoiono. Voglio che tu passi una buona serata senza cadere nella tristezza. Voglio vederti felice”, ammise all’improvviso Hook con il bicchiere in mano fissandomi con il suo sguardo così intenso. In effetti nell’ultimo periodo avevo parlato solo di mio padre o di Dean e questo mi causava solo dolore. Non avevo più sorriso da quando vidi mio padre trafiggersi con il suo pugnale.
“Ok Killian accetto il compromesso”, confermai dopo aver ingoiato l’ultimo boccone.
“Come vanno le lezioni con Regina?”, chiese  lui curioso subito dopo.
“Bene, mi ha detto che ho un gran potenziale, ma ho problemi a gestirla”, risposi entusiasta.
“Migliorerai sempre di più, ne sono sicuro”, ribattè lui entusiasta.
“Si lo spero. Voglio imparare soprattutto a controllarli, per evitare di far del male a qualcuno come ho fatto con te”, ammisi fissando il bicchiere ormai vuoto.
“Quella volta non eri in te, tesoro. Non ci pensare”, disse dopo aver mangiato un pezzo di torta al cioccolato.
“Lo so, però meglio prevenire”, ammisi decisa.
“Ci riuscirai Ams”, affermò appoggiando la sua mano sulla mia
Dopo questa bellissima cena facemmo una passeggiata e poi mi riaccompagnò a casa. Era riuscito a farmi ridere e a distrarmi. Per una sera non avevo pensato alla morte di mio padre e quella di Dean. Era veramente un ragazzo fantastico.
“Buonanotte Ams”, disse appena arrivammo davanti alla porta della mia camera.
Mi avvicinai a lui e poi sussurrai: “Grazie per la bellissima serata e per avermi fatto ridere.”
   
 
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