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Autore: Nami93_Calypso    06/10/2018    3 recensioni
Dal testo:
"-Capitano ti prego non morire!- piagnucolava l’orso.
Law sgranò gli occhi e cerco di divincolarsi dalla sua presa.
-Bepo, è solo un po’ di febbre-
-Ma tu sei il medico di bordo! Come facciamo a curarti?! Se non ti curiamo come si deve poi peggiori e muori!-
Penguin si battè la mano a palmo aperto sulla fronte, Shachi infilò le mani nelle tasche della tuta bianca caratteristica dei pirati Heart e scosse il capo.
Sì, ok, il medico di bordo era lui e loro ne sapevano di medicina tanto quanto Jewelry Bonney ne sapeva di dieta equilibrata o Basil Hawkins di gioia di vivere."
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Pirati Heart
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angolo di Calypso
Buona sera!
Mi sono ricordata che oggi è il compleanno di Law tipo 1h fa. Fortunatamente avevo questa pronta dal cow-t sì, lo so che non mi sopportate più, mi spiace che era ispirata anche al prompt "A è un medico e quando si ammala lui B, C e D vanno in paranoia e non sanno cosa fare." di un contest di fanwriter.it.
E nulla, gli faccio gli auguri donandogli un po' di sofferenza ahah
Piccola nota: nel testo parlo dei neuroni specchio, che per chi non lo sapesse sono dei neuroni che si attivano quando vediamo qualcuno compiere un'azione e che ci permettono di imitarla. Vi capita di sbadigliare quando vedete qualcuno che sbadiglia? Ecco, colpa dei neuroni specchio.
Buona lettura!




 

Qualcuno chiami un dottore 

Shachi fece un enorme sbadiglio che non si preoccupò minimamente di coprire con una mano, non c’era assolutamente bisogno di essere così formali, non con loro sicuramente.
Nella mensa del loro sottomarino erano rimasti solo loro tre. Il resto dell’equipaggio era sceso sulla spiaggia per godersi la giornata di sole e relax che il loro capitano aveva decido di concedere a tutta la ciurma.
Bepo aveva individuato una piccola isola deserta non molto distante, un angolo di paradiso in mezzo al mare del Nuovo Mondo, un’isola estiva dal clima tropicale, spiagge bianchissime, barriera corallina.
Non avevano dovuto pregare Law nemmeno più di tanto, stranamente. La cosa avrebbe dovuto insospettirli: non era da lui prendere un giorno di pausa dai propri piani e progetti o stazionarsi in posti caldi e assolati. Ma, per una volta, avevano deciso di godere di quella strana concessione del capitano senza fare domande. Non fosse mai che cambiasse idea!
Loro tre si erano comunque soffermati a fare colazione con calma prima di scendere a terra.
Penguin, di fronte a lui, con il cappello calato talmente tanto sulla testa che riusciva a malapena a vedergli la punta del naso, si aprì anche lui in un sonoro sbadiglio. Probabilmente merito dei neuroni specchio di cui il loro capitano gli parlava con tanto ardore ogni volta che ne capitasse l’occasione (poi come il compare fosse riuscito a vedere il suo di sbadiglio nonostante il cappello davanti agli occhi rimaneva un mistero che Shachi non intendeva risolvere prima di aver terminato il caffè).
Bepo, al suo fianco, portava alla bocca grosse cucchiate di cereali con gli occhi chiusi e la testa ciondolante. Temeva che a breve sarebbe crollato col muso nella tazza.
Dal canto suo, Shachi, si sistemò meglio gli occhiali da sole sul naso (le luci al neon del sottomarino erano dannatamente fastidiose!) e si portò la tazzina contenente la bevanda fumante degli dei alle labbra.
Mentre la riappoggiava sul tavolo gli parve di sentire un rumore strano, ma non sapeva dire se fosse il rumore della ceramica che sbatteva o altro.
Pochi secondi dopo lo risentì.
Era chiaramente uno starnuto.
Tornò a concentrarsi sulla sua colazione, pensando che a breve si sarebbe fatto un bel bagno nell’acqua cristallina (anche se se sua madre fosse stata lì gli avrebbe raccomandato di aspettare almeno un’ora).
Poi, di nuovo, udì un colpo di tosse.
Un campanello di allarme si accese in un angolo del suo cervello, probabilmente quello in cui la caffeina stava già facendo effetto.
Tutti i loro nakama non erano a bordo del sottomarino.
Lui e i suoi compagni di cabina erano lì.
Soltanto una persona sapeva per certo essere ancora sul sottomarino.
Nell’esatto momento in cui alzava gli occhi alla ricerca del suo migliore amico, gli occhiali neri che scivolavano lungo il naso per mostrare il suo sguardo, l’altro fece lo stesso sollevandosi il cappello dal volto.
-No- sussurrò Shachi, il terrore perfettamente percepibile nel suo tono di voce.
-No, no, no- gli fece eco Penguin con un tic nervoso che già si stava impossessando del suo sopracciglio destro.
Come se fosse stata una coreografia provata un’infinità di volte, si alzarono in sincronia e scavalcarono le panche sulle quali erano seduti.
-Ehi, che succede?- domandò pigramente l’orso bianco sollevando lo sguardo sorpreso su di loro.
-Quello che starnutisce è il capitano- spiegò sbrigativo Penguin mentre già entrambi avevano raggiunto l’uscita della mena.
Shachi fece per svoltare a destra ma un urto improvviso lo fece andare a sbattere contro la parete opposta.
Bepo era schizzato fuori dalla stanza e stava correndo in direzione della cabina di Law urlando.
-CAPITANOOOO- l’eco del suo richiamo rimbalzava tra le pareti metalliche del sottomarino.
Shachi grugnì staccandosi dal muro.
-Maledetto orso melodrammatico-
Penguin rise.
-Adesso ne vedremo delle belle-
Accelerarono il passo per raggiungere la loro meta.
Quando arrivarono nel corridoio che portava alla cabina del capitano trovarono l’uscio spalancato e dentro si poteva ammirare il Chirurgo della Morte con l’espressione più insofferente che gli avessero mai visto in volto, stretto e soffocato dall’abbraccio di un orso polare che continuava a strusciare il grosso muso sulla sua guancia.
-Capitano ti prego non morire!- piagnucolava l’orso.
Law sgranò gli occhi e cerco di divincolarsi dalla sua presa.
-Bepo, è solo un po’ di febbre-
-Ma tu sei il medico di bordo! Come facciamo a curarti?! Se non ti curiamo come si deve poi peggiori e muori!-
Penguin si battè la mano a palmo aperto sulla fronte, Shachi infilò le mani nelle tasche della tuta bianca caratteristica dei pirati Heart e scosse il capo.
Sì, ok, il medico di bordo era lui e loro ne sapevano di medicina tanto quanto Jewelry Bonney ne sapeva di dieta equilibrata o Basil Hawkins di gioia di vivere.
Però dai, suvvia, era solo una leggera influenza stagionale!
Shachi si ritrovò a ridere nervosamente tra sé, realizzando che quei pensieri sarcastici erano più per autoconvincere se stesso che tutto andasse bene piuttosto che per prendere in giro il visone.
La realtà era che proprio non avrebbe saputo da dove cominciare per curare anche solo una cosa così semplice.
-Vado subito a chiamare tutti!-
Bepo lasciò andare il capitano talmente all’improvviso che quello quasi cadde a terra.
I due sottoposti osservarono il compagno sparire dietro l’angolo, prima di voltarsi ed entrare nella cabina di Law.
Era possibile ammirare il Chirurgo della Morte come in poche altre occasioni lo si era visto: il naso lievemente arrossato, le labbra secche, gli occhi umidi, le profonde occhiai-… no, ok, quelle c’erano sempre state.
Penguin recuperò una confezione di clinex dalla scrivania e la porse al corvino che ne estrasse uno e lo usò per soffiarsi il naso in modo discreto.
-Sai cosa succederà ora, vero?!- domandò retoricamente al capitano mentre riponeva la scatola al suo posto.
Shachi si immaginò tutti i loro nakama che entravano preoccupati per la sorte del capitano, neanche si trovasse sul suo giaciglio di morte. Nello stesso momento in cui quel pensiero prendeva forma vide il volto di Law farsi ancor più cinereo, gli occhi sgranati.
-Va bè- se ne uscì Shachi per spezzare la tensione –Cosa ti serve? Tachipirina? Aspirina? Morfina? LSD? Io non ne so molto di queste cose-
Sia Law che Penguin lo guardarono sconvolti, la domanda muta nei loro sguardi era perfettamente intuibile: come aveva fatto ad arrivare alla sua età senza morire per overdose a causa della sua totale inadattabilità alla vita?
-Ho già preso quello che mi serve, grazie- rispose il moro riponendo i vari medicinali che aveva sulla scrivania in un cassetto che poi chiuse a chiave, forse preoccupato che il suo sottoposto potesse prenderli per sbaglio e scolarseli come acqua di fonte.
-Bè, quindi che possiamo fare? Pezze fresche sulla fronte?- domandò Penguin, desideroso di essere d’aiuto al capitano.
-Una camomilla?- si aggiunse Shachi.
-Latte e miele?-
-Latte e cognac?!-
-Tequila bum bum!-
-Aerosol!-
-Supposta?-
-Netlix e copertina è la soluzione a tutti i malanni!-
Una vena prese a pulsare sulla fronte del Chirurgo.
-Che ne dite del silenzio, per iniziare?-
Stava veramente per esaurire la pazienza. Aveva acconsentito alla loro richiesta di fermarsi su quell’isola appositamente per levarseli di torno. Aveva immaginato che l’intero equipaggio sarebbe sceso a terra per divertirsi e non sarebbe tornato prima di sera così lui avrebbe potuto prendersi una giornata di riposo per riprendersi da quell’influenza che covava già da qualche giorno.
Ma, sfortunatamente per lui, forse causa il lieve disorientamento dovuto dalla febbre, non aveva tenuto conto del fatto che quei tre imbecilli non erano capaci di alzarsi ad un orario umanamente decente.
Li avrebbe volentieri fatti a pezzi. Con i suoi nemici non si faceva remore, sul campo di battaglia era sempre pronto a fare stragi, ma quelli erano i suoi compagni e li aveva scelti uno ad uno personalmente perciò indubbiamente aveva molta stima di loro.
O perlomeno quanto bastava per imporgli di sacrificare un po’ della sua salute mentale (oltre a quella fisica) facendo loro la grazia di chiudere un occhi sui loro comportamenti spesso per lui inadeguati e lasciarli così continuare a vivere.
Mentre i due pirati ancora sciorinavano un elenco tanto infinito quanto insensato di rimedi contro la febbre (ovviamente non badando alla sua richiesta di avere silenzio) un rumore giunse dal corridoio, inizialmente simile a un leggero ronzio ma man mano che si avvicinava sempre più simile a un boato o a una mandria impazzita.
I tre si voltarono appena in tempo per vedere correre a tutta forza nella loro direzione i pirati Heart.
-Capitano!- Ikkaku fu la prima a raggiungerli e saltò davanti a Law porgendogli dei fiori di campo appena raccolti –Bepo ha detto che stai per morire, è vero?!- domandò con due grossi lacrimoni che minacciavano di strabordarle dagli occhi.
-Ci immergiamo subito e andiamo a cercare un ospedale?- fece Jean Bart con il suo fare razionale affacciandosi all’ingresso della cabina.
-Un bel sudario è quel che ci vuole per abbassare la febbre! Vieni in spiaggia con noi, capo!- fece Clione mostrando un sorriso allegro.
Mentre ancora il chiacchiericcio si diffondeva per la stanza, il capitano inaspettatamente estrasse la nodaki dal fodero e la punto alla gola della persona a lui più vicina, Ikkaku, la quale fece un gridolino strozzato e un salto indietro andando a sbattere contro il corpo massiccio di Jean Bart.
-Se non uscite immediatamente da questo sottomarino- proclamò con voce tanto solenne e glaciale da far rizzare i peli delle braccia di tutti (pelliccia di Bepo compresa) –Giuro che vi faccio a fettine e vi offro in sacrificio a non so quale divinità. Sono disposto a inventarmela piuttosto, rituali e preghiere comprese-
Trenta secondi dopo, finalmente rimasto completamente solo, Trafalgar Law potè distendersi sul letto e godersi il meritato riposo.
 
   
 
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