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Autore: PrincessintheNorth    17/09/2018    1 recensioni
Prequel di "Family"!
Nel regno del Nord, una principessa e Cavaliere dei Draghi, Katherine, farà conoscenza di Murtagh, il Cavaliere Rosso che si è autoimposto l'esilio ...
In Family abbiamo visto il compimento della loro storia e il loro lieto fine: ma cos'è successo prima?
"-Principessa, per l’amor del cielo … - prese a implorarmi Grasvard. – Spostatevi da lì … non vi rendete conto di chi è?
-È Murtagh figlio di Morzan, ex Cavaliere del Re Nero, erede del ducato di Dras-Leona. – ringhiai. – So benissimo chi è. So anche che è un essere umano come me e come te, a meno che tu non sia un elfo sotto mentite spoglie. È un essere umano ed è vivo per miracolo. Quindi, dato che come me e come te è carne e sangue, gli presteremo le cure che necessita. Sono stata chiara abbastanza?"
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castigo, Eragon, Murtagh, Nuovo Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Selena/Morzan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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MURTAGH
 
 
Belle era qualcosa di troppo divertente.
Anche April lo era, da neonata, e lo era ancora, ma la mia piccoletta aveva qualcosa che la rendeva assolutamente unica.
Aveva scoperto un nuovo gioco, ovvero rotolare sul letto, e per tutto il pomeriggio quella era stata l’unica cosa che voleva fare, mentre la sua mamma era via. Perciò, avevo passato tutto il tempo a rotolarla sul letto, con Ariel e Denver che fissavano straniti la scena.
Non aveva nemmeno avuto fame, visto che si era fatta una super poppata di mezz’ora prima di pranzo. Meno male, perché Katie ancora non era tornata.
Evidentemente Maegor l’aveva conquistata.

- Sei una puzzona. – presi in giro la piccola, che fece un sorrisone. – Tu sei una principessa, non puoi fare la cacca così puzzolente.
Lavai alla bell’e meglio il pannolino, per poi metterlo nella cesta dei vestiti sporchi e mettergliene su un altro.
- E non si vomita sulla bellissima tutina che ti ha preso il papà. Fallo su quella della mamma, che è pure vecchia.
- Chiunque osi insultare la mia tutina verrà servito a cena come portata principale. – esordì Kate, entrando, e come sempre a lei e alla piccola si illuminarono gli occhi nel rivedersi. – Hai fatto la brava, piccola peste?
- Ha scoperto quanto sia divertente giocare a rotola-rotola. – la informai, facendo il solletico sul pancino a Belle.
Avevo scoperto che, esattamente come la sua mamma, lo soffriva tantissimo, e infatti la mia piccola scoppiò a ridere e piegò le gambette nel tentativo di proteggersi.
- E potresti anche spiegarmi perché l’hai bardata così? Posso capire la tutina, ma anche la sciarpa e il cappello … – commentò Katie prendendola in braccio e salvandola dalla tortura del solletico.
- Perché si gela.
- Ma se fa ancora caldo! – rise togliendole tutta la bardatura.
- Non è che si ammala? È piccola, se prende un colpo d’aria poi …
- Non le accadrà niente … per gli dei, c’è pure acceso il camino! Può solo venirle un colpo di caldo. O no, piccoletta? – rise dandole un bacino sulla guancia morbida e paffuta. – Vero che fa caldo? Hai solo un papà freddoloso.
- Io non sono freddoloso.
- Conta le coperte e poi riparliamone.
- Ne ho aggiunta una prima per far giocare Belle, prima che la pelliccia della tua coperta le desse fastidio!
- Va bene, va bene … hai anche un papà permaloso. E sai adesso cosa dirà? Io non sono affatto permaloso.
Ovviamente, Belle rise.
- Senti, signorina. – finsi di sgridarla. – Io sono il papà, quello che ti ha fatto giocare finora, quello divertente. Non puoi ridere di me, o non ti faccio più giocare a rotola-rotola. Hai capito?
E quella, insieme a sua madre, scoppiò a ridere agitando i minuscoli piedini e le piccole manine.  
Poco dopo, entrò Derek, con Maegor che lo usava come portantina, stando appollaiato sulla sua spalla.
Nel vederlo, Belle s’illuminò e gli fece uno di quei suoi dolcissimi sorrisi, immediatamente ricambiato.

- Ma c’è una bimba super intelligente che già fa i sorrisoni? – ridacchiò prendendola in braccio. – C’è una bimba che fa come la sua mamma? Eh già. Basta che non inizi a tirare i capelli e siamo a posto.
- Troppo tardi. – lo informai.
- Lo sospettavo. – asserì. – Dopotutto è anche figlia tua, e tirare i capelli era anche una delle tue attività preferite. Katie, se vogliamo fare ciò che abbiamo pensato di fare, penso sia ora.
Era stato molto criptico, ma il sorriso feroce che si dipinse sulle labbra di Katherine spiegò qualunque cosa.
- È già ora di squartarlo? – chiesi divertito.
- Oh, non ancora. – rispose lei. – Prima deve essere pronto.
- Quindi dobbiamo andare a dirglielo?
- Ovviamente no. L’effetto sorpresa è necessario. – fece Derek. – Andiamo solo a fargli un po’ paura. Sarà divertente.
- Posso venire? – li pregai.
- Qualcuno deve stare con la bimba … - obiettò Katie.
- Ci stai tu! Non l’hai vista tutto il pomeriggio. – iniziai a raggirarla. – Le sei mancata da morire. Non vorrai certo che cresca sentendo la mancanza della sua mamma …
- Ti sta fregando, quella sciagurata di tua figlia si è divertita tutto il pomeriggio! – esclamò Sìgurd, distruggendo la mia bellissima teoria raggira-Katherine.
- Chi hai osato chiamare sciagurata? – ringhiai a quel punto, perché poteva parlare male di chiunque ma non della mia piccola.
- Tua figlia. – confermò. – Belle Selena Kirk Shepherd, Principessa di Winter Manor. Ha osato farmi la pipì addosso mentre tu eri in bagno e io le stavo cambiando il pannolino. Ha sporcato la mia giacca nuova da capitano.
- E credi che una giacca sporca sia sufficiente a insultare mia figlia? – sibilai.
- Calmati. – rise Katie. – Le hai dato della stronza tutto il tempo perché non voleva nascere.
- Ma è diverso.
- Non c’è nulla di diverso. Sìgurd, ti consiglio di uscire, non so per quanto riuscirò a trattenerlo. Sheryl, puoi chiedere a mia madre di tenerla cinque minuti?
La ragazza, grande amica di Kate, storse il naso. – Credo che sia giù in città.
- Audrey?
- Con lei.
- Beh, Sìgurd è qui.
- No. – mi opposi.
Sapevo che l’aveva chiamata sciagurata per scherzo, ma in ogni caso la mia Belle non andava insultata, né sul serio né per finta, se non si voleva incorrere nella mia ira.

- Ti ho detto di calmarti. Se vuoi venire … Sheryl, puoi curarla cinque minuti?
- Ma certo … vieni dalla zia, tesoro. – Belle si accoccolò subito tra le sue braccia, e noi uscimmo.
Vidi Katie fare una piccola espressione di sofferenza nel lasciarsi la piccola alle spalle, ma poi scosse la testa.
- Se vuoi restare … - iniziai, ma lei scosse la testa.
- Prima voglio vendicarmi un po’. – sibilò.
Arrivammo nelle segrete dopo almeno venti minuti, perché Derek l’aveva segregato nella cella più fredda e sicura che potesse esserci: prima di entrare nel gelido cunicolo al cui fondo si trovava la cella, infatti, una guardia ci diede dei pesantissimi mantelli di pelliccia.
Ovviamente, Katherine e Derek sembravano delle divinità scese in terra con addosso quei mantelli, mentre io sembravo un freddoloso da tanto che mi ci ero stretto dentro.
Questo non andava assolutamente bene, perché alla fine dei conti ero pur sempre Murtagh Kirk, e il mio aspetto era parte della mia reputazione, che ci tenevo a mantenere. Perciò, a costo di gelare, lo lasciai aperto come loro.
Mi sentivo già più bello, nonostante il gelo, ma la mia Belle meritava di avere un papà decente, di certo non uno che si lamentasse del freddo quando la mamma non lo faceva.
Derek aprì la porta con le chiavi, avendo cura di fare tutto con la massima lentezza, così da instillare ancora più paura nel prigioniero. Con calma fece scattare la serratura, e ancora più lentamente aprì la porta, che si mosse sui cardini con un sinistro cigolio.
D’istinto, presi la mano di Katherine. Non perché quel bastardo mi intimorisse e avessi bisogno di conforto (anzi, incatenato com’era non poteva farmi niente), ma perché sapevo che nel rivederlo lei avrebbe potuto spaventarsi e bloccarsi. In fondo, era fatta così: estremamente forte, ma anche fragile, e quando le toccavi la famiglia, diventava una belva degna del suo stemma … ma sapevo che, nel vederselo davanti, avrebbe potuto spaventarsi e bloccarsi, dopo tutto quello che le aveva fatto.
Entrammo dopo Derek, e lo stronzo sollevò appena lo sguardo nel vederci, per poi rivolgerci un ghigno divertito.

- E così, puttanella del Nord, ci rivediamo. Sei venuta a succhiarmelo, vero?
Ero già pronto per ammazzarlo seduta stante, ma stavolta fu Kate a trattenermi la mano.
Peccato che non riuscì a trattenere suo padre, che mollò un gancio destro talmente forte in faccia a quell’idiota che sentimmo lo zigomo spezzarsi.

- Ti piacerebbe, vero? – sorrise Katie, con il sorriso più malvagio che le avessi mai visto in volto.
No, invece, mi corressi. Già una volta l’avevo visto: quando aveva bruciato vivi i ribelli di Lionsgate.
Quando aveva catturato il suo carceriere il ghigno che aveva fatto era l’ombra di quello che aveva in quel momento: non aveva fatto abbastanza, quell’omuncolo, per meritarsi tutta la furia di Katherine Shepherd scatenata.

- Peccato che non sia mai riuscito a ricattarmi a sufficienza per fartelo fare. – proseguì.
Ecco la mia piccola.
- Garrett. – fece Derek alla guardia. – Penso sia opportuno togliere a questo verme la camicia. Katherine, Murtagh, venite, controlliamo un attimo. Katie, gli hai già spiegato come intendiamo attuare la nostra vendetta, vero?
Era ovvio che si riferiva alla spiegazione che ancora attendevo su questa famosa aquila di sangue, ma lo vedevo, aveva paura di dirmelo.
- Non ho ancora avuto modo. – rispose lei.
Uno strappo ci fece notare che la guardia aveva proceduto ad eseguire gli ordini del suo re, e seguimmo Derek dietro al verme.
- Mmh … troppo magro. – osservò lui.
- Già. – commentò lei. – Non va bene. Garrett, assicurati di ingrassare il maiale a sufficienza.
- Come desiderate, Comandante.Notai solo in quel momento che la guardia era un ufficiale di Marina.
- Per cosa? – sentimmo Grasvard chiedere con un rantolo.
- Katie, hai sentito qualcosa? – le chiesi.
- No. – rispose lei, con un sorriso perfido che echeggiava il mio. – Forse una cimice?
- Credo una zanzara, amore.
- INGRASSARE PER COSA?!
Ma come diavolo fa a urlare con mezza faccia spaccata?, commentò Castigo.
Sono un Cavaliere, non un dottore.
Di nuovo, non lo calcolammo.

- Sono un suddito del Nord! Ho diritto a conoscere la mia pena! – sbraitò. – Ho diritto a scegliere il tipo di morte che mi verrà data e ho diritto alle ultime parole!
A quel punto, Derek rise.
Non era la sua solita risata.
Era identica a quella malvagia di Katherine, e voltandomi notai che l’espressione sul suo volto era identica, in ogni dettaglio, a quella della figlia. Forse più paurosa.  

- Diritti … ma certo. – rise. – Lo sarebbero se qua ci fosse un testimone imparziale, no? Qualcuno con le palle di opporsi a tre Cavalieri. Tu puoi declamare tutti i diritti che credi di avere, ma la verità è che io sono il re del Nord, il tuo re, e i tuoi diritti, così come la tua vita, dipendono unicamente da me. Io do, io tolgo, e nessuno può dirmi niente. Non parlare di leggi con chi le fa.
A meno che tu non sia Katherine Shepherd, che conosce ogni legge del Nord a memoria e persino meglio del re, commentai fra me e me.
- Certo che avrai la pena di morte. Ma ho già scelto che morte infliggerti, e anche le tue ultime parole.
- Ma i miei diritti …
- Sono una mia scelta. Tutto nel Nord dipende da una mia scelta. Mia, non dei sudditi. E tu sei il più infimo tra tutti loro.
- Voi non potete …
- Questo è ciò che accade se provi a sfidare Draghi, Leoni e Linci. – sentenziò Katherine, riferendosi anche allo stemma della famiglia di Audrey. – Vieni sbranato. E tu lo sarai. – sorrise malevola. – Oh, se lo sarai. E non lo faremo in piazza, dove tutti potranno vederti e ricordarsi per il resto della loro vita delle tue urla da puttanella in calore. Non sarai ricordato da nessuno, morirai in un’anonima cella e lasciato a marcire sulle mura della città.
- Vuoi davvero sporcarle? – commentai. – Insomma, che schifo. Alle mura si appendono i fuorilegge con un minimo di palle, non certo gente del genere.
- Già … - ci ripensò. – Allora suppongo deciderà mia madre. Dopotutto, anche lei non vede l’ora di dare il suo personale tocco alla tua morte. Anzi … mio nonno.
In effetti, John Barfield, il nonno di Katherine, aveva parecchio di cui vendicarsi, come l'omicidio del figlio e le molestie a Miranda. 

Uscimmo dalla cella più soddisfatti di prima.
Ci voleva proprio.
Fu lo sguardo di Katie a convincermi che la scelta di Derek di tenerlo ancora un po’ in vita fosse quella giusta: mai l’avevo vista così … beh, così Katherine Shepherd.
Nel momento in cui aveva potuto prendersi quella piccola rivincita sull’essere che l’aveva tiranneggiata e umiliata, era diventata la Comandante che tutti i bardi lodavano nelle canzoni: bellissima, fiera, implacabile e nobile.
Fino a quel momento, avevo amato la Katie che solo in pochi avevano l’onore di conoscere, quella con tutti i suoi pregi e le sue debolezze, la vera Katherine dietro i racconti: mi resi conto che, sebbene la ragazza accanto a me fosse ancora quella che avevo sposato, adesso era diversa, forse più consapevole di sé.
No, non più consapevole o più vera, mi resi conto.
Era finalmente libera.
Era libera dall’ombra che quel mostro aveva sempre gettato sulla sua vita, un’ombra di minacce, usurpazioni, umiliazioni e terrore, un’ombra che troppo spesso l’aveva resa una pallida imitazione di ciò che era in realtà e che, a causa di quell’ombra, a volte era difficile scorgere, come quando scoppiava in lacrime per una mezza parola detta male o un gesto sbagliato. Finalmente, di lui non aveva più paura, quella paura folle che la bloccava.  
Quella Katherine, la ragazza che vedevo ora camminare a testa alta … era lei la vera Katherine. Era forza e debolezza, amore e odio, pietà e malvagità, dolcezza e durezza, perfezione e imperfezione.
Così come un diamante è contemporaneamente sia la pietra più forte che la più debole, così era lei.
Era la mia Katie.




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Ciao a tutte e ciao a tutti! Scusate il ritardo, ma ho appena ricominciato la scuola e gli impegni sono tanti. 
Come sempre vi mando un grosso bacio e vi metto il link alla pagina FB di questa storia e delle altre due correlate (Family e Beauty and the Beast): https://www.facebook.com/KatherineShepherdEfp/
 
   
 
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