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Autore: Ely_Pommy    19/09/2018    2 recensioni
Quante famiglie vivono i loro problemi? Tutte!
Ma la famiglia di Erika è un tantinello esagerata. Ecco a voi un viaggio visto con i suoi occhi in una giornata di fine estate o dopo scuola
Genere: Comico, Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dove eravamo?
Ah già 9:45.
Perdonate il momentaneo vuoto cosmico, ma ero impegnata ad osservare una riproduzione della “Scuola di Atene” in camera mia.
No, nessun fine nobile: stavo immaginando improbabili dialoghi tra i personaggi.
Era un facepalm quello?
Va beh, dopo ore di studio profondo sono le 11:30: devo iniziare a procacciare il nutrimento per il me e per la belva con cui convivo.
Solita storia: io roba light, perché omioddio sono una donna e la dieta ce l’ho nel DNA.
Il mantenimento del contegno nell’alimentazione deve essere protratto a lungo termine…sì beh… a meno di non essere in quei giorni in cui mi avvicino pericolosamente al trovarmi a rosicchiare persino le gambe del tavolo oppure io sia arrivata al mio giorno di sgarro, in cui ogni volta la cameriera del mio giappo di fiducia teme per la sua incolumità, ma per il resto sono “diligente”.
Per mia sorella ovviamente il discorso è diverso… e si lamenta pure!
Ma andiamo con ordine.
Vado in cucina accendo le luci e appoggio il computer o il telefono dove capita.
Scelgo un video dalla playlist “Guarda più tardi” (nome spaventosamente vicino alla mia filosofia di approccio allo studio dell’ultimo periodo).
Partiamo a cucinare.
Pranziamo davanti a un video.
Ore 12:05: arriva mio padre.
Saluta Lorenza e le dà un bacio, mentre con me è un “copia e incolla” della mattina.
Respira Erika…respira.
Tempo che mio padre vada via e attacca Lorenza.
Dovete sapere che mia sorella è terrorizzata dall’ipotesi anche remotissima di poter vomitare e, perciò ogni singolo e minimo dolore la spaventa.
“Erika, ho un pochino di mal di stomaco: è normale?”
“Sì, tranquilla: hai appena pranzato, starai digerendo”
Piero Angela, ma chi sei? Altro che spiegazione alla Superquark!
Fin qui tutto ok, no? No!
Dopo 5 minuti, contati: “Erika, ho un pochino di mal di stomaco: è normale?”
“Sì, tranquilla”
Dopo altri 5 minuti, contati: “Erika, ho un pochino di mal di stomaco: è normale?”
“Sì, tranquilla”
Il mio sangue, intanto si è sparato nel cervello e i globuli rossi hanno ucciso la mia pazienza soffocandola e infierendo sul suo cadavere.
Dopo ennesimi 5 minuti, contati: “Erika, ho un pochino di mal di stomaco: è normale?”
“No, vomiterai per cento anni! Ti si bucherà lo stomaco e morirai nel tuo stesso vomito!”
“Ma davvero?”
Come può un essere umano anche dotato di un cervello da australopiteco, chiedersi se una situazione del genere possa veramente verificarsi?!
Come?!
In questo momento vorrei prenderla per le spalle e scuoterla così violentemente da vedere i suoi occhi rotolare nelle orbite, ma devo mantenere la calma, anche se il carcere non mi sembra un posto così brutto.
Dopo averla tranquillizzata, le do il permesso di giocare, ma, avendo lei occupato il tempo del pranzo post studio nel vedere i cartoni, le chiedo se possa non vedere la tv.
Apriti cielo.
Con la faccia più acuta del mondo, mi guarda e mi dice: “E io cosa faccio?”
È il momento in cui il mio unico neurone imita Tina Cipollari e dice: “No Maria, io esco!”
Mentre io sclero: “Maledizione a tutto ciò che è sacro in questa Terra maledetta: hai una cassapanca che straborda di giochi, sai fare gli origami, puoi disegnare, hai un ebook che ha mille mila libri: direi che di opzioni ne hai in quantità, no?”
“Allora, bella signorina- io l’ammazzo! L’AMMAZZO!!!- i giochi sono tutti noiosi, gli origami non ne ho voglia, se non mi dai il telefono non so cosa disegnare e leggo solo di sera, lo sai”
“vedi di fare qualcosa, io vado a studiare”.
Vado in camera.
Passa un quarto d’ora di silenzio assoluto e quando c’è silenzio a casa mia, bisogna allarmarsi.
Mi alzo e vado in sala dove l’ho congedata.
La trovo sul divano a dormire.
Il mio mal di vivere mi batte la mano sulla spalla e ride.
Io la sveglio e le chiedo spiegazioni e lei: “non avevo nulla da fare, perciò mi sono messa a dormire”.
Ora, io non sono un bambino prodigio anzi, sono l’ultima degli stronzi (nobile casata del sud della Ande), ma alla sua età giocavo con ogni cosa avessi a tiro: avevo le “palline rimbalzose”? mi immaginavo dei tornei pazzeschi; avevo dei cartoncini? Cercavo di montarci idee improbabili (ora potete capire da dove venga la mia abitudine di farmi mille mila film mentali, se volete guardarli, a proposito, trovate i popcorn vicino all’ipotalamo).
Come fa lei a non trovare nulla di meglio che lasciarsi morire sul divano?
Ovviamente le do qualche idea e dopo 10 minuti buoni di minacce mie e risposte sue, si mette a fare qualcosa.
Bene, anche oggi mi fermo qui.
Siamo alla 14: 00.
Se volete continuare a seguire le bizzarre avventure di questo manicomio mascherato da casa, rimanete connessi.
Alla prossima!
   
 
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