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Autore: PrincessintheNorth    21/09/2018    1 recensioni
Prequel di "Family"!
Nel regno del Nord, una principessa e Cavaliere dei Draghi, Katherine, farà conoscenza di Murtagh, il Cavaliere Rosso che si è autoimposto l'esilio ...
In Family abbiamo visto il compimento della loro storia e il loro lieto fine: ma cos'è successo prima?
"-Principessa, per l’amor del cielo … - prese a implorarmi Grasvard. – Spostatevi da lì … non vi rendete conto di chi è?
-È Murtagh figlio di Morzan, ex Cavaliere del Re Nero, erede del ducato di Dras-Leona. – ringhiai. – So benissimo chi è. So anche che è un essere umano come me e come te, a meno che tu non sia un elfo sotto mentite spoglie. È un essere umano ed è vivo per miracolo. Quindi, dato che come me e come te è carne e sangue, gli presteremo le cure che necessita. Sono stata chiara abbastanza?"
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castigo, Eragon, Murtagh, Nuovo Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Selena/Morzan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ERAGON
 
 
- Oh, andiamo, non è giusto … - mi lamentai.
- Che ci posso fare! – protestò divertito Murtagh, dall’altra parte dello specchio. – Se quelle due pazze sono uscite mica è colpa mia, no?
Le due pazze erano Katherine e la mia nuovissima nipotina, che avevo appena scoperto chiamarsi Belle. Anzi, Belle Selena Kirk Shepherd, Principessa di Winter Manor e duchessina di Northern Harbor, del Tridente e Lionsgate, per la precisione.
Un nome leggermente lungo.
Murtagh aveva storto il naso quando aveva finito di dire tutta quella sfilza di titoli, e un po’ lo capivo. Insomma, pensare che la tua bambina di neanche tre giorni ha già tutti quei titoli, con tutti i doveri che ne conseguono … non è bello. Però aveva scelto lui di sposarsi una principessa.
Almeno non è la primogenita, aveva sdrammatizzato divertito. Allora sì che sarebbero stati problemi. Ma così … almeno non è su di noi, e soprattutto su Belle, che si concentrano la maggior parte delle attenzioni.
Ad ogni modo, l’avevo cercato per poter vedere la mia nipotina, ed era venuto fuori che Katherine aveva deciso di portarla a fare una passeggiata nei giardini.
- Ciò non toglie che la mia nipotina voglio vederla. – sbuffai.
- Oh, a vederla è tutta dolce, carina, abbraccia tutti. – mi prese in giro con sarcasmo, mentre mangiava allegramente una fetta di salame. – Poi arrivano i pannolini.
- Comunque non mi sembra giusto, sai quanto mi piaccia quel cibo e lo mangi davanti a me. Lo sai che quaggiù non lo vendono.
Solamente per dispetto, con lentezza ne tagliò un’altra fetta e se la mangiò.
- Stronzo. Tanto lo so che è di Katherine, e quando lo scoprirà vendicherà anche me.
- Lei? Manco se ne accorgerà. – liquidò la questione. – E se provi a dirle che l’ho mangiato …
- Sì, sì, torture, squartamenti, mutilazioni. Quindi Grasvard l’avete preso?
- Oh, sì. – fece con un ghigno. – Preso e legato come un salame, ma meno saporito di questo.
- E com’è che morirà?
Mi faceva piacere sapere che finalmente quello stronzo avrebbe avuto ciò che meritava. Da quanto sapevo, aveva seriamente importunato Miranda e Katherine più di una volta, ricattandola con la vita dei suoi cari, aveva ucciso George e anche il figlio di Alec, oltre ad aver commesso altri svariati reati e infimità contro la famiglia di Derek.
- Non lo so di preciso. – rispose. – Hanno solamente detto “aquila di sangue”, e Katie si ostina a non dirmi cosa prevede, ritiene che potrebbe sconvolgermi. Tu non sai cos’è, no?
- Posso chiedere. – riflettei. – O trovare un libro.
- Va bene. – asserì. – Dato che quella pazza di mia moglie ha nascosto qualunque libro possa parlarne e costretto tutti a non dirmi niente.
Fortuna vuole, in quel momento passava una delle serve che si occupavano della biblioteca, e che periodicamente passavano nelle camere degli ospiti del castello per ritirare i libri finiti.
- Scusa, posso dare un’occhiata?
Dal pallore che prese il volto della ragazza, capii che forse non si era mai sentita rivolgere una richiesta con un minimo di garbo.
Ebbi ancora fortuna, e trovai appunto un libro che parlava della cultura del Nord.
Dato che non avevo mai sentito parlare dell’aquila di sangue, e nemmeno Murtagh, forse era qualcosa di tipico del Nord.
E mentre lui litigava con Alec, appena entrato in camera, riguardo quale delle due neonate di Winter Manor meritasse di più la nuova copertina che Miranda stava facendo, io sfogliai quel libro.
Ci volle un po’ perché trovassi l’aquila di sangue, ormai Murtagh aveva vinto la copertina per Belle con la scusa che la sua bambina potesse avere più freddo perché più piccola dell’altra, prendendo Alec per sfinimento, e questi se n’era già andato.
“Sin dai tempi più remoti, l’aquila di sangue è la pena di morte che per tradizione si assegna ai peggiori criminali del Nord che si sono macchiati dei più vili e infami reati. La prima esecuzione accertata dell’aquila di sangue risale ai tempi del primo re del Nord, Hakon Re dei Teschi, che giustiziò il fratellastro che lo tradì nella battaglia di Winterhaal, pugnalandolo alle spalle.
- Giusto per precisarlo. – fece Murtagh. – Noi ci vogliamo bene.
- Tranquillo, non avrò io il dolce compito di liberare il mondo da te … ad ogni modo, questo qua giustiziò il fratello. A proposito, lo sapevi che Shepherd non è un cognome? È scritto qua. Un antenato di Derek difese il Nord dall’invasione Urgali e i sudditi diedero alla dinastia del re l’epiteto del “pastore”, che li aveva protetti proprio come fa l’allevatore con il gregge. Quindi, chissà qual è il vero cognome di Katherine.
- Il problema non si pone. – fece. – L’ho sposata, è Kirk.
- Sì, ma se sposi una principessa e tu non sei un re il suo cognome rimane più forte del tuo, quindi resta prevalente. Comunque … - a quel punto mi ammutolii, e capii perché Katie tergiversasse nello spiegare a Murtagh cosa avrebbe subito Grasvard.
Quello stronzo lo meritava fino in fondo, ma Katherine aveva ragione. Murtagh poteva davvero sconvolgersi.
Tuttavia, non potei esimermi. Attendeva una risposta, e dopotutto aveva diritto di sapere.
- Allora?
- Si pratica un’incisione sulla schiena del giustiziato. – lessi, cercando di trattenere la bile che mi raggiungeva lo stomaco, per la paura che quell’esecuzione mi metteva. Dei, non avrei mai voluto vederne una. Eppure sì, Grasvard la meritava tutta. Come sospettavo, Murtagh aggrottò la fronte nel sentire di ferite sulla schiena, e il suo sguardo si perse brevemente in un lontano passato. – Poi la ferita viene allargata, e con un’ascia si staccano le costole dalla spina dorsale. Infine si prendono i polmoni del criminale e li si appoggia sulle spalle. Se urlerà, il giustiziato non raggiungerà mai gli dei e la sua anima vagherà nell’etere per l’eternità, senza poter interferire con le vite dei mortali e continuando a provare il dolore dell’aquila di sangue.Murtagh annuì lentamente, ma vedevo l’ombra di un sorriso feroce affacciarsi all’angolo della sua bocca.
- ERAGON!
La voce di Nasuada mi raggiunse, e mio malgrado dovetti salutarlo. Non sapevo ancora se era il caso di dirgli di mamma e Morzan (era ancora difficile rendermi conto che ora c’era qualcuno che potessi chiamare papà e fosse vivo), di sicuro la cosa lo avrebbe sconvolto a tal punto che non si sarebbe concentrato su nient’altro: invece meritava di godersi i primi giorni da papà.
- Va. – disse. – Tanto devo andare anche io. Quel bambinetto del cugino di Katherine pretende di battermi con la spada.
- Sìgurd?
- No, l’altro, Erlend. – si lamentò. – Ho perso il conto di quanti cugini abbia quella ragazza.
Ci salutammo in fretta, e fu il primo ad interrompere l’incantesimo.
Mi avviai verso la sala del trono dove, come mi aspettavo, trovai Nasuada.
- Che succede?
- Ho preso una decisione.
- Posso avere l’onore di venirne a conoscenza?
- Certo, dato che ti ho chiamato proprio per questo. Ho riflettuto a lungo sui due criminali che abbiamo trovato nelle segrete, se Galbatorix li aveva rinchiusi doveva avere una buona ragione. Saranno giustiziati fra quattro giorni.
No …
Devi fermarla!, gridò Saphira.
- Non dovrei essere incluso nella decisione, dato che sono stato io a scarcerarli? – ringhiai, cercando di mostrarmi più minaccioso di quanto non fossi in realtà, ma era la vita dei miei genitori che stava venendo messa in pericolo, e non era quel genere di cose che tolleravo.Nasuada increspò le labbra, per poi sollevare il sopracciglio sinistro.
Non se lo aspettava, e ne era estremamente irritata.
- Eragon … credi che il peso di questa corona serva a rafforzarmi il collo? – sibilò.
- No, ma dato che …
- E allora non credo ci sia altro da discutere. Io sono l’Imperatrice, tu il Cavaliere che mi ha giurato fedeltà.
- Hai rotto quel vincolo tu stessa, Nasuada, non provare a …
- Ciò che conta è la gerarchia, ed è molto chiara in questa stanza. Non sei tu a sedere sul trono.
Trova una soluzione, trova una soluzione …
- Ho informato Sua Maestà, Derek, Re del Nord e Capo dell’Ordine dei Cavalieri dei Draghi dell’esistenza dei prigionieri. Li ha richiesti sotto la sua tutela, dato che entrambi sono cittadini del Nord, e momentaneamente mi assumerò io in sua vece la responsabilità di Morzan e Selena. Garantiamo io e il Nord per loro.
Quello era un bluff bell’e buono: non avevo ancora detto niente a nessuno riguardo i miei genitori, quindi Derek non ne sapeva nulla.
- Se davvero è ciò che dici suppongo che il re del Nord avrà sicuramente provveduto a darti una sua lettera di marca in cui conferma ciò che dici e dichiara in via ufficiale la decisione di prendersene la responsabilità. – ringhiò.
Merda. Sono nella merda …
No che non lo sei, ridacchiò Saphira. Hai la lettera di Katherine.
Fu in quel momento che mi resi conto che certe volte sottovalutavo la mia lucertolona.
Stasera ti compro l’idromele.
Ora ragioniamo, rise.
Pochi giorni prima mi era giunta una lettera, ufficialmente, da Katherine, anzi, dall’Ammiraglio della Flotta: il sigillo del drago avvoltolato sul tridente era il suo, diverso da quello che usava per le lettere private, che invece rappresentava uniti gli scudi del drago e del leone. Avevo catturato, tra l’altro, due criminali, uomo e donna, ricercati nel Nord, e avendoli catturati mentre tentavano la fuga al largo avevo cercato di avvisare Katherine. Ovviamente, lei era impegnata con il travaglio, perciò avevo avvisato Derek, che aveva usato il sigillo della figlia e compilato i documenti per l’estradizione in sua vece.
Casca a fagiolo, pensai.
- Ovviamente. – sorrisi, ed estrassi dalla manica la pergamena ancora chiusa: Nasuada aveva una lunga lista di persone da ricevere e affari urgenti, quindi mi avrebbe creduto sulla parola, e se avesse voluto vedere la lettera non ci sarebbero stati problemi, dato che citavano come criminali solamente un uomo e una donna, senza far nomi. Derek l’aveva compilata in fretta per poter andare a prendere Katie, che in pochi minuti sarebbe arrivata a casa.
- Per fortuna, lei assottigliò solamente lo sguardo, ma annuì lentamente.
- Quattro giorni, Eragon. – ringhiò. – La tutela è provvisoria in quanto sono miei sudditi e Derek non può permettersi certe invasioni nei territori degli altri.
- Non è un’invasione. – sapevo che stavo tirando troppo una corda già spezzata, ma in quel momento Nasuada non era più la mia vecchia amica e signora. Era una regina che si stava comportando da pazza e, tra l’altro, non stava rispettando i trattati internazionali. – La madre di Morzan era del Nord, quindi lui è cittadino per diritto di sangue. Selena è nata a Carvahall, sì, ma nell’anno in cui il villaggio apparteneva al Nord, quindi è una donna del Nord.Come prevedevo, non volle sentire ragioni, ma avevo già quello che mi serviva: il suo scrivano, uno schiavo di nome Michael, doveva tenere copia di ogni conversazione che avveniva tra la Regina e quelli che lei amava definire “supplici”.
Con le copie di quella conversazione e i trattati alla mano, avrei potuto negoziare più giorni di vita per i miei genitori.
 
- La regina sono io. – sibilò. – Quattro giorni, poi saranno giustiziati.
Annuii in fretta, e mi congedai, dirigendomi alle prigioni.
 
 
 
   
 
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