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Autore: jarmione    25/09/2018    1 recensioni
[crossover]
[crossover][crossover][crossover]Che cosa accadrebbe se la città di Storybrooke fosse popolata da altre storie e non da quelle che noi tutti conosciamo?
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Personaggi inseriti:
X-men -> Logan, Young Charles, Young Eric
Supercar -> Devon, Michael, Bonnie, KITT, Amy (mia OC)
Thor -> Loki
Doctor Who -> Eleventh, Clara
Dalton -> Joe, Jack, William, Averell, Evelyn (mia OC)
Adventure Time -> Simon/Re Ghiaccio, Marceline
Sherlock BBC -> Sherlock, Watson
Labyrinth -> Jareth, Sarah
Genere: Avventura, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Il Dottore aprì e guardò Amy come se fosse più aliena di lui.
Lo sguardo curioso e penetrante concentrato sulla ragazza, le cui parole avevano colto nel segno.
Amy deglutì “Riesci a ricordare?”
Il Dottore si spostò e la fece entrare, Sean chiuse la porta.
Per quest’ultimo, la faccenda si stava facendo interessante e vedere la determinatezza di Amelia a risolvere il suo caso gli aveva dato un incentivo in più.
E poi lei era così perspicace e intraprendente.
Non aveva paura di niente, nemmeno di essere attaccata da un lupo gigante o dal sindaco.
Anche lei si stava mostrando interessante, era difficile che qualcuno fosse migliore o alla sua altezza.
Amy era entrambe le cose.
“E’ questo il problema” disse il Dottore, facendolo ridestare dai suoi pensieri “i ricordi” ed indicò la stanza.
Era completamente in disordine, c’erano persino dei calzini appesi al lampadario.
Fogli di ogni dimensione e colore erano sparsi per tutto il pavimento, vestiti non stirati stavano impilati a miracolo su una sedia ed infine tre papillon giacevano sul letto, unici in ordine.
“Questi ricordi non sono reali” proseguì il Dottore, mettendosi a fare avanti e indietro con fare pensoso “la nube!” esclamò “è stata quella strana nube viola a farmi questo, ma perché? Che cosa è? Odio non sapere!”
“Dottore…” Amy lo lasciò borbottare per qualche momento, poi si avvicinò e gli porse il libro aperto sulla sua storia “aiutaci”
Il Dottore prese il libro e lesse quello che vi era scritto “No…no no no NO!” sbottò “chi ha scritto questo libro? Non è veritiero!” sfogliò le pagine al volo senza leggerle e ne mostrò una in particolare.
C’era raffigurata l’immagine di lui e Cora, cioè Clara, che si scambiavano un bacio.
“Questo…” indicò freneticamente il disegno “non è mai accaduto e, credimi, io ricordo tutto perciò…” ridiede il libro ad Amy “riprenditi il tuo libro e trovane uno che dica la verità”
“Ma…” Amy scosse la testa.
Che diamine poteva saperne lei se la loro storia o i fatti accaduti erano reali o no?
Sospirò e passò il libro a Sean, che iniziò a sfogliarlo, poi si rivolse di nuovo al Dottore “Dottore, sei l’unico che può aiutarci a capire perché siamo qui” disse “tu la magia la capisci molto meglio di noi semplici umani”
“E dimmi un po’, semplice umana…” si avvicinò pericolosamente a lei “perché dovrei ascoltare le parole di una ragazzina che se ne va in giro con un libro sbagliato e con l’idea di salvare questa città da qualcosa che ne lei, ne nessun altro conosce?” domandò “per me è frustrante non sapere e non avere più il mio cacciavite sonico ed il mio TARDIS” aggiunse “e non mi sembra molto carino che tu venga a chiedere aiuto a me, al Dottore, che non ho i miei strumenti e nemmeno la possibilità di sapere quanta energia c’è in questo luogo quindi, a meno che tu non sappia dove si trovano sia il MIO cacciavite…” ecco spiegato il disordine nella camera “che il MIO TARDIS, non credo che ti sarò di aiuto e nemmeno disponibile”
Amy lo fissava seria, ma dovette indietreggiare di un passo a causa della troppa vicinanza “Molto bene…” rispose cercando di mantenere un tono freddo e distaccato “Avevo letto che il Dottore era un salvatore, il più acclamato dai pianeti in pericolo…un uomo migliore di quello che ho appena scoperto” in fondo, però, lo capiva.
Quella situazione stava facendo diventare matta lei che era lì da una settimana e tre giorni, figuriamoci qualcuno che aveva in mente ricordi di una vita e/o infanzia falsi.
Per un attimo si chiese che ricordi avesse suo padre, cosa aveva creato Jareth per lui.
Ricacciò indietro il pensiero e tornò a concentrarsi sul Dottore “L’aiuto che tu ci fornivi sarebbe stato ripagato, ma non credo che tu lo voglia…” stavolta fu lei ad avvicinarsi pericolosamente all’uomo “tu hai solo paura” sottolineò bene l’ultima parola e cercò di ricordare ogni cosa letta sul Dottore, anche le frasi al volo “capisco perché sei ricercato su Gallifrey”
Fece per andarsene, ma una mano l’afferrò per il braccio.
Il Dottore la fissava sbalordito “Come fai a saperlo?”
Lei indicò il libro in mano a Sean “Grazie al libro ‘SBAGLIATO’” detto questo, attese che il Dottore la lasciasse ed uscì.
Sentiva che le poche speranze avute, durante la prima parte della conversazione, erano svanite nel nulla.
Non pretendeva di ottenere chissà quale aiuto o rivelazione, ma vedere l’unico normale e con i ricordi mandarla via a causa di un libro sbagliato e di cui lei non era a conoscenza dei fatti o l’autore che lo aveva scritto.
Probabilmente era pure stato creato dalla stessa nube che li aveva portati lì oppure da Jareth stesso e, a causa di ciò, lei vedeva suo padre e la sua famiglia svanire piano piano davanti a lei.
Non era nemmeno riuscita a trovare sua madre e assicurarsi che stesse bene.
Nel frattempo, Sean aveva assistito e diede il libro al Dottore, aprendolo alla pagina dove c’era la figura del bacio.
“Ti consiglio di leggere attentamente, invece che sfogliare” ed uscì anche lui, senza dare il tempo al Dottore di replicare e chiudendosi la porta alle spalle.
Raggiunse Amy, che lo aspettava a metà della rampa di scale, con le braccia strette in vita e le lacrime agli occhi.
“Amy…”
“Ho sbagliato, Sean” mormorò “non dovevo venire qui, sono stata una stupida”
“Hai fatto ciò che credevi giusto per aiutare la tua famiglia” cercò di tranquillizzarla lui “vedrai che cambierà idea”
“Come fai a dirlo?”
Sean sorrise “Intuizione” e le mise un braccio attorno alle spalle “andiamo” ed uscirono, salutando Cora e ringraziandola per la sua disponibilità.
“Che facciamo adesso?” domandò Amy, che aveva esaurito le idee.
Sean si sistemò l’impermeabile nero, alzando il colletto per tenersi ben coperto “Andiamo a casa”
Amy si bloccò.
Lei non aveva una casa e i fratelli di Mina non l’avrebbero mai ospitata.
La cripta era stata sigillata e KITT era scomparso.
Era lui la sua famiglia…la sua casa, il suo migliore amico.
“KITT è casa mia”
Sean la capì.
KITT, o Dracula come lo chiamavano in città, era l’unico amico che aveva Amy, uno dei tanti con i ricordi.
“Lo troveremo” disse Sean fermandosi e asciugandole gli occhi “te lo prometto”
Amy sorrise appena, ma si sentiva male.
Il dolore delle ferite provocatole da KITT quasi non si sentivano più, ciò che era davvero forte era la morsa allo stomaco.
Sentiva il bisogno di piangere, di sfogarsi e Sean era l’unico che in quel momento la capiva.
Si stava comportando come un vero amico, un fratello…un padre.
Non riuscì a trattenere tutto per molto.
Iniziò a singhiozzare e si strinse a lui che, nonostante fosse preso alla sprovvista, ricambiò la stretta e le accarezzò i capelli.
“Tranquilla” mormorò lui “sei con me adesso”
Amy cercò di darsi una calmata e si asciugò gli occhi, Sean le passò un fazzoletto per aiutarla.
“Scusa”
“Non scusarti” le sorrise lui “sei più coraggiosa di quanto immagini e quello che hai fatto e stai facendo è ammirevole” le prese il volto fra le mani “nessuna ragazza avrebbe il tuo stesso ardire” fece per aggiungere altro ma nel spostare lo sguardo dietro Amy, verso la foresta, aumentò il sorriso “non sei sola”
Amy non capì, si voltò ed osservò nel punto in cui stava guardando Sean.
All’ingresso della foresta c’era un uomo.
Non era tanto alto ed aveva i capelli corti e biondi, un lieve sorriso solcava il suo volto.
Amy lo riconobbe, era il dottor David Gale colui che l’aveva curata mentre era in ospedale.
Al suo fianco…
“KITT…” Amy sgranò gli occhi e senti il cuore mancarle di un battito “KITT!” corse verso l’enorme lupo e si aggrappò al suo collo stringendolo forte.
Lui, per tutta risposta, ricambiò riempiendola di baci.
“Credevo ti avessero catturato, oh KITT, mio solo ed unico KITT” rimase stretta a lui per secondi infiniti, poi si voltò verso il dottore “grazie”
“Figurati, è un lupo socievole” rispose l’uomo “nonostante sia enorme e…quasi umano”
“Si lo è” confermò Amy, tornando a guardare KITT “stai bene?” ed il lupo annuì.
Si frugò all’interno delle tasche della giacca e tirò fuori il foulard rosso di KITT; lo portava sempre a dietro, non lo lasciava mai.
Lo legò attorno al collo del suo amico “Così non ti perderò più di vista” gli diede un bacio sul muso “mi sei mancato”
KITT le diede una musata dolce e lei ricambiò con una carezza.
“Come ha fatto a trovarlo?”
“E’ una storia lunga” rispose il dottore “diciamo che mi è stato riferito dove potevo trovare un lupo gigante amico di una ragazza molto coraggiosa” e con gli occhi fece cenno verso Sean.
Amy si stupì “Glielo hai detto tu? Tu sapevi dove si trovava KITT?”
Sean annuì “Appena sei entrata alla tavola calda ho subito mandato un messaggio a David dicendogli di andare a prenderlo e portarlo qui”
“I-io…grazie…grazie, Sean”
Rivedere KITT fu il più bel regalo della giornata, Sean aveva degli assi nascosti nella mani.
“E Loki?” domandò rivolta più Sean che al dottor Gale, quest’ultimo alzò le mani per segnalare che non sapeva di chi parlassero.
“Per quello devi ringraziare John Wolf” rispose “non ti darà più fastidio”
Amy tremò visibilmente “Non lo avrà…”
“No no, tranquilla, nulla di così esagerato” la rassicurò Sean “diciamo che ha avuto ciò che si meritava”
Amy non volle entrare nel dettaglio ma aveva intenzione di scoprire che fine avesse fatto.
Prima o poi si sarebbe messa ad indagare, per ora aveva in meno solo KITT, Sean e la sua famiglia.
“Grazie ancora, dottor Gale”
“Figurati” sorrise il dottore “sarà meglio che torno all’ospedale, ho lasciato l’infermiera Stacy al comando”
Salutò Sean con un cenno del capo e si addentrò di nuovo nella foresta, in direzione del retro dell’ospedale.
“Andiamo, Amy” incalzò Sean.
Lei scosse la testa “Non lascio KITT da solo”
“Starà bene, fidati di me” le disse “Non posso garantirti che lo vedrai spesso, ma ti assicuro che nessuno lo troverà o gli farà del male, diglielo anche tu” aggiunse rivolto a KITT.
Il Lupo annuì e le diede una musata.
Amy lo strinse forte.
KITT era la sua famiglia, dovergli stare lontano di nuovo sarebbe stata una tortura “Non ti abbandonerò” mormorò all’orecchio del suo amico, per poi lasciarlo andare e osservarlo mentre scompariva all’interno della foresta.
 
*****
 
Passò una settimana.
Sean aveva detto ad Amy di stabilirsi da lui finchè non riusciva a ricongiungersi con la sua famiglia, che ancora non ricordava.
Pur di assicurarsi che tutti stessero bene, nonché per aiutare Sean con le spese, era riuscita a convincere suo zio Devon, o meglio…Sam Claiton, ad assumerla per tenere l’archivio e digitalizzare i documenti in quanto lui era negato con il computer.
Ma stava male…troppo male.
Aveva persino scoperto dove lavorava sua madre, ma non aveva avuto il coraggio di andare a verificare.
Pregò di risolvere tutto al più presto perché la sua pazienza stava già raggiungendo il limite.
Il Dottore non si era fatto vivo e il libro lo aveva lui.
Che gli fosse successo qualcosa?
Che Jareth fosse intervenuto?
Era tutto troppo tranquillo, troppo normale per essere vero.
Giunta la sera, dopo cena, si mise seduta sulla poltrona accanto al divano.
Faceva freddo e teneva una coperta sulle spalle per sentire un po’ di caldo.
Sean era chiuso nel suo studio e stava armeggiando con fogli e oggetti vari.
Per quanto cercasse di essere riservato, parlava abbastanza da farle capire parecchie cose su di lui.
Però non le ascoltava del tutto, perché sapeva che erano ricordi falsi che Jareth aveva creato lanciando la maledizione.
Il perché l’avesse lanciata era ancora un mistero e perché avesse cancellato la memoria di tutti gli abitanti di Storybrooke altrettanto.
Un altro mistero era la sua vera identità, che non poteva scoprire finché non riotteneva il libro
L’unica cosa che dava per certa era l’età di Sean, confermata anche da certi suoi comportamenti.
Aveva l’età di Christopher Lowell, ventisei anni. (*)
Sembrava molto più maturo, non avrebbe mai detto che fosse così giovane.
L’orologio della pendola rintoccò le dieci, Amy lasciò la coperta e decise che era ora di recarsi a letto.
Passò accanto allo studio di Sean e bussò “Buona notte” disse, senza ottenere però risposta.
I primi due giorni ricambiava, poi aveva smesso.
Non la trattava male, non rispondeva alla buona notte e basta.
Passava la maggior parte della notte chiuso nello studio e a volte si udivano dei colpi contro al muro, probabilmente pugni.
Sospirò e poi le scale della casa fino al piano superiore.
Fece per aprire le stanza degli ospiti che era stata allestita solo per lei, ma venne fermata dal rumore di passi veloci che correvano su per le scale.
Sean arrivò su tutto trafelato, i capelli scompigliati e la camicia metà dentro i pantaloni e metà fuori.
Amy si preoccupò “Sean…”
Lui si avvicinò.
La guardava con uno sguardo incantato.
“Sean?”
Lui sembrò accorgersi di quello che stava facendo e si allontanò “Perdonami” disse “perdonami, Amy” e corse nuovamente giù per le scale, chiudendosi dentro allo studio.
“Sean!” Amy lo seguì.
Anche se era una ragazzina, aveva intuito cosa gli aveva preso e forse aveva appena trovato la risposta al perché non le diceva più “buona notte” alla sera.
“Sean, apri” disse bussando alla porta “per favore, aprimi”
Amy udì uno strano suono provenire dalla stanza, seguito da un pugno sulla scrivania.
“Non avevi detto buona notte!?” domandò lui bruscamente.
La ragazza ebbe un tuffo al cuore, ma sapeva che quella reazione era dovuta proprio a ciò che pensava…a ciò che anche lei provava.
Non si perse d’animo, o adesso o mai più.
“Si, l’ho detto” disse “ma non importa più”
“Vedi di fartelo importare e vattene a letto!” urlava Sean, che nel frattempo si metteva le mani nei capelli quasi a volerseli strappare.
Si sentiva stupido e lui odiava essere stupido o essere considerato tale.
Amy non voleva mollare.
C’era differenza di età, ma se funzionava tra Chris e Mina poteva funzionare anche fra di loro.
“Ho detto che non mi importa” ribattè risoluta.
“Perché!?” sbottò lui “perché resti lì fuori? Perché mi tormenti!?”
Amy deglutì “Perché…perché…perché ti amo, Sean”
Silenzio…un silenzio glaciale.
Aveva fatto la frittata e l’aveva pure disfatta.
Poco dopo, la porta dello studio si aprì.
Sean apparve e lo sguardo che aveva avuto pocanzi al piano superiore era ricomparso.
“Che hai detto?” domandò, con tono molto più tranquillo.
“C-che ti amo”
Sean la osservò ancora per lunghi secondi, poi prese il suo volto fra le mani e lo avvicinò al suo.
Le loro labbra si unirono in un lungo, caldo e desiderato bacio.
 
 
(*) Non avendo trovato da nessuna parte riferimenti sull’età reale di Sherlock Holmes (in uno dei libri di Conan Doyle si fa cenno che Holmes, durante un travestimento, ha l’apparente età di 60 anni ma in realtà nessuno l’ha davvero confermata, ovviamente il Sherlock che sto usando io non ha quell’età XD) perciò ho dato sfogo alla mia libera interpretazione ed ho pensato che 26 anni andassero più che bene per 4 motivi
 
1. Certi comportamenti di Sherlock sono adolescenziali
2. Ho visto gente a 26 anni sembrare più anziana (chiedo perdono a chiunque abbia questa età, non voglio offendere, nemmeno io sembro una del 93)
3. Un cervello così sopraffino può averlo tranquillamente un ragazzo di 26 anni
4. A 26 anni si può anche avere un lavoro proprio
 
Questi sono i motivi, se pensate che non vada bene, preferirei che me lo diciate.
 
NB: Minorenne o meno, ho messo apposta la nota di “TEMATICHE DELICATE” in quanto è ovvia la differenza di età e non lì farò arrivare tanto oltre come ho fatto con Evelyn e Lucky Luke (anche di questo nessuno sa la vera età e perciò ho dato sfogo alla mia fantasia).
Vi premetto (avendo già avuto rimostranze da un paio di utenti) che il fatto che una ragazza di 16/17 anni stia con un ventenne (ovviamente consenziente) non è poi così scandaloso.
Mi auguro che, comunque, vi sia piaciuto.
Un bacio ad Evelyn80
  
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