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Autore: jarmione    15/10/2018    2 recensioni
Immaginatevi se le dodici fatiche di Asterix le compissero i Dalton.
Cosa accadrebbe? Ci riuscirebbero?
Ed Evelyn? sarà di aiuto ai fratelli in queste dodici fatiche, o Joe la considererà la solita palla al piede? (da cui, si sa, non riesce a staccarsi alla fine)
ATTENZIONE: OOC - AU - CROSSOVER - WHAT IF?
Genere: Avventura, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I Dalton ed Evelyn'
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Il paesaggio si fece improvvisamente tetro e cupo.
Il vento aveva cominciato a soffiare in modo impertinente, scompigliando i capelli di tutti e disfando le trecce di Evelyn.
Per un breve istante, sia lei che i fratelli, credettero di aver sentito un ululato provenire da lontano.
Si strinsero fra loro, tremando visibilmente di terrore più che dal freddo.
“Joe…” Jack richiamò l’attenzione del fratello “mi manca il penitenziario” quell’esclamazione fece annuire di conseguenza i fratelli.
Avrebbero preferito starsene chiusi in cella piuttosto che in un luogo così lugubre.
“A me manca la signorina Betty!” Esclamò Evelyn, il che era tutto dire.
“Io ho ancora fame!” piagnucolò Averell, ricevendo occhiatacce da parte degli altri tre.
“Che razza di fifoni” brontolò Joe “siete solo delle piattole”
Nessuno ebbe la forza di ribattere e proseguirono.
“Ma come fa Caius Pupus a stare così tranquillo?” domandò Jack “è impossibile”
“Secondo me non se ne rende conto” constatò Evelyn.
“Oppure avrà fatto tante volte questo percorso che ormai è abituato”
“A me farebbe lo stesso paura” concluse Jack e, a tale affermazione, seguì il boato di un tuono e un fulmine.
Finito il flash, Evelyn si ritrovò in braccio a Jack e William ad Averell.
“Jack, voglio tornare a casa” mormorò lei, stringendosi di più al suo ragazzo.
“Anche io, Evelyn…anche io”
“Ma la volete piantare!?” sbottò Joe “volete o no questo sconto di pena?”
Scossero tutti la testa, Evelyn compresa.
“E tu cosa centri!?” domandò Joe, rivolto alla ragazza “non sei neanche una detenuta!”
“Lo so ma voglio comunque tornare al penitenziario”
“Se fossi in te, Joe, comincerei ad aver paura” si intromise Luke, che però non sembrava minimamente toccato “la prossima prova si svolgerà lì dentro” ed indicò l’entrata di una grotta, la cui forma ricordava la bocca di una qualche, non meglio definita, creatura mostruosa.
Joe iniziò a tremare ma, per dimostrare ai fratelli quanto lui fosse coraggioso e loro codardi, fece finta di niente.
“Che sarà mai?” domandò con un sorriso innocente, che serviva più che altro a mascherare il terrore che, ormai, si era impossessato anche di lui.
Caius Pupus, all’improvviso, si fermò e i fratelli finirono l’uno contro l’altro cadendo rovinosamente a terra.
Luke aiutò Evelyn a rialzarsi scatenando l’istinto omicida di Joe, il quale sopportava a malapena che la ragazza stesse insieme a Jack, figuriamoci se un cowboy, cacciatore di taglie, faceva il gentile con lei.
“La settima prova consiste nel superare l’antro della bestia mai raccontata” disse Caius Pupus “dovrete entrare lì dentro…” mostrò l’ingresso della grotta precedentemente indicata da Lucky Luke “ed uscire dalla parte opposta della montagna”
“Signor Pupus…” si intromise Evelyn “com’è questa bestia?”
“Ve l’ho detto, questo è l’antro della bestia mai raccontata” spiegò “nessuno è mai uscito da qui per descriverla”
Questa era l’ultima cosa che avrebbe voluto sentire.
D’accordo che la loro famiglia era nota per la resistenza alle batoste che, regolarmente, prendevano ad ogni fallimento dei piani di Joe, ma lasciarci le penne era qualcosa che non rientrava nei progetti di nessuno dei cinque.
“Dovete entrare tutti”
“Tutti?” domandò Joe, con tono minaccioso “senti un po’ naso a punta, ma ti rendi conto di chi dovrà entrare lì dentro!?” esclamò indicando Averell ed Evelyn “un imbecille ed una donna, tanto vale dichiararci morti subito e tornare al penitenziario”
Evelyn si sentì ribollire dalla rabbia “Ehi!” sbottò “che razza di considerazione è questa!? Pensi che non sia capace di attraversare la grotta!?”
“No, non lo sei!” e, stranamente, Evelyn notò che nel tono di Joe si nascondeva un senso di protezione.
Ma era comunque fastidioso essere considerata una stupida.
Nemmeno Averell si meritava tanto.
“Ti detesto, Joe”
“Pensa alla sopportazione che devo avere io con te” borbottò il fratello.
“Ehm…” si intromise Jack “perdonatemi, ma io sono d’accordo con Joe”
“Cosa!?” Evelyn si sentì morire “Jack…”
“Beh, lì dentro è pericoloso e non mi sembra il luogo adatto per un donna”
“Ecco, visto?” ribatté Joe “ogni tanto qualcuno che mi capisce”
“Vi ricordo che i veri partecipanti siete voi” disse Caius Pupus indicando i quattro fratelli “lei è stata inserita come aggiunta e se decide di non partecipare può farlo”
“Ma io voglio partecipare; si tratta dei miei fratelli!”
“Possiamo parlare io e lei un attimo in privato?” chiese Jack a Caius Pupus, ottenendo il suo consenso.
Lui ed Evelyn si allontanarono di qualche metro, giusto per non essere ascoltati.
“Jack, non ti ci mettere anche te” lo implorò la ragazza “siamo partiti insieme e continueremo insieme”
“Ma è pericoloso” convenne Jack “e se ti capita qualcosa? Preferisco che tu non partecipi”
“Jack…”
“Io sono un ergastolano, Evelyn, un avanzo di galera” sospirò sconsolato, poi tornò a guardarla con un lieve sorriso “dovesse capitarmi qualcosa nessuno si ricorderebbe di me...almeno posso dire di averti conosciuta”
Evelyn non sapeva più cosa rispondere, fosse dipeso da lei non sarebbe entrato nessuno dei fratelli.
Non voleva perdere Jack, non così.
“Non voglio restare da sola”
“Saresti con Lucky Luke” precisò Jack “so che suona strano, ma mi fido di lui”
Evelyn sgranò gli occhi “Se ti sentisse Joe ti ucciderebbe”
Jack ridacchiò “Così mi eviterei l’antro della bestia mai raccontata”
La ragazza non riusciva a ridere e nemmeno ridacchiare, l’unica cosa che voleva era poter stare con Jack e gli altri.
Ma lei non era una concorrente e nemmeno un’ergastolana.
Lei, in realtà, era libera.
Strinse forte Jack, che ricambiò la stretta “Siete Dalton” mormorò al suo orecchio “perciò mi raccomando, vi aspetto dalla parte opposta e guai a chi manca all’appuntamento”
Jack ammiccò “Ci saremo…io di sicuro” e le sue labbra si posarono su quelle della ragazza, dando il via ad una danza armoniosa nella quale il mondo esterno scompariva lasciando spazio solo per loro due.
“Ci vediamo dall’altra parte” le sussurrò Jack, accarezzandole il volto e raggiungendo gli altri.
Luke li aveva osservati con un sorriso dolce, seguito da Averell e William.
Joe era molto più furioso di prima, ma cercava di stare più calmo possibile.
“Avete finito di fare i piccioncini?”
“Sei geloso?” punzecchiò Evelyn, facendolo diventare rosso paonazzo.
“Geloso un corno!” sbottò “e mi auguro che Jack ti abbia convinta a startene lontana!”
“Tranquillo, ci è riuscito” ribattè lei “ma tu stai facendo di tutto per farmi ricambiare idea”
Joe fece per esplodere dalla rabbia ma, sotto consiglio di William, iniziò a respirare profondamente fino a tornare del colore normale.
“Non perdiamo tempo, andiamo!”
“Non mi saluti?” domandò Evelyn.
“E perché dovrei?”
La ragazza sbuffò “E se non usciste più?”
William avvertì un brivido lungo la schiena e fece un gesto che era meglio non pronunciare, Averell invece non sembrava aver udito…anzi, non sembrava nemmeno capire perché tutti si preoccupassero.
“Siamo Dalton, usciremo da lì, dovessero volerci cento anni” e si avviò.
Nonostante tutto ad Evelyn sarebbe mancato; ammirava comunque la sua caparbietà.
William, per quanto fiducioso, decise che era meglio dare “l’ultimo saluto” per scaramanzia, nonché raccomandare ad Evelyn di fare la brava se fosse tornata al penitenziario dalla signorina Betty.
Stessa cosa fece Averell che, forse colto da un’improvvisa illuminazione, iniziò a piagnucolare perché lasciava la sorella e rischiava di non vederla più.
“Adesso si sveglia” borbottò Joe “muovetevi!”
“Buona fortuna ragazzi” disse Luke, facendo fare a Joe lo stesso gesto di William.
Oltre passarono la soglia dell’antro e, una volta che furono entrati, questa si chiuse alle loro spalle facendoli sobbalzare e spaventando Evelyn.
“Joe!” Esclamò, tentando di avvicinarsi alla grotta, ma Luke l’afferrò per un braccio e la tirò indietro appena in tempo, prima che una roccia enorme le finesse addosso.
La chiusura era stata talmente forte da far franare la montagna ed il passaggio era ora bloccato facendo sì che l’ingresso della grotta non si vedesse più.
“Stai bene?” chiese Luke preoccupato.
“Lasciami!” si divincolò e raggiunse le macerie “Joe!” chiamò “Will! Averell! Rispondetemi! Jack!”
Entrò nel panico.
“Evelyn, calmati” Luke si avvicinò e l’afferrò per le spalle, trovandosi costretto a stringerla forte per poterla allontanare dalle macerie poco stabili. Lei cercava di divincolarsi.
“Stanno bene, adesso calmati!” cercò di rassicurarla Luke.
“Dovevano entrare nella grotta e superarla, non finire sotto le macerie!”
“E’ solo la procedura” ribattè il cowboy che aggiunse “non devono uscire da qui ma dalla parte opposta e le macerie verranno tolte prima dei prossimi partecipanti. Infatti ogni volta che qualcuno entra qui dentro esse crollano per impedire a chiunque di barare”
Evelyn non riusciva a togliere gli occhi dalle macerie.
E se invece erano rimasti intrappolati? Perché non le rispondevano? Come facevano a non sentire le sue grida?
“Luke…” Evelyn chiamò il cowboy senza distogliere lo sguardo “ti prego, dimmi che li rivedrò…”
Luke sospirò.
Per quanto i fratelli Dalton fossero coriacei e tosti era una cosa difficile da promettere e non era sicuro che potessero riuscirci.
Non per niente si chiamava “Antro della bestia mai raccontata”.
Anche se doloroso, non volle mentirle.
“Evy…” le mise una mano sulla spalla.
“Promettimelo!” esclamò lei, sull’orlo di una crisi.
Calò il silenzio, un silenzio spettrale.
Caius Pupus non disse nulla e decise che era meglio avviarsi per raggiungere l’uscita della grotta dalla parte opposta della montagna.
Luke scosse la testa “Non posso farlo, Evy”
Le lacrime cominciarono a scorrere lungo il volto di Evelyn “Ti odio!” e seguì Caius Pupus senza aggiungere una parola.
L’unica sua compagnia era la speranza.
Quella era l’ultima a morire.
  
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