Tsuna/Hayato.
Day 30 cose che hai detto la nostra
prima volta
Cap.30 Chiamarsi per nome
Il rumore dell’ultima
esplosione si stava chetando e le
scintille delle luci in cielo si stavano spegnendo.
Hayato incrociò le gambe,
guardando Tsuna chiudere la
finestra e strinse la cintura del kimono che stava indossando.
< Ho tentato di mettermi
qualcosa di più tipico per
fargli buona impressione e lui si è vestito come un
occidentale per farla con
me. Alla fine ci siamo scambiati e ho gli abiti tipici di questa
occasione.
Siamo voluti rimanere a casa, invece
di andare alla festa
> pensò.
Sawada si sedette di fronte a lui e
gli sorrise.
“Ti sei
divertito?” chiese.
< Sono le uniche esplosioni
che possiamo amare entrambi e
in cui lui non rischia la vita > pensò.
Gokudera annuì.
“Sono felice di aver
rivisto i fuochi d’artificio con voi.
Sono stati uno dei motivi che mi hanno fatto comprendere quanto sia
importante
la vita” ammise.
“Uno?” chiese
Tsuna e si piegò in avanti, mettendosi a
gattoni.
“Ogni giorno, da quando
sono fidanzato con voi, ne scopro
uno nuovo” rispose Hayato, gli accarezzò la mano
con la propria.
Tsunayoshi intrecciò le
sue dita abbronzate con quelle
pallide di Hayato.
“Io ne avrei un altro di
motivo. Una cosa che volevo
chiederti da tanto tempo” sussurrò.
Arrossì e deglutì.
< Iiiih.
Questo
dev’essere l’inferno! Non riesco a credere che sto
riuscendo finalmente a
chiederglielo.
“Quale?”
domandò Gokudera, sentendo la gola secca. Si deterse
le labbra con la lingua e avvertì un fremito
all’altezza dello stomaco, il suo battito
cardiaco accelerò.
Tsuna si slacciò la
camicia grigia, aveva i capezzoli
turgidi. La lasciò ricadere aperta sulle sue spalle sottili,
le sue braccia
erano muscolose rispetto al corpo.
Fece stendere Gokudera sul pavimento
gelido, aprendogli la
giacca del kimono di tela nera.
“De-Decimo…”
esalò Gokudera, le sue gote pallide si tinsero
di rosa.
Tsuna gli appoggiò la mano
sulla testa, bloccandogliela sul
pavimento di legno, infilandogli le dita minute tra i morbidi capelli
argentei.
Lo baciò, intrecciando le loro lingue, premendo con forza le
sue labbra contro
quelle di Hayato.
Gokudera si lasciò
sfuggire dei gorgoglii di piacere.
“Ti va… di avere
la prima volta con me?” chiese Tsuna.
“N-non la vorrei con nessun
altro…” esalò Gokudera.
“Però…”
disse Tsuna. Gli posò un altro bacio rapido sulle
labbra e Hayato socchiuse gli occhi, le sue iridi erano liquide dietro
le lenti
a contatto e le sue pupille dilatate.
“Però?”
chiese con un filo di voce.
“Per questa volta, solo per
questa volta, Gokudera-kun… Hayato…”.
Tsuna si mordicchiò il labbro. “Ti prego,
chiamiamoci per nome” implorò.
< Non voglio scopra il mio
difetto di pronuncia, ma non
posso rovinare il momento più bello della mia vita. Non
posso ferirlo… >
pensò Hayato.
Giocherellò con la propria
cintura e la slacciò lentamente,
passando gl’indici sulla superficie, dicendo:
“Sì, Tssssunayòssshi”.
Tsuna sorrise, socchiudendo gli occhi.
“Lo sapevo che eri un
adorabile angelo caduto. Il ‘mio’
angelo caduto” sussurrò.
Chiuse gli occhi e lo
baciò con rinnovata passione, Gokudera
ricambiò con slancio.
< Non gli è
dispiaciuto! Anche se sibilo! > pensò.