Libri > Eragon
Segui la storia  |       
Autore: PrincessintheNorth    25/09/2018    1 recensioni
Prequel di "Family"!
Nel regno del Nord, una principessa e Cavaliere dei Draghi, Katherine, farà conoscenza di Murtagh, il Cavaliere Rosso che si è autoimposto l'esilio ...
In Family abbiamo visto il compimento della loro storia e il loro lieto fine: ma cos'è successo prima?
"-Principessa, per l’amor del cielo … - prese a implorarmi Grasvard. – Spostatevi da lì … non vi rendete conto di chi è?
-È Murtagh figlio di Morzan, ex Cavaliere del Re Nero, erede del ducato di Dras-Leona. – ringhiai. – So benissimo chi è. So anche che è un essere umano come me e come te, a meno che tu non sia un elfo sotto mentite spoglie. È un essere umano ed è vivo per miracolo. Quindi, dato che come me e come te è carne e sangue, gli presteremo le cure che necessita. Sono stata chiara abbastanza?"
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castigo, Eragon, Murtagh, Nuovo Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Selena/Morzan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
KATHERINE
 
 
Da quando, il giorno prima, eravamo andati a fare quella visitina a Grasvard, mi sentivo diversa.
In teoria ero sempre la stessa, sia fisicamente che caratterialmente, eppure mi sentivo come se mi si fosse levato un grosso peso dal petto: Murtagh era convinto, e aveva anche senso, che finalmente mi fossi liberata della paura che mi metteva, e in effetti aveva ragione, non avevo più paura di lui, ma non era solo quello. Mi sentivo più potente, migliore, più … più la Katherine che tutti si aspettavano che fossi.
Meno … difettosa, più coraggiosa, nobile e tutto il resto del corredo che ci si aspetta da una principessa, Cavaliere e capo militare.
- E adesso lo scegli tu il nuovo profumo della mamma, piccola … - mormorai a Belle, che si guardava intorno tutta contenta.
L’avevo portata in giardino sia per farla stare un po’ all’aria aperta, dato che da quando era nata (quindi non molto) era sempre stata chiusa in casa, sia perché volevo aggiungere qualcosa che mi ricordasse lei al profumo che indossavo di solito.
Dopotutto, in quella soluzione avevo messo una fragranza per ogni persona e cosa che amavo: le rose bianche per la nonna, i ciclamini per la mamma, uno strano fiore a palla che avevo trovato su un’isoletta insieme a papà, del lampone per Alec e Annabeth (era il frutto preferito di entrambi), del ciliegio per April, l’acqua di mare che univa sia l’oceano che Sìgurd. Ancora non avevo trovato niente che mi ricordasse Murtagh o Antares (lei aveva esplicitamente richiesto che il suo profumo fosse del sangue appena stillato dalla gola di un nemico, ma l’idea non mi entusiasmava), ma dovevo assolutamente trovare qualcosa per la mia piccola.
Da brava draghetta quale era, visto il ciuffo, aveva di nuovo rigurgitato sulla tutina a leone di Murtagh ed ero stata “purtroppo” costretta a rimetterle su quella che la faceva assomigliare a un draghetto, ovviamente con mio grande dispiacere.
- Chissà che fiorellino sceglierai …
Di certo aveva appena scelto di tirarmi i capelli.
- Non fare l’antipatica … dai, amore, non hai neanche tre giorni … dopo c’è la festa, non vorrai che tutti ti vedano come una bimba antipatica … a parte che non lo sei … no, sei perfetta.
Belle mi fece un gran sorriso che le illuminò gli occhioni ancor di più. Somigliava tantissimo a Murtagh quando sorrideva così, aveva la sua stessa espressione felice ed innocente.
Con calma andammo fino al giardino dei fiori, ovvero dove venivano coltivate le piante destinate specificatamente alla produzione delle fragranze.
- Vediamo un po’, piccola Belle …
La sistemai meglio tra le mie braccia, così che potesse vedere meglio i fiori.
- Cosa stanno facendo queste ragazze in giro da sole?
L’attimo dopo Murtagh si era preso Belle, che aveva fatto un versetto deliziato nel sentire la voce del suo papà e aveva iniziato ad agitarsi.
- Cosa fa la mamma? Ti rapisce? – la prese in giro. – Ti porta via e ti vende al mercato? No che non ti porta via. Adesso andiamo a vendere lei al mercato. E perché diavolo la mamma ti ha cambiato la tutina?
- L’ha sbavata. Insieme alla mia faccia. – spiegai. – Una bella colata di saliva.
- Non si sputa, piccola bavosa … ad ogni modo, che ci fate qua? Non è che a stare in mezzo alle piante le accade qualcosa?
Da quando era nata, Murtagh era diventato ancor più iperprotettivo di quanto già non fosse, arrivando quasi (ma non ancora) al livello di mio padre, che era comunque insuperabile. Credeva che ogni cosa potesse nuocerle, perciò, quelle rare volte in cui il pannolino aveva il coraggio di cambiarglielo lui, abbondava di creme lenitive di cui mamma ci aveva riforniti, stava attentissimo a metterle il pannolino e urlava contro tutti se aveva anche solo il minimo sospetto che i teli che usavamo per asciugarla non fossero perfettamente sterilizzati.
Da una parte, lo capivo. Belle era piccolissima, e soprattutto c’era l’esperienza di George (e non era facile non pensarci ogni volta che la tenevamo in braccio) a condizionarlo, a condizionarci ampiamente. Però, d’altra parte, che male potevano farle dei fiori?
- Che vuoi che le accada?
- Viene punta da un’ape o da qualunque altro insetto? – fece retorico.
- Incantesimi protettivi.
- Si prende il raffreddore?
- Stessa risposta.
- Ti cade?
- Dubito che possa accadere.
- Sei Katherine, con te può accadere di tutto! – esclamò teatralmente, dandomi un leggero bacio sulla fronte. – Insomma, sei tu quella che mi ha costretto ad accompagnarti dai Nidwhal!
- Oh, andiamo, ti sei divertito anche tu quella volta. – sbuffai riprendendomi la bimba.
Per qualche motivo, mi sentivo strana, quasi male e preoccupata, quando non l’avevo tra le braccia, anche se ad occuparsi di lei c’erano Murtagh o qualcun altro di cui mi fidassi.
Forse fu una mia impressione, perché mi stavo già voltando a causa di un versetto di Belle, ma lo vidi aggrottare leggermente le sopracciglia.
Beh, poteva essere per qualunque cosa, un raggio di sole o altro.
- Cosa c’è, amore?
Entrando il più delicatamente possibile, scoprii che aveva finalmente deciso che fiore le piacesse.
- Ottima scelta, cucciola. – le sorrisi prendendo una camelia.
- È il caso di rientrare, comunque. – fece Murtagh, che sembrava aver recuperato l’aria tranquilla e allegra di poco prima. – Insomma, c’è una certa festa che non può avere luogo senza i festeggiati. – e indicò sé stesso e me.
- In effetti dubito che la nostra festa di compleanno si possa festeggiare senza di noi. – gli diedi ragione, e ci avviammo verso il castello.
Non ci fu bisogno di andare a cambiarsi o altro, era una festa privata e molto tranquilla: avevamo scoperto che Belle odiava i rumori forti, e una festa di corte non era il luogo più silenzioso del mondo.
- Dunque. – commentò facendo il criptico. – Shepherd non è il tuo cognome?
- Certo che lo è. – feci stranita. – Katherine Shepherd. Mi chiamo così da diciannove anni, ormai credo di sapere chi sono. 
- Eragon mi ha detto che è un epiteto. – obiettò.
Merda.
C’era un solo motivo per cui potesse aver contattato suo fratello e contemporaneamente aver scoperto delle cose sul Nord, che ancora non ritenevo corrette, dato che da quanto ne sapevo io Shepherd era il mio cognome.
Aveva cercato informazioni sull’aquila di sangue, e questo mi ferì.
Gli avevo detto più e più volte che stavo cercando il modo più opportuno di dirglielo, visto che non era una cosa che aveva mai visto o che appartenesse alla sua cultura, e soprattutto visto che, ma questo gliel’avevo taciuto, poteva riportargli alla mente brutti ricordi e anche fargli credere che noi del Nord altro non fossimo che un branco di barbari sanguinari e vendicativi.
Gli avevo chiesto di darmi tempo per trovare il modo migliore per dirglielo, ma se n’era fregato e aveva tranquillamente calpestato una decisione che riguardava entrambi, che mi avrebbe dato modo di spiegargli cosa quell’esecuzione prevedesse senza turbarlo e al contempo avrebbe protetto me e la mia famiglia dal disgusto che sapevo sarebbe potuto nascere in lui, e questo mi dava parecchio fastidio.
- Quindi ritieni che un ragazzino che ha vissuto per quindici anni a raccogliere rape ne sappia più sul mio paese di me? – sibilai.
- Non c’è bisogno di arrabbiarsi.In un attimo, la situazione si era fatta tesa da entrambe le parti.
- Davvero? No, perché a questo punto mi sembra che dovresti sposarti con lui, dato che gli dai più fiducia che a me.
- Non stiamo parlando di fiducia, Katherine, non c’era motivo di insultarlo!
- Davvero non stiamo parlando di fiducia? Davvero? Con quella stupida domanda me l’hai appena confermato, sei andato a chiedere a un estraneo cosa prevedesse l’aquila di sangue. – ringhiai, e dalla sorpresa che attraversò il tuo volto capii che avevo fatto centro. – Quando io ti avevo chiesto di darmi un attimo per trovare il modo migliore per dirtelo, perché potrai vivere qui da tre anni, potrai stare imparando il norreno, le tue origini potranno essere di qui, ma non cambia il fatto che ancora non conosci almeno la metà del Nord, e parlo in termini di storia e cultura … non sei cresciuto qui ed è praticamente impossibile che tu comprenda tutto, perché ci sono cose che non si possono imparare, sono cose con cui cresci fin dalla nascita, con cui vivi e che risultano strane a chiunque altro e … e che cazzo hai da sorridere, brutto idiota?!
Per un attimo, persi l’educazione e riuscii a parlare peggio di uno scaricatore di porto (potevo dirlo perché sapevo come si esprimevano per esperienza personale).
Murtagh continuava a sorridere, e questo mi mandava in bestia. Che diavolo sorrideva a fare?
- Credi ti abbia sposata perché hai un bel faccino? – ridacchiò, abbracciandomi. – Lo so benissimo perché prendevi tempo, credimi, lo so da prima che venissi a sapere cosa riguarda l’aquila di sangue. Alternavi l’espressione che fai quando temi che non ti capisca e quella che hai quando cerchi di proteggere qualcuno. Ho fatto sì che non avessi più questo problema.
- Te l’avrei detto! – protestai. – Dovevo solo trovare il modo giusto, ma non avevi alcun diritto di …
- Puoi per una volta calmarti e dire grazie? – rise. – Non l’ho fatto perché non mi fidi di te … lo sapevo che me l’avresti detto. Solo che sapevo sarebbe stato difficile per te, quindi ho voluto toglierti un problema. E dato che già siamo in ballo, non ti considero una barbara o animalesca .... insomma, certe volte impersoni un po’ troppo l’animale del tuo stemma … va bene, stupida lucertola, non definirò più la specie migliore dell’intero mondo come animale! – sbottò contro Castigo, che doveva aver avuto qualcosa da ridere. – E non darmi dell’idiota! Bene, torniamo a noi … sai che la storia della schiena l’ho superata. Mi hai aiutato tu. – mi ricordò lasciandomi un bacio sul naso, e con la mente ritornai a tre anni prima, quando di notte lo sentivo lamentarsi e a volte piangere nell’altra stanza.
Una sera quei singhiozzi erano così strazianti che l’avevo raggiunto: da quel momento aveva iniziato a fidarsi di me e, lentamente, a parlare di tutto ciò che lo aveva segnato sin da quando aveva tre anni. Di notte parlavamo, e di giorno litigavamo. Forse era stata quell’ambivalenza a far credere a entrambi che tra di noi altro non potesse esistere che l’amicizia, e l’amore era seguito dopo, per molti gravemente in ritardo.
- Allora perché a volte ti sento ancora piangere? – sussurrai.
Avrei voluto abbracciarlo, ma con Belle in braccio non era possibile.
- Perché a volte gli incubi ritornano. – mormorò mordendosi l’interno della guancia. – Ma sono molto meno intensi e frequenti di prima. Sono ritornati da quando abbiamo scoperto di Belle. Forse … era solo ansia, paura che potessi essere un padre come lui.
Ci sedemmo sul prato, e a quel punto fu più facile per entrambi abbracciarci.
- Non sei Morzan. – lo rassicurai. – Non sei pazzo. Te l’hanno detto tutti, non era realmente crudele, era la follia.
- Ciò non cambia quel che è successo.
 - Tu non sei né pazzo né crudele, so che non faresti mai niente a Belle. Insomma, stai diventando un esempio per mio padre … vedendo come sei protettivo con la piccola lo sta diventando ancora di più con April. Non sei tuo padre, anche se in molti hanno detto il contrario. Voglio dire, quando ho sistemato le cose a Lionsgate hanno detto anche di me che sono la figlia di Morzan, ma a meno che i miei non mi abbiano nascosto qualcosa e Belle non sia nata da un incesto …
- Katherine, stai esagerando con queste tue teorie dell’incesto. – rise, e sospirai di sollievo. Ero riuscita a distrarlo. – Prima pensi che siamo cugini, poi fratelli …
- Beh, volendo guardare tutto siamo cugini. Addirittura di primo grado.
- No, perché tuo padre e mia zia non si sono mai sposati! – sospirò divertito. – Non voglio pensare di aver fatto sesso con mia cugina. Piantala.
- Va bene … adesso andiamo, che è tardi. 
 





 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Eragon / Vai alla pagina dell'autore: PrincessintheNorth