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Autore: Tsuyuko    10/07/2009    2 recensioni
Ginny, infastidita dalla confusione della sala comune, scappa in una stanza che crede essere tranquilla, ma non tutto è come si aspettava! Una piccola one-shot senza pretese.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Ginny Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ginny sbuffò, portandosi con un gesto irritato i capelli rossi dietro l'orecchio, e tornò a chinarsi sulla sua pergamena. Era seduta su una poltrona vicino al camino della sala comune che, caotica ed affollata com’era, non era certo il luogo più adatto per concentrarsi sui suoi compiti di pozioni, solo parte dell'enorme pila che la aspettava per il fine settimana. Pochi minuti prima era scappata dalla biblioteca, o meglio, da Hermione, i cui sospiri e sguardi preoccupati la infastidivano non meno del chiacchiericcio dei grifondoro.
Quell’estate Hermione le era stata di grande aiuto, lasciandola parlare liberamente dei suoi sentimenti per Harry. Condividere quei pensieri con qualcuno l’aveva aiutata a fare chiarezza e aveva deciso che quello che provava per il prescelto non era amore, ma una sincera amicizia. Hermione non ne sembrava affatto convinta e da allora non le dava tregua, tormentandola con i suoi dubbi ogni volta che rimanevano da sole.
Poggiò i gomiti sul tavolino, massaggiandosi le tempie per attenuare il dolore alla testa, e improvvisamente le venne un’idea che l’avrebbe salvata dalla confusione della sala: la stanza delle Necessità.
Afferrò la borsa dei libri, buttandoci dentro inchiostro e pergamena, ed uscì dalla sala comune come un fulmine. Percorse la distanza che la separava dal settimo piano di corsa e una volta raggiunto il quadro di Barnaba il Babbeo, fece avanti e dietro tre volte.
Ho bisogno di un posto tranquillo dove fare i compiti, dove nessuno possa entrare o uscire prima che io abbia finito.
Aprì la porta che era comparsa sul muro ed entrò in una stanza ben illuminata e spaziosa. Ebbe la sensazione di aver trovato il paradiso.
Guardò con un sorriso gli scaffali pieni di libri, i tavolini, i tappeti e i divani. Trasalì. Una delle poltrone era occupata e del suo inquilino era possibile scorgere solo i capelli scuri, che gli coprivano gli occhi. Il ragazzo si alzò di scatto, fissandola con dei penetranti occhi blu.
Blaise Zabini, sesto anno, elaborò velocemente la ragazza, riportata bruscamente sulla terra.
"E tu che cosa ci fai qui?" chiesero entrambi, all'unisono.
"Avevo chiesto una stanza tranquilla." Fece Ginny, inviperita.
"Lo era, prima che arrivassi tu” aveva usato quel tono calmo e scocciato tipico maschile, che non giovò affatto al suo umore. Aprì la bocca per ribattere, ma lui la bloccò.
“Sta’ tranquilla, me ne vado”
Soddisfatta, andò a posare la borsa su un tavolino iniziando a tirare fuori i libri, e poi sentì l’inconfondibile rumore di una porta che veniva sbatacchiata. Impallidì.
“Tu sai perché la porta non si apre?” questa volta, la voce vibrava di una rabbia che si faticava a controllare. Lei rimase immobile nella posizione di prima.
“Weasley?”
Con un improvviso movimento Ginny sfilò la bacchetta e si avvicinò a grandi passi al ragazzo. Il suo tono era deciso, ma sul volto aveva un’ espressione che sembrava dire ‘non può non funzionare’
“Alohmora” Non successe niente.
“Ehm… - lo guardò nervosamente, scoprendo che la stava fissando senza pietà – Penso di aver chiesto di non lasciare entrare o uscire nessuno finché io non finisco i compiti.” E si portò una ciocca di capelli dietro le orecchie, tanto per fare qualcosa.
“Perfetto, sei un genio. Immagino che non ci sia niente da fare.” E tornò con la solita calma alla sua poltrona. Per la seconda volta Ginny aprì la bocca per ribattere e venne bloccata.
“Hai alternative?” chiese, inarcando le sopracciglia.
“Ehm, no.”
Da quel momento in poi ci fu un silenzio di tomba. Ginny si sedette, lanciandogli occhiate nervose, poi il silenzio l’aiutò a concentrarsi e si dimenticò quasi della presenza del serpeverde. Ogni tanto si alzava per cercare qualche informazione nei libri che la stanza aveva messo a disposizione, e prima di quanto avesse immaginato finì il tema per Piton.
Zabini, invece, rimase seduto sulla sua poltrona, silenzioso, osservandola scrivere e voltare le pagine del libro che le era davanti. Spesso lei, con un gesto distratto, portava i lunghi capelli rossi dietro l'orecchio e Blaise sorrise notando che, quando era concentrata sulla sua lettura, il movimento diventava più lento.
La grifondoro posò il tema sul tavolo, lontano dai fogli che ancora doveva usare, e lui lo prese per leggerlo.
“Qui hai sbagliato.” E con un colpo di bacchetta modificò qualcosa che lei non riusciva a vedere. Ginny trattenne il fiato, indignata. “Chi ti ha detto che mi fido di te?”
“Penso di non avertelo mai chiesto! – e spostò il foglio da una mano all’altra, per impedirle di riprenderlo – Hm, roba vecchia” aggiunse, dando un secondo colpo sulla pergamena. Lei si era alzata e adesso guardava il tema da sopra la sua spalla, tenendosi pronta ad afferrarlo.
“Quando prenderai la tua prima ed ultima E non ti avvicinare per ringraziarmi, sarebbe imbarazzante!”
“Se prenderò una E sarà per merito mio” e gli strappò il foglio dalle mani, rileggendolo per assicurarsi che le correzioni non fossero subdoli tentativi di rovinarle il compito.
“Non perdere tempo, non ho intenzione di rimanere qui in eterno” Ginny borbottò qualche rispostaccia e prese Trasfigurazione.
Da quel momento Blaise l’aiutò attivamente; era un professore ironico e irritante, in più aveva tutte le caratteristiche peggiori di un serpeverde, ma doveva ammettere che era davvero bravo.
Quando ebbero riposto anche Trasfigurazione si dedicarono a Incantesimi, e con la bacchetta Blaise dava il meglio di sé. Le modificava la posizione delle mani, e le faceva ripetere i movimenti dell’incantesimo tacitante mille e mille volte; non si esasperava, ma si giustificava per gli eventuali schiaffi sulla nuca, definendoli ‘punizioni molto istruttive’
Fu sul punto di scagliargli una fattura orcovolante, ma si accontentò di innaffiarlo con un ‘Aguamenti’, dovendo poi sorbirsi una serie di minacce di vendetta.
In un totale di 3 ore completarono tutto, e la serratura si aprì con uno scatto. Si precipitarono entrambi ad aprire la porta, che non oppose resistenza, ed uscirono nel corridoio, buio rispetto alla stanza. Impiegarono qualche istante ad adattarsi.
"Beh - fece Ginny imbarazzata, e poi parlò alla velocità della luce - allora grazie, ci vediamo"
Stava già sfrecciando lungo il corridoio, quando lui la bloccò per il polso, costringendola a voltarsi. Gli occhi gli luccicavano, e aveva un angolo della bocca sollevato in un sorriso.
“Per sdebitarti…- Ginny alzò gli occhi al cielo, mormorando qualcosa che suonava come ‘ovviamente’ - … mi farai compagnia alla festa di Lumacorno, a Natale.” e la fissò, la testa leggermente piegata di lato per vedere che reazione aveva.
“Oh.” Sembrava stupita, quasi sollevata.
“Ciao ciao, Ginny”
Ginny lo guardò qualche istante allontanarsi e poi corse per raggiungerlo, un sorrisino traditore sul volto.
“Andiamo nella stessa direzione!”
“Ma io non voglio essere visto con te vicino”
“Non fare l’idiota”
“Cammina almeno a un metro di distanza!”
“Ti ho detto di non fare l’idiota”
*voci che si allontanano*

Note: Ciao a tutti! Torno dopo un bel periodo di assenza solo per postare una fic che, nonstante a me non piaccia un granchè, è stata valutata bene in un forum. Fatemi sapere voi cosa ne pensate ^_^
  
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