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Autore: piccolo_uragano_    16/10/2018    7 recensioni
“Perché ogni volta che c’è in giro Lord Voldemort facciamo figli io e te, Martha?”
Martha accennò un sorriso. “Perché ogni volta che io e te facciamo figli c’è in giro Lord Voldemort, Sirius?”
Remus trattenne una risata. “Ed è per questo che sono vent’anni che ti ripeto che è quella giusta.”
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Non è una di quelle storie tutte miele e amore in cui Sirius trova la sua perfetta metà e vissero tutti felici e contenti. Martha darà a Padfoot del filo da torcere, insegnandogli ad amare e a restare.
(Si parte dal 1976 fino a poco dopo la battaglia di Hogwarts; in teoria è finita, dopo anni, ma in pratica.....)
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily, Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
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- Questa storia fa parte della serie 'Ti amo più di ieri e meno di domani.'
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Martha Redfort Black, seduta nel salotto del numero quattro di Privet Drive, era visibilmente fuori posto. Niente nella sua espressione lasciava pensare che si sentisse fuori luogo o a disagio, ma quell’ambiente le stava stretto, e litigare con Vernon e Petunia la irritava soltanto, nonostante stesse mantenendo la sua celebre calma e pacatezza.
“Vernon, te l’ho già spiegato. E se non vuoi credere a me, te lo hanno già spiegato anche altri maghi, non  …”
“Sono tutte fesserie! Tutte! Ci ho pensato tutta la notte. È un piano!” sbottò il vecchio tricheco.
“Un piano?” domandò Harry.
“Un piano perché tu possa prenderti la casa!”
Quale casa?” chiese Kayla, in piedi accanto a Harry. “Ah, intende questa? Scusi, signor Dursley, ma non credo proprio che mio fratello voglia nemmeno una mattonella della vostra casa.”
“Tuo che cosa?!” si stupì Dudley.
“Io e mio marito abbiamo legalmente adottato Harry parecchio tempo fa, Dudley. Kayla è la mia secondogenita, quindi Harry è suo fratello.” Spiegò Martha.
“Ma allora … perché ce lo mandate qui d’estate?”
Martha fece un respiro profondo. “Te l’ho già spiegato.”
“La verità è che non lo volete.” Si difese il ragazzo.
“La verità è che devi imparare a pensare prima di parlare.” Ribatté Kayla, alzando gli occhi al cielo. “O devi imparare a pensare e basta, effettivamente.
Martha la richiamò con uno sguardo, mentre Harry accennò un sorriso.
“Ad ogni modo, Vernon sono sedici anni che cerchiamo di spiegarti perché Harry abbia vissuto con voi e perché questo fosse importante. Ha a che fare con Lily ed il legame di sangue con Petunia. Dobbiamo davvero ricominciare da capo il discorso?”
“No.” Petunia stava seduta sulla poltrona, bianca in viso e con sguardo perso.
“Benissimo. Alla luce di questo, sapete che l’incantesimo di Lily si spezzerà quando Harry diventerà maggiorenne. Fino ad allora, di grazia, siete in pericolo quanto lui. Nessuno vuole privarvi della vostra casa, quello che cerchiamo di fare è di proteggervi.”
“Da cosa?!” sbraitò Vernon. “Da Lord Coso?”
“Sì.” Disse con convinzione Martha. “Non è una teoria, è un fatto. Te lo aveva spiegato anche Silente due anni fa e Kingsley lo scorso anno, per favore Vernon, è una cosa seria, molto più seria di quanto tu possa immaginare. È un pericolo per tutta l’Inghilterra.”
“Perché?” domandò Petunia, con un filo di voce. “Perché dovreste volerci proteggere?”
Martha piegò gli angoli della bocca in un sorriso di compassione. “Perché sei la sorella della mia più cara amica e perché hai protetto Harry, dandogli un tetto quando io non potevo. Non ti basta?”
“Bene!” urlò di nuovo Vernon. “Allora voglio la miglior protezione che esista!”
Kayla scosse la testa. “Ma davvero?”
“Credevo esistesse un Ministero della Magia, o no? Voglio loro!”
Martha aggrottò le sopracciglia. “Suvvia Vernon, in una dittatura ti fidi di chi ha titoli di potere? Studia un minimo di storia della tua gente, per l’amor del cielo. Se vuoi andare in pasto ai draghi, allora vai al Ministero a dire di volere protezione. Prego, ti ci accompagno, se vuoi.”
“In pasto ai draghi?” si stupì l’uomo. “Siete veramente … degli animali …”
“Questi animali ti stanno offrendo di salvarti la pelle.” Gli disse Harry. “Non capisco perché tu abbia dei dubbi. Dovresti solamente ringraziare.”
“E come faccio, con il lavoro? E la scuola di Dudley? Cosa penserà la gente?”
“Non vuoi proprio capire, eh?” si spazientì Harry. “Vi troveranno e vi tortureranno come hanno fatto con i miei genitori, con il padre di Martha, con Rose e …”
Rose?” Petunia sembrò mostrare delle emozioni. “Non … non immaginavo, mi … mi dispiace.”
Martha rimase a fissarla per qualche secondo, cercando di decifrare le sue parole. “Ti ringrazio.” Disse poi, con tono sincero e pacato.
“Papà?” Dudley sembrava davvero terrorizzato. “Papà, io vado con questi qua della Fenice.”
Martha annuì soddisfatta, cercando lo sguardo complice di Harry e Kayla. Sapevano bene che né Petunia né Vernon avrebbero mai lasciato andare il loro orsacchiotto da solo, meno che meno in un posto sconosciuto accompagnato da maghi.
Il resto fu abbastanza veloce. I Dursley lasciarono la casa borbottando, mentre Petunia e Martha si salutarono con uno sguardo in cui Harry vide comunque una punta d’affetto dettata da un’infanzia passata insieme. Harry non saluto i suoi zii e suo cugino, e Martha non gli fece pesare la cosa, mentre Kayla cercava disperatamente di non pensare che Harry avesse dormito in quel sottoscala per dieci anni.

La cosa dei sette Potter ci sfuggirà di mano.
Kayla riusciva soltanto a pensare alle parole di Remus, quando vide la seconda Passaporta arrivare vuota.
La prima era atterrata qualche minuto prima, e doveva essere di Tonks e Ronald. La seconda, la vecchia scarpa che le era volata a dieci centimetri dal viso, doveva essere di Fred e Arthur.
Ci sfuggirà di mano.
Ginny stava facendo il giro della Tana nel verso opposto quando la sentì urlare il nome di Harry. Ma non riusciva a muoversi: Fred non era tornato. Non riusciva neanche ad urlarlo, per farlo sapere a Ginny e Molly. Fred e Arthur non erano tornati.
Quando atterrarono George e Remus, preceduti da una luce blu, fu subito chiaro che qualcosa era andato storto. Kayla vide Ginny, Harry e Molly correre verso di loro.
Ci mise qualche secondo per alzarsi e correre anche lei, ma quando notò che il viso di George era coperto di sangue, non riuscì a soffocare un urlo. Remus le fece segno di stare ferma mentre lui e Harry portavano il ragazzo dentro  e lo stendevano sul divano.
Ci hanno traditi! Qualcuno ci ha traditi!” urlò Remus con aria scoraggiata, dopo essersi accertato che Harry fosse effettivamente Harry. Kayla avrebbe voluto dirgli che suo fratello lo avrebbe riconosciuto anche tra sette mila sosia di Polisucco, ma non riusciva ancora a dire nulla.
“Nessuno dell’Ordine avrebbe mai tradito la missione. I Mangiamorte ci stavano aspettando, e Voldemort mi ha raggiunto solo verso la fine.”
La mente di Kayla fu attraversata da un’immagine di Fred che si trova faccia a faccia con Voldemort, e di Voldemort che lo butta giù dalla scopa.  Poi la stessa scena con Robert e Sirius, e uscì di casa di corsa per raggiungere sua madre che stava perlustrando il perimetro della Tana.
Uscendo, sentì Remus dire a Harry che fare in modo che l’Incantesimo di Disarmo fosse riconoscibile come la sua firma non era stata una mossa intelligente.
Beh, neanche la mossa dei sette sosia.
Trovò Martha dopo un paio di minuti di cammino, che stringeva un Sirius esausto e sporco, mentre Robert si teneva il braccio dentro in mano, come se fosse pesante. Iniziò a correre e si gettò tra i suoi genitori.
“Grazie, eh.” Disse Robert. “Tornare da voi due è sempre bellissimo.”
Martha gli fece un buffetto sul naso. “Il braccio te lo devo aggiustare?”
“Temo di sì, ma non …”
“Tua zia ha lasciato una scorta di pozioni.” Lo bloccò subito lei.
“Allora sì, mi servirebbero.”
“Chi è già arrivato?” domandò Sirius, zoppicando.
“Harry e Hagrid, Remus e George, e tre secondi fa ho sentito Hermione e …”
Robert iniziò a correre talmente veloce che parve non fosse mai stato lì.
“E Kingsley.”
Solo?!”
Martha annuì con aria preoccupata.
“Oh, dannato Merlino.”
“Devi farmi vedere quella gamba.”
“Conosco bene la Maledizione che l’ha colpita.”
“Devi farmela vedere comunque.”
Di nuovo, una luce azzurra e due tonfi. Quando Kayla vide che si trattava di Fred e Arthur, non poté fare a meno di correre verso di loro in lacrime. Prima di abbracciare Fred, si assicurò che fosse tutto intero. Lui rimase sbigottito.
“Stai bene!” esclamò la ragazza.
“Diciamo che sono stato meglio.” Rispose il rosso. “Ti avevo detto di non preoccuparti.”
“Oh, fanculo quel che mi avevi detto, siete gli unici ad essere tornati indenni.”
I due la guardarono terrorizzati. “Che cosa … cosa intendi dire?”
“Rob si è rotto un braccio, papà probabilmente la gamba, e George … credo abbia perso un orecchio.”
I due Weasley iniziarono a correre verso l’ingresso della Tana, ignorando Kingsley che cercava di fare loro domande per accertare la loro identità e Remus che cercò di fermarli per lo stesso motivo. Fred si accasciò accanto al fratello e Kayla non poté far altro che stare a guardare mentre Martha e Hermione cercavano di convincere Robert a prendere la pozione per le ossa e Sirius si era abilmente seduto per nascondere l’andamento claudicante.
Furono Robert e Remus a correre verso Tonks e Ron quando arrivarono, ed entrambi provarono un moto di rabbia quando la ragazza raccontò che era stata Bellatrix ad attaccarli e a trattenerli tanto a lungo, ma che alla fine erano riusciti a seminarla indenni.
Ciò che psicologicamente annientò tutti fu quando Bill e Fleur fecere la loro apparizione annunciando la fuga di Mundungus e la morte di Malocchio.
Kayla cadde nuovamente in un mutismo selettivo e Martha cacciò un urlo spaventoso. Avevano perso due grandi mentori, due guide, in meno di tre mesi.
Robert, davanti a quella consapevolezza, si sentì straordinariamente smarrito e impaurito, per la prima volta dopo la morte di sua zia.
 “Siete in pericolo!”
Tu sei in pericolo!”
“Siete in pericolo perché io sono in pericolo!”
“Non osare rigirare la cosa, cazzo!”
Kayla si sentì rabbrividire, mentre rincorreva Anastasia in giro per la Tana. Persino la bambina, sentendo sua madre così arrabbiata, perse per un attimo il sorriso.
“Martha, è mio dovere …”
“Rispettare il duro lavoro che abbiamo fatto per portarti qui tutto intero!”
“Malocchio è morto!”
“Già! Ed è morto per proteggerti, Merlino santissimo, per portarti in salvo, andare a recuperarne il corpo renderà la sua morte totalmente inutile e non ti permetterò di renderla tale!”
“Ma devo farlo!”
“Ciò che devi fare è stare qui! Al sicuro, in salvo! Non mi pare un concetto così difficile!”
“A fare cosa? Ad aspettare? A preparare un matrimonio, come se tutto fosse normale? Scusami tanto se non riesco ad essere felice per Bill in questo momento, non …”
“Non è questo il punto!”
Sirius raggiunse le sue figlie e prese in braccio la più piccola, facendo una smorfia per il cattivo odore che emanava. “Questa era una cosa che faceva sempre James.”
“La cacca nel pannolino?”
“Sviare la discussione quando era in torto.” Rispose, accennando un sorriso per la risposta di Kayla. Mise Anya in piedi sul tavolo, e con un colpo di bacchetta la rese più profumata di prima.
“Se Voldemort scopre dove mi trovo, siete tutti morti.”
“Come se fosse la prima volta che ci troviamo davanti a quel bastardo!”
Sirius cercò di coprire le orecchie di Anastasia ma non fece in tempo.
“Siete in pericolo!”
“Lo siamo comunque!”
“Bene!”
“Bene!”
“Tanto sai che me ne andrò comunque!”
“Non prima del matrimonio, eravamo d’accordo!”
“Il prima possibile!”
“Non prima del matrimonio, Harry James Potter!”
Kayla fece qualche smorfia alla sorella per farla ridere, mentre Sirius diede un bacio ad entrambe per poi avventurarsi verso la cucina, dove anche Ron, Robert e Ginny stavano assistendo alla discussione.
“Credo che ora sia il momento di prendere un respiro profondo, Martha.” Disse Sirius con tono pacato. “Harry, Ron e Hermione hanno detto che non se ne andranno prima del matrimonio e sono certo che rispetteranno la parola data. Io, Remus e Arthur andremo a recuperare il corpo di Malocchio – no, Robert.” Disse svelto verso il primogenito. “Harry, se davvero vuoi fare qualcosa per Alastor, pensa a un modo per dargli una degna sepoltura.”
Martha uscì dalla Tana e la videro sparire in giardino. Sirius si perse a guardarla andare via, per poi rivolgersi di nuovo a Harry.
“Tiene a te più di quanto tu creda. A voi, tiene a voi più di quanto possiate immaginare, e io con lei. È questo che ci rende deboli. Quando alla vostra età guardavamo i nostri genitori preoccuparsi, nemmeno noi li capivamo, però …”
“Quando avremo dei figli capiremo, papà?” si irritò Robert. “Siamo arrivati a questo cliché?”
“No, Robert, io spero davvero che voi non dovrete mai temere che qualche Mangiamorte torturi e uccida i vostri figli. Credevamo di avere vinto, ad un prezzo carissimo, ma di avere vinto. Credevamo di poterci addormentare tranquilli, di non doverci mai più preoccupare di una guerra magica, degli stati di sangue, dei turni di guardia e di non dover più salutare le persone a cui temevamo ogni volta con la paura più che fondata che forse non li avremmo più visti. Credevamo di avere vinto, e invece siamo ancora tutti qui, punto e a capo. Quindi vi auguro davvero di farcela e di non dover mai temere le cose che temiamo noi. Perché ho passato metà della mia vita a combattere Lord Volemort e l’altra metà l’ho passata in carcere, per colpa sua. Ecco perché vi auguro di farcela, e forse sì, quando avrai un figlio capirai, ma non perché questo sia un cliché, perché non lo è. Non è un cliché, è una guerra.”
Robert scosse la testa e salì le scale, con aria imbronciata, seguito da Ginny e Ronald. Non parlava mai degli anni in cui suo padre era stato in carcere, e,ultimamente, non parlava più nemmeno del futuro.
Quando avrai un figlio capirai.
Chi poteva permettersela, l’idea di un figlio?
Chi poteva permettersi l’idea di un futuro?
Harry rimase a fissare Sirius. “Anche io spero che questa storia finisca presto. E anche io tengo molto a voi.”
Sirius accennò un sorriso e indicò il punto dove era sparita Martha. “Vallo a dire a quella testa calda di mia moglie, per favore: tende a dimenticarsene.”
“Tu lo sai, vero?”                           
Sirius alzò gli occhi al cielo. “Anche se fosse?”
“Se dici così vuol dire che lo sai.”
“Nicole e Anastasia dormono?”
“Ecco. Questo vuol dire che lo sai.”
Sirius si buttò sul letto mentre Martha lo guardava con astio.
“Mi spieghi cosa ti cambia sapere se lo so o no?”
“Mi cambia eccome!”
“E perché, di grazia? Perché Harry si è confidato con me o perché non lo ha fatto con te?!”
“Perché voglio sapere quanto saranno in pericolo!”
“Molto. Come lo siamo noi ogni dannato giorno. Puoi spegnere la luce?”
“Allora lo sai?”
“So quanto si metteranno in pericolo. La luce, per favore.”
Martha si sedette sul letto, mantenendo le braccia incrociate. “Quanto in pericolo?”
“Quanto tre diciassettenni in missione segreta per Albus Silente. Martha, tesoro, la luce.”
“Solo tu sai dove andranno?”
Sirius recuperò la bacchetta dal comodino e spense l’abatjour da sé. “Grazie, amore.” Disse, ironicamente.
“Io non ho sonno.” Disse lei.
Lui riaccese la luce e la guardò malizioso.
“Potrei anche averne voglia, Sirius, ma non prima che tu mi abbia detto dove andrà Harry.”
Sirius spense di nuovo la luce e si rigirò nel letto, dandole le spalle.
“O almeno un piccolo indizio.”
“Per tua informazione, ti stai praticamente prostituendo per avere informazioni da tuo marito.”
Martha lo picchiò con il cuscino. “Ripetilo, bastardo!” strillò, ridendo.
“Sveglierai tutti.” la richiamò lui, restando immobile.
Lei si rimise seduta, abbracciando il cuscino. “Non è giusto.”
“Tu hai lanciato il sasso e nascosto la mano, lasciandomi l’amaro in bocca e facendomi passare il sonno.”
“Tu hai giurato davanti a …”
“Non tirare fuori i voti del matrimonio!”
“Con mia sorella come testimone!”
“Ah, grazie. Ora che ho pensato a Rosalie che mi minaccia di morire se non avessi recitato bene i voti, mi è passato ogni desiderio.”
“Peggio per te.”
“No, bimba, peggio per te!”

Robert rimase a guardare suo padre, Remus, Arthur e i gemelli che alzavano il gazebo per il matrimonio con due colpi di bacchetta. Rimase seduto a fissare il loro modo di comportarsi come se niente fosse, come se fosse tutto normale, come se quello non fosse un matrimonio deciso e celebrato alla velocità della luce per la semplice e massacrante paura di morire da un giorno all’altro.
Kayla era seduta accanto a lui. Da quando George aveva perso l’orecchio, non si allontanava mai da Fred. L’idea di tornare a Hogwarts senza di lui, di nuovo, la terrorizzava più dell’idea di morire, così Ginny le aveva promesso che avrebbe trovato un modo per farla andare da lui spesso.
Normalmente, non sarebbe stato difficile: Fred entrava nei confini della scuola spessissimo, così come ci entrava Felpato, e così come a suo tempo ci era entrata Rosalie, moltissime volte.
Ma tutti sapevano che con Voldemort a piede libero e senza Silente a protegger Hogwarts, sarebbe stata più dura che mai. Tutti sapevano che quello sarebbe stato un anno scolastico tremendo, e che arrivare intatti alle vacanze natalizie sarebbe stato già di per sé un miracolo. Ecco cosa avrebbero celebrato i ragazzi questo Natale: di essere usciti interi da quel castello.
Kayla incrociò le gambe come quando era bambina e Harry uscì dalla Tana per sedersi accanto ai suoi fratelli con un sospiro malinconico.
“Tutto pronto?” domandò Kayla, senza guardarlo.
“Partiremo domani all’alba.” Le rispose Harry, con tono pacato.
“Hermione ha preparato tutto.” Aggiunse Robert, sospirando.
Harry annuì.
“Avremo modo di avere tue notizie?”
Questa volta, Kayla si girò per guardarlo.
Harry scosse la testa. “Non sarebbe sicuro. Né per noi, né per voi.”
Kayla ricacciò giù le lacrime. “E come facciamo a sapere se ti succede qualcosa?”
Harry le sorrise. “Ti fidi di me?”
Kayla non ci pensò nemmeno per un secondo, e annuì con convinzione.
“Ecco.” le disse Harry. “Basta questo.” Le accarezzò il viso con dolcezza e lei posò la testa sulla sua spalla, smettendo di trattenere le lacrime. Robert strizzò l’occhio al fratello, e poi tutti e tre si persero a guardare Martha che correva dietro ad Anastasia, che a sua volta correva verso Sirius e Remus, ridendo di gusto per l’aria nei capelli.



Vi devo delle scuse. 
Vi devo delle scuse per aver smesso di scrivere, di crederci, di pensare alla famiglia Black, che ormai è un pò anche vostra, e aver smesso di pensarci è una cosa imperdonabile. 
Ma nella vita spesso accadono cose che ti portano altrove. Sono stata altrove, per un po', ben lontana dai Black, da Hogwarts e dalla Tana. Ora ho voglia di tornare.
Siete con me?

 
   
 
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