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Autore: Kanoncchu    04/10/2018    2 recensioni
A volte si chiedeva quando fosse iniziato tutto questo, non sapeva nemmeno quando aveva iniziato a provare quei sentimenti che una volta aveva rivolto al figlio di Poseidone, e che ora appartenevano a Will Solace.
Le sue fantasie dovevano però rimanere tra quelle quattro mura, senza uscire dalla porta scura che dava accesso alla sua cabina.
Custodite come i più sporchi dei peccati.
{ Nico!centric, accenni Solangelo.
In questa storia non c'è un contesto preciso, probabilmente può essere inserita nell'arco lasciato vuoto tra la fine di 'Eroi dell'Olimpo' e prima de 'Le sfide di Apollo' . Rimane comunque tutto molto vago.
- scritta per il writober 2018 indetto da Fanwriter.it; Day 4: Segreti - red list -
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nico di Angelo, Will Solace
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ogni notte sempre lo stesso sogno che lo teneva sveglio per le restanti ore.
Quelle mani, più grandi delle sue, lo tenevano come se fosse un pezzo di vetro, lo desideravano e toccavano come fosse stata la cosa più preziosa al mondo.
E voleva esserlo, per lui, desiderava essere amato almeno per una volta nella sua misera vita.
Se solo avesse lasciato andare tutte le paure che lo tenevano impossibilitato a muoversi.
Quegli occhi azzurri che si materializzavano nei suoi sogni lo guardavano con infinita dolcezza rivolgendogli i più dolci dei sorrisi e quanto avrebbe voluto Nico che potesse succedere anche nella realtà.
A volte si chiedeva quando fosse iniziato tutto questo, non sapeva nemmeno quando aveva iniziato a provare quei sentimenti che una volta aveva rivolto al figlio di Poseidone, e che ora appartenevano a Will Solace.
Le sue fantasie dovevano però rimanere tra quelle quattro mura, senza uscire dalla porta scura che dava accesso alla sua cabina.
Custodite come i più sporchi dei peccati.

In quel mondo parallelo Will gli baciava il collo e la fantasia del moro trasformava la voce del ragazzo in roca e calda, gli sussurrava parole che non comprendeva perchè troppo lontane, non poteva sentire veramente quei tocchi su tutto il suo corpo, ma quello che scaturivano rimaneva impresso nella mente.

I suoi sogni si interrompevano sempre nel mentre che il biondo gli sollevava la maglietta, e si posizionava tra le proprie gambe il figlio di Ade si destava, con il cuore in tumulto e un evidente problema nei pantaloni del pigiama.
Il respiro era pesante mentre osservava il soffitto fatto di ossa, cercando di regolarlo e asciugando le lacrime che cadevano dagli occhi rossi.
Poteva sentire distintamente la voce di Eros, maliziosa e divertita come se fosse nuovamente dinanzi a lui che lo scherniva e opprimeva ancora con le sue parole, stava diventando tutto decisamente troppo.

Sei rimasto un vigliacco, Nico di Angelo, quando ti deciderai a crescere.
Zitto.


Che pietà doveva fare agli occhi altrui, lui che ancora non aveva imparato dai suoi stessi errori, che testardo cacciava indietro tutto quello che provava.
Mandava via la voce del dio che martellava la sua testa, eppure sapeva quanto avesse ragione.
Ma era difficile affrontare le sue paure.
Affrontare un nuovo rifiuto.
Perchè per quanto lo desiderasse, sapeva che per lui non poteva esserci un lieto fine, nessuno avrebbe potuto mai ricambiarlo.
Ecco perchè dovevano rimanere un segreto le occhiate furtive che rivolgeva al tavolo dei figli di Apollo, in cerca di quei riccioli biondi e della sua risata.
Non doveva farsi scoprire mentre lo osservava nascosto all'ombra di un albero mentre si allenava con l'arco.

Nico si sentiva sempre più ridicolo, piccolo e solo con le sue vergognose azioni, eppure non riusciva ad uscire da quel circolo vizioso quali le ombre create da lui stesso.
Sperava sempre e solo che la notte arrivasse presto, così da rifugiarsi tra le proprie coperte e restare con le sue ridicole fantasie che rendevano tutto quello un inferno ancor più del Tartaro e lui rimaneva lì a tramare dalla rabbia e dal risentimento.
Eppure era deciso a non cedere, Will doveva restare un amico, non avrebbe mai dovuto saperlo.
Quello era il suo piccolo segreto, tenuto al riparo gelosamente. 

   
 
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