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Autore: _Schwarz    12/10/2018    1 recensioni
Sono passati meno di due mesi dagli avvenimenti di Origins, e le due eroine del Ferelden Sereda Aeducan e Nahir Brosca si ritrovano a dover fronteggiare dei nuovi nemici completamente diversi da quelli visti fino ad ora.
Separate per la prima volta dall'inizio della loro avventura, una ad Orzammar e l'altra a Vigil's Keep, dovranno affrontare le loro peggiori paure e rimorsi.
Dal primo capitolo:
"Nahir,
abbiamo un problema.
Io e Leliana partiamo domattina, ovunque Zevran voglia andare digli di aspettare, abbiamo bisogno di lui.
Sereda."
[Attualmente in pausa]
Genere: Avventura, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Custode, Leliana, Nuovo personaggio, Zevran Arainai
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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In Peace, Vigilance

 

“Atrast tunsha. Totarnia amgetol tavash aeduc” (rite for the dead).
Dragon Age II - Legacy: Third Legionnaire’s Journal.

 
 
Sereda leggeva e rileggeva la missiva di Nahir, quasi non riuscendo a credere a ciò che aveva davanti: non era nemmeno riuscita a spedire la sua lettera, quella mattina, giacché un servo senza fiato si era precipitato ai suoi piedi, consegnandole il rotolo di pergamena scritto senza dubbio dalla mano ancora inesperta dell’amica.
“Per la Pietra, che sta succedendo?”, si domandò per l’ennesima volta, studiando attentamente la pergamena, mentre la sua gamba destra batteva ritmicamente sul pavimento, e solo la mano ferma di Liliana riuscì a farla smettere.
Sereda guardò verso l’umana, sperando di trovare qualche risposta nel suo viso, ma la barda pareva ancora più sconvolta di lei dalla piega che aveva preso la situazione.
Un delicato guaito la distrasse dai suoi pensieri e Lady posò la sua enorme – proporzionata alla nana – testa sulle sue ginocchia: il suo pelo color miele era molto apprezzato, così almeno le avevano detto alcuni nobili durante i festeggiamenti a Denerim un paio di mesi prima, mentre il pelo grigio sporco di Duster, il mabari di Nahir, era molto più comune.
Non che a Sereda interessasse, giacché non aveva intenzione di farla accoppiare: c’erano abbastanza Mabari nel Ferelden da far letteralmente puzzare il regno di cane bagnato.
Perennemente, come i ghiacci sulle montagne Frostback.
“Però in effetti mi sembra più piena del solito…”, pensò Sereda, guardando attentamente il suo cane.
«Leli, secondo te Lady è ingrassata?» domandò la nana alla compagna, già sapendo dentro di sé la risposta.
«Mi stavo chiedendo quanto ci avresti messo a notarlo» rise la rossa, e le sue risate aumentarono ancora di più alle grida della Aeducan: «Maledetto, Duster! Se prendo quel cane lo trasformo in una pelliccia!».
 
***
 
Nahir ancora non riusciva a credere a tutto quello che le era successo nelle ultime trentasei ore: era giunta a Vigil’s Keep insieme a Mhairi aspettandosi una festa di benvenuto, e trovandoci invece un’enorme quantità di darkspawn, tutti i Custodi Grigi di Orlais scomparsi e un nuovo tipo di darkspawn parlante.
“E senza Sereda a dare un senso a tutto questo macello”, pensò tristemente la nana, guardando fuori da una delle finestre che davano sul mare: la luna brillava alta nel cielo, illuminando l’immensa distesa d’acqua scura in uno spettacolo mozzafiato che non aveva eguali ad Orzammar.
Improvvisamente sentì una presenza dietro di lei, ma non si spaventò: la pelle d’oca che le percorreva il corpo e il profumo di sandalo le dissero senza errore di chi si trattava.
«Speravo che gli imprevisti fossero finiti con la morte di Uthermiel» parlò la giovane, lasciandosi andare tra le braccia di Zevran.
«Ah, Amor! Gli imprevisti ci hanno sempre seguiti come mabari perfettamente addestrati, e solo ora inizi a preoccupartene?» rise l’elfo stringendola a sé.
«Sì, ma di solito c’è Sereda a sistemare tutto».
«Stavolta sembra che dovremo cavarcela da soli, invece».
«Ottimo piano, anche se io nemmeno me lo ricordo che cosa significa cavarmela da sola».
«Per tua fortuna non è così: Oghren è qui, così come la tua nuova recluta e quel mago, Anders».
«Sì, ma dipenderanno da me: tutti aspetteranno i miei ordini come se fossi la Pietra o il Creatore! Io non sono adatta a essere una guida, Zev! Quello è il ruolo di Sereda, io sono l’ombra che si muove dietro al trono, non il sole che ci si siede sopra».
«Anche un’ombra deve saper muoversi nel mondo che la circonda, Nahir» le rispose Zevran, stringendola ancora di più, e la nana si sentì vagamente rassicurata: forse sta ingigantendo la situazione.
Sereda sarebbe tornata appena ricevuta la sua missiva, avrebbe risolto il comando e, con una delle sue idee geniali, risolto quel macello.
«Comandante!» giunse in quell’istante una guardia.
«Cosa c’è?» domandò Nahir, avendo finalmente chiaro come mai Sereda avesse sempre cercato di dividere il comando con lei e Alistair, e quanto lei e l’umano fossero stati egoisti nel non tenderle una mano quando l’aveva chiesta.
Stare in cima era estenuante.
«Dovreste venire a vedere il prigioniero, Comandante».
«Prigioniero? Quale prigioniero?».
«È stato catturato un paio di giorni fa dai Custodi di Orlais, si era intrufolato a Vigil’s Keep. Alcuni dei Custodi hanno scherzato sul fatto che sarebbe stato un’ottima recluta, visto che ci sono voluti cinque uomini per catturarlo».
«Interessante… Vediamo questo prigioniero» sorrise Nahir, seguita da un curioso Zevran.
 
«Oh, ed ecco apparire la Comandante dei Custodi Grigi, a cosa devo l’onore?» chiese con voce carica di sarcasmo lo sconosciuto dietro le sbarre.
Era molto bello: alto, con lunghi capelli neri e bellissimi occhi blu; il fisico chiaramente allenato e lo sguardo freddo che stava rivolgendo a Nahir non facevano che accentuarne il fascino.
“È quasi più bello di Zevran”, pensò Nahir e lo sguardo che l’elfo le lanciò le fece capire che i suoi pensieri non erano molto dissimili.
«Tu sembri conoscermi, ma io non conosco te» rispose, infine, Nahir, rivolgendo nuovamente lo sguardo all’uomo in gabbia.
«Il mio nome è Nathaniel Howe, figlio di Rendon Howe: la mia famiglia governava queste terre prima che arrivaste voi Custodi Grigi».
«Il traditore Arl Howe? Quel Rendon Howe? Quello che ha massacrato la famiglia Cousland nei loro letti e tradito Re Cailan?».
«I Cousland volevano venderci agli orlesiani!».
«Stronzate! Quel serpente di tuo padre si era inventato tutto! L’unica cosa di cui mi dispiace è che non è il mio pugnale quello che gli ha squartato lo stomaco».
Lo sguardo d’odio che l’uomo le rivolse non lasciava adito a dubbi su quello che l’umano avrebbe tentato di farle se non fossero stati separati dalle sbarre della cella.
Poi lui disse: «Ora so quale nana devo uccidere, grazie».
E Nahir, con voce gelida e minacciosa, gli sibilò: «Avvicinati a mia sorella e mi assicurerò di toglierti ogni possibilità di riprodurti».
«Che cosa vuoi? Tuo padre è morto, le tue terre e il tuo titolo appartengono ai Custodi; non c’è più nulla per te ad Amarantine, quindi cosa cerchi?».
«Inizialmente volevo tendervi una trappola, ucciderti… Ma poi mi sono reso conto che volevo solo recuperare alcuni oggetti appartenenti alla mia famiglia» confessò Nathaniel, guardando verso Nahir, e Zevran si avvicinò alla sua compagna.
Non che Nahir avesse bisogno di protezione, ma non si era mai troppo cauti.
«I vostri oggetti sono ancora qui? E se ti dicessi di prenderli e andartene cosa faresti?».
«Se tu mi dicessi… Probabilmente tornerei per finire il lavoro, nana, dovresti farmi impiccare e chiuderla qui» le rispose Howe, e per un attimo nella sua smorfia Nahir rivide suo padre.
«La guardia mi ha detto che ci sono voluti quattro custodi grigi per catturarti: quali sono le tue capacità?» continuò a interrogarlo lei, senza lasciargli tempo di riflettere, come aveva visto Sereda fare decine di volte.
L’umano parve rimanere spiazzato, poi rispose: «Certo, non ho passato il tempo a inseguire gonnelle mentre ero nei Liberi Confini. Per quanto riguarda le mie capacità… Sono un arciere, conosco i veleni, le trappole… So fare un po’ di tutto. Perché ti interessa?».
Nahir non poté rispondergli, giacché il siniscalco Varel entrò nella piccola prigione e chiese se la comandante avesse deciso cosa fare con il prigioniero.
«In effetti, sì».
«Oh, bene, finiamola con queste sciocchezze» borbottò Nathaniel, facendo un paio di passi lontano dalle sbarre.
«Invoco il mio Diritto di Coscrizione».
«Che cosa?! NO! Impiccami e basta!» gridò Nathaniel, aggrappandosi alle sbarre.
«Le prendo io le decisioni, qui, Howe. E non preoccuparti troppo: se fallisci la prova avrai ciò che vuoi».
 
***
 
«Comandante, il prigioniero è vivo. E nel bene o nel male, vivrà».
 
***
 
«Sei più forte di quanto non sembri, Nathaniel Howe».
«Non so se dovrei prenderlo come un complimento o come un insulto».
«Fai un po’ come ti pare».
«Allora, adesso che si fa, Comandante?» domandò Oghren, che ancora non aveva perso l’abitudine di non chiamare le altre due nane per nome.
«Adesso scopriamo che sta succedendo in questo maledetto Arling, ma prima di tutto andiamo a cercare Kristoff».
 
***
 
Il viaggio verso la Blackmarsh richiese quasi una settimana, tra la strada malandata, i banditi e gli sparuti gruppi di Darkspawn che ancora la infestavano.
“Devo dire alla signora Woolsey che servono più soldati per difendere la Pilgrim’s Path e a Varel di mandare un messaggio ad Alistair per chiedere più uomini… Meglio scrivere anche ad Anora e Loghain”, pensò Nahir, mentre con il suo gruppo si inoltravano nella palude.
La Palude Nera era fredda, umida, e puzzava di acqua sporca e stagnante: la foresta che la circondava e ricopriva era così fitta che pareva fosse costantemente notte.
Niente si muoveva intorno a loro, non volava un insetto né si sentiva il verso di un uccello.
La pelle d’oca ricopriva tutti i presenti, mentre una sensazione d’insicurezza e paura si faceva largo nei loro cuori.
Nahir non ricordava di aver avuto un simile senso di ansia e sconforto nemmeno quando aveva dovuto affrontare l’oblio nella torre del Circolo del Ferelden.
«Il velo pare non essere molto stabile in questo luogo, non mi stupirebbe se ci trovassimo qualche squarcio» commentò Anders, guardandosi attorno con una espressione palesemente schifata.
La giovane, per quanto apprezzasse il fatto che il destino – o la Pietra, o il Creatore, o Andraste o chicchessia – avesse avuto la grazia di mandarle un mago, era preoccupata da Anders; egli nascondeva le sue emozioni meglio dei Deshyr di Orzammar, ma la giovane aveva imparato a riconoscere la rabbia ben prima di quanto qualunque bambino avrebbe dovuto.
E dietro i sorrisi e gli sguardi ammiccanti del mago c’erano un’amarezza e un odio che, se alimentati a dovere, avrebbero potuto bruciare l’intero Thedas.
Zevran, Oghren, Nathaniel non parevano inclini a commentare il luogo in cui si trovavano – i primi due probabilmente troppo abituati alle stranezze per curarsene, e il terzo ancora troppo diffidente anche solo per intavolare la più banale delle conversazioni.
Eppure qualcosa in quel luogo stonava, e Nahir lo poteva sentire fin nelle ossa: perché i darkspawn avrebbero dovuto scegliere un simile luogo? Così isolato e senza traccia di esseri umani o elfi da trasformare o divorare?
Infine, con una strana sensazione a scorrerle sulla pelle, e quei pensieri cupi ad affollarle la mente, la nana si addentrò nella Palude Nera, seguita dal suo compagno e dai suoi fratelli.
 
***
 
La Baronessa – o, meglio, ciò che poteva rimanerne dopo tutti quei secoli legata al demone – aveva ancora una volta confermato a Nahir quanto i maghi fossero pericolosi e andassero controllati; certo, non approvava assolutamente il metodo usato dal Chantry, ma nessuno poteva negare che qualcuno dovesse vegliare su di loro.
Ma, in realtà, ancor più sconvolgente del demone della Superbia, era vedere il corpo di Kristoff venir posseduto da Justice: per i nani i corpi dei loro defunti erano sacri, in quanto ciò che restituivano alla Pietra per ricongiungersi a lei e ai loro antenati.
Vedere la salma di uno dei suoi fratelli profanata in quel modo le faceva venire la nausea.
«Nahir? Va tutto bene?» le domandò Zevran, fissandola curioso, ma la giovane scambiò uno sguardo con l’altro nano del gruppo e capì di non essere sola nel suo malessere.
Quel pensiero riuscì a confortarla un poco.
«Sì, sto bene. Ci dirigiamo ad Amarantine, e poi torniamo a Vigil’s Keep, forza!».




 
Note Autrice:
E poi arrivò anche il secondo capitolo! Chiedo scusa per il mese di attesa, ma in questo momento vivo a Malta e sto facendo quella benedetta esperienza chiamata Erasmus (che consiglio, consiglio vivamente a tutti).
E niente, tornando al capitolo, qui ci concentriamo quasi interamente su Nahir, sulle sue paure, ma anche sui passi che - finalmente? purtroppo? - muove senza sua sorella, ma non per questo è troppo tremolante! 
Vedremo come si evolveranno le cose per entrambe le nostre nane, visto che con il capitolo tre torniamo di corsa a Orzammar ;)
Mi raccomando, fatemi sapere che ne pensate!
Buona notte!

Alasse_Schwarz

 
   
 
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