Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Feisty Pants    03/10/2018    1 recensioni
Un normale liceo italiano caratterizzato dalla vita energica di tantissimi adolescenti. L'arrivo di una nuova studentessa Judy Hopps, alunna geniale con una particolare dote investigativa, migliorerà la vita di Anna, Elsa, Kristoff, Jack, Hiccup, Merida, Rapunzel e Flynn. L'amicizia aiuterà Judy ad aprirsi e a dimenticare i traumi del passato...ma lei non sa che tutti i suoi amici sono in pericolo...per colpa sua.
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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XLI.
MATURITA'



Le giornate più lunghe, le temperature più calde, gli alberi colmi di ciliegie inaugurarono l’arrivo di maggio che portò con sé una ventata di novità.

Nick stava guarendo perfettamente e Judy, dimessa dall’ospedale, era intenta a rilasciare a medici e scienziati la formula medica da troppo tempo custodita nella sua mente.

In pochi giorni la cura fu pronta e Judy chiese a Finnick, fratello di Nick, il consenso di testarla sulla madre tramite endovena.

Finnick all’inizio ebbe paura ma, forse, quella era l’unica occasione di aiutare la madre. Lei se ne sarebbe dovuta andare perché il tumore era ormai incurabile e quindi perché non sfruttare l’ultima flebile opportunità?

Fu così che Judy, ogni giorno, accompagnava la madre di Nick in ospedale e la assisteva durante il trattamento. Nel frattempo le raccontava delle avventure con il figlio, del suo essere simpatico e maturo ma, soprattutto, di come si fosse perdutamente innamorata di lui. La donna la osservava compiaciuta e commossa contenta di sapere che una brava ragazza amasse suo figlio.

Nick si svegliò dopo una settimana come previsto dai medici e venne dimesso nel giro di due giorni. Non aveva più tracce di quel dannato veleno in corpo e ora poteva tornare a casa.

L’unica cosa che lo stupì fu il fatto di non trovare Judy accanto a sé al momento del risveglio o in generale nei giorni seguenti. La ragazza si limitò a chiamarlo al telefono e dirgli che stava preparandogli una sorpresa. Nick non ci rimase male perché, comunque, in quei giorni era abbastanza debole e frastornato e voleva vedere Judy con energia, nel pieno possesso delle proprie capacità.

Il ragazzo tornò a casa con il fratello Finnick e varcò la soglia dell’abitazione. Il giovane inarcò le sopracciglia quando trovò il salotto vuoto. Dov’era la mamma? Al ragazzo iniziò ad esplodere il cuore nel petto e gli si formò un nodo in gola. Durante il coma l’aveva persa?!

“Nick” ecco che una voce lo chiamò.

Il ragazzo si voltò lentamente e notò la madre in piedi davanti a sé. Era ancora debole, pallida e magra ma aveva un gran sorriso e, cosa più importante, stava eretta sulle proprie gambe da sola aiutata solo da un carrellino!

“Mamma?! Come è possibile?!” esclamò il giovane incredulo guardando anche il fratello alla ricerca di risposte.

“Judy. La cura Hopps è finalmente stata approvata e io sono la prova vivente del suo funzionamento. Non mi curerà dal cancro vista la mia condizione ma mi sta permettendo di fermarlo e di riacquistare forze. Come vedi sto in piedi da sola e cercherò in tutti i modi di rialzarmi anche moralmente e continuare la battaglia” spiegò la madre avanzando lentamente verso il figlio.

Nick, con gli occhi inumiditi dalle lacrime, si avvicinò alla mamma e la strinse delicatamente tra le sue braccia. Era grato a suo fratello per la scelta e la fiducia, a sua madre per il coraggio e a Judy per aver salvato anche la sua famiglia.

“Ora se volete scusarmi…devo andare dalla mia ragazza” affermò lui fiero delle parole appena pronunciate e, una volta ricevuto il sorriso dei familiari, corse fuori diretto verso la casa di Judy.

Pochi minuti dopo…


“Ciao Nick!” salutò Oliver dal balcone notando il ragazzo dai capelli rossi sulla strada.

“Oliver! Caro, ti trovo bene che bello!” constatò il maggiore trovando in forma il più piccolo e rivolgendogli un grande sorriso.

“Ti chiamo Judy, vuoi salire?” chiese Oliver facendogli segno di accomodarsi ma Nick rispose di volerla aspettare in strada.

“Judy…vai giù in strada” urlò il fratello bussando alla porta della ragazza.

“Come mai?! Chi c’è?!” domandò lei curiosa interrompendo lo studio.

“Vai…e fidati di me” concluse lui spingendola verso l’uscita dell’appartamento.

Judy percorse velocemente le scale per poi fermarsi di colpo quando vide una figura da lei conosciuta.

“Nick!” sussurrò lei vedendo il ragazzo vestito di verde appoggiato al muretto di casa. Il cuore iniziò a batterle velocemente nel petto.

“Ciao coniglietta astuta” salutò lui mettendosi le mani in tasca.

“Volpe acuta, quale onore” rise lei prendendo in giro i loro primi soprannomi.

“Facciamo due passi?” propose lei iniziando a camminare accanto al ragazzo.

“Grazie di tutto quello che hai fatto Judy! Ho visto mia mamma…è diversa grazie a te!” disse lui emozionato per ciò che aveva appena visto.

“E’ stato il minimo per tutto quello che hai fatto per me! Grazie a te sto di nuovo con Oliver che è meraviglioso, mi sto preparando agli esami, non c’è più nulla che mi preoccupi, gli zii sono fantastici e…”

“Oh insomma, parli troppo. Sono stato in coma per una settimana, posso baciarti?!” disse lui fermando la ragazza e bloccandola contro un muro.
Judy abbozzò un sorriso e, appena notò avvicinarsi il volto di lui al suo, chiuse gli occhi per assaporare meglio il momento.

Quel bacio fu come ossigeno per lei. Non aveva mai vissuto un amore così intensamente! Ora aveva capito che desiderava tutto di quella nuova vita. Si era finalmente guadagnata il suo lieto fine. Aveva una famiglia meravigliosa, una casa e, adesso, l’ultimo tassello mancante: un ragazzo pronto a dare tutto per lei.

Esami di maturità…


“Elsa sei pronta?!” disse Anna sistemando i capelli biondi della sorella tutta fiera con la sua tesina in mano pronta ad affrontare l’esame orale, ultimo ostacolo per concludere la sua carriera scolastica.

“Sì” rispose lei tranquilla guardando le persone attorno a sé. Aveva lì Jack, gli amici e i suoi genitori. Non avrebbe desiderato nessun altro.

“Elsa…è il tuo turno” chiamò l’insegnante di latino facendo accomodare la candidata.

La ragazza si sedette di fronte ai docenti scrutando i loro volti. Non sapeva perché ma si sentiva tranquilla. In genere prima di un’interrogazione si agitava e rischiava di svenire, ora invece era perfettamente a suo agio come se dentro di sé avesse voglia di dimostrare qualcosa e, soprattutto, di divertirsi.

Alla fine quello era il suo ultimo anno di liceo. In un attimo le passarono nella mente tanti ricordi di quegli anni. Le verifiche, le interrogazioni, le compagne di classe e l’odio per Jack fino all’inizio della quinta superiore. Quell’anno se lo sarebbe portata nel cuore per sempre. Era cresciuta in così poco e aveva imparato così tanto. Aveva conosciuto l’amore, la vera amicizia ed era andata incontro ai veri problemi della vita.

Elsa aveva capito che la scuola non deve mai essere un peso o una gara a chi cerca di ottenere il voto più alto ma deve essere un luogo gradevole dove formarsi e imparare. Ora era pronta a testimoniare la sua brutta esperienza tramite una tesina che avrebbe raccontato la figura della donna nel corso dei secoli. Non voleva farsi compatire, farsi vedere o semplicemente ricevere dei voti aggiuntivi solo perché era stata in grado di commuovere la commissione! Voleva solo mostrare a tutti la sua maturità! Perché alla fine quegli esami non puntano ad etichettare gli alunni o a renderli dei magazzini di nozioni, ma servono a farli crescere e, come afferma la parola stessa, aiutarli a dimostrare una “maturità” in grado di accompagnarli nella vita.

Elsa espose il suo argomento egregiamente senza incepparsi o emozionarsi. Il suo colloquio fu strabiliante! La ragazza aveva un vero e proprio talento e rispondeva prontamente ad ogni domanda lasciando a bocca aperta ogni docente.

“Bene signorina, abbiamo finito. Ora la invitiamo a firmare e poi potrà andare” indicò il presidente porgendo la penna ad Elsa che acconsentì e, dopo aver stretto la mano ad ogni professore, si incamminò verso l’uscita.

“Aspetti…mi scusi…ho un’ultima domanda che ovviamente non è in esame” la bloccò una docente ed Elsa si pose in ascolto.

“Volevo chiederle, se non è troppo personale, come ha fatto a superare la brutta esperienza che ha vissuto”

Quella domanda lasciò di stucco Elsa. La famiglia aveva paura che questa potesse intimorirla ma la ragazza si mostrò più forte che mai e rispose tranquillamente.

“Credo che la risposta si nasconda dietro al desiderio di reagire e di non avere più paura. Sono stati mesi difficili, interminabili. Temevo di non rialzarmi più, non riuscivo più ad uscire di casa e ogni strada periferica mi faceva rivivere quei brutti momenti. Alla fine ho capito che non servono medicine per guarire da un trauma, ma serve la voglia di vivere. Sono riuscita ad alzarmi perché avevo voglia di farlo. Mi sono fatta aiutare dalla mia famiglia, dai medici, dagli amici e, soprattutto, da un uomo. La mia esperienza poteva portarmi ad odiare l’uomo e condannarlo per il suo istinto, ma non è stato così. Da una parte ho vissuto la bestialità di un animale mentre dall’altra ho trovato l’affetto di un uomo pronto ad amarmi, aspettarmi e proteggermi.”

La risposta toccò il cuore di tutti i presenti e, specialmente, quello di Jack che si sentì preso in causa.

Appena uscita dall’aula la ragazza venne avvolta dalle braccia e dai baci delle amiche. Tutti erano lì per congratularsi con lei e la sua fenomenale performance.

“Bravissima tesoro, sei stata fantastica” disse Agnarr accarezzando il volto della sua bambina ormai grande.

“Hai dato un grande esempio, davvero!” aggiunse la madre entusiasta.

“Ora posso dedicarmi a fare la zia a tempo pieno!” affermò Elsa accarezzando il pancino di Anna.

“Posso congratularmi anche io?” si intromise Jack ancora emozionato per prima.

Elsa gli rispose con uno sguardo dolce e, quando tutti fecero partire l’urlo che incitava al“bacio”, i due unirono le proprie labbra per concludere così un altro capitolo della loro vita.

Luglio…


I maturandi conclusero gli esami intorno alla fine di giugno permettendo così a tutti di condividere una vacanza estiva nei primi giorni di luglio.
Tutti erano ormai entrati a conoscenza dei propri voti d’uscita e ne furono entusiasti.

Hiccup, il linguista del gruppo, uscì con 88. Judy, pur non avendo mai studiato molto, riuscì a conquistarsi il 100 grazie alla sua incredibile dote d’intelligenza. Nick concluse il suo percorso informatico con 97, Jack con 89, Elsa ovviamente si meritò il 100 e lode e Merida riuscì a portarsi a casa un bel 90, nonostante i suoi lunghi litigi con la matematica.

Merida aveva passato il test per Scienze Motorie e, il suo notevole punteggio alla maturità aveva reso fiera la madre che finalmente si scusò con la figlia e si preparò a supportarla nella sua futura carriera scolastica cercando di non imporle mai più il suo volere.

“Bene ragazzi, stasera siamo qui! Su questa spiaggia, al tramonto, con una pizza e una birra. Cosa potremmo volere di più?! Io proporrei un brindisi!” esordì Flynn sdraiato beatamente sulla spiaggia con la sua bevanda in mano.

“Io questo brindisi lo dedico ad Elsa, non solo per ciò che ha vissuto ma perché grazie a lei ho capito cosa voglio fare. Studierò giurisprudenza e cercherò di dare giustizia e ordine a tutto” disse Jack guardando negli occhi la sua ragazza.

“Grande, allora lavoreremo spesso insieme perché io, insieme a Judy ovviamente, ho deciso entrare in accademia. Tutto quello che è successo quest’anno mi ha fatto capire che anche io voglio fare il poliziotto” si aggiunse Nick alzando la propria bottiglia.

“Io invece lo dedico a Rapunzel. Non lo dico perché parlo con gli occhi dell’amore, ma perché questa fantastica ragazza ha superato una malattia, ha imparato ad amarmi e mi ha reso migliore sotto molti aspetti, grazie” continuò Flynn dando un bacio a stampo alla biondina.

“Io lo dedico ad Anna e Kristoff. Voi mi state dando esempio di grande maturità. Anna, ti vedo ogni giorno e stai diventando grande…una madre!

Insieme avete deciso di dire sì all’arrivo di un bambino che tra qualche mese vi stravolgerà la vita”
disse Elsa accarezzando la guancia della sorella.

“Io lo dedico a Judy. Lo so è strano ma l’incidente alla gamba mi ha cambiato. All’inizio ero arrabbiato ma quello che è successo mi ha fatto crescere.

Ho imparato a valorizzare ogni gesto. Grazie anche a tutti voi perché ho ricominciato a camminare… in tutti i sensi
” si intromise Hiccup.

“Concludo io ringraziando tutti. Merida, tu mi hai aiutata a sfogarmi, mi hai integrata in un gruppo di amici senza i quali ora non potrei vivere. Grazie ragazzi perché non ho mai vissuto un’amicizia così intensamente. Io non so come diventeremo, cosa faremo in futuro ma so per certo che resteremo sempre uniti…perché un gruppo come il nostro in grado di superare serenamente ogni difficoltà, non l’ho mai visto.”

Con queste ultime parole di Judy si concluse il brindisi. I ragazzi alzarono le proprie bottiglie rivolti alle onde del mare e, in silenzio, contemplarono quel momento meraviglioso.

Si concludeva così un anno ricco di avvenimenti belli e brutti, gioiosi e dolorosi per dei ragazzi normali legati da un’amicizia preziosa che li avrebbe uniti per la vita.
  
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