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Autore: Sophie_moore    11/10/2018    0 recensioni
Questa storia fa parte della serie "Inktober - Persona's Stories"
C’era poco da fare.
Goro li detestava.
Era innegabile, non li sopportava proprio.
Erano così… così…
Assurdi.
Inconcludenti.
Incapaci.
Disgraziati.
Poco eleganti.
Illogici.
Rumorosi.
[...]Goro sentì uno strano calore all’altezza del petto. Gli venne naturalmente da ridere e non si fermò. Lasciò che quel suono così strano uscisse dalla sua bocca come un fiume in piena, e si sorprese non poco a sentirla. Una risata era qualcosa che non aveva il privilegio di avere da anni, forse.

Spero che vi piaccia! Un abbraccio, Sophie
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Goro Akechi, Phantom Thieves
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia fa parte della serie “Inktober – Persona’s Stories”

Prompt: Hesitation
Personaggi: Goro Akechi/Phantom Thieves

Il caos per l’ordine, l’ordine per il caos

C’era poco da fare.
Goro li detestava.
Era innegabile, non li sopportava proprio.
Erano così… così…
Assurdi.
Inconcludenti.
Incapaci.
Disgraziati.
Poco eleganti.
Illogici.
Rumorosi.
Facevano venire mal di testa qualsiasi cosa facessero.
Erano il caos, il caos contrapposto all’ordine che cercava così disperatamente di portare.
Era l’unico baluardo, Goro, l’unica speranza per portare equilibrio in quel mondo che affogava nel disordine.
«Ren, giochi anche tu?»
«Ehi, Ren! Controlla questo piano.»
Goro se ne stava lì, seduto sul divano al LeBlanc, ad assistere ad una delle riunioni quotidiane dei Phantom Thieves.
Ryugi si ingozzava di patatine, mentre sfidava all’ultimo sangue quella Futaba, la maga di internet; Ann e Haru parlavano di cose da donne, con la loro voce delicata; Makoto studiava delle strategie di battaglia con Morgana, il gatto parlante a cui ancora non si era del tutto abituato; e Yusuke… non sapeva bene cosa stesse facendo, lì concentrato a guardare il vuoto fuori dalla finestra.
E Ren guardava Goro, con uno sguardo a metà tra il compassionevole e l’indagatore.
Era chiaro che non si fidasse ancora del tutto di lui, ma per il momento andava bene così, c’era ancora tempo.
«Ren?» lo chiamò Goro, e parve ritornare in sé.
«Dimmi?»
«Cosa? Perché a lui rispondi e a noi no?» strillò Ryuji, la bocca impastata di patatine, sputacchiando nella direzione del televisore.
«Ehi scimmia, sono io il tuo avversario!» aveva urlato Futaba. Prese Ryuji per la nuca e l’aveva voltato verso di sé, fissandolo dritto negli occhi con aria di sfida.
«Scusaci… è che non ce la facciamo a stare in silenzio.» si scusò Ren, facendo un sorriso.
Goro sentì uno strano calore all’altezza del petto. Gli venne naturalmente da ridere e non si fermò. Lasciò che quel suono così strano uscisse dalla sua bocca come un fiume in piena, e si sorprese non poco a sentirla. Una risata era qualcosa che non aveva il privilegio di avere da anni, forse.
«Siete divertenti.» disse, tra una risata e un’altra.
Non stava recitando la parte del ladro fantasma, dell’amico, era genuinamente divertito.
Da quanto era che non si sentiva così? A suo agio?
Comunque, sapeva di non potersi affezionare troppo. Aveva una missione che non poteva non portare a termine.

Non aveva esitato un solo istante. Nel palazzo di Shido, non aveva pensato neanche una volta a poter salvare se stesso.
Dopo aver messo in difficoltà i Ladri, e dopo aver visto come in realtà Shido lo vedeva, non aveva più avuto dubbi.
Aveva salvato le persone che detestava con così tanto ardore.
E probabilmente lui sarebbe morto senza rivederli mai più, quindi il suo sacrificio sarebbe stato definitivo.
Sorrise.
Probabilmente si era affezionato davvero a quei ragazzi caotici e irrazionali.
  
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