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Autore: PrincessintheNorth    05/09/2018    1 recensioni
Prequel di "Family"!
Nel regno del Nord, una principessa e Cavaliere dei Draghi, Katherine, farà conoscenza di Murtagh, il Cavaliere Rosso che si è autoimposto l'esilio ...
In Family abbiamo visto il compimento della loro storia e il loro lieto fine: ma cos'è successo prima?
"-Principessa, per l’amor del cielo … - prese a implorarmi Grasvard. – Spostatevi da lì … non vi rendete conto di chi è?
-È Murtagh figlio di Morzan, ex Cavaliere del Re Nero, erede del ducato di Dras-Leona. – ringhiai. – So benissimo chi è. So anche che è un essere umano come me e come te, a meno che tu non sia un elfo sotto mentite spoglie. È un essere umano ed è vivo per miracolo. Quindi, dato che come me e come te è carne e sangue, gli presteremo le cure che necessita. Sono stata chiara abbastanza?"
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castigo, Eragon, Murtagh, Nuovo Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Selena/Morzan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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KATHERINE

 

 

Un drago. 

La “persona” che dovevo incontrare, e che ora era di fronte a me, era un drago.

Beh, per la verità un cucciolo di drago, bello quasi quanto Antares: le squame erano di uno splendido e luminoso color argento, che si scurivano sulla schiena e si schiarivano, fino a raggiungere tonalità platino, sulla pancia, gli arti possenti e tuttavia affusolati e una testolina triangolare in cui brillavano due gemme d’argento scuro brillanti. 

-        Papà … non voglio fare la guastafeste, ma l’ultimo re Cavaliere che ha preso un secondo drago non ha fatto belle cose … 

-        Non è un secondo drago. – sorrise felicissimo. – è il mio. 

-        Ma è morto. 

Scettica e ottusa come suo padre, ridacchiò una voce nella mia testa. A me sembra di essere piuttosto vivo. 

-        Ottusa a chi, bello?! – protestai, dimenticandomi che, essendo lui un drago e io un Cavaliere, potevo benissimo rispondergli mentalmente. 

Ecco, finalmente hai detto una cosa giusta.

-        Mentre partivate dal Tridente, Eragon è passato qui con il suo Eldunarì. – spiegò papà, mentre il piccolo drago gli faceva le fusa come un gatto. – Voleva restare per la bambina, ma Nasuada aveva altri progetti. In ogni caso, Glaedr, il nostro maestro insieme a Oromis, gli ha rivelato un incantesimo per riottenere il proprio corpo. 

-        Non sto capendo. 

Non avevo dubbi. 

Senti, simpatia-portami-via, smetti immediatamente di insultarmi o io … 

Sì, sì, questa storia l’ho già sentita. 

-        Da quanto ho capito, e non è che abbia capito molto, e tu non fare commenti, stronzetto. – intervenne ammonendo il cucciolo. – L’Eldunarì ha proprietà rigenerative, come la coda dei draghi, e non serve solo a contenere la coscienza di un drago che decide di rigettarlo. Con un certo incantesimo … può sviluppare intorno a sé un uovo, e già dopo qualche giorno il drago è perfettamente formato, e pronto per nascere. Questo simpatico qua … è nato poco prima di Belle. 

-        E quindi lui è … 

-        Maegor. – asserì, la voce tremante di felicità e orgoglio. – Il drago d’argento. 

Color argento, se vogliamo precisare, intervenne Maegor. Sebbene il mio epiteto mi calzi a pennello e sia molto poetico, ci tengo a ricordare che sono fatto di carne e sangue, e non d’argento. 

Quello era ovvio, accondiscesi. Ma credo che il tuo soprannome voglia anche ricordare la tua forza degna di un metallo e, oltre che la lucentezza delle tue squame, il bagliore delle zanne e degli artigli bagnati del sangue dei nemici … dopo quasi quattro anni passati a stretto contatto con Antares imparavi a raggirare un drago, in fondo. In fondo un drago la creatura più nobile del creato, e può essere paragonato solo al più prezioso dei metalli. 

Allora non credi, figlia del Drago, che sarei dovuto essere il drago di platino, o d’oro, o di diamante? 

No, risposi. Non sarebbe più elegante. Il troppo stroppia, in fondo. 

Sembrò rifletterci su, e annuì muovendo la testa. 

-        Non ci credo. – rise papà. – L’hai zittito! Una medaglia! Datele una medaglia! 

-        Subito sire! – si affrettò Walden fuori dalla porta. – Porto subito la richiesta in Congresso!

-        Stavo scherzando! 

-        Quindi niente medaglia? – sbuffai. 

-        Ne hai già abbastanza. Se dovessi dare una medaglia per ogni cosa bella che ognuno fa le miniere si estinguerebbero in un giorno e io mi ritroverei i vestiti pieni di medaglie. – ridacchiò. 

-        Vostra Maestà, oggi ci sentiamo umili? 

-        Sono un re, essere umile non è tra le mie prerogative. – scherzò lasciandomi un bacio sui capelli, mentre Maegor si stiracchiava per addormentarsi.

Già che ci sei, figlia dei Draghi, bofonchiò. Chiedi alla tua bella dragonessa di procurarmi della carne di cervo parzialmente arrostita, visto che sono troppo piccolo per cacciare. Che sia appena ucciso e ben caldo, mi raccomando. 

E si addormentò. 

-        È sempre stato così. – commentò papà storcendo il naso, ma negli occhi e nella voce l’affetto che provava si vedeva e sentiva bene. – Un dormiglione pretenzioso. 

Lo abbracciai, e per nessuno dei due ci fu bisogno di parole, non ce n’era mai stato bisogno. 

Dopo tutto ciò che aveva sofferto e affrontato, una seconda possibilità se la meritava più di chiunque altro. 

-        Grazie, piccola. – sussurrò. 

-        E di cosa? 

-        Di tutto. Di essere la mia Katie, di rendermi orgoglioso e fiero di te ogni giorno, di avermi dato una nipotina così bella. È grazie a lei se Maegor è qui. 

-        Come? 

-        C’era bisogno che avvenisse qualcosa di grande. La nascita di Belle … non si vedeva il figlio di due Cavalieri da almeno duecento anni. Tua sorella Katherine non ha avuto la sua occasione di venire al mondo, come sai, quindi a provocare un “sussulto” nel mondo ci ha pensato la tua piccola. Ogni drago e Cavaliere ha sentito, e risentito positivamente, della sua nascita, ed è stato il fattore scatenante per permettere a Maegor di sfruttare l’incantesimo di Glaedr e ricreare il proprio uovo. 

Per un po’, non seppi cosa dire. Insomma, ai miei occhi la mia Belle era ovviamente speciale, perfetta e assolutamente unica al mondo, ma … beh, non mi pareva certo un chissà quale essere sovrannaturale. Era una bambina, una neonata tenera e buffissima che amava giocare e abbracciare me e il suo papà.  

Sicuramente però non poteva, a rigor di logica, essere una qualunque bimba umana: dopotutto, era figlia di Cavalieri, a loro volta figli di altri Cavalieri, e negli ultimi cinquecento anni praticamente tutti i re del Nord lo erano stati: nel tempo, avevamo assunto proprio per questo motivo lo stemma del drago e la gente aveva iniziato a chiamare i re “draghi” e i principi “figli del drago”, o dei draghi. Era impossibile, viste le famiglie da cui proveniva, che Belle fosse una bimba come tutte le altre. 

-        Forse è il momento che a questa giovane mamma vengano tolti un po’ di dubbi. – commentò Angela entrando. 

-        Non ti ha mai insegnato nessuno a bussare? – fece papà. – Insomma, qui dentro poteva star accadendo qualunque cosa. 

-        Papà? 

-        Con tua madre, intendo. Oppure potevo stare cercando di ucciderti, no?

-        Sono brava a mantenere i segreti. – rise lei. – Comunque … puoi stare tranquilla sul fronte immortalità, Kate. 

Era impossibile che sapesse. 

Avevo delle barriere piuttosto resistenti intorno alla mia coscienza, mi accorgevo sempre se qualcuno cercava di forzarle … 

-        Come fai a saperlo? 

Lei fece solo un sorriso liberatorio, come se stesse per rivelare un segreto. 

E così fece. 

-        Penso sia inutile tenerlo nascosto, e dannoso per la tua salute mentale. Io sono come Belle. – disse. – Sono una figlia di Cavalieri. Mio padre era il primo Eragon e mia madre un Cavaliere umano, Meyna. Un tempo eravamo numerosi, prosperavamo, eravamo potenti, anche se non abusavamo delle nostre capacità. Molti di noi diventavano Cavalieri come i genitori, e ce ne furono almeno tre che arrivarono allo scranno del Capo dell’Ordine. Tuttavia, chi è potente e non ostenta, a un certo punto, fa sempre paura. Florian, il quinto capo dell’Ordine, ci invitò a cena, una sera. Io temevo che qualcosa sarebbe andato storto, avevo un presentimento … così assunsi dell’antidoto prima di mangiare. Salutammo Florian al termine del pasto, e tornammo a casa. – la sua voce assunse tinte addolorate e piene d’ira. – Il mattino dopo, ero l’ultima della mia specie. Trovai tutti i miei amici morti nei loro letti. Per assicurarsi che altri come noi non venissero generati, Florian impedì il matrimonio e la procreazione tra Cavalieri con una legge, e con la magia rese alle donne Cavalieri difficile il concepimento con un loro simile, per poi punire con la morte chiunque avesse mai nominato i figli dei Cavalieri. 

-        Quindi tu … 

Lei annuì. – Sì. Ho quattrocentoventisei anni. 

Per un po’, non seppi bene cosa dire. Tutta quella storia … era semplicemente troppo. 

La prima cosa che mi uscì dalla bocca fu. – Li porti bene … 

-        Sì, me lo dicono in molti. – ridacchiò. 

-        E vendicasti la loro morte? – chiesi poi.

-        Secondo te grazie a chi Vrael è salito al potere? – rispose. 

-        Scusa … - s’intromise papà. – Ma ci sono alcune cose che non mi quadrano. Tenga, ad esempio, il tuo maestro. 

-        L’ultimo discendente del Popolo Grigio. – liquidò lei la questione. 

-        E i concepimenti, allora? Mavis Kirk non ci mise niente a restare incinta di me. – proseguì. – Nemmeno Katherine e Murtagh hanno avuto difficoltà. 

Lei annuì lentamente. 

-        Devo dire che anche io ho avuto delle difficoltà a comprendere questo punto. Non riuscivo a spiegarmelo, e poi ho ricordato. Sai, quando arrivi alla mia età hai tanti ricordi e pensieri per la mente, ci si mette un po’ a ripescare quelli giusti. – scherzò. – Florian rese difficile il concepimento modificando il giuramento nell’antica lingua all’Ordine per le donne-Cavalieri. Né Katherine né Murtagh hanno mai pronunciato quel giuramento, non appartengono di fatto ad alcun Ordine, per questo hanno concepito così facilmente. Oltre che, ovviamente, alla loro età. 

-        E Mavis? Lei quel giuramento lo pronunciò. Io ero presente. – ricordò. 

-        No, invece. Per quando voi diventaste Cavalieri, l’unione tra Cavalieri era vista al pari dell’incesto, sebbene non foste della stessa famiglia, quindi non era più praticata. Vrael non trovò mai il modo di rimuovere quella clausola del giuramento, perché Florian aveva usato la magia oscura degli Spettri e nessun altro sapeva controllarla. Ma Mavis … tu eri al Nord in quel periodo, con tuo padre, per gestire una rivolta, ma Morzan mi raccontò che lei era rimasta intrappolata in una tempesta marina, e per proteggerla dall’onta di non aver giurato creò un’immagine piuttosto realistica di lei con la magia e mandò quel fantoccio al giuramento. Poi, andò a tirarla fuori dai guai.

Papà annuì lentamente, come a riflettere che sì, era qualcosa che il Morzan di un tempo avrebbe tranquillamente potuto fare. 

-        Quindi, non hai motivo di preoccuparti, Katherine. – sorrise Angela. – Tua figlia vivrà. 

 

 

 

   
 
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