Fumetti/Cartoni europei > I Dalton
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Autore: jarmione    21/09/2018    3 recensioni
Immaginatevi se le dodici fatiche di Asterix le compissero i Dalton.
Cosa accadrebbe? Ci riuscirebbero?
Ed Evelyn? sarà di aiuto ai fratelli in queste dodici fatiche, o Joe la considererà la solita palla al piede? (da cui, si sa, non riesce a staccarsi alla fine)
ATTENZIONE: OOC - AU - CROSSOVER - WHAT IF?
Genere: Avventura, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I Dalton ed Evelyn'
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La camminata, fortunatamente, fu breve.
Nonostante il sole fosse alto e cocente, l’ombra degli alberi della foresta davano un senso di frescura e permettevano ai fratelli di respirare a pieni polmoni senza sentire l’afa.
Jack e William osservavano gli animali della foresta e quando vedevano gli scoiattoli correre facevano scommesse su chi di loro sarebbe arrivato primo.
Tendenzialmente vinceva William.
Mentre camminavano erano accompagnati dal cinguettio degli uccellini, lo svolazzare delle farfalle ed infine…dal borbottio dei loro stomaci.
Evelyn cercò di non pensarci, ma non era per niente semplice.
Quella mattina non aveva fatto colazione a causa della tensione e adesso che l’aveva smaltita aveva voglia di mangiare il mondo.
Fece mente locale, ripensando alle prove che spettavano loro ancora da fare.
La prossima aveva a che fare con il mangiare, ovviamente Averell li avrebbe aiutati a vincere, spazzando però tutto senza che rimanesse nulla per gli altri, il che non risolveva il problema della fame sua e dei fratelli.
Doveva trovare una soluzione ed eventualmente barare, come avrebbe detto Joe, per far sì che tutti potessero rifocillarsi.
Joe brontolava e si massaggiava lo stomaco, seguito dai gemelli.
Le venne un’idea.
Si avvicinò ad Averell e gli sorrise dolcemente, venendo ricambiata.
“Senti un po’, fratellone, tu hai tanta fame?”
“Oh sì!” piagnucolò lui “ho così tanta fame che mangerei un bisonte intero!”
Evelyn ridacchiò “Ottimo” asserì “se io ti promettessi che tra poco mangerai tutto quello che vuoi, mi faresti un grande favore?” gli fece gli occhi dolci.
“Quello che vuoi!” esclamò Averell, che non vedeva l’ora di mangiare e che non sapeva dire di no alla sua amata sorellina.
Si fermarono un istante e lei gli sussurrò qualcosa nell’orecchio.
Averell sgranò gli occhi ed un enorme sorriso si formò sulle sue labbra.
Finito di parlare, Evelyn si staccò e lo guardò implorante “Hai capito?”
“Ma certo!” confermò lui “non ti preoccupare, ci pensa il tuo fratellone”
“Grazie, Averell” e riprese la camminata, tornando davanti vicino a Joe.
“Che cosa stavi blaterando con quell’imbecille?” chiese quest’ultimo.
“Oh niente” rispose Evelyn restando sul vago “a breve avremo qualcosa da mettere sotto i denti, dobbiamo solo avere pazienza”
Joe mugugnò.
“Tranquillo, Joe, so che tu e la pazienza siete due cose separate”
Joe incrociò le braccia e brontolò, facendo ridacchiare la sorella.
Pochi istanti dopo, si accorsero che Averell aveva assunto uno sguardo ancora più stupido del solito.
Aveva la lingua di fuori e sbavava.
Persino Luke si stupì mentre Caius Pupus non ci badò, anzi, si fermò.
“La prossima prova sarà lì dentro” ed indicò una locanda.
Mentre parlava, i gemelli dovettero faticare non poco per trattenere Averell che sembrava ipnotizzato e camminava a vuoto verso, appunto, la locanda.
Capirono il motivo solo quando videro il suo naso muoversi.
Annusarono l’aria e poterono sentire profumo di cibo, che fece brontolare ancora di più i loro stomaci.
Caius Pupus non sembrava minimamente toccato e proseguì “Uno di voi dovrà mangiare quello che vi preparerà Mannekenpix, il cuoco dei giganti”
“Che cosa!?” sbottò Joe “solo uno di noi? Ma qui abbiamo tutti fame!”
Evelyn sussurrò all’orecchio di William qualcosa, che lo disse a Jack il quale lo riferì a Joe, che di colpo si calmò, senza però perdere il suo sguardo corrucciato e mormorò “Ah già…ma non ci spererei comunque troppo”
Luke guardò Evelyn severamente mentre lei sorrideva con aria innocente.
Quest’ultima guardò i gemelli, che annuirono e mollarono Averell.
Questi corse all’interno della locanda e si sedette a tavola con tovagliolo a mo’ di bavaglio, posate in mano e pronto a mangiare.
Non aveva dato a nessuno il tempo di realizzare cosa fosse successo.
“Ti stavo aspettando” salutò il cuoco Mannekenpix “vedo che non hai perso tempo, cominciamo!” e chiuse la porta.
Intanto, gli altri fratelli si sedettero sotto agli alberi e cercarono di distrarsi dalla fame pensando ad altro.
Caius Pupus prendeva appunti su una pergamena e Luke, approfittando dell’ombra, si sdraiò e si mise il cappello sul volto.
Non dormiva, doveva tenere d’occhio i Dalton, ma almeno si riposava e non sembrava sentire i morsi della fame.
Joe, nel frattempo, si avvicinò ad Evelyn “Sei sicura che quell’imbecille farà ciò che gli hai chiesto?” domandò brontolando “Io non ci farei troppo affidamento”
“Non ti fidi mai di nessuno”
“Chiediti un po’ perché” ribattè lui “Averell è un imbecille, William inventa macchinari di evasione che non servono a niente, Jack sembra un pesce lesso ed infine tu flirti con il nemico!”
“Non stavo flirtando con Luke!”
“Come no, razza di pulce”
“Senti chi parla, nano”
“Non sono un nano!”
“Allora sei un putto”
“NON SONO UN PUTTO!” strillò Joe, diventando paonazzo dalla rabbia, tanto che strappò una risata a Luke e ai gemelli.
Mentre fra i due continuava la discussione, Jack diede una sbirciata all’interno della locanda per vedere cosa stava facendo Averell e quali pietanze squisite stesse mangiando.
Quello che vide lo fece rabbrividire.
Pile di vassoi e piatti riempivano un enorme tavolo a fianco a quello del fratello.
Essi contenevano i resti ossei di enormi animali che non riuscì ad indentificare.
Ebbe un mancamento e, fortunatamente, venne prontamente sorretto appena in tempo da William.
Anche quest’ultimo diede una sbirciata all’interno, sbiancando in viso e sgranando gli occhi.
Entrambi sapevano quanto Averell adorasse mangiare e quanto il suo stomaco fosse profondo, ma quella visione li aveva lasciati sconcertati.
Come diavolo aveva fatto a mangiare tutta quella roba e in così poco tempo?
Purtroppo sapevano che quella domanda non avrebbe mai trovato una risposta alternativa alla classica di sempre: era senza fondo!
Joe ed Evelyn, che avevano notato le reazioni dei gemelli, si avvicinarono e sbirciarono.
Evelyn ebbe quasi la stessa reazione di Jack, mentre Joe variò dallo scioccato al furioso.
Si voltò verso la ragazza e le puntò il dito contro “Mi auguro che questa visione ti sia di lezione per i tuoi patetici piani”
In pochi istanti lei si riprese e lo guardò dall’alto in basso, cosa che non le richiese molto tempo.
“I miei piani non sono patetici” sibilò.
“Osserva di nuovo dentro e poi ne parliamo” ringhiò Joe superandola e tornando a sedersi sotto l’albero dove stava pocanzi, non mancò il suo ultimo borbottio “quando torneremo al penitenziario dirò alla mamma di prenderti un paio di occhiali”
I gemelli si guardarono con aria interrogativa “Ma non aveva detto che voleva evadere appena finite le prove?” chiese Jack “vuole tornare al penitenziario?”
William alzò le spalle “Joe è imprevedibile”
“Anche troppo” mormorò Evelyn, andando a sedersi sotto l’albero vicino a Luke, che ammiccò e le sorrise.
Passò quasi mezz’ora.
I gemelli, dalla noia, avevano costruito un circuito con dei sassolini e delle ghiande mentre Joe aveva trovato un rametto e si era messo ad elaborare un piano di evasione da utilizzare nel momento in cui sarebbero arrivati in fondo alle prove.
Evelyn se ne stava con le ginocchia al petto a pensare a quanto fosse stata stupida ad affidare al fratello maggiore un compito importante come quello di imboscare qualcosa da mangiare per loro.
Quando aveva fatto quella richiesta era solo perché sentiva una fame da bisonte.
Si era persino ritrovata a rimpiangere il pasticcio di patate del penitenziario.
Poco dopo udirono il suono di un pianto disperato e, allarmati, i fratelli balzarono in piedi.
Dalla locanda uscì Mannekenpix che piangeva come un bambino a cui avevano tolto il dolcetto.
Caius Pupus, per quanto capisse lo stato d’animo dell’uomo, era talmente intento a riportare la situazione e lo svolgimento delle prove che l’unica cosa che chiese fu “Ha mangiato tutto?”
“TUTTO!?” ripeté il cuoco, disperato “non c’è rimasto più niente! Niente di NIENTE! Nemmeno i piatti perché dice che sono più buoni delle mie pietanze!” riprese a piangere più forte di prima “mi ha rovinato, dovrò chiudere bottega” e se ne andò via singhiozzando.
I fratelli si lanciarono delle occhiate sempre più sbalordite.
Averell era il loro eroe.
Quest’ultimo fece capolino dalla porta poco dopo e li guardò senza capire “Scusate, avete visto il cuoco?” domandò “mi ha lasciato agli antipasti”
A quell’affermazione Jack ebbe un ennesimo mancamento e si ritrovò steso a terra, mentre William ed Evelyn ridacchiavano e Caius Pupus dichiarava la prova superata.
“Te l’hanno mai detto che sei senza fondo, Averell?” chiese Luke divertito.
“Senza fondo?” Averell lanciò un grido e fece un salto così alto da ritrovarsi aggrappato al ramo di un albero “non voglio cadere nel vuoto!”
Joe si battè una mano sulla fronte “Senza fondo e pure imbecille” borbottò “che ho fatto di male per avere un fratello come quello?”
Luke scosse la testa e si arrese “Su andiamo” e si avviò dietro a Caius Pupus, che faceva strada, seguito da Joe e dai gemelli.
Averell scese fino alla base del tronco rimanendo, comunque, aggrappato all’albero senza mettere i piedi a terra “Ma se scendo mi ritroverò senza fondo!”
Evelyn si avvicinò “Vuoi una mano?” Averell annuì “dammi la mano” allungò la sua verso il fratello “se la stringi non finirai nel vuoto, promesso”
Averell deglutì e fece come suggeritogli.
Prese la mano di Evelyn e si lasciò andare, mettendo giù i piedi.
Come la ragazza gli aveva promesso, non cadde nel vuoto e questo lo rallegrò quel tanto che bastava da prendere Evelyn e fare una specie di girotondo di gioia.
“Non sto cadendo! Non sto cadendo!” esclamò.
“Muoviti, IMBECILLE!” strillò Joe per farli muovere.
“Arriviamo, Joe” assicurò Evelyn, sempre tenendo per mano Averell “tu vieni con me, fratellone?” chiese, poi, rivolta a quest’ultimo.
Averell annuì e la seguì “Oh!” disse ad un certo punto frugando nella tasca dei pantaloni e all’interno della camicia “questo è per voi” le porse un paio di tovaglioli; in uno di questi c’era una pagnotta e nell’altro qualche patata ben cotta.
“Oh, Averell” Evelyn quasi si commosse “te ne sei ricordato!” e subito si pentì di aver anche solo dubitato per un istante di lui.
“Come posso dimenticarmi della mia sorellina?” sorrise.
Evelyn lo strinse forte a se “Grazie, Averell” poi raggiunse di corsa i gemelli e Joe.
Averell la seguì, ancora spaventato di cadere nel vuoto se la lasciava.
Facendo attenzione a non farsi vedere da Luke e da Caius Pupus, divise il pane e le patate e diede il tutto ai fratelli.
Joe, tra un boccone e l’altro, borbottò qualcosa del tipo – Rimane comunque un imbecille – mentre William e Jack mangiarono di gusto, affievolendo notevolmente i morsi della fame.
 
  
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