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Autore: Hookina90    17/09/2018    1 recensioni
Dopo una grossa perdita Amy decise di abbandonare la sua città, i suoi amici e il suo lavoro. Durante il suo viaggio però si imbatterà in una piccola cittadina con abitanti particolari dove conoscerà persone che le cambieranno la sua vita, ma il passato quando meno se lo aspetta la riuscirà a trovare di nuovo. Dovrà fare scelte difficili e dolorose.
Cosa farà alla fine Amy? Starà legata al passato o si farà una nuova vita?
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Piccolo estratto del primo capitolo
Seguì Mr Gold in silenzio verso il suo negozio. Ci mettemmo poco ad arrivare. Notai subito che dentro c’era un sacco di roba e molti oggetti erano anche molto interessanti perché sicuramente ognuno di loro avrà una proprio storia. Sembrava una di quelle botteghe di antiquariato o di mercatino dell’usato.
“Bene, ora può parlare”, affermai determinata.
Ero curiosa di sapere perché lui si comportasse così nei miei confronti. Ero una persona normale o almeno non credevo di spaventare al tal punto le persone.
“Ok, come si chiama tuo padre?” , domandò girandosi verso di me.
“Bobby Singer, perché?”
“No, intendo il nome del tuo padre biologico?”, chiese lui serio.
IN REVISIONE
Genere: Angst, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Baelfire, Killian Jones/Capitan Uncino, Neal Cassidy, Neal Cassidy/Baelfire, Signor Gold/Tremotino
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 8: She's lost control
 
 
Dopo due ore di agonia sentì dei rumori di passi. Andai a controllare e per fortuna era Hook. Stava bene.
“Mi spieghi dove eri? Ti ho chiamato almeno una decina di volte”, domandai agitata
“Lo sai che quel coso non lo so usare. Ero andato a vedere se trovavo qualcosa da regalarti, non l’hai letto il messaggio che ho provato a mandarti con sto aggeggio?”
“Non ho ricevuto nulla”, risposi mentre stavo controllando il cellulare, poi aggiunsi: “Che cosa hai trovato?”
Mi ero veramente spaventata per niente. Stavo diventando paranoica. Dovevo cercare di rilassarmi.
Ero però curiosa di sapere che cosa mi avesse regalato. A Natale avevo solo fatto una cena a casa di Bea con anche Hook, ma nessuno era dell’umore di festeggiare a causa di quello che era successo a nostro padre. Avevo comunque preso dei pensierini per tutti compreso Hook. A lui gli avevo comprato una camicia scura e lui non sapendo di questa tradizione non mi aveva preso nulla. Ora sicuramente vorrà trovare qualcosa da regalarmi nonostante gli avessi ripetuto che non era necessario.
“Lo vedrai… ma non sarai stata preoccupata per me?”, chiese lui alzando il sopraciglio
“Si, con la faccenda di Zelena sono sempre in ansia, anche perché se volesse i miei poteri potrebbe usarti per arrivare a me…”, dissi esitante abbassando lo sguardo.
“Non succederà, tranquilla. Te cosa hai fatto oggi?”, chiese dolcemente prima di sedersi sulla sedia della scrivania
“Stamattina sono andata a trovare Bea. Mi ha aiutato a fare qualche ricerca. Ovviamente non abbiamo trovato nulla ”, risposi mestamente avvicinandomi a lui
“Il coccodrillo è un esperto, quindi lui sicuramente troverà qualcosa”, rispose Hook serio
“Mmm da quando sei così fiducioso nei confronti di mio padre? Fino ad ieri avevi dei dubbi”, chiesi perplessa.
“Ci devo sperare, perché voglio che questa situazione si risolva presto. Non voglio che rischi di nuovo la vita per Zelena. Lui riuscirà a darci una mano”, ammise con un tono che faceva trapelare un filo di insicurezza
“Ok sei strano oggi. Sicuro di stare bene?” domandai preoccupata mettendo una mano sulla sua spalla
“Si..Sto bene tesoro”, rispose sorridendo.
“Ok”, dissi ancora un po’ dubbiosa
 
2 Gennaio 2015
 
Ero andata con Bea da Granny per parlare un po’ e bere qualcosa insieme, ma un certo punto arrivò  Regina adirata.
“Cosa è successo?”, domandò Snow girandosi verso di lei.                  
“Qualcuno ha preso il mio cuore!”, urlò arrabbiata
“Sarà stata Zelena…”, ammisi spaventata.
“No non è stata lei, ma uno del nostro gruppo. L’uomo da una mano sola”, disse irritata.
“Killian? Lui non ha fatto nulla”, affermai fredda alzandomi.
“Come fai ad esserne così sicura?”, domandò Snow voltandosi verso Regina
“Me l ha detto mia sorella stessa che stamattina è venuta a farmi visita a casa mia!”, rispose Regina arrabbiata.
“Come fai a saper che non stia mentendo?”, domandai  infuriata. Hook non farebbe mai una cosa dl genere, almeno non ora. Era cambiato. Ne ero certa.
“Regina hai prove per incolpare Hook?”, chiese Emma con tono più calmo
“No…ma non posso non pensare che sia colpevole. E’ pur sempre un pirata!”
“Lui è cambiato!”, gridai e subito iniziò a tremare tutto.
“Cosa succede qui?”, domandò Hook che era appena entrato nella locanda.
“Mi hanno rubato il cuore, tu c’entri in questo furto?”, chiese Regina girandosi verso di lui.
“No perché dovrei rubarlo?”, domandò sarcastico venendo verso di me
“Sarà stata Zelena stessa, avrà trovato un modo per prendertelo. Killian non ha fatto nulla”, risposi in tono ghiacciale chiudendo le mani a pugno
“Non credo perché è protetto con un incantesimo che non le permette di toccarlo”, affermò secca Regina.
“Ripeto lui non ha fatto nulla! Quindi trovate qualcun altro da accusare!” ribattei decisa prima di uscire con Hook sbattendo la porta. Ero furiosa.
Dopo un paio di minuti di silenzio assordante Hook mi fermò e mi chiese: “Mi spieghi che cosa è successo?”
“A Regina è stato rubato il cuore. Zelena ha riferito alla sorella che sei stato tu. Io so però che tu non c’entri. Non sei più quel tipo di persona. Mi fido di te”, risposi determinata.
“Lo so tesoro”, rispose dolcemente.
“Almeno gli manca ancora tutto, ha solo il cuore”
“Esatto quindi possiamo ancora vincere”

4 Gennaio 2015
 
Dopo quello che era successo tutti continuarono a guardare in cagnesco Hook. Lo incolpavano ingiustamente perché era ovvio che Zelena avesse mentito, anche se non capivo perché avrebbe dovuto dare la colpa proprio a Hook? Perchè aveva messo in mezzo proprio proprio lui? Ero però certa che stava sicuramente architettando qualcosa. Ogni fibra del mio corpo mi urlava che era tutta colpa di Zelena, però non potevo nemmeno andarla a cercare e tentare di sconfiggerla perché non ero ancora in grado di affrontare una battaglia contro di lei. Regina stessa aveva avuto difficoltà nel combatterla, come avrei potuto farcela io che ero entrata in questo mondo da un mese. Era veramente forte .
“Amy non è importante quello che pensano gli altri. A me importa di avere la tua fiducia, quindi non ti innervosire”, ammise Hook mentre mi stava accompagnando da Bea
“Non mi piace lo stesso questo comportamento”, dissi irritata.
“Mi ascolti per una volta”, ribattè lui ironico
“Si, ti ascolto sempre Killian”
“Si sempre…Ci vediamo stasera”, ribadì sorridendo quando arrivammo davanti alla casa di Bea
“Va bene”
Avevo deciso di vedermi con Bea perché l’ultima volta lo avevo lasciato da Granny senza salutarlo e da allora non c'eravamo più sentiti. Non mi ero comportata bene perchè effettivamente lui non aveva detto nulla contro Hook quindi volevo rimediare.
“Ciao Bea”, dissi mestamente appena entrai in casa, poi aggiunsi: “Mi dispiace averti lasciato da Granny. Ero frustata perché stavano accusando Killian senza nemmeno ascoltarlo e senza prove…”
“Si mi dispiace anche a me. Amy volevamo solo capire cosa stava succedendo. Posso capire che volevi difendere Hook perche tu ci tieni molto a lui..”
"Non cominciare. Lo avrei fatto anche per te!", intervenni stizzita. "Lo so Amy. Io volevo dire che è normale che tu ti fidi di lui a priori, ma gli altri non hanno questo legame con lui. Loro saranno ancora legati al vecchio Hook e hanno bisogno di qualcosa in più per credergli totalmente...", spiegò lui sedendosi al mio fianco sul divano. “Posso capire, ma in questo modo si fidano delle parole di quell'arpia. Non hanno messo in dubbio che lei potrebbe aver mentito a Regina e questo che mi ha fatto innervosire. Io invece al contrario di loro sono sicura che è tutta colpa di Zelena”, confermai decisa
“Sicuro lei c’entra”, ribadì Emma dopo aver posato una tazza di caffè sul piccolo tavolo di legno di fronte al divano.
“Killian non farebbe mai una cosa del genere e non mi mentirebbe mai”, ribattei prendendo in mano la tazza calda
“So che l’amore offusca le persone…”, iniziò  titubante Bea.
“Non sono ne innamorata ne offuscata. Mi fido solo di lui, come mi fido di voi. Credevo che almeno te mi appoggiassi…”, risposi dura interrompendolo.
“Io sono dalla tua parte Amy, ma ascoltami dobbiamo scoprire cosa è successo, perchè per quanto ne sappiamo Zelena forse potrebbe essere riuscita a manipolare Hook e usarlo come pedina del suo folle piano. Dobbiamo capire che cosa ha fatto per averlo fatto diventare il suo cagnolino. Sicuro lui avrà fatto qualcosa per attirare l’attenzione di Zelena”, disse Bea calmo appoggiando una mano sulla mia
“No lui non è un suo schiavo. Non mi mentirebbe. Io vi dimostrerò che è innocente…”, affermai seria stringendo forte la tazza
“Amy non voglio che tu soffra..”, ribattè Bea mestamente
“Non succederà”, ammisi perentoria. Ero consapevole che stava cercando di proteggermi, però non capivo perché nemmeno lui riusciva a credere a Hook. 
In questi mesi lui si era comportato bene. Mi aveva anche salvato la vita. Nessuno però voleva fidarsi di lui. Sapevo che prima del mio arrivo per ottenere la sua vendetta non si faceva scrupoli. Era disposto anche a uccidere, ora però non era più quella persona.  Sapevo che avrebbero cambiato idea sia su Hook che su Rumple. Ci speravo.
“Amy sono sicura che riusciremo a scoprire la verità”, ribadì Emma educata.
Annuì.
 
Dopo averli salutati tornai dalla Jolly Roger perché Killian mi aveva invitato a cena, anche se sicuramente avrà preso tutto Granny. Amavo la cucina di Granny, soprattutto gli anelli di cipolla e infatti lui me li prendeva sempre, però prima o poi gli avrei insegnato a cucinare qualche piatto perchè era meglio variare ogni tanto. Non ci faceva bene mangiare sempre le solite cose iper caloriche.
Non appena ci sedemmo a tavola gli raccontai subito della mia discussione con Emma e Bea, soprattutto il fatto che secondo mio fratello Hook era schiavo di Zelena
“Non ti farei mai soffrire tesoro e soprattutto sono un uomo libero. Te lo direi in caso contrario”, disse dopo aver mangiato una patatina
“Lo so Killian. Lui si preoccupa per me e sta cercando una spiegazione alle parole di Zelena”, affermai abbattuta. 
“Sei l’unica che si fida di me..anche se inizio a pensare che forse non dovresti…”, rispose mestamente.
“Perché dici così? Che succede Killian? Non vorrai ascoltare le parole degli altri, di quelle stesse persone che non riescono a vedere il buono in te?”, domandai scioccata
“No niente…tranquilla”, asserì sorridendo.
“Sicuro, ultimamente sei più strano del solito”
“No, sono sempre io. Ora pensiamo a finire di cenare tranquillamente” rispose entusiasta porgendomi dei tacos.
“Va bene, mi rilasso e mi godo la cena”, replicai prima di prendere il piatto, anche se una parte di me iniziava a pensare che forse c'era veramente qualcosa di strano in lui, anche se lui affermava il contrario. 
 
5 Gennaio 2015
 
Era da qualche giorno che non  vedevo mio padre così decisi di fargli una visita e parlare un po’ di quello che stava succedendo. Lo trovai nel negozio, indaffarato. Pensai di tornare più tardi, però mentre stavo per uscire domandò: “Emily come va?”
“Bene, tranne per le accuse a Killian…”, asserì afflitta avvicinandomi a lui.
“Si ho sentito. Sai come la penso sul pirata…”, ammise grave appoggiando uno straccio sul bancone.
“Lo so, anche se Killian ultimamente sembra più propenso a fidarti di te. In effetti è strano ultimamente…”, dissi pensierosa.
“Pensi che ti stia mentendo?”
“No, però forse mi sta nascondendo qualcosa, anche se mi ha detto più volte che sta preparando una sorpresa per me”, affermai dubbiosa mentre stavo guardando un ciondolo a forma di ancora appeso insieme ad altra bigiotteria d’argento.
 “Sarà così Amy. Sei venuta qui per parlarmi del pirata o di altro?”, chiese gentilmente
“No sono venuta per sapere se hai scoperto qualcosa altro su Zelena, per esempio sai dove potrebbe avere nascosto il cuore di Regina o come sconfiggerla?”
“No, mi dispiace non ho ancora trovato nulla. Appena so qualcosa ti avverto tranquilla”, disse sorridendo poi aggiunse con un tono più serio: “Se dovesse farti soffrire quel pirata ci penso io a lui”
“Pure tu…Lui non mi farà del male”, affermai fiduciosa
“Lo spero vivamente. Meriti di essere felice Amy”
“Lo sono papà, come faccio a non esserlo. Ho una famiglia fantastica e degli amici meravigliosi. Siete sempre al mio fianco anche quando ne ho bisogno.”, risposi entusiasta
“Sono contento Amy”, rispose lui con gli occhi lucidi.
Andai ad abbracciarlo e dopo averlo salutato uscii dal negozio. Decisi di fare una passeggiata nel bosco. Volevo stare un po’ da sola. Non mi piaceva l’idea di sentirmi di nuovo dire che Hook mi avrebbe potuto far soffrire. Lui non lo farebbe mai. Lui non mi mentirebbe mai. Ne ero certa, anche se ultimamente era più strano.Mi stava sicuramente nascondendo qualcosa o forse stavo cominciando a dare troppo peso alle parole della mia famiglia.
 
No Amy non devi ascoltarli! Hook non ti mentirebbe mai
 
Dopo mezzora mi sedetti sulla sabbia fredda per ascoltare il suono del fruscio delle foglie degli alberi che si trovavano dietro di me causato dal vento e il rumore delle onde che si infrangono sulla battigia. Il tempo non era bellissimo, infatti in cielo c’erano dei nuvoloni neri. Era in arrivo una bella tempesta. Non era stata un'ottima idea venire sulla spiaggia e forse era meglio se tornavo in camera prima che cominciasse a piovere. Non volevo inzupparmi. 
Mi stavo per alzare quando a un certo punto sentii una voce dietro di me dire: “Ciao Amy”
 “Come…è possibile…”, dissi scioccata girandomi verso di lei.
Davanti a me c’era una mia versione, ma vestita in maniera diversa. Aveva pantaloni neri di pelle un cappotto lungo scuro aperto che permetteva così da vedere che sotto indossava un corsetto rosso. I suoi capelli erano neri corvino come quelli di Hook e gli occhi color rosso sangue. Un’altra me. Doveva essere qualche trucco magico.
“Sono te …o almeno una delle tue due versioni….”, asserì lei fredda.
“Cosa vuoi da me?”, domandai acida 
“Io voglio solo parlare”, rispose sorniona poi aggiunse avvicinandosi a me: “So che ormai il tuo cuore è quasi completamente nero e ormai il tuo destino è essere avvolta dalle tenebre. Sei destinata a diventare il nuovo DarkOne”
“No non succederà mai! Non è vero che può succedere una cosa del genere.”, dissi digrignando i denti.
“Non mentire. Io sono te! Diventerai me e inizierai a uccidere tutte le persone che ami a partire  da quel patetico pirata che striscia sempre ai tuoi piedi”, affermò lei beffarda  girandomi attorno.
“Io… no …non è vero…Io voglio bene a Killian, non gli farei mai del male!”, ribattei guardandola agitata.
 
No, non dovevo darle retta!
 
“Rimarrai da sola! L’unica cosa che ti rimarrà sarà l’oscurità!” mi urlò in faccia.
Stavo iniziando a innervosirmi. Lei anche se aveva il mio aspetto non sapeva nulla di me e dei miei sentimenti. Sentii all’improvviso  che tutta la rabbia che avevo trattenuto in queste settimana aveva bisogno di uscire, di essere liberata.
“Basta! Tu non sai nulla!”, gridai furiosa e e poi pochi secondi dopo mi accorsi che venni avvolta da un vortice di fumo bianco e nero. Una scia uscii dalle mie mani e colpii in pieno l’altra me. Non capivo come ci ero riuscita. Un attacco così potente non mi era ancora capitato di compierlo e soprattutto non con quei due colori.
L’altra me venne scaraventata a una decina di metri lontano da me. Abbassai lo sguardo e notai che le mie mani stavano brillando e tremando. Sentivo che avevo perso letteralmente il controllo dei miei poteri. Cosa avrei potuto fare adesso?
“Vedo che hai perso il controllo. Ora nessuno vorrà starti accanto nemmeno Hook. Sei solo a pochi passai dalle tenebre. Rimarrai completamente sola. SOLA”, rispose lei con sorriso maligno mentre stava cercando di alzarsi.
“Non è vero…”,  replicai titubante. Lei mi guardò con un sorriso perfido. Lei era felice di vedermi crollare. Dovevo agire. Non potevo continuare a discutere con lei. Non potevo usare i poteri magici. Avrei dovuto quindi formulare un altro piano. Lo dovevo fare in fretta.
“Non è vero. Loro mi vogliono bene. Non mi lascerebbero mai da sola!”, gridai decisa prima di prendere il mio coltello nascosto nella cintura che usavo nelle occasioni di emergenza. Non appena era vicino a me la infilzai
“Grazie Amy hai fatto quello che volevo!”, disse prima di scomparire in nuvola verde insieme al mio coltello
Era sicuramente stata un’idea di Zelena anche se non sapevo  cosa le potesse servire il mio coltello e perché avrebbe dovuto farmi combattere con me stessa. Ora però avevo un’altra priorità. I miei poteri.
Mi inginocchiai sulla sabbia. Iniziai a fissarmi le mani e continuavano a scintillare. Non potevo vedere nessuno. Non volevo ferire qualcuno per sbaglio. Alla fine non sarebbero stati loro ad allontanarsi, ma lo avrei fatto io stessa. Era tutta colpa mia. Non ero abbastanza forte da riuscire a controllarmi. Dovevo trovare assolutamente una soluzione a questo problema al più presto, però al momento mi sentivo così fragile. Non avevo le forze per pensare a un piano. Cominciai a sentire gli occhi lucidi. Le lacrime iniziarono a scendere in poco tempo, ma furono subite nascoste dalla pioggia.
A un certo punto però sentii urlare il mio nome. Avrei riconosciuto quella voce anche in mezzo a mille persone. Non sapevo perché stava venendo verso di me, ma dovevo cercare un modo per allontanarlo. Non volevo ferirlo.
“Amy stai bene? Ho visto una specie di vortice di magia provenire da qui e sono venuto a controllare”, domandò lui preoccupato
“Non ti avvicinare!”, dissi agitata continuando a guardare le mie mani
“Perché? Che è successo?”, domandò ancora più angosciato
“Ho perso il controllo dei miei poteri. Se ti avvicini potrei ferirti. Ti prego …ti supplico torna sulla Jolly”, spiegai alzando il viso ormai bagnato incrociando i suoi occhi.
“Non potrei mai lasciarti qui da sola. Scordatelo!”, ribattè lui avvicinandosi sempre di più a me
“No ti prego vai a casa!”, ripetei, ma con un tono più alto e nel farlo però alzai incondizionatamente le braccia e feci la stessa cosa che avevo fatto con la mia versione oscura. La magia prese il sopravvento e scaraventai Hook lontano da me. Era stato un colpo forte. Mi spaventai subito.
Corsi da lui per vedere se stesse bene. Notai che aveva colpito la testa e gli usciva un po’ di sangue da dietro la nuca.
“Oddio ti ho ferito. Mi dispiace! Per questo non puoi starmi vicino. Mi dispiace. Scusami”, dissi di nuovo in lacrime.
“Non ti preoccupare sto bene. Ti ripeto che non ti abbandonerò. Insieme riusciremo a  risolvere questo problema!”, ribattè lui dolcemente porgendomi il palmo dopo che si era inginocchiato di fronte a me.
“Killian…non posso rischiare. Mi dispiace.”, affermai mettendo le mani sul petto prima di scomparire in un scia di fumo grigio.
Decisi di teletrasportarmi nello chalet di mio padre in mezzo al bosco. Me l’aveva fatto vedere prima di partire per l’Isola che non C’è. Era tutto in legno ed era molto grande. C’erano due camere da letto, un salotto con divano di pelle e caminetto, una cucina con lo stretto indispensabile e infine il bagno con la doccia in vetro. Ci ero venuta solo un paio di volte, ma ora mi sembrava il posto più adatto. Ero sola e in questo modo non potevo fare del male a qualcuno, però non appena arrivai in casa tutti gli elettrodomestici iniziarono ad accendersi e spegnersi in continuazione. Dovevo trovare una soluzione a questo problema. Anche in fretta perché c’era una strega da sconfiggere.
Non ebbi il tempo di sdraiarmi sul letto matrimoniale vicino al bagno che il mio cellulare iniziò a squillare. Lo presi e vidi sullo schermo il nome di Hook. Sapevo che era preoccupato e reagendo in questo modo non avrei migliorato la situazione.
“Dimmi Killian”, dissi alla fine non appena risposi.
“Dove sei? Che cosa è successo?”, domandò agitato
“Ho lottato contro….me stessa”, spiegai rimanendo vaga. Non potevo di certo dirgli quello che era stato detto durante lo scontro.
“Contro te stessa…intendi fisicamente?”, chiese perplesso
“Si esatto. E’scomparsa in nuvola verde quando l’ho trafitta poco prima del tuo arrivo”, spiegai velocemente sdraiandomi sul letto ripensando alle parole dell’altra me. Non sarei rimasta da sola. Non avrei fatto del male alle persone che amo.
“Colpa di Zelena anche se non capisco il perché di questo attacco. Amy comunque so che hai paura di potermi ferire di nuovo, però possiamo cercare di risolvere il problema dei tuoi poteri insieme.”, ribattè lui inizialmente con un tono pieno di astio, ma poi cercò di calmarsi.
“Killian lo so che vuoi aiutami e lo apprezzo molto, te lo giuro, anzi non so perché continui a stare vicino a me…so che stai soffrendo…sono in effetti solo un’egoista…”, dissi sentendo di nuovo lacrime rigarmi il viso. In effetti non lo stavo ferendo solo fisicamente. Aveva ragione Bea. Non potevo continuare a comportarmi in questo modo. L’altra me aveva ripetuto che sarei rimasta da sola, ma per quanto riguardava Hook ero io che dovevo lasciarlo andare perchè non mi meritava. Lo respingevo mentre lui continuava a stare al mio fianco nonostante stesse soffrendo.
“Di che stai parlando Amy? Io non sto soffrendo!”
“Quindi non ti fa star male stare con me, ma senza stare veramente con me!”
“Si lo ammetto vorrei stare con te. Credo che i miei sentimenti per te sono molto evidenti, ma ti avevo detto che avrei aspettato. Sono sicuro che prima o poi riuscirò a conquistare il tuo cuore e anche se sto soffrendo ora ne valerà la pena in futuro!”, spiegò lui dolcemente
“Killian non ti merito”, affermai mettendo una mano sulla bocca per evitare di far sentire che stavo singhiozzando. Avevano ragione. Io avevo pensato solo a me stessa. Ero un’egoista.
A un certo punto sentii il vetro della finestra al mio fianco spaccarsi in mille pezzi. Mi alzai subito per andare a vedere. Non mi ero nemmeno mossa, ma ero riuscita a romperla.
“Amy che è successo?”, domandò lui inquieto
“Niente tranquillo. Sono solo i miei poteri che sono incontrollabili…”, asserì mentre guardai fuori. Notai che il temporale era ancora presente. La pioggia infatti stava già iniziando a entrare dall’apertura e la temperatura della camera stava scendendo. Dovevo trovare un modo per ripararla se no avrei procurato dei danni alla casa.
“Invece di allontanare tutti perché non ti fai aiutare Amy! Posso provare ad aiutarti oppure anche tuo padre potrebbe farlo. L’importante che non ti isoli dalle persone che ami!”, ribattè  lui serio 
“Mio padre… hai ragione. Lui potrebbe sapere come fare! Perché non ci ho pensato subito!”, affermai decisa.
“Sicuramente lui ti può aiutare", ribattè lui in tono criptico poi aggiunse dopo qualche secondo tornando serio: “Non voglio più sentire che io non ti merito o  che sei un’egoista. Sono io che decido di stare al tuo fianco”
“Killian grazie…Ora devo andare. Voglio provare a dormire un paio d’ore. Ti prometto che domani andrò da mio padre!”
“Va bene Amy”
 
L’unico modo per riparare la finestra era con la magia, ma al momento non volevo usarla per evitare di peggiorare la situazione. L’avrei aggiustata quando sarei riuscita di nuovo a controllare i miei poteri. Decisi così di andare a riposarmi nell’altra stanza dopo aver mangiato qualcosa. Sperando di trovare qualcosa di commestibile in cucina, ma per fortuna trovai della carne in scatole. Mi accontentai.
Dopo messo qualcosa sotto i denti andai nell’altra camera. La stanza era più piccola e c’era un letto singolo con un bellissimo piumone grigio grafite con cuscini bianchi avorio. Alla mia destra c’era un armadio a due ante in legno scuro, alla sinistra una piccola finestra da dove si poteva vedere gli alberi ormai bagnati dalla pioggia. Dovevo stare attenta a non rompere pure quella. Era così accogliente anche se era piccina.
Mi sdraiai sul letto e iniziai a fissare il soffitto e il piccolo lampadario bianco. Avrei voluto dormire, ma la mia mente era troppo impegnata a pensare a tutto quello che era successo e alle parole di Hook. Non sapevo cosa fare. Era complicato. Qualsiasi scelta avrei preso, avrei ferito qualcuno. Era inevitabile. Ora però ero solo sul filo del baratro. Non potevo scegliere fino a che fossi stata così confusa.
 
6 Gennaio 2015
 
Rispettai la promessa fatta ad Hook e andai da mio padre. Lui era l’unico che poteva aiutarmi. Lui aveva molta esperienza e sicuramente avrà affrontato una situazione del genere in passato. Era la mia unica possibilità, perchè Emma e Regina non avrebbero potuto aiutarmi in questo frangente. 
Il cielo era per fortuna tornato limpido. Le nuvole del giorno prima erano scomparse, anche se l’odore della pioggia era ancora leggermente presente e le foglie stavano continuando a brillare perchè cosparse di tonde gocce.
Quando entrai nel negozio non vidi nessuno così iniziai a chiamarlo un paio di volte. Apparve poco dopo con un candelabro in argento in mano. Sicuramente stava facendo l’inventario e l’avevo disturbato.
“Che succede Amy?”, domandò lui appoggiando il candelabro sul bancone e venendo verso di me. Istintivamente indietreggiai cercando di non muovere le braccia come avevo fatto ieri con Hook.
“Sei occupato, forse non è il momento”, dissi guardando fuori dalla vetrina
“Sono libero. Vedo che sei agitata. Cosa ti turba?”
Lo guardai negli occhi e pochi minuti mi accompognò nel retrobottega e mi fece sedere sul divano. Non appena fu al mio fianco gli raccontai subito tutto quello che era successo ieri. Lo scontro contro me stessa e la perdita del controllo dei miei poteri.
“E’ stata Zelana. Utilizzando quel pugnale hai ucciso la tua parte malvagia così è diventato un simbolo del tuo coraggio…”, spiegò grave. Era preoccupato, riuscivo a percepirlo.
“Mi sono fatta prendere il coraggio. Sono stata un incosciente!”, ammisi agitata e subito ogni cosa nella stanza iniziò a muoversi.
“Calmati Amy. Ricordati la magia è connessa alle nostre emozioni. Sono già incontrollabili cerchiamo di non peggiorare la situazione”, ammise dolcemente lui appoggiando una mano sulla mia spalla.
“Come faccio..come faccio a controllarli…non voglio più ferire qualcuno”, domandai  preoccupata
“Qualche incantesimo forse dovrebbe esserci o qualche oggetto che potresti utilizzare,  dovrei controllare. Tranquilla andrà tutto bene. Torna semmai stasera”
“Ok va bene a dopo”
 
Ritornai nello stesso punto dove avevo lottato e perso il controllo della mia magia perché almeno non avrei distrutto niente di valore. Mi sedetti su un tronco spezzato. Volevo cercare di rilassarmi ascoltando il suono delle onde, ma questa volta fu tutto inutile perché sentivo ancora una forza enorme dentro di me che cercava in tutti i modi di uscire. Le mie mani fremevano e brillavano. Facevo una fatica enorme a trattenermi e per di più le parole della me stessa mi stavano torturando. Io non potevo diventare un mostro. Stava mentendo. L'annerimento del mio cuore non mi avrebbe portato a essere spietato. Era solo un modo per manipolarmi.
Ad un certo momento mi arrivò un messaggio sul cellulare. Era Dean. Mi salii un brivido lungo la schiena.
 
Ciao Ams. Come va? State ancora combattendo la Strega dell’Ovest ? Noi abbiamo finito ora il caso. Dimmi quando ti va che veniamo a trovarti
Un bacio Dean
 
In effetti era più di un mese che non ci riuscivamo a vederci. Mi era mancato. In effetti questa relazione era dura da mantenere. Il fatto che vedevo Hook tutti i giorni non mi aiutava. Avevo bisogno di un periodo da passare da sola, forse solo in questo modo avrei capito che cosa volesse il mio cuore.
 
Ciao Dean. Diciamo che va benino …la strega è ancora presente nelle nostre vite. Dobbiamo ancora trovare un modo per sconfiggerla. Non ti preoccupare non appena la situazione ritorna alla tranquillità ve lo faccio sapere
 
Stavo per mettere il cellulare nella tasca dei Jeans scuri quando vidi in lontananza Hook. Non avevo ancora capito come faceva sempre a trovarmi e soprattutto perché non mi ascoltava mai. Gli avevo detto di non avvicinarsi.
“Eccoti, finalmente ti ho trovato”, affermò lui non appena fu a pochi passi da me
“Io ti avevo detto di non starmi vicino. Perché non mi ascolti mai”, domandai con un tono di voce troppo duro mentre mi alzavo
“Scusami… Sto cercando solo di aiutarti”, ribattè lui offeso
“Lo so… ma non voglio che succeda di nuovo… mio padre mi ha già detto che cercherà un modo per mantenere il controllo della mia magia, infatti mi ha detto di ripassare prima della chiusura del negozio! Fino a quando non sarò certa di avere di nuovo l'autocontrollo ti prego stai lontano da me. Non voglio ferirti di nuovo. Ascoltami ti prego”, spiegai cercando di addolcire il tono di voce.
“Lo so, Amy. E’ stato lui a mandarmi qui!”
“Cosa?”, chiesi io sorpresa.
“Si ha trovato un oggetto che potrebbe di non far esplodere la forza che stai cercando di trattenere!”, spiegò iniziando a cercare qualcosa nella giacca di pelle nera.
“Vuoi una mano?”, domandai ironizzando
“No, non mi prendere in giro ce la posso fare da solo”, ammise lui sorridendo
“Ok, va bene …aspetto!”, ribattei incrociando le braccia sul petto.
“Vedi c’è l’ho fatta”, ribadì lui mostrandomi un braccialetto di tessuto nero
“Sicuro che basti solo questo?”, chiesi perplessa mentre lo prendevo in mano.
“Si ha fatto una specie di incantesimo…”, rispose pensieroso.
“Va bene! Riusciresti ad aiutarmi ad allacciarlo?”, domandai mentre ero impegnata a metterlo intorno al polso.
Annuì e subito dopo la sua unica mano la appoggiò sulla mia. Stava tentando di annodarlo quando mi strinse il polso con forza. Cambiò subito espressione. Stava succedendo qualcosa.
“Killian che ti prende?”, domandai dandogli una pacca sulla spalla
“Niente tranquilla”
“Non mi mentire.!”, affermai indietreggiando facendo cadere così il braccialetto
“Sono sincero! Stavo solo cercando di metterti quell’affare.”, ribattè lui inginocchiandosi per recuperarlo.
“Killian credo di conoscerti e capisco quando mi stai mentendo. Ti prego apriti con me”, lo supplicai mettendomi in ginocchio tenendo ferme le mani sull’addome e cercando di mantenere la calma
“Non posso Amy…non posso…”, riuscii alla fine ad ammettere
“In che senso?”, domandai iniziando a sentire che stavo per esplodere di nuovo
“Ti prego metti il braccialetto”, affermò senza rispondere alla mia domanda avvicinandosi a me
“No, prima mi devi spiegare che cavolo ti prende!”, ribattei seria e iniziai a notare che il vento stava aumentando e il mare si stava increspando.
Stava per rispondere quando incominciò a premere la mano sul petto. Stava succedendo qualcosa. Ora ne ero certa. Avrei scoperto la verità.
“Che ti succede? Ti senti male?”, domandai agitata appoggiando le mani sulle sue spalle.
“Zel…”, rispose non riuscendo a finire la frase perché gli venne un’altra fitta al petto
“Zelena…che c’entra lei? Stai collaborano con lei?”, chiesi spalancando gli occhi dalla sorpresa.
“Ti prego scappa da me. Io non voglio farti questo!”, ammise sofferente. Sapevo che stava facendo qualcosa a Hook perché continuava ad avere sul suo viso un espressione di dolore.
“Io non ti lascio qui. Qualsiasi cosa che ti sta facendo quella strega finirà ora!”, affermai arrabbiata provocando però un onda urto con i miei poteri così forte che colpii ogni cosa che era intorno a me. Sradicò alberi. Il mare si innalzò. La sabbia si alzò fino a mescolarsi con il vento. Riuscii questa volta a proteggere Hook aggrappandomi a lui.
“Scusa…non sono riuscita a controllarmi…Devo trovare una soluzione al più presto perché la storia di Zelena ormai ha vita breve.!”, ammisi scioccata, ma nello stesso tempo irata mentre osservavo quello che avevo provocato al paesaggio intorno a noi due.
“Almeno non sono volato via….”, disse lui alzandosi con difficoltà.
“Ti prometto Killian che non ti farà più del male!”,  ribattei determinata.
“Si ma c’è sempre il problema dei tuoi poteri Amy… non posso…starti lontano …così a lungo..”
“Troveremo un modo, ma sicuramente non uso una cosa che ti ha dato Zelena!Tu comunque vai sulla Jolly perché non voglio che ti capiti qualcosa, io andrò da mio padre. Lui sicuro saprà come aiutarmi.”, affermai sorridendomi incamminandomi verso il porticciolo.
“Stai attenta…”, rispose lui laconicamente
“Perché?”, domandai io perplessa voltandomi verso di lui.
“Non sono solo io…ad avere il problema con la strega…”, rispose in modo molto vago  guardando il mare mentre continuavamo ad avanzare.
“E’ ancora sotto il suo controllo? E questo che mi stai cercando di dirmi?”, chiesi sconvolta fermandomi e mettendomi di fronte a lui.
“Cerca di restare calma….”, disse prima di  fermarsi poi aggiunse: “ Si, mi dispiace..”
“Maledizione! Gliela farò pagare”, ribattei infuriata. Non potevo rimanere impassibile a tutto quello che stava facendo quella strega perfida. Ero arrivata al limite.
“Amy esploderai di nuovo. Ora concentrati. Ti prego”, affermò lui stringendo forte la mia mano all’improvviso. Non appena sentii il tocco della sua pelle percepii subito la potenza che stava per esplodere di nuovo calare. Stava riuscendo a tranquillizzarmi.
 
Come c’era riuscito? Come faceva un solo tocco a diminuire il caos che stava invadendo il mio corpo?
 
“Ti sei calmata!”,  ribattè lui mentre fissava i nostri palmi delle mani intrecciati.
“Già…beh meglio avanzare”, ribadì sciogliendo quel legame che avevamo creato.
“Va bene. Vuoi comunque andare da tuo padre?”, chiese lui riprendendo a camminare al mio fianco.
“Hai altre idee?”
“Al momento no…ci servirebbe un piano per poterla ….ingannare”
“In che modo? Come facciamo a sapere che non ci stia osservando ora”, ridomandai iniziando a vedere in lontananza la Jolly Roger.
“Fidati me lo sento quando ha il controllo su di me. E’ una sensazione che ti entra fino alle viscere…e ora lei non ha più il controllo sul mio corpo”
“Mi dispiace Killian…è solo colpa mia…ti ha usato per arrivare a me…”, ammisi dispiaciuta. Sicuramente vuole la mia magia oppure sarà la mia specialità l’unica nostra possibilità per sconfiggerla. Lei stava utilizzando Hook, ma lui aveva contrastato il controllo che Zelena aveva imposto su di lui. Non capivo però come ci fosse riuscito. 
“Non pensarlo nemmeno. Sono io che mi sono trovato nel posto sbagliato nel momento sbagliato”, affermò lui serio guardandomi.
“In che senso?”
“Te ne parlerò quando finirà tutta questa storia….ora tu non devi sentirti assolutamente in colpa!”
“Va bene. Fammi pensare a cosa potremmo fare…”, ribattei pensierosa passandomi una mano tra i capelli rossi mossi.
“Forse mi è venuta un’idea!”, esclamai fermandomi dopo essere giunti di fronte alla Jolly.
“Cosa?”
“Useremo il braccialetto di Zelena!”, risposi con un ghigno.
   
 
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