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Autore: Sinden    23/09/2018    1 recensioni
FF basata su film Il Signore degli Anelli - Le due Torri, genere fantasy/avventuroso
Storia di un esercito mercenario di Uomini dell'Est, comandati da una donna senza passato e senza scrupoli. Il suo arrivo nel regno di Rohan, oppresso da Saruman, porterà molte cose alla luce...non solo sul suo passato.
Estratto:
"Taci." le disse Éomer. "O i tuoi soldati non ti vedranno mai più."
"Spiacente, figlio di Éomund. Non mi impressioni. Non hai credibilità se lasci quel plebeo untuoso guidare il vostro reame. Ora sei tu il principe, non è cosí? Bene, guarda i tuoi sudditi." gli disse Goneril, indicando con un dito inanellato le abitazioni tutt'intorno. "È tua precisa responsabilità proteggerli. Per prima cosa, dovresti andare là dentro e mandare all'altro mondo quel Grima, o farlo imprigionare. Poi, dovresti galoppare con i tuoi Rohirrim verso Isengard, e spedire anche quel vecchio incartapecorito di Saruman dritto da Eru, e che se la veda lui. Allora tuo zio sarà libero, e anche tutti voi. Ma non farai né una, né l'altra cosa." Goneril fece una smorfia di disprezzo. "Invece, prendertela con una donna é più facile. Meno pericoloso."
⚜️⚜️⚜️
Capitolo conclusivo della saga Roswehn/Thranduil
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aragorn, Eomer, Eowyn, Gandalf, Legolas
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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"Perché l'avete lasciata entrare?" sbraitó Grima. "Chi vi ha detto di..."

"Ospiti...inattesi..." mormoró Théoden. Alzó lentamente lo sguardo verso la donna. Goneril notó subito che i suoi occhi erano appannati: come ci fosse stata una patina a coprirne le iridi celesti. "...e importuni." finì. Stava biascicando.
"Giusto, mio signore. Credo che Gambling non abbia compreso i vostri ordini." Grima alzó la voce, irritato con il soldato. "Avevamo detto, porte chiuse e niente forestieri! Quale parte di questo ordine ti è poco chiara, vice-capitano?"
Gambling non si scompose. Replicó secco: "Da sempre il nostro regno accoglie chi propone accordi. Qua fuori c'é un esercito mercenario. Re Théoden non ha mai respinto i visitatori prima del tuo arrivo, Grima."

"Mercenari..." disse ancora Théoden, in un rantolo. "Niente...accordi." Grima si lasció scappare un sorrisetto di trionfo.
"Hai sentito il Re, Gambling? Credi di potere eseguire le volontà del nostro signore, e sbattere questa donnetta e la sua gente fuori dal nostro territorio, o ti sarebbe troppo difficile?" lo provocó.
"L'unico che dovrebbe essere sbattuto fuori da qui sei tu." intervenne Goneril. "La tua sola presenza offende questo luogo."

Grima e Gambling rimasero zitti per qualche attimo, sorpresi da quell'improvvisa impertinenza. La donna squadrava il consigliere del Re: se i suoi occhi fossero state lame, Vermilinguo sarebbe caduto a piccole fettine sul pavimento in pietra.
Poi l'ometto si riprese. "Tu insulti il più devoto suddito del Re proprio in presenza del Re? Vuoi quindi che la tua vita finisca quest'oggi?" disse Grima, provando a mettersi dritto. Ma non gli riuscì. Goneril ebbe l'impressione che fosse gobbo: la sua schiena era incurvata come il ramo di un salice. I capelli unti e neri come la pece gli incorniciavano un viso grottesco, pallido, malato. Profonde occhiaie brunastre circondavano i suoi occhi: sembrava non dormisse da anni. Nel complesso, la donna lo trovó ributtante.

"Non ho offeso." rispose comunque lei. "Ho detto che sei inopportuno in questo luogo. Allora, lascia che ti chiarisca meglio ció che intendo: io trovo che saresti più adatto nel ruolo di giullare... il tuo corpo deforme sarebbe perfetto per la maschera di buffone. Ogni re che si rispetti ne ha uno, da che mondo e mondo."
Gambling sentì un guizzo di perfida gioia nel cuore. Non aveva affatto simpatia per i soldati mercenari, ma quella ragazza era stata l'unica ad aver trattato Grima esattamente come meritava. Le avrebbe quasi stretto la mano per congratularsi. Prima di lei, solo Éomer e Théodred lo avevano affrontato a muso duro. Tutti odiavano Grima, ma la fiducia incondizionata che Théoden aveva riposto in lui lo rendeva praticamente intoccabile.

"Guardie!" urló lui, incredulo. "Guardieeee!" Stava per dare ordine di arrestarla, Gambling ci avrebbe scommesso. Anche la donna lo aveva intuito: il suo occhio esperto notó subito che Goneril aveva piegato un braccio dietro la schiena, e stava per estrarre qualcosa da sotto la cintura. Gambling immaginó fosse un'arma. Con uno scatto si portó dietro di lei e le bloccó il polso. "No." le sussurró. "Non così. Lascia fare a me." Il viso di Grima, nel frattempo, aveva perso il suo pallore, ed era arrossito furiosamente, di rabbia e imbarazzo. "Nelle galeeeere!" continuava a sbraitare.

"Ci penso io a lei." gli disse Gambling. Goneril provó a strattonare il polso per liberarsi, mentre due soldati accorrevano agli schiamazzi di Grima. "La condurró personalmente fuori dal reame." promise il soldato, facendo cenno agli altri di non intervenire.
"Fuori...dal reame." si udì Théoden mormorare. "Lontano...per sempre..." La donna osservó il sovrano. Sentì qualcosa allo stomaco, un'improvvisa e violenta sensazione di disagio. Lontano...per sempre.
"E se oseranno avvicinarsi di nuovo anche solo di un miglio, che vengano trucidati!" continuó a inveire Grima. Gambling la trascinó fuori, e lei, dopo un'iniziale resistenza, finì per seguirlo docile. Aveva ragione il soldato: da sola non poteva fare niente. E comunque, non con quel piccolo coltello che nascondeva sotto alla fusciacca. Certo, avrebbe potuto sgozzare il bieco gobbetto , come minimo, ma sarebbe stata fatica inutile...e senza alcun guadagno. Anzi, attraverso Arda la sua fama di strega crudele avrebbe acquisito nuova linfa, e addio futuri affari.

Gambling la portó fuori da Palazzo. Hammon e Degarre, che attendevano in basso alla fine della scalinata, si avvicinarono. Dall'espressione di Goneril compresero che la gita fino a Edoras si era rivelata un'inutile perdita di tempo. "Maledizione. Tutta questa strada...per un accidente di niente!" imprecó Hammon.

La donna si liberó dalla stretta del soldato. "Come avete potuto permettere che quell'essere miserabile prendesse il controllo di questo reame? Ma che razza di gente siete...vigliacchi, senza carattere." protestó.
"Così vuole il Re. Allontanare Grima Vermilinguo con la forza vorrebbe dire ribellarsi a Théoden. Sarebbe un reato punibile duramente." spiegó Gambling.
"Il vostro Re è un burattino nelle mani di una forza più grande, siete ciechi? Dovete destituirlo." ribatté lei. "Quel suo nipote...Éomer, deve prendere il comando. Dov'é adesso?"
"È con suo cugino. I due nipoti del sovrano vegliano Théodred nei suoi ultimi istanti. Non lo disturberei se fossi in te." spiegó Gamling. "C'era già abbastanza afflizione qui. Anche questo...la morte del principe, non ci voleva." Sospiró, guardando le case attorno al palazzo regale, le persiane chiuse, i popolani mestamente affaccendati nel silenzio di quella grande vallata.
"Questi sono problemi vostri. E ve li siete cercati, lasciando che quel Grima s'insediasse di fatto sul trono. Non so quale sia la forza sconosciuta che tiene legato il tuo signore, ma ha a che fare con Sauron, questo è certo. Se Sauron ha allungato il suo braccio invisibile fino a Rohan e tramite quel tizio là dentro manipola Théoden, progetta qualcosa di grosso. Un esercito terribile è stato creato dallo stregone Saruman..." Goneril si bloccó. "Saruman..." ripeté. "E se fosse proprio lui ad aver preso il controllo della mente del Re?... forse è entrato in lui. Con un maleficio."
Gambling confermó il sospetto. "Sì. Lo crede anche Éomer, ormai. E io sono d'accordo. Quell'uomo canuto e raggrinzito non è il nostro re. Lo conosco abbastanza, il mio signore. E quello là dentro non é più il mio signore."
"Allora Éomer, o come si chiama, dovrebbe andare a Isengard. Andare lì e affrontarlo." continuó Goneril.

"E con quale scopo?" chiese una voce maschile e perentoria. Il nipote del Re era uscito dalla porta senza essere notato. "Solo per il gusto di venire annientato con i miei Uomini?" Si era tolto l'armatura e il suo viso, senza elmo, era evidentemente provato da notti insonni e grandi tormenti interiori. Il regno di Rohan, una volta prospero e felice, era come risucchiato da un vortice malvagio, e lui non poteva farci niente. La cosa lo faceva ammattire. "Saruman è il capo degli Stregoni della Terra di Mezzo...il più potente. Ci farebbe travolgere da una valanga o da chissà quale altra calamità se provassimo a varcare i confini di Isengard." disse fissando la donna. "Ci hai pensato, prima di accusarci di codardia?"

"Allora preferisci sottometterti? Sarebbe questa la tua politica?" chiese lei, non nascondendo un lieve sarcasmo. "Non fai onore alla memoria di tuo padre, cosí."
"Solo perché sei una donna non ti darò quello che meriteresti dopo queste parole." ribatté Éomer. "Ma...ti avverto: abbiamo già i nostri problemi, e non tollererò altre grane. Mi hanno riferito che ci sono cinquecento soldati al tuo servizio, nella vallata qui di fronte. Dopo che la notte sarà passata ti ordino di destarli e lasciare con loro il nostro territorio. É la seconda volta che te lo dico. Non ce ne sarà una terza." Goneril non parve impressionata. Ci voleva ben altro. Una che era sopravvissuta a cento sferzate sulla schiena a tredici anni poteva senz'altro reggere lo sguardo duro di un uomo a trenta. "Vedi, sono confusa." gli disse, le labbra rossastre che si allargavano in un più ampio ghigno. "Tu parli di ordini. Ma da quel che ho visto, non è più Éomer a dare ordini. Né Théoden, né tantomeno suo figlio, povero principe sull'orlo della fine. La vostra nobile famiglia è stata degradata a servitù." Gambling notò con preoccupazione che Éomer stava perdendo la calma. Lo capiva, perché in quei momenti i suoi occhi scuri brillavano, e il suo viso si faceva sempre più rosso sulle guance. La donna invece, era perfettamente padrona di se stessa. Una gatta nera che agitava la coda di fronte a un mastino, gli sembrava quella scena.

"Taci." le disse Éomer. "O i tuoi soldati non ti vedranno mai più."
"Spiacente, figlio di Éomund. Non mi impressioni. Non hai credibilità se lasci quel plebeo untuoso guidare il vostro reame. Ora sei tu il principe, non è cosí? Bene, guarda i tuoi sudditi." gli disse Goneril, indicando con un dito inanellato le abitazioni tutt'intorno. "È tua precisa responsabilità proteggerli, ora. Per prima cosa, dovresti andare là dentro e mandare all'altro mondo quel Grima, o farlo imprigionare. Poi, dovresti galoppare con i tuoi Rohirrim verso Isengard, e spedire anche quel vecchio incartapecorito di Saruman dritto da Eru, e che se la veda lui. Allora tuo zio sarà libero, e anche tutti voi. Ma non farai né una, né l'altra cosa." Goneril fece una smorfia di disprezzo. "Invece, prendertela con una donna é più facile. Meno pericoloso."

Gambling si sentí di intervenire, prima che il suo superiore perdesse ogni autocontrollo. C'era molto vicino, lo sapeva. "Però aspetta, Éomer ha ragione. Contro un Istari di quella potenza non si può fare niente. E Isengard é protetta dalla Foresta di Fangorn, quel bosco maledetto. Prima di arrivare alla Torre oscura in cui vive Saruman bisogna superare una boscaglia sterminata, é una barriera fittissima."

"E dovrei trascinarci i miei soldati, perdendo loro e anche i cavalli. Beh, non so chi ti ha eletta Generale, donna, ma la tua strategia é alquanto discutibile." aggiunse Éomer. "Dovresti tornare a fare la serva, o la cuoca, o qualsiasi mestiere tu avessi prima di iniziare a giocare con le spade."
"Credo che tu mi stia confondendo con tua madre." rispose Goneril e a quel punto Gambling si aspettò un bagno di sangue. Se c'era una cosa che mandava fuori di testa Éomer era riferirsi, in qualsiasi modo, ai suoi genitori. Già pochi minuti prima la Generalessa aveva rischiato grosso nominando suo padre Éomund, ma adesso, ragazzi, aveva tirato in ballo Théodwin e ci sarebbero stati tuoni e fulmini sotto a quel portico.

"Te la sei cercata." le ringhiò infatti  Éomer, poi si girò verso Gambling. "Dammi la tua spada. Voglio vedere se quello sguardo le rimarrà incollato sul viso, dopo che la sua testa sarà rotolata laggiù."
"No, no, Éomer, avanti, lasciala stare. É una ragazza disarmata. Se la uccidi, commetti un crimine nel tuo stesso regno. Lascia perdere. E tu..." disse a Goneril. "Falla finita e vattene."
"Una ragazza disarmata...questa é un'assassina. Quanti uomini hai ucciso per soldi? Cento, duecento, mille? Non c'é umanità in te, lo sento. Non sei diversa da Sauron." continuò Éomer.
"Ti sbagli." ribatté lei. "A Sauron non interessano le percentuali sui guadagni, a me sí. Lui vuole distruggere il mondo conosciuto? Si accomodi, ci provi. Io offro solo un gruppo di soldati ben addestrati e ancor meglio armati a chi ne ha bisogno, in cambio di due casse d'oro. E non siamo assassini...non meno di te, Éomer di Rohan."
"Non abbiamo bisogno di voi, te lo vuoi mettere in testa? Ma con chi credi di parlare, insolente? L'esercito di Rohan é uno dei più grandi fra quelli degli Uomini. Abbiamo combattenti sparsi per tutto il territorio, procurati una mappa e osservane l'estensione. Cinquemila soldati servono Théoden. I tuoi cinquecento non sono che una goccia nel nostro mare." spiegò orgoglioso Gambling.
"E allora come mai il vostro Re é seduto là dentro istupidito e debole? Chi lo sta difendendo, esattamente? Scusa, soldato, ma insisto: quaggiù siete sprofondati in un gran bel guaio. Non venirmi a dire che non vi serve aiuto, perché é un insulto alla mia intelligenza." proseguí Goneril. "Andrò io a Isengard, con i miei guerrieri. Farò il lavoro sporco che voi non volete fare. E guarda, non chiedo nemmeno il pagamento anticipato. Quando Théoden tornerà in sé mi darete quanto mi spetta. Cosa ne dici, Maresciallo dei miei stivali?" chiese a Éomer.

Quest'ultimo e Gambling si scambiarono un'occhiata veloce. "Se farai quello che dici, se mio zio tornerà a ragionare, parlare e vivere come essere umano e non come larva...sarai la benvenuta qui. Mi inchinerò davanti a te." disse Éomer, "...sfortunatamente, credo che non succederà."
"Due casse d'oro, e avrai la testa di Saruman su uno scudo." ripeté Goneril. "Non inchinarti, non mi interessa. Gli uomini non si inchinano davanti a me, non l'ho mai preteso. Ma pretendo il pagamento per il mio lavoro. E se porterò a termine la mia missione, e non mi darete quanto mi spetta, dopo il sangue di Saruman ci sarà il tuo sulla mia lama. Affare fatto?"
"Come no. Buona fortuna, allora." fu la risposta secca del giovane.
"Non ho ancora finito. A proposito di quel Grima..." riprese Goneril.
"Lui lascialo stare...per ora." la interruppe Gamling.
"Voglio dire...quale credete sia il motivo per cui si é schierato con Saruman, e lo serve con cosí puntigliosa devozione?" chiese la donna. "Non si sa. Per avere qualcosa im cambio, è presumibile." ribattè il soldato.
"Hm... qualcosa o ...qualcuno. Tu hai una sorella, mi è stato detto." disse Goneril, girandosi verso Éomer.
"Sí. E allora?" chiese lui.
"Allora...riflettici un po' su. Da quel che ho visto, quell'omuncolo è talmente sgradevole e viscido...che credo non abbia mai sfiorato una donna. Sarebbe legittimo desiderare ciò dietro a cui si é a lungo sospirato ...e arrivare al punto da tradire se stessi e la propria dignità per averlo. Siamo tutti mercenari, mio signore dei cavalli. Ognuno a proprio modo." terminò Goneril, mentre Éomer iniziava a impallidire.
Éowyn. Non ci aveva mai pensato.

"Ora ti conviene augurarmi di nuovo buona fortuna. Non ci vedremo per un po'...e tu," disse guardando di nuovo Gambling. "...meglio se richiami ciascuno dei cinquemila cavalieri di cui vai fiero. Avrete bisogno del vostro esercito al completo. E cercate contatti con Gondor, già che ci siete."
"Non ci servono consigli. Va' in pace, prima che cambiamo idea." rispose il vice-capitano. La donna non rispose, fece girare uno sguardo orgoglioso prima su Éomer e poi su Gambling e discese in fretta le scale, verso Degarre e Hammon che la aspettavano. Avevano già ritirato i cavalli dalle stalle. Poi, i tre trottarono verso la grande entrata di Edoras e uscirono, lasciando i suoi confini.
"Ma da dove é sbucata quella? Che sta succedendo, in nome di Eru?" mormorò Gambling.
"Non so, amico mio. Ma quello che ha detto su mia sorella mi fa riflettere." rispose Éomer.
"Credi che Grima stia mirando a Éowyn? Come crede di avere la sua mano, tua sorella lo disprezza." disse Gambling.
"Non hai sentito?" rispose Éomer. "Forse come premio. Che mia sorella lo corrisponda o no avrebbe poca importanza. Grima segue Éowyn con lo sguardo, questo é vero. Lo faceva anche prima, da quando era una ragazzina. Ma adesso é nella posizione di...provare ad averla. Quella donna non dice assurdità." Gambling lo guardò dispiaciuto.
Éomer era già abbastanza in pena per suo zio, e addolorato per la recente tragedia di suo cugino...ora quei terribili sospetti sulla sorte della sorella minore.
"Senti....non pensarci ora. Va' da Théodred. È ancora vivo, ma potrebbe non farcela fino a domattina. Raggiungi Éowyn e insieme accompagnatelo verso la sua dipartita. A Grima penseremo più avanti, te lo prometto." tentò di rincuorarlo il soldato.
"Come lo dirò a mio zio...se Théodred muore, come..." sussurrò Éomer, il coraggioso e forte Éomer che non tremava mai fu sul punto di commuoversi.
"Va' da lui. Coraggio." lo esortò Gambling. "Siete ancora una famiglia."
   
 
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