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Autore: _M4h_    04/09/2018    2 recensioni
Questa è una storia che parla di amore, di speranza e del tempo che passa inesorabile a volte troppo lentamente ed altre davvero troppo in fretta.
Non é stata pensata come seguito della ff “Per Sempre” ma potrebbe benissimo esserlo.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rin, Sesshoumaru, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Hello ! come state? spero bene.. ed eccoci al nono capitolo INCREDIBILE !!! ovviamente é soprattutto grazie a voi che mi leggete ma sopprattutto GRAZIE a Sandra45 e Maria76 che mi supportano e rincuorano con le loro recensioni !!
ed ora Enjoy..


Kohaku arrivò a casa. Rin era chiusa in camera sua, il ragazzo provò a bussarre alla porta ma non ricevette risposta.
“Rin, sò che mi senti e sò che non vuoi parlarmi, ti chiedo solo di ascoltarmi” sentí i leggeri passi della ragazza avvicinarsi alla porta e fermarsi “lo prenderò per un si” disse Kohaku sorridendo “volevo solo spiegarti che non era mia intenzione mentirti, ho seplicemente preferito tacere su una parte della mia vita che per diverse ragioni non potevo raccontarti. Mi dispiace se il mio comportamento ti ha ferito. Cosa posso fare per farmi perdonare?”
“raccontami la parte della tua storia che mi hai nascosto” disse ovviamente Rin
“purtroppo mi é impossibile Rin” disse il ragazzo amareggiato
“Perché?” chiese tra l’arrabbiato e il deluso la ragazza
“ok, ti racconterò la maggior parte della storia ma ci saranno delle parti d’ombra che non posso raccontare. E’ tutto ciò che posso fare..” disse infine lui
“ok, va bene” acconsentí la ragazza.
“Però se vuoi conoscere il mio passato devi uscire da lí voglio vederti in faccia” disse Kohaku.
Rin ci pensò qualche minuto ed alla fine decise di accontentarlo. Controvoglia usci dalla sua stanza e raggiunse il suo amico, che si era nel frattempo installato sul divano del soggiorno.
“Ok, incomincia pure, sono pronta” disse infine la ragazza.

Kohaku gli raccontò la sua storia, evitando di specificare alcune informazioni, tipo che i fatti si svolgevano per la maggior parte nel periodo Sengoku, che erano stati maledetti, che aveva più di cinquecento anni, che era immortale e che lei e Sesshomaru si conoscevano da un pò più di qualche ora... insomma le raccontò una versione light della sua vita.
Ad ogni modo a Rin sembrava bastare quella versione appurò sollevato Kohaku, vedendo l’espressione soddisfatta della ragazza, e rimasero a parlare per tutta la notte.

Si resero conto che andare all’università in quello stato non sarebbe stato giudizioso percui verso le otto del mattino, dopo una sacrosanta colazione, andarono a dormire.

Sesshomaru quella notte non dormí a volerla dire tutta non rientrò neanche a casa sua, come avrebbe potuto? Troppe emozioni tutte insieme.
La sera precedente quando Rin si era congedata era andato via anche lui ed uscendo dal locale aveva assistito alla disputa intercorsa tra Rin e Kohaku. Aveva sentito la tristezza e la delusione della ragazza quindi, non riuscendo a resistere all’impulso del momento, aveva deciso di seguirla. Rin abitava nel quartiere di Harajuku, decisamente il quartiere più adatto a lei pensò Sesshomaru. Casa sua era una tipica abitazione in stile occidentale su due piani come se ne vedevano tante tuttavia Rin, grazie ad un patchwork decorativo tutto suo, era riuscita a rendere la sua stanza veramente sua e speciale.
Ok si la stava spiando dalla finestra, ma lui non era come quei pervertiti sfigati che guardano le ragazze spogliarsi, lui lo faceva perché primo, Rin gli mancava immensamente e secondo perché doveva proteggerla. Non gli piaceva vederla soffrire, soprattutto perché sapeva che soffriva per colpa di Kohaku.
Aveva visto il ragazzo rientrare e tentare di scusarsi. Sesshomaru dovette ammettere che in questa vita i due erano sicuramente intimi amici, la cosa non gli face piacere ma ora poteva capire la reazione del ragazzo quando li aveva rivisti. Voleva anche lui proteggere Rin, a modo suo.
Pensando agli avvenimenti della serata si era ritrovato a vagare per la città.
A dire la verità lo faceva spesso, soprattutto di mattina presto quando in giro non c’era anima viva. Non gli piaceva la città, anzi non gli piaceva proprio quel periodo storico. Troppo caotico, troppo urbano, troppa gente ovunque. Era diventato sempre più difficile isolarsi. Il mondo era cambiato molto, come era cambiato anche lui. Aveva dovuto adattarsi. Sopsirò.
Era arrivato al santuario Meiji-Jingu, passando sotto al Torii sentí la mancanza di casa. Con il termine casa non si riferiva a quella di Tokyo, in cui abitava con Inuyasha. Ma a quella che condivideva con suo fratello e la sua banda di amici sull’isola di Yakushima, vicino a Kagoshima. Un pezzo di mondo tutto loro congelato nel tempo in cui trascorrevano le vacanze. Ma soprattutto era il posto in cui si trasferivano lui e Rin quando riuscivano a ritrovarsi, potendo vivere i sette anni di felicità, che gli erano concessi, in pace e lontani da tutti.

Verso le nove del mattino, le strade brulicanti di persone l’avevavo convinto a rientrare.
Controllò l’agenda e vide che quel giorno aveva semplicemente un primo incontro con un nuovo cliente per l’ora di pranzo e null’altro. Chiamò la sua segretaria e le disse di non prendergli nessun’altro appuntamento per la giornata. Si lavò, si cambiò, fece colazione ed andò in ufficio per preparare l’incontro con il cliente.

Era finita. L’appuntamento era andato bene, anche se il manco di sonno lo aveva reso particolarmente insofferente e irrequieto. Tra l’altro stava cercando da tutta la giornata di trovare una buona scusa per rivedere Rin ma per la troppa stanchezza non riusciva a pensare a nulla. Decise di andare a letto e poi a mente fresca  avrebbe pensato a tutto il resto.
Chiuse gli occhi. Il telefono suonò, non rispose. Un avviso sonoro l’avvertì che l’interlocutore aveva lasciato un messaggio sulla segreteria. Si addormentò.

Verso le quattro del pomeriggio si svegliò. Per prima cosa controllò il telefono aveva ricevuto diverse mail di lavoro, tre messaggi da parte della sua segretaria e qualche chiamata da colleghi e clienti, più un numero sconosciuto che gli aveva lasciato un messaggio in segreteria. Doveva essere la persona che aveva cercato di chiamarlo poco prima che si addormentasse. La curiosità ebbe la meglio e decise di ascoltare il messaggio.
Una voce dolce e giovanile lo sorprese, anche se sapeva esattamente a chi apparteneva,

“ehm.. si dunque.. cavolo non mi aspettavo di dover lasciare un messaggio, mmh magari è meglio se chiudo. Aspetta ma mi sta già registrando? Ma non ho sentito il bip.. oddio si. Ok, ehehe ciao Sesshomaru, spero di non aver sbagliato numero! comunque sono Rin la ragazza che hai conosciuto ieri sera, l’amica di Kohaku si insomma il ragazzo che hai sbattuto a terra… forse questo non dovevo dirlo! Comunque volevo sapere se eri ben rientrato e anche per farti sapere che questo è il mio numero e puoi usarlo.. se vuoi.. si insomma.. vabbè ora vado che è meglio. Ci si vede.. sente. Ciao Sesshomaru.
Ah sono Rin, non so più se te l’avevo detto quindi.. oddiooo”


click il suono della comunicazione che si chiuse fece rinsanire Sesshomaru che ancora incredulo continua a fissare il suo cellulare. Pensando che fosse tutto uno scherzo giocato dalla stanchezza o dal sonno arretrato riascoltò una seconda volta la registrazione. Non era un sogno, era lei, era proprio Rin.
Ma come aveva avuto il suo numero? avrebbe voluto darglielo certo ma con tutto il trambusto che era successo non aveva trovato il tempo. Un dubbio l’assalì, andò in soggiorno e trovò suo fratello con la sua fidanzata, il monaco e la sterminatrice. “Inuyasha, ho ricevuto una chiamata da Rin.” Tutti i presenti smisero di colpo di parlare tra di loro e fissarono il loro sguardo intensamente su di lui. Finche dopo un pò Inuyasha disse “beh e non sei contento? Perché me lo vieni a raccontare a me?”
“IO non le ho mai comunicato il mio numero… TU ne sai qualcosa per caso?” rispose Sesshomaru. Miroku si schiarí la voce per attirare l’attenzione del demone e disse “ehm in verità Inuyasha non centra” Sesshomaru lo fissò il ché spronò l’ex-monaco a spiegarsi meglio “sono stato io a dare il tuo numero a Rin ieri sera, mi sono detto che visto che tu non avevi avuto il tempo materiale per farlo avrei potuto darglielo io.. è una buona scusa per rivedervi no?” finì Miroku sorridendogli.
Sesshomaru lo fissò, attimi che per Miroku parvero ore, e poi senza dire niente si girò e tornò nella sua camera. Ok forse quel monaco non era poi così inutile come sembrava, pensò Sesshomaru chiudendosi la porta alle spalle.

Continua...

 

   
 
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