Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Feisty Pants    12/09/2018    1 recensioni
Un normale liceo italiano caratterizzato dalla vita energica di tantissimi adolescenti. L'arrivo di una nuova studentessa Judy Hopps, alunna geniale con una particolare dote investigativa, migliorerà la vita di Anna, Elsa, Kristoff, Jack, Hiccup, Merida, Rapunzel e Flynn. L'amicizia aiuterà Judy ad aprirsi e a dimenticare i traumi del passato...ma lei non sa che tutti i suoi amici sono in pericolo...per colpa sua.
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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XXVI.
MOTIVI PER FESTEGGIARE


 
Il fine settimana era ormai alle porte e Merida aveva fatto presente agli amici la data del compleanno di Judy.

Per questo motivo il giorno prima decisero tutto nei minimi dettagli.

“Ok quindi Merida, tu la inviterai a casa di Kristoff a trascorrere il pomeriggio e noi nel frattempo organizziamo la merenda con delitto” spiegò Jack mentre sorseggiava il suo aperitivo serale in compagnia degli amici.

“Perfetto…ci stiamo. Ora, però, non so voi ma essendo San Valentino avremmo voglia di un po’ di intimità” disse Kristoff alzandosi in piedi e facendo cenno ad Anna di andare.

“Come lo passerete?” domandò Flynn assumendo una faccia perversa.
"Sei sempre il solito…Elsa, tornerò per mezzanotte. Mi copri tu a casa?” supplicò la minore e, una volta ricevuto l’appoggio della sorella, si allontanò dagli amici stringendo la mano al fidanzato.

Il loro gesto venne copiato anche da Merida ed Hiccup intenzionati a trascorrere una tranquilla serata a casa davanti alle repliche delle olimpiadi invernali. Rimasero due coppie che, ormai sole, decisero di salutarsi ed allontanarsi. Jack ed Elsa avrebbero festeggiato il giorno dell’amore al cinema, alle prese con un film romantico mentre Flynn e Rapunzel avevano intenzione di assistere ad un concerto nel teatro del paese.

“Allora Anna… ti ho fatto una bella sorpresa. Chiudi gli occhi” invitò Kristoff mentre apriva la porta della casa. La ragazza non se lo fece ripetere due volte.

Quando aprì gli occhi notò la tavola apparecchiata per due.
C’era una tovaglia color porpora sulla quale erano adagiati dei petali di rosa, le posate, due calici per il vino e una candela rossa.

“E’ meraviglioso Kris” esclamò lei sorridendo e contemplando ogni elemento.

“Accomodati, porto la cena” propose lui facendola accomodare.

“Non hai cucinato tu” rise lei prendendolo in giro.

“Sì invece! Ho preparato un arrosto nel pomeriggio, ed eccolo qui…” si difese lui posizionando il piatto della ragazza sulla tavola.

“Ehmm…certo magari l’ho fatto cuocere un po’ troppo ma penso sia buono comunque” constatò lui leggermente imbarazzato notando una sfumatura marrone sulla carne.

“Va benissimo Kris! Sarà buonissima…però…”

“Però?!” chiese lui preoccupato.

“Non so…ora non ho molta fame. Conosco un modo per farcela venire!” spiegò lei alzandosi e avvolgendo il collo di Kristoff con le braccia.

“Anna! Da quando parli così?!” rise lui stringendola a sé.

“Da quando…abbiamo casa libera” motivò lei e, dopo essersi scambiati uno sguardo complice, iniziarono a baciarsi ininterrottamente raggiungendo velocemente la camera matrimoniale.

In pochi secondi il pavimento finì per essere ricoperto di vestiti sparpagliati qua e là disordinatamente.

Kristoff afferrò i fianchi della propria ragazza e la osservò così com’era: nuda e perfetta.

Dopo averla spinta leggermente sul letto cominciò a baciare ogni angolo del suo corpo. Il ragazzo assaporò a lungo il contatto con lei, cercando di darle piacere in tutti i modi possibili.

“Kris, così mi fai impazzire” sussurrò lei mentre riceveva dei dolci baci sul seno.

“Mi sa che sei pronta” constatò lui languido massaggiando delicatamente la sua intimità e muovendosi in lei seguendo il ritmo dei suoi sospiri.
“Credo che sia pronto anche tu” aggiunse lei alzando la testa e notando l’eccitazione evidente di Kristoff.

Entrambi scoppiarono a ridere per poi tornare a darsi piacere l’un l’altro. Kristoff attese ancora qualche secondo prima di posizionarsi sopra la ragazza e, mantenendo il contatto visivo con lei, entrò delicatamente prestando attenzione a non farle male. Una volta svanita l’espressione tesa della ragazza, Kristoff si sentì autorizzato a muoversi più velocemente riuscendo a soddisfarsi in pochi minuti.

Per Anna il rapporto sessuale era diventato importante. I due non lo facevano spesso ma la bellezza consisteva nel fatto che, ogni volta, era sempre un momento bellissimo da condividere insieme.
 
“Ora hai fame?” domandò lui baciando il collo della fidanzata e, dopo aver avuto la conferma, si rivestirono pronti a divorare quell’arrosto bruciacchiato che aveva portato alla nascita di quella focosa serata di San Valentino.
 
Il giorno seguente Judy lo trascorse in compagnia degli “zii” che le prepararono una torta. La ragazza, però, non esplodeva di gioia.

“Judy cara… perché non mangi?” domandò la donna dispiaciuta.

Lei non rispose perché nella testa aveva solo lui: Oliver. Quello era il suo 12esimo compleanno e chissà come se lo stava passando.

“Sappiamo che per te è difficile questa situazione, ma vedrai che ne usciremo trionfanti.” Si aggiunse l’uomo porgendole dell’acqua.
“E se Oliver non fosse al sicuro? Quanto vorrei rivelare il segreto e riaverlo con me!”

“E’ brutto da dire Judy, ma se tu cedi loro cercheranno mille altri modi per farvi del male. Oliver sta bene, ne siamo sicuri. Dobbiamo solo cercare di incastrarli. Sai che noi e la centrale stiamo facendo di tutto per tutelarvi” finì la zia accarezzando il volto rigato di lacrime della ragazza.

Quelle spie travestite da zii, erano veramente importanti per Judy. Lei li reputava ormai membri della sua famiglia e si sentiva protetta solo in loro presenza. Questo, però, non le bastava: la sua vera famiglia era il fratellino…e non sopportava più l’idea di averlo distante.

Era immersa da quei pensieri opprimenti quando qualcuno citofonò all’appartamento.

“Judy, ci sono visite” disse la zia aprendole la porta e lasciando entrare Merida con un regalo tra le mani.

“Meri, che ci fai qui?!” esclamò la mora stupita.

“Non penserai mica di trascorrere il tuo diciannovesimo compleanno chiusa in casa! Forza…vieni. Andiamo a fare un giro”

Judy, titubante, seguì l’amica in cortile per poi farsi guidare.

“Dove stiamo andando?” chiese lei.

“Apri questo” rispose la rossa porgendole il pacco regalo.

“Se il compleanno vuoi festeggiare, a casa di un compagno ti dovrai recare.”

“Oh no, la caccia al tesoro no” rise la piccola detective dopo aver letto il messaggio.

“Sarà la casa di Kristoff” continuò poi con sicurezza.

“Come hai fatto a capirlo?!” domandò la rossa sconvolta.

“Sì ma ragazzi, non siete molto svegli! Kristoff ha detto due giorni fa che avrebbe avuto casa libera. E’ ovvio che sia la sua” spiegò lei alzando gli occhi al cielo.

Una volta raggiunta la casa notò il cancello già aperto.

Varcò l’entrata e si trovò davanti una tavolata colma di vivande, ma dov’erano tutti?
Lentamente, uno ad uno, i ragazzi irruppero nella sala da pranzo, senza dire una parola.

“Manca Anna” constatò lei una volta accortasi della mancanza dell’amica.

“Sì cara Judy, c’è stato un omicidio” disse con tono serioso Jack.

“Oh che gioia” scoppiò a ridere lei sedendosi al tavolo.

Seguì un lungo silenzio e Judy aggiunse:

“Ho capito cosa state facendo…mi avete organizzato una merenda con delitto. Dobbiamo giocare a Cluedo e dovrò capire chi di voi è l’assassino. Che bello quando la gente mi mette alla prova!” esclamò lei entusiasta sfregandosi le mani.

“Allora… prima cosa da fare: trovare Anna” disse lei e cominciò a cercare indizi in giro.

Alcune porte erano state lasciate aperte, altre socchiuse e altre ancora chiuse completamente. Sapeva già dove si trovava Anna ma, per non fare troppo la santarellina, fece finta di cercarla nelle stanze chiuse per poi entrare in una di quelle aperte. A quel punto fu facile continuare: cantina buia o soffitta polverosa? Ahimé…l’ingegno umano non è mai troppo sviluppato come il suo! Ovviamente Anna si trovava nella soffitta polverosa, visto che i ragazzi l’avevano sicuramente ragionata così: “La cantina è ovvia e banale, è il primo posto in cui cercherebbe”.

In pochi secondi Judy trovò Anna sdraiata su dei materassini e iniziò ad osservarla per trovare i prossimi indizi. I ragazzi si erano impegnati molto, ma per una come lei era tutto banale e semplice. La mossa seguente fu quella di guardare sotto il materassino dove, ovviamente, trovò il manico di un coltello: l’arma del delitto era stata identificata. Con delicatezza iniziò a osservare il corpo di Anna toccandola in vari punti riuscendo a farla ridere.

“Non sei molto brava a fingere di essere morta” constatò la detective esplorando il braccio di Anna.

“Soffro il solletico, e ringrazia che non sono veramente morta altrimenti mi preoccuperei, non trovi?” rispose la vittima per poi chiudere la bocca di nuovo.

Judy notò anche che, al polso di Anna, mancava un braccialetto che indossava sempre regalatole da Kristoff: volevano portarla fuori pista facendole credere di incolpare il fidanzato, ma Judy scartò l’ipotesi immediatamente. Ad Anna mancava anche un orecchino e un anello.

Ormai aveva capito tutto: Flynn.

Sapeva, infatti, che veniva chiamato “Il ladro” dai compagni di classe.

Dopo aver risolto il caso, gli amici si ammutolirono intristiti.

“Grazie ragazzi…davvero! Avete fatto del vostro meglio e il problema non è la semplicità del caso che avete costruito, ma il fatto che io ho una testa diversa dalle altre e ho fiuto per queste cose. Nonostante questo mi avete rallegrato il pomeriggio, ve ne sono grata perché nessuno mi ha mai dedicato così tanto tempo” esordì Judy colpita dal gesto degli amici.

“Se tu ci avessi rivelato prima il giorno del tuo compleanno fidati che ti avremmo creato un delitto perfetto! Fidati di me…che farò l’ingegnere!” disse Flynn.

“Ma cosa c’entra?!” chiese Rapunzel confusa.
 
“Niente, dai ho fame! E quando ho fame non ragiono più” continuò lui fiondandosi sul cibo e dando inizio a un pomeriggio di risate, giochi e canti che permisero a Judy di non pensare troppo al significato di quel giorno.

 
Nel frattempo, in una zona periferica del paese vicino, c’era un ragazzo raggomitolato in una stanza buia.

Aveva i vestiti strappati e logori, i capelli mori unti e cosparsi di polvere, era magro e aveva la pelle scura non solo per la sporcizia ma anche per i lividi dovuti alle percosse.

Ogni ora veniva controllato da degli uomini vestiti di nero che gli incutevano timore ma mai nessuno poteva spaventarlo quanto il loro capo. Il ragazzo aveva provato più volte a scappare ma ogni tentativo gli costava solo un ammacco e una frustata in più. Ormai aveva capito che, per uscire di lì, avrebbe dovuto usare l’astuzia. La sua stanza era vuota.
C’era solo un letto e la porta che lo separava da tutte le altre stanze della casa abbandonata. Solo un oggetto gli era concesso ed era un vecchio orsachiotto distrutto che i suoi rapitori non toccavano mai considerandolo innocuo ed insignificante.

Loro non sapevano, infatti, che quell’orso aveva una tasca nascosta nella quale il ragazzo custodiva gli oggetti più importanti e che trovava nel corso della sua vita.

“Hey ragazzino… abbiamo saputo che oggi è il tuo compleanno. Se tua sorella si decidesse a rivelarci il segreto, ora saresti libero e spensierato con lei. Oggi però non ti meriti cattiverie. Goditi questo giorno di festa…chiuso qui dentro” disse un uomo diabolico entrando nella stanza.
Quel signore orribile osservò il ragazzo e, dopo aver frugato nella tasca alla ricerca di una sigaretta, si allontanò richiudendo la camera.

Merida, quando parlò con Judy, aveva ragione su una cosa: tutti sbagliano e commettono degli errori. Quell’uomo, aveva fatto un gran regalo di compleanno al ragazzo perché non si accorse che gli scivolò una penna dalla tasca mentre estraeva la sigaretta.

Oliver attese qualche secondo per poi correre ad afferrare e rigirare fra le dita la biro con le lacrime agli occhi.

La osservò felice per poi nasconderla dentro l’orso di peluche dove erano contenuti dei sassolini, una foto con Judy e un foglietto di carta che aveva trovato per strada mentre veniva trascinato con loro da una postazione segreta all’altra.

Oliver si sentiva felice quel giorno e finalmente pieno di speranza. Prese tra le mani la foto stropicciata e consumata con Judy la quale ritraeva i due fratelli abbracciati davanti a una torta di compleanno e sussurrò:

“Judy, ce la faremo. Devo solo trovare il momento opportuno e vedrai che riuscirò a mandarti un messaggio, anche se scritto su un pezzo di carta. Vinceremo noi questa battaglia. Buon compleanno sorellona, ti voglio bene”
 
 
  
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