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Autore: PrincessintheNorth    23/10/2018    1 recensioni
Prequel di "Family"!
Nel regno del Nord, una principessa e Cavaliere dei Draghi, Katherine, farà conoscenza di Murtagh, il Cavaliere Rosso che si è autoimposto l'esilio ...
In Family abbiamo visto il compimento della loro storia e il loro lieto fine: ma cos'è successo prima?
"-Principessa, per l’amor del cielo … - prese a implorarmi Grasvard. – Spostatevi da lì … non vi rendete conto di chi è?
-È Murtagh figlio di Morzan, ex Cavaliere del Re Nero, erede del ducato di Dras-Leona. – ringhiai. – So benissimo chi è. So anche che è un essere umano come me e come te, a meno che tu non sia un elfo sotto mentite spoglie. È un essere umano ed è vivo per miracolo. Quindi, dato che come me e come te è carne e sangue, gli presteremo le cure che necessita. Sono stata chiara abbastanza?"
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castigo, Eragon, Murtagh, Nuovo Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Selena/Morzan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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MURTAGH
 
Il mattino dopo non mi regalò un bel risveglio.
Prima ancora di aprire gli occhi, sentii di avere qualcosa di pesante addosso: inizialmente credetti fosse Katie, ma poi mi resi conto che lei era molto più leggera.
Poi, quel qualcosa di pesante iniziò a leccarmi la faccia.
A quel punto aprii gli occhi, e se non mi misi ad urlare fu per tre principali motivi: avrei svegliato Belle, ero troppo terrorizzato per fare una qualunque cosa, e se l’avessi fatto probabilmente la tigre di Belle (lei era la cosa pesante) mi avrebbe sbranato.
- Katie … - sussurrai, cercando di scuoterla. – Katie …
Sbuffò e si voltò dall’altra parte, continuando a dormire.
Bella moglie.
KATHERINE SHEPHERD!, le urlai a quel punto nella mente, svegliandola.
- Che succede? – mormorò aprendo gli occhi.
- Salvami! – protestai sottovoce. – Mi vuole sbranare! Katie, sto per morire …
Quella alzò gli occhi al cielo, annoiata.
- Ma fammi il piacere. – sbuffò. – è evidente che vuole solo un po’ di coccole. Vieni qua, te …
E la tigre la raggiunse, appoggiandole la testa in grembo per ricevere i grattini dietro le orecchie.
- E dici anche di essere un Cavaliere. – mi prese in giro. – Da uno che cavalca draghi da cinque anni non mi aspetterei certe paure infondate …
- Non so se te ne rendi conto, Katherine, ma è una tigre!
- È un amore …
- È ansiogena!
Come se non bastasse, entrò Annabeth, che nel vedere la tigre si illuminò.
- Posso fargli le coccole? – mi pregò.
- Annabeth, almeno tu … - fu il mio turno di implorarla. – Fai la bimba brava …
- Ma certo che puoi! – le disse invece Katie. – Vieni qua, che non ti fa niente …
E Annie si arrampicò sul letto, iniziando a coccolare la tigre: avevo più paure io di una bambina di tre anni.
- Prova … - mi esortò Katie divertita, mentre accarezzava la belva sotto il mento.
- Neanche morto.
- Ma non ti fa niente, guarda!
- Non m’interessa! Se mi stacca un braccio poi come faccio?!
- Non ti stacca niente. – rise. – Vuoi che ti tenga la manina, cucciolino patatino? – mi prese in giro poi.
- Non sei più incinta, posso farti il solletico. – le ricordai, e annuì in fretta.
Dopo un po’, però, capii che a star lì rintanato in un angolino del letto con la spada in mano non solo non concludevo niente, ma sembravo anche abbastanza scemo.
Devi superare le tue paure, iniziai a ripetermi. È solo un gatto grosso. Tu voli su un drago, e un drago è una lucertola grossa.
Attento a quel che dici …
Non interrompere il mio superamento del terrore!, gli gridai dietro con un tono … beh, da femminuccia, come ci tenette a sottolineare. È un gatto grosso, Castigo è una lucertola grossa. È un gatto grosso, Castigo è una lucertola grossa. È un gatto grosso
- Castigo è una lucertola grossa … - non mi accorsi nemmeno di star parlando anche ad alta voce, e lentamente allungai una mano verso la testa della tigre.
- È un gatto grosso … è solo un gatto grosso …
Non appena toccai il pelo, quella si girò di scatto verso di me.
Sono morto, pensai, e feci ciò che ogni essere umano con un minimo di cervello fa quando si trova in pericolo di morte.
Urlai e, per proteggermi, afferrai per un braccio Katherine e la misi davanti a me, sapendo che la tigre non l’avrebbe sbranata.
Solo che, a parte il mio urlo ben poco virile e il gridolino di Katie, più di sorpresa che di paura, non sentii alcun ruggito.
Anzi.
Non appena aprii gli occhi, notai che la tigre mi stava facendo le fusa, e aveva la stessa espressione che faceva la gatta di Katie quando voleva i grattini.
- Ma sei scemo? – mi fece la mia dolcissima e soprattutto educatissima moglie, mollandomi uno schiaffone sulla testa. – Che diavolo hai in quella testa, letame?
- Avevo paura … e la tigre non ti sbrana … eri la mia protezione! – protestai.
- Fammi capire. – fece, ridendo dallo stupore e per la mia scenata. – In caso di pericolo, tu mi usi come scudo umano? Bel marito.
- Ovvio. – la presi in giro. – Così Belle e io ci leviamo di torno la mamma rompiscatole e la posso chiamare puzzona.
- Ma smettila … - rise, lasciando che l’abbracciassi. – E non vedi che vuole le coccole? È come un gatto, solamente un po’ più … selvaggia nei movimenti.
Di nuovo, provai ad accarezzare la testa della tigre, e grazie agli dei non mi sbranò.
Anzi … iniziò a fare le fusa, socchiudendo gli occhi gialli e mettendosi a pancia in su, per ricevere le coccole sulla pancia. A dargliele ci pensò Annabeth.
- Ah tata lo sai che la mamma mi ha detto che la nonna le ha detto di dilmi che dovevo dile a te e a Mutty che oggi adesso subito vi appetta l’omino buffo che fa i disegni? – fece la piccola
.L’espressione sconvolta di Katherine fu sufficiente ad esprimere anche il mio disappunto.
- No … - si lamentò buttandosi sui cuscini. – Anche il ritratto ufficiale no … ma poi, come diavolo facciamo con la bambina? Non starà mai immobile per tutto il tempo necessario …
- Narcotizziamola. – proposi sbuffando.
- Sai che ci sono nobili che lo fanno davvero? – commentò. – No, penso che … non penso più. – disse non appena sentì i versetti della bimba, che doveva essersi svegliata (grazie agli dei non si era svegliata piangendo). – Buongiorno principessa … - la salutò. – Andiamo a dire ciao al papà, alla tua cuginetta e alla tigre …
L’attimo dopo, Belle era in braccio a me, già piena di sorrisi e felicità.
- Ma guarda te che bimba contenta che abbiamo oggi … - commentai facendola saltellare. – Dimmi che fai la brava così per tutto il giorno e andiamo d’accordo. Non come stanotte, che piangevi ogni tre per due, eh? Le tue scenate le hai fatte, adesso basta.
- Ma sì … adesso farà la bimba brava.
- Posso plovale a tenella in blaccio? – mi pregò Annabeth.
Mi fece gli occhioni.
Io non resistevo ai suoi occhioni.
Infatti, l’attimo dopo, la mia bimba era in braccio a lei, che la teneva meravigliata.
- Oh ma che bello! La mamma non mi fa tenele Susie … dice che sennò la picchio. – disse.
- E perché dovresti picchiarla? – chiese Katie.
- Pecchè è cattiva. – la piccola si adombrò. – Adesso la mamma e il papà non mi guaddano più pecchè Susie è piccola.
- Non è vero. – cercai di rassicurarla. – Non è che non ti guardano, devono solo stare dietro un po’ di più a tua sorella perché per ora non sa fare da sola alcune cose.
- Come la cacca? – fece.
In quel periodo, Annie era in quella fase in cui i bambini si divertono a dire “cacca”.
- Esatto. Quindi la mamma e il papà le devono mettere il pannolino e pulirglielo ogni volta che fa la cacca.
- Ma che cchifo … - commentò disgustata. Poi guardò Belle. – Ma acche la bimba Belle non sa pulissi il culetto da sola e si fa la cacca addosso?
- Ehm … sì … - annuì Katie.
- Allola tienila tu tata! – fece allarmata la piccola, facendo per allontanarsi da Belle. – Che cchifo!
Belle non la prese bene, e gli angoli della bocca le si incurvarono all’ingiù.
- No, non si mette bene … - iniziai a preoccuparmi. – Sta buona … ti prego, ti darò qualunque cosa, ma sta buona …
Bastò che la sua mamma le desse da mangiare perché tornasse la bimba più felice del mondo.
- Ma neanche mangia da sola? – sbuffò Annabeth. – Ma c’è quaccosa che quetti bimbi piccoli sanno fale?
- Certo. – le risposi. – Sanno piangere, urlare, svegliarsi di notte, sfinirti …
- Fare le coccole, dare i bacini e gli abbracci. – concluse Katie. – Solo che devono ancora crescere per imparare a pulirsi il culetto o a mangiare. Secondo te ci arriva a pulirsi il sedere con queste braccine? – le fece notare.
- Mmmh … no …
Nonostante le minuscole braccine della mia bimba fossero perfettamente proporzionate (e quindi ipoteticamente avrebbe potuto pulirsi il sedere) decisi di starmene zitto e di lasciare le cose come stavano.
 
 
- Ora, mi raccomando, immobili … - fece il pittore, un tipo veramente strano. – Bene, Altezza, si sieda lì, per favore …
Fu così che iniziò una lunghissima serie di messe in posa, aggiustamenti, spostamenti, espressioni da perfezionare, e la mano di qui, e l’altra di là, e sposta la spada, e metti la nave, e sistema la corona, e tieni buona la bambina.
- Immobili! – si raccomandò di nuovo il pittore, una volta che fummo, secondo lui, perfettamente in posa per il migliore ritratto della migliore famiglia felice.
Ci provammo.
Davvero.
Ma nel momento in cui lui si apprestava a sistemarsi il cappello e a prendere il carboncino, Belle fece una risatina e un’espressione di divertimento che non aveva mai fatto: a quel punto Katie, che doveva mantenere un’espressione di “contenuto orgoglio e dolcezza di maternità”, si aprì in uno dei suoi sorrisi più belli, e io, che dovevo “stare in piedi, risoluto, spada alla mano, a mostrare l’essenza del Grande Cavaliere e dell’uomo forte” mi abbassai verso la piccola e feci per coccolarla. 
- NOOO! – urlò il pittore, disperato.
- SIII! – gridò invece Derek, che neanche avevamo notato, esultando. – PERFETTO! SPETTACOLARE!
Nella confusione generale, notai che teneva in mano una tavoletta nera, doveva aver fatto un fairth.
- Ecco, dipinga questo! – fece al pittore. – Questo è perfetto!
- Ma, sire … - si lamentò il pittore.
- Io ti pago, tu fai quel che ti dico, carissimo. – gli ricordò. – E poi ti pare che mia figlia sta lì con una faccia da deficiente simile?
Imitò l’espressione che Kate era stata forzata ad assumere, e a quel punto scoppiamo a ridere tutti, anche Belle.
- Ma quindi ora siamo liberi di andare a mangiare? – chiese lei, giusto per chiarire le cose.
Incredibile, quella ragazza aveva un pensiero fisso in testa, il cibo, meglio se grasso e poco salutare, ed era ancora magra e perfettamente in forma e salute.
- Sì. – la accontentò Derek divertito. – Puoi mangiare …
Di Katherine perdemmo le tracce.



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Ciao a tutti! Scusate l'ennesimo ritardo nella pubblicazione, ma la scuola e la riscrittura di Family mi portano via davvero tanto tempo. Ad ogni modo, alla conclusione di questa storia mancheranno sì e no due capitoli, ma tenetevi forte perchè la Family 2 sarà una bomba (almeno spero)!

A presto!
   
 
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