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Autore: Laura28    09/09/2018    2 recensioni
La storia si inserisce nella quinta stagione di Once upon a time e va, a parer mio, a riempire dei vuoti non di trama quanto piuttosto di "extra" che mi sarebbe piaciuto vedere per rendere la storia più completa. In un intreccio di flashback a Camelot e scene ambientate nel presente della stagione a Storybrooke, tra scene aggiunte e piccoli rimandi a scene proprie della serie, vediamo Emma dibattersi e cercare di convivere con l'Oscurità che ne influenza le azioni e Uncino che cerca di starle vicino, tuttavia sente qualcosa di strano: è inconsapevole, a Storybrooke, di essere anch'egli un Signore Oscuro, ma io ho voluto lanciare dei piccoli indizi, appunto per completare questa parte di storia. Dunque la trama è una sorta di spaccato di quella stagione con degli approfondimenti al rapporto di Emma e Killian tra di loro e con l'oscurità che minaccia il loro rapporto, condito con varie introspezioni e colpi di scena. Spero vi piaccia!
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Storybrooke

La Signora Oscura asciugò le sue lacrime ed iniziò a riflettere su come ottenere l’amore di Uncino, quando sentì all’improvviso il suo corpo venir meno e in un battito di ciglia si ritrovò proprio di fronte al suo pirata, al molo di Storybrooke.
“… Emma Swan.”
Ci ha evocati.
Killian la guardò, un’ennesima versione della donna che amava, ancora una volta diversa, eppure ancora una volta la stessa. Aprì la bocca per parlare, ma la Signora Oscura con un deciso gesto del braccio li teletrasportò via da lì, nel giardino di casa sua.
“Swan, cos’hai intenzione di fare? Ho già visto casa tua, non è quello che mi interessa, ora.”
Ma lei non lo degnò neppure di uno sguardo ed entrò in casa propria, lasciando la porta aperta dietro di sé.
Killian sospirò di frustrazione e la seguì; la porta si chiuse immediatamente alle sue spalle. All’interno, Emma lo attendeva in piedi, di spalle.
“Cosa vuoi, Emma? Perché mi hai portato qui?” Cominciava ad innervosirsi, avvertiva qualcosa di diverso in lei, una forza micidiale aveva sostituito la vulnerabilità che aveva intravisto quando erano sulla sua nave. Si domandava se non fosse stato proprio lui a decretare quel mutamento.
La Signora Oscura voltò appena la testa e, quasi senza emozioni, disse:
“Sei qui perché voglio dimostrarti che puoi fidarti di me.”
Uncino non rispose subito. Poteva davvero fidarsi? O quell’essere calcolatore aveva infine preso il sopravvento sulla donna che amava? Decise che rimuginando non avrebbe ottenuto nulla, così provò ancora una volta a smuovere quella creatura che gli stava di fronte, apparentemente impassibile.
“Vuoi mostrarmi cosa c’è dietro la porta chiusa, quindi?”
Emma non rispose, poi si voltò di scatto.
“Voglio mostrarti cosa c’è dietro una porta, sì, ma non quella che credi.”
E questo cosa diavolo voleva significare?! Uncino, sempre più confuso, le rivolse uno sguardo indagatore.
“Seguimi.” Disse lei semplicemente, voltandosi di scatto e dirigendosi al piano di sopra. Lo condusse in silenzio lungo un corridoio, poi si fermò ad attenderlo dinanzi all’ultima porta, chiusa.
Quando lui la raggiunse, avendo camminato lentamente per studiare ogni particolare in cerca di indizi, Emma non disse nemmeno una parola, ma inarcò un sopracciglio e gli indicò di aprire la porta.
Quella situazione era davvero strana, ma Uncino pensò che era forse la sua ultima opportunità di capirci qualcosa, così afferrò il pomello e varcò l’uscio.
   
 
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