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Autore: SkyDream    23/10/2018    5 recensioni
Un momento di introspezione sulle note di Castle of Glass dei Linkin Park. Gray ripensa alla prima volta in cui ha fatto l'amore con Lluvia e, si rende conto, non può fare altro che vivere con questo ricordo.
Non può più farne a meno dopo quello che le ha fatto.
-Dal testo-
«Dovresti provare con qualche medicina più forte».
«Non esiste medicina per la dannazione eterna, Lucy».
«Ti ha perdonato - sussurrò lei - non puoi continuare a vivere così».
«Il suo corpo era il mio corpo».
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gray Fullbuster, Gray/Juvia, Lluvia
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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I'm only a crack in this castle of glass

-'Cause I'm only a crack in this castle of glass
Hardly anything there for you to see
For you to see -
 
Gray aveva sempre ben tollerato il freddo, soprattutto dopo gli allenamenti di Ur. Grazie a lei aveva imparato ad apprezzare non solo la magia del ghiaccio, ma tutte le piccole sfaccettature di un elemento che, come lui, mutava forma e consistenza.
Forse per questo motivo, quando aveva visto Lluvia la prima volta, aveva capito che i loro sguardi non avrebbero smesso di incrociarsi su quel campo di battaglia.
Si era ritrovato a pensare che il corpo di quella ragazza, mutabile in forma e consistenza come il suo ghiaccio, non potesse essere altro che la personificazione del suo potere.
Proprio perché ben tollerava il freddo, Gray non si sarebbe aspettato di riuscire ad adorare il calore di un corpo. Il profumo e il sapore della pelle nuda contro i suoi muscoli, sotto le sue dita.
La prima volta in cui aveva spogliato Lluvia si era sentito piccolo, aveva capito cosa volesse dire innamorarsi e sentirsi amato.
Quella subdola scoperta lo aveva quasi spaventato, aveva visto come la maga si stava lasciando andare ai suoi tocchi e alle sue carezze e ne fu così lusingato da pensare di non meritarlo. Come poteva una persona come Lluvia, limpida e tersa, amare un ragazzo che racchiudeva tanto buio nel cuore?
«Gray.» aveva sussurrato lei in un gemito per avere di nuovo la sua attenzione, lui aveva quindi ripreso a carezzarle una coscia scoperta con una lentezza che  aveva del tormento.
Credeva di poter impazzire, Lluvia aveva dei fianchi e delle gambe così morbide e lattee che avrebbe potuto affondarci con le mani, con il viso e, scoprì, anche con i morsi.
La ragazza sorrise, passandogli una mano fra i capelli corvini lo invitò a risalire la linea del suo corpo fino ad arrivare al viso.
Gray le baciò un angolo della bocca prima di avvolgerla in un abbraccio etereo, sentiva perfettamente ogni centimetro della pelle calda della ragazza contro la sua, così fredda e ruvida a confronto.
«Lluvia vuole sentirlo dire ancora.» aveva sussurrato per non interrompere l'atmosfera.
Gray aveva sorriso contro i suoi capelli senza aprire gli occhi e aveva lasciato che anche il suo cuore fosse stuzzicato da quella richiesta.
«Mi piaci, Lluvia.-rispose senza alzare la voce –Tanto».
Avrebbe voluto aggiungere che le piaceva di più così: nuda e gemente sul suo corpo scoperto. Ma si trattenne.
Voleva che fosse romantico, come aveva sempre immaginato.
 
«Gray?»
«Dimmi, Lucy».
«Hai dormito almeno stanotte?»
 
Gray si era sempre stupito dell'incredibile capacità della maga di tramutarsi in acqua, d'altronde era il suo elemento e gli sembrava quasi di poter decidere lui la forma da darle. Non che gli fosse mai passato per la testa di cambiarla, gli andava benissimo in quel modo, la sua Lluvia.
 
«Dovresti provare con qualche medicina più forte».
«Non esiste medicina per la dannazione eterna, Lucy».
«Ti ha perdonato - sussurrò lei - non puoi continuare a vivere così».
«Il suo corpo era il mio corpo».
 
Gray aveva combattuto con onore, finchè non era stato posseduto dalla magia oscura. Poteva sentire il suo potere incrementare a dismisura, senza però poterlo controllare. Era una marionetta.
Aveva visto Lluvia tramutarsi in acqua per schivare un suo colpo, poi aveva visto -senza poter far nulla- le sue mani congiungersi e gelare quel corpo d'acqua.
Aveva congelato ogni più piccola cellula di Lluvia, la ragazza doveva averlo guardato con infinito stupore, gli occhi chiari erano fatti d’acqua gelata ma erano ancora incredibilmente vivi.
Gray poi lo sentì incrinarsi sotto le dita.
Chiuse il pugno e il ghiaccio esplose in mille pezzi.
La prima cosa che pensò fu che i cristalli di ghiaccio che si erano formati somigliavano a delle piccole lacrime.
Poi, come un'onda che si abbatte sulla costa dopo essersi ritirata, esplose in un potente pianto incontrollato.
 
«Lei non ha smesso mai di amarti, nemmeno per un momento».
«Nemmeno io».
 
Ogni notte, dopo tutti quei mesi, si riscopriva a fare l'amore con quel suo ricordo. Si riscopriva a riempire di baci adoranti quella pelle calda, candida e tremendamente morbida.
I fianchi abbondanti, il petto che tremava sotto le piccole risa, le labbra che gemevano sotto le sue carezze.
 
Gray creò una piccola rosa di ghiaccio e la poggiò sulla tomba della ragazza.
Le gocce di pioggia scivolarono sulla superficie, rendendola brillante.
Gray pensò che, per lui, non ci sarebbe stata mai più una singola giornata di sole.

Angolo autrice: Salve a tutti amanti o meno della Gruvia. A quanto pare era solo questione di tempo, grazie a Mari Lace ho cominciato ad amare questa coppia.
Sì, ho un modo un po'particolare di esprimere i sentimenti ^^' Spero che la OS non vi abbia lasciato con l'amaro in bocca.
A presto!
   
 
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