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Autore: Feisty Pants    07/09/2018    1 recensioni
Un normale liceo italiano caratterizzato dalla vita energica di tantissimi adolescenti. L'arrivo di una nuova studentessa Judy Hopps, alunna geniale con una particolare dote investigativa, migliorerà la vita di Anna, Elsa, Kristoff, Jack, Hiccup, Merida, Rapunzel e Flynn. L'amicizia aiuterà Judy ad aprirsi e a dimenticare i traumi del passato...ma lei non sa che tutti i suoi amici sono in pericolo...per colpa sua.
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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XXIV.
REGALI CHE CAMBIANO LA VITA

La scuola riprese a un ritmo infernale. Compiti in classe, interrogazioni, studio intenso e molto stress per i ragazzi di quinta superiore ormai travolti dalle simulazioni delle prove di maturità.

Elsa e Jack trascorrevano molte giornate insieme studiando e condividendo non solo momenti d’amore ma anche di studio e aiuto reciproco.

Anna e Kristoff rimanevano la coppia innamorata di sempre, mentre Rapunzel, finalmente, pian piano combatteva la sua paura fisica grazie all’aiuto di Flynn.

Judy, dopo essersi sfogata con Merida, pareva molto più rilassata e, per ora, non aveva ancora ricevuto minacce dai suoi stalker.

L’unico ad essere in difficoltà fu Hiccup. Tornare alla normalità non fu semplice per lui.
Imparare a camminare sempre con le stampelle, accorciare i vestiti, guardare la gamba senza fasciature e girare per strada sapendo di avere gli occhi della gente puntati su di sé non lo faceva stare bene. Merida era la sua unica salvezza. La ragazza gli donava amore in ogni momento, non si scoraggiava di fronte a nulla e lo vedeva sempre con occhi innamorati noncurante della sua disabilità.
Hiccup custodiva dentro di sé un desiderio enorme di poter tornare quello di sempre, ovvero il ragazzo giovane e spensierato che gioca con i cagnolini dell’allevamento, partecipa ai laboratori sportivi di tiro con l’arco e corre come tutti. Le stampelle, però, erano un bell’impedimento e la situazione in casa era ancora più tesa.
Dopo l’incidente, i genitori di Hiccup, separati, iniziarono a litigare ancora di più non capendo la reale condizione del figlio. Litigavano dandosi la colpa e cercando di contrattare il valore dei costi e delle spese che avrebbero dovuto affrontare per gli impedimenti di Hiccup. La famiglia del ragazzo non era benestante e quando la madre guardò il prezzo di una protesi alla gamba impallidì.

Il 20 gennaio si avvicinava e in quella data si sarebbe festeggiato il compleanno di Hiccup anche se lui non era in vena di festeggiarlo.

“Lui non vuole festeggiare nulla” disse Merida triste rivolta agli amici.

“Lui non vuole ma noi sì” aggiunse Flynn.

“Ho un’idea” si illuminò Elsa.

“Potremmo fargli una festa a sorpresa” continuò lei osservando il volto degli amici.

“Ovvio, ma cosa gli regaliamo?” chiese Anna confusa.

“La protesi sarebbe perfetta, ma costa troppo” constatò Merida amareggiata.

“Ma certo ragazzi!!! Ho la soluzione!” esclamò Jack e tutti si prepararono all’ascolto.

“Potremmo proporre una raccolta fondi a scuola. In questa scuola ci sono circa 1500 studenti se non di più se non si considera il fatto che siamo nell’istituto più grande della città. Se ognuno dona qualcosa che sia 5-10 euro, si arriverà a 15.000 euro. Ovviamente sarà offerta libera. Non potremo mai ricoprire il costo dell’intera protesi ma presentare ai genitori di Hiccup un bel gruzzoletto li aiuterà sicuramente!”

“Hai un ragazzo geniale… io se fossi in te gli darei una ricompensa stanotte” bisbigliò Flynn all’orecchio di Elsa ricevendosi la sua occhiatacca.

“Astuto…corriamo a riferirlo al preside, non ci dirà di no” concluse Judy e, seguita dagli altri due rappresentanti d’istituto, raggiunse l’ufficio del dirigente scolastico.

Passarono altri due giorni e i ragazzi si posizionarono nell’atrio. Per non dare nell’occhio e non fare insospettire Hiccup, istituirono un banco di biscotti e torte che costavano dai 5 ai 10 euro. Alcuni ragazzi, conoscendo la reale motivazione della raccolta fondi, decisero di donare anche 20-25 euro affermando che, per quel mese, non sarebbe morto nessuno senza paghetta.

La raccolta proseguì per una settimana e il gruppo, sempre più soddisfatto della risposta positiva all’attività, iniziò ad organizzare la festa. Avrebbero allestito il tutto nella taverna di Hiccup in modo da non scomodarlo troppo. Merida, però, erano giorni che organizzava una particolare sorpresa per il fidanzato.

Il 20 gennaio arrivò velocemente e i ragazzi erano pronti a festeggiare. Quel giorno il tempo era orribile. C’era un cielo plumbeo che scagliava tuoni, lampi, vento, pioggia e neve. Hiccup trascorse tutto il pomeriggio rintanato in casa triste anche per la condizione metereologica. A scuola gli avevano fatto gli auguri e lui li aveva accolti senza entusiasmo. Non aveva senso festeggiare per quei 19 anni segnati da uno stile di vita che lo rendeva un novantenne immobilizzato!

“Hiccup, c’è Merida… mi chiede se posso farla entrare” disse la madre del ragazzo entrando nella sua stanza e ricevendo il consenso del figlio.
“Ciao tesoro” salutò lui vedendola entrare in camera. Vederla lì accanto a lui gli provocava delle emozioni forti, gli faceva battere il cuore a mille e lo rendeva felice. Quale regalo migliore se non avere vicino la propria ragazza?

“Cosa fai qua in gabbia?” domandò lei dopo avergli rubato un bacio a stampo.

“Aspettavo te…” sorrise lui invitandola a sedersi sul letto ma lei rifiutò.

“Ho un regalo per te” disse lei e, senza attendere risposta, uscì dalla stanza per poi rientrare con un grande scatolone tra le braccia.

“Quando sei pronto aprilo” aggiunse lei posandolo davanti a lui.

Hiccup non capì. Cosa poteva avergli regalato di così enorme?

Il ragazzo, preso dalla curiosità, sollevò il coperchio e rimase a bocca aperta di fronte a ciò che gli si era presentato davanti.

In fondo allo scatolone, adagiato su una copertina, c’era un piccolo cagnolino che dormicchiava beato. Aveva il pelo dorato, color del miele con qualche sfumatura marrone scura intorno alle zampe. Appena notata la luce della stanza, il cucciolo si lamentò, aprì gli occhi sbadigliando e si tirò in piedi. In quel momento Hiccup notò il particolare più importante di quel cane: non aveva una zampa…proprio come lui.

Ad Hiccup si strinse il cuore di fronte a quel cane così simile a lui e, istintivamente, lo prese in braccio e lo accostò al petto accarezzandolo. Merida non disse nulla e si gustò la scena.

“E’ mio? Come hai fatto? Hai parlato con mia mamma?” domandò lui con gli occhi lucidi.

“Tutto tuo. Ovvio, tua mamma è d’accordo. Insieme riusciremo ad accudirlo. Non ha ancora un nome, è stato abbandonato tre giorni fa all’allevamento e, appena l’ho visto, ho pensato a te. Vi assomigliate tanto sai? Lui è simpatico, affettuoso e vivace. Avrete tanto da imparare l’uno dall’altro perché lui è come se non si rendesse conto di non avere una zampa. Ci farai caso ma corre molto, cade, rotola e poi si rimette subito in piedi e ci riprova…spero possa succedere anche a te” rispose lei guardando il cagnolino che leccava le dita del suo nuovo padrone.

Hiccup non disse nulla, appoggiò a terra il cane che cominciò a zampettare per la stanza e spinse Merida sul letto dove cominciò a baciarla ardentemente.

In quel bacio la stava ringraziando, le stava dicendo che era innamorato perso di lei e che, allo stesso momento, lei era tutto per lui. Il bacio provocò ad entrambi delle emozioni fisiche molto forti. Nella mente di tutti e due balenò l’idea di spogliarsi e consumare quell’amore ardente, ma preferirono fermarsi. Non era ancora il momento giusto e non dovevano correre.

“Allora come lo chiami?” domandò Merida mettendosi in piedi e sistemandosi i vestiti.

“Sdentato”

“Che?!” esclamò lei confusa di fronte a un nome così strano.

“Mi piace… guardalo! Morde tutto quello che trova, sdentato gli si addice” motivò lui sorridendo al cucciolo intento a sgranocchiare l’angolo del comodino.

“Mi hai fatto un regalo bellissimo” sospirò lui sognante accarezzando il volto della giovane.

“Non esagerare… il meglio deve ancora venire. Vieni con me” disse lei porgendogli le stampelle ed invitandolo ad alzarsi. Hiccup si tirò in piedi e, dopo aver invitato il cagnolino a seguirlo, si diresse fuori.

Merida, una volta arrivati davanti alla taverna del ragazzo, gli coprì il volto con le mani chiedendogli di tacere e non fare domande. In pochi minuti la porta si aprì e la stanza si riempì di voci, auguri, fischi e scoppiettii. Hiccup aprì gli occhi e osservò la sua taverna addobbata, con i tavoli colmi di vivande e, soprattutto, scaldata dall’affetto dei suoi amici che erano lì a festeggiarlo.

Il gruppo lo accolse calorosamente inaugurando il primo brindisi della serata ed illuminandosi vedendo il volto del ragazzo finalmente raggiante. Hiccup pareva tornato quello di sempre e il meglio doveva ancora venire.

“Vieni amico, siediti qui” l’invitò Flynn facendolo sedere su una sedia.

“Questo è un regalo molto grande. Arriva da noi e da tutta la scuola” aggiunse Jack porgendo una busta al festeggiato.

Hiccup accarezzò la busta e l’aprì. Il giovane rimase in silenzio a fissare il contenuto.
Non sapeva cosa dire!
Si sarebbe aspettato un biglietto per andare al cinema, un abbonamento per acquistare libri, un’offerta per visitare musei o anche solo un semplice messaggio d’auguri, invece aveva davanti un assegno di circa 25000 euro. Dove avevano trovato tutti quei soldi? Era una somma enorme che non aveva mai visto in vita sua! Poi collegò tutto: la vendita torte a scuola, la grande affluenza, le generose offerte, l’euforia degli amici… avevano raccolto i fondi per lui, per la sua gamba.

Hiccup toccò l’assegno e lo rigirò tra le dita più volte non credendo all’idea di avere davanti un aiuto così grande. Le sue lacrime e gli sguardi rivolti ai presenti colmarono il cuore di tutti che si sentirono grati di aver potuto contribuire al miglioramento della vita di una persona.
  
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