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Autore: Violetta_    09/09/2018    4 recensioni
Fanfic su una coppia talmente crak che nemmeno un pacchetto di crackers dimenticati in fondo lo zaino.
L'intera raccolta sarà come una scatola di cioccolattini, ogni capitolo avrà un sapore diverso. Non si sa cosa può capitare. (Alcuni capitoli saranno Flashfic. Il raiting potrebbe salire).
Saranno presenti collegamenti con altre mie raccolte (soprattutto "Secret file Zero" e "Jerez")
***
(Dal capitolo 1)
Alzò un sopracciglio.
Lei era una donna veramente terribile.
Scorbutica, analitica, furba. Bellissima.
Era diventata davvero meravigliosa.
-
Lui era una persona piuttosto complessa.
Aveva un passato misterioso che lo aveva portato in una posizione di spicco all'interno di un'organizzazione fantasma.
Era un ottimo attore e apparentemente una brava persona: gentile, generosa, simpatica. E forse lo era davvero.
***
(Dal capitolo 8)
Agasa si girò a fissarla ed inclinò la testa.
Ultimamente Shiho era strana.
Chissà come mai.
-
Shinichi corrugò la fronte con aria stranita.
Ultimamente Rei era strano.
Chissà cosa gli passava per la testa.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Rei Furuya, Tooru Amuro
Note: Missing Moments, OOC, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Mancanza











Prima di iniziare questo capitolo è necessario fare una piccola, ma doverosa, precisazione.

Vi è mai capitato di entrare in contatto con un bambino di dieci anni?
Non di quelli che si piazzano davanti la tv o al tablet e stanno buoni e quieti sopra il divano, ma di quelli che vogliono GIOCARE.

Rei Furuya era così.

Iperattivo, cocciuto e tanto taaanto affettuoso.

Anzi diciamo pure che, in certi momenti, era stramaledettamente appiccicoso.




*




Nonostante solitamente le lasciasse i suoi spazi c'erano dei momenti in cui proprio non lo reggeva.


Capitava quando erano soli, lontani da occhi indiscreti.

Come quando arrivava a casa da nemmeno cinque minuti e si chinava sul tavolino per sistemare dei fogli nella sua borsa, senza nemmeno degnarlo di uno sguardo.
Lui si avvicinava alle sue spalle poggiando le mani sui suoi fianchi e la baciava sul collo.

<< Che fai? >> domandava come un bambino.
<< Sistemo gli appunti per una ricerca per l'università. Dubito che stasera i bambini mi daranno il tempo di farlo e domani ho da fare >>

E allora Rei poggiava il mento sulla sua spalla con fare da cagnolino.

<< Ti serve una mano? >>
<< Iee... >> Si voltò ritrovandosi vicinissima al suo viso << Insomma non stare così appiccicato >>

E lui sospirava affranto.

<< Sempre tanto dolce... >>
<< Sei tu che non hai chiaro il concetto di “spazio personale” >>



Erano slanci d'affetto che la gente normale avrebbe reputato dolci ma lei non riusciva proprio a sopportarli.



E la doveva abbracciare, e la doveva coccolare, e la baciava in continuazione, sulle labbra, sulla fronte, sul collo...

Se non la abbracciava e non la baciava allora le teneva la mano... o almeno ci provava.

Shiho era un tipo completamente diverso.
Era introversa e anche piuttosto fredda, inoltre non era assolutamente abituata a tutte quelle manifestazioni d'affetto per cui ogni volta si sentiva a disagio.

Anzi quando cercava di prenderle la mano in pubblico le veniva proprio voglia di strozzarlo.



<< Quante smancerie. Sei peggio di una ragazza >>
<< Spiritosa >>





<< Dai Rei piantala...>>
<< Sei così carina quando diventi tutta rossa... come una bimba >
<< Ora ti cavo un occhio con un bisturi! >>





<< Rei ... >>
<< Sssh... hai un così buon profumo... >>




Era piuttosto oppressa da tutte quelle attenzioni.


<< Shiho... dovrò star via qualche giorno >>


Per questo quando Rei le parlò con quel tono, quello che usava quando la situazione richiedeva serietà, gli rispose quasi contenta.


<< Meglio. Così respiro un po' ... e magari recupero qualche capitolo arretrato >>





*





Era stesa sul letto di camera sua.
Si girava e rigirava tra le coperte da più di mezz'ora.

Sbuffò portando un braccio sopra la fonte e si mise a fissare il tetto.


Erano quasi due settimane che non aveva sue notizie.


L'occhio gli cadde sulla sciarpa rosa che il ragazzo le aveva prestato durante un'uscita in montagna.
La osservò per una manciata di secondi, poi scostò le coperte e si alzò andando verso la sedia posta di fronte la scrivania, la prese, e se la rigirò tra le mani.

Era molto morbida e calda.

Si rimise a letto con la sciarpa tra le mani, la avvicinò al suo viso sentendo il suo profumo, e chiuse gli occhi.



Per la miseria se le mancava il suo abbraccio... in quel momento si sarebbe accontentata anche solo di stringergli la mano.
   
 
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