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Autore: Feisty Pants    14/09/2018    1 recensioni
Un normale liceo italiano caratterizzato dalla vita energica di tantissimi adolescenti. L'arrivo di una nuova studentessa Judy Hopps, alunna geniale con una particolare dote investigativa, migliorerà la vita di Anna, Elsa, Kristoff, Jack, Hiccup, Merida, Rapunzel e Flynn. L'amicizia aiuterà Judy ad aprirsi e a dimenticare i traumi del passato...ma lei non sa che tutti i suoi amici sono in pericolo...per colpa sua.
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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XXVII.
CRAIG ED HOLLY

 
Il giorno dopo il suo compleanno, Judy si alzò con il sorriso che, però, venne spento immediatamente da una notizia degli zii.

“E’ arrivato un altro messaggio” constatò lui rigirando un foglietto di carta trovato abbandonato fuori dalla porta.

“Buon compleanno Judy! Tu e tuo fratello diventate sempre più grandi, ma noi iniziamo ad arrabbiarci. Ragiona cara, sappiamo dove abiti, dove vai, abbiamo tuo fratello e possiamo piegarlo ad ogni nostro volere. Ti lasciamo ancora 3 mesi di tempo poi è meglio se ti decidi a parlare o ti tortureremo e uccideremo il tuo caro fratellino”

Il cuore iniziò a rimbombarle nelle orecchie, nel petto e in gola. Era la prima volta che la minacciavano così. Erano veramente agli sgoccioli.

“Vogliono, vogliono uccidere Oliver?!” iniziò a dire lei non riuscendo a trattenere i singhiozzi.

“Tesoro, tranquilla. Abbiamo già avvisato la centrale. Aumenteremo la copertura e inizieremo ad avvertire tutte le squadre a nostra disposizione. Non devi crollare adesso, non ti toccheranno mai Oliver! Loro vogliono solo te” spiegò la zia abbracciando la ragazza e permettendole di piangere tra le sue braccia.
 

19 anni prima…


In una confortevole giornata primaverile, in una Chiesa, c’era una giovane coppia intenta e desiderosa di proclamare a gran voce quel sì che li avrebbe uniti per sempre.

Lei aveva i capelli castani e gli occhi azzurri con qualche sfumatura più scura che, a seconda della luce, li faceva apparire violacei. Jennifer era il suo nome, soprannominata Jenny dal compagno e dagli amici. Veniva descritta come una ragazza vivace, simpatica, coraggiosa e sempre ottimista. Aveva da poco terminato il lungo percorso che ogni laureato in medicina doveva intraprendere ed ora, insieme al fidanzato, aveva accettato il lavoro di ricercatrice.

Lui, Stuart Hopps, scienziato affascinante dai capelli mori e gli occhi castani, con un’intelligenza fuori dal comune, era ora pronto a scambiarsi le promesse con quella collega meravigliosa che l’aveva stregato fin dal primo incontro in laboratorio.

Accanto a loro, in veste di testimoni di nozze, era presente un’altra coppia di giovani sposi, Craig ed Holly Hunter*, pronti ad assistere a quel matrimonio sensazionale.

Dopo solo 2 mesi di nozze, Jenny scoprì di aspettare una bambina che avrebbero chiamato Judy. Stuart era entusiasta di diventare padre ma, da qualche mese a quella parte, qualcosa era cambiato nel suo lavoro. Lo scienziato, infatti, con l’aiuto della moglie, stava iniziando un progetto strabiliante che gli avrebbe permesso di creare una medicina in grado di guarire alcune forme tumorali.

La medicina, però, se somministrata nel modo sbagliato e non in giuste quantità, avrebbe causato la morte di molte persone finendo per etichettarla come una vera e propria arma.

L’uomo cercò di nascondere la cosa ma gli costò caro: molti furono i curiosi interessati al prodotto disposti a sborsare quantità esorbitanti di denaro ma lui, rifiutando e custodendo con attenzione la cura, riuscì a tutelarsi e a vivere serenamente la sua vita privata.

 La vita dei due sposi continuò serenamente. I due ebbero la fortuna di vedere crescere Judy in forza e sapienza e alla loro famiglia si aggiunse anche, 7 anni dopo, un piccolino chiamato Oliver. Tutti sembravano essersi dimenticati di quella medicina, tranne loro: una banda di criminali capitana da un serial killer che, durante il 17esimo anno di vita di Judy, bussò alla porta dello studio di Stuart.

“Lei chi è?!” domandò il padre preoccupato vedendosi piombare davanti un uomo mascherato.

“Qualcuno che devi temere” ringhiò lo sconosciuto.

“Cosa vuoi da me?!” continuò Stuart con il cuore in gola.

“La medicina che hai creato 17 anni fa. Voglio la formula, in cambio posso darti tutto ciò che desideri”

“Ho già tutto quello che voglio e la medicina è ormai distrutta. Mi dispiace, ma ho il segreto professionale! Non posso rivelare a nessuno le mie scoperte” si difese lui impugnando fermamente il tagliacarte, unico oggetto contundente a disposizione.

“Bene, non vuoi collaborare. Allora userò altri mezzi per estorcerti la verità. A presto scienziato” e detto questo lo sconosciuto svanì, misteriosamente come era venuto.

Trascorsero altri mesi e quell’incontro peggiorò la vita della famiglia Hopps ormai intenta a cercare un modo per difendersi dall’attacco dei delinquenti. Non fu facile mascherare la faccenda ai due figli che, dotati della stessa mentalità ed intelligenza dei genitori, si accorsero immediatamente dell’eventuale pericolo imminente. Judy ed Oliver furono messi a conoscenza del lavoro dei genitori e di quella scoperta scientifica così tanto bramata da diverse persone, ma non sapevano che un branco di criminali minacciava di distruggere la loro famiglia. Parlando segretamente con il padre, la figlia maggiore scoprì che i due erano intenzionati a dimenticare per sempre la formula medica e a cancellare tutte le prove di essa. Judy, però, non fu d’accordo con quella decisione motivo per cui, mentre i genitori dormivano, si intrufolò nel garage e, dopo aver controllato gli archivi del padre, scovò la formula medica che, da quel momento, rimase impressa nella sua memoria.

La madre, nel frattempo, scoprì di aspettare il terzo figlio anche se, purtroppo, non era desiderato. Non volevano far nascere un altro bambino in quella condizione così precaria. Nonostante tutto, i mesi della gravidanza trascorsero serenamente fino a quella fatidica sera in cui i genitori litigarono, uscirono in macchina e non tornarono più.

“Ti hanno minacciato di nuovo?!” urlò la moglie chiudendo la porta della camera per non far sentire la discussione ai figli.

“Sì. Quanto vorrei non aver mai creato quella maledetta medicina. Hanno detto che verranno a riscuotere e distruggeranno tutto pur di ottenere ciò che vogliono” spiegò lui con il capo chino.

“Dobbiamo avvertire Craig ed Holly…” propose la moglie continuando a camminare per la stanza.

“Gli ho scritto una lettera e li ho appena avvertiti di venire qui con gli altri agenti speciali. I nostri figli hanno bisogno di più protezione e…”

Stuart non continuò la frase perché notò la moglie piegata su sé stessa per colpa di un dolore che conoscenza bene: il travaglio.

I due presero velocemente le chiavi della macchina e corsero dritti verso l’ospedale.

Un chilometro, un inseguimento, due spari… e i loro corpi giacevano inermi nell’automobile.

Seguì la telefonata a Judy, l’irruzione, il rapimento di Oliver.

Quando Craig ed Holly, insieme alla squadra speciale, irruppero nell’appartamento trovarono Judy svenuta per terra circondata da alcuni delinquenti pronti a portarla via con loro ma, appena notata la polizia corsero via a gambe levate. Per Oliver, però, era troppo tardi perché era già stato rapito.
Holly corse in ospedale con Judy mentre Craig rimase nell’abitazione alla ricerca di qualche indizio e lo trovò: una lettera lasciata nella camera matrimoniale.

“Caro Craig, la situazione sta precipitando vertiginosamente e penso di essere arrivato a un punto di non ritorno. Come sai non siamo riusciti a sistemare la cosa in questi anni e nessuno è stato in grado di scovare i delinquenti. Ho eliminato ogni residuo di medicina rimasta e anche gli archivi contenenti le formule e so che questo gesto costerà caro a me e a Jenny. Era la cosa giusta da fare: quella scoperta ha solo creato pericoli ed ora sono pronto a pagare il prezzo della mia incoscienza nell’aver manipolato, senza farmi aiutare e proteggere, tutte quelle sostanze mediche. Il mio più grande dispiacere riguarda il fatto che non penso di riuscire a veder crescere i miei figli, motivo per cui lo sto chiedendo a te. Tu ed Holly siete sempre stati i nostri migliori amici, i nostri testimoni di nozze, i fratelli che non abbiamo mai avuto. Siete gli unici di cui io mi possa fidare e so anche che, grazie al vostro lavoro di agenti segreti, riuscirete a proteggere la mia famiglia. Date ad Oliver un futuro sereno e tranquillo ed assistete Judy in tutte le sue scelte. Sappiamo che non sarà facile combattere quei mostri, ma siamo sicuri che ci riuscirete. Vi voglio bene, Stuart”

“Cosa è successo, dove sono mamma e papà?!” disse Judy il giorno seguente, una volta risvegliata.

I due non riuscirono a rispondere facendo intuire alla ragazza la cruda realtà.

I medici furono costretti a sedare di nuovo la giovane per colpa della disperazione che provò attraverso singhiozzi, urla e pianti.

Al momento del secondo risveglio la giovane non disse una parola ma si fece spiegare il quadro completo da Craig ed Holly. La ragazza rivelò loro di essere a conoscenza della formula medica, cosa che destabilizzò tutti e portò all’inizio dello stalking da parte della banda del serial killer. Da quel momento in poi la vita di Judy cambiò. Iniziò a viaggiare da una città all’altra, cambiare scuole, rispondere al gioco dei delinquenti e diventò apatica per sentire meno dolore fino all’arrivo in quella realtà dove, grazie all’aiuto dei ragazzi, riscoprì la bellezza dell’amore e della vita.
 

Presente…


Judy, dopo lo sfogo di pianto, si diresse verso la scuola con la testa fra le nuvole pensando a qualche stratagemma per incastrare le persone che odiava di più al mondo.

“Mi hanno minacciata ancora” confidò lei a Merida durante l’intervallo. Merida non riuscì a risponderle perché notò Hans pronto ad avvicinarsi ad Elsa.
“Ciao bella” disse lui chiudendole di scatto l’armadietto.

“Ciao Hans” salutò lei senza guardarlo in faccia e riaprendo con delicatezza l’armadietto.

“E’ da un po’ che non vengo a salutarti. Non c’è il tuo biondino in giro?” domandò lui guardandosi attorno. Lei non rispose prendendo il materiale dall’armadietto ed allontanandosi.

“Hey, non mi piace essere ignorato!” aggiunse lui seguendola.

“Ma si che non hai proprio fantasia caro Westengard! Ci provi sempre con la stessa ragazza e ti avvicini a lei da codardo mentre il suo ragazzo non è nei paraggi…geniale” si intromise Judy pronta a difendere ancora una volta l’amica.

“Non ho fantasia? Bene allora inizio a prendermela con te” disse lui spingendo Judy con forza ed avvicinandosi a lei.

“Hans, falla finita!” disse una voce dietro di lui.

“Nick, che vuoi?! Il capo sono io ricordi?” gli soffiò contro lui minaccioso.

“Sì, caro il mio capo ma sei già stato sospeso un mese fa e ti consiglierei di startene buono” spiegò tranquillamente il ragazzo con i capelli rossi.

“D’accordo pel di carota…ci vediamo dopo” rispose Hans e, dopo aver guardato male Judy, si allontanò.

“Me la sarei cavata da sola” si difese Judy guardandolo negli occhi.

“Un grazie sarebbe sufficiente” rispose lui appoggiandosi al muro.

“Non sei come loro eppure gli vai dietro…perché?” chiese Judy incuriosita.

“Ho molti vantaggi che non sto qui ad elencarti. Ci vediamo coniglietta impaurita” salutò lui allontanandosi.

“Hey Judy, che voleva?” domandò Anna avvicinandosi insieme al resto del gruppo.

“Non ne ho la più pallida idea” rispose lei ancora confusa per quello strano atteggiamento.

“Sentite…ho saputo che settimana prossima ci sarà una festa, che ne dite ci andiamo?” propose Rapunzel euforica.

“Ci sta… solo donne però” rise Merida dando un bacio sulla guancia ad Hiccup.

“Perfetto, che bello ragazzi abbiamo la serata libera! Birra, play station e sky…meglio di così!” concluse Flynn e il gruppo continuò a ridere e scherzare per tutto il resto dell’intervallo. Non sapevano, però, che il pericolo si nasconde dietro ogni angolo e quella festa sarebbe costata molto cara ad uno di loro.
 
*Craig ed Holly Hunter sono rispettivamente Elastigirl e Mr. Incredible… sono gli unici ad essere degli agenti speciali e mi sembravano appropriati.
  
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