Serie TV > The Originals
Segui la storia  |       
Autore: Abby_da_Edoras    25/10/2018    2 recensioni
Questa long fic è il racconto dettagliato del sogno che Tristan ha fatto quando era rinchiuso nella cella di villa Mikaelson. Chi segue le mie storie sa che, nella mia ff "I can hear you asking me why", Elijah aveva fatto rinchiudere Tristan, considerandolo colpevole di alcuni omicidi avvenuti a New Orleans. Tristan, di nuovo deluso e abbandonato dal suo Sire, sceglieva di accettare il suo destino e si lasciava andare, abbandonandosi a un sogno di mille anni prima. Questa ff racconterà il suo sogno: a Marsiglia, Elijah trasforma Tristan, ma poi decide di non sacrificare lui e Aurora...
Dedico questa ff ad Aliseia, che aspettava di sognare con me con questa AU medievale, e a Lilyy che con tanto affetto segue le vicende passionali e spesso dolorose di questa magnifica OTP.
Non scrivo a scopo di lucro e personaggi e situazioni appartengono a registi, sceneggiatori, autori e produttori di The Originals.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Elijah, Tristan
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic

La Vie (capitolo terzo)

Tristan si era appostato dietro la porta della stanza di Aurora e attendeva il padre che, come quasi tutte le notti, sarebbe giunto ubriaco per abusare turpemente della figlia.

Questa volta, però, le cose sarebbero andate in modo ben diverso: Aurora era al sicuro nella camera di Rebekah, sotto la sua protezione, mentre il Conte si sarebbe trovato davanti il figlio pronto a vendicare l’onore della sorella e tutte le sofferenze patite per anni da entrambi.

Quando l’uomo entrò nella camera in penombra, sulle prime, ancora stordito per le tante coppe di vino bevute, rimase spiazzato nel trovarsi davanti Tristan e, per qualche istante, pensò addirittura di aver sbagliato stanza. In breve tempo, però, la collera fece dissolvere i fumi dell’alcool e un sorriso perfido si dipinse sulle sue labbra.

“Oh, ecco quel fallito di mio figlio. Hai forse smarrito la strada verso le tue stanze?” lo irrise.

“Attendevo voi, padre” rispose Tristan, gelido. “Non avete più diritto di me di trovarvi qui, ma la mia motivazione è di certo più nobile della vostra. Per troppi anni io e mia sorella abbiamo subito la vostra follia e adesso pagherete per tutto ciò che ci avete fatto.”

“E chi me la farà pagare, tu, forse?” sghignazzò il Conte, sfoderando la spada. “Sei sempre stato un incapace e non mi fai paura. Vuoi batterti con me? Allora fatti avanti, codardo!”

“Non mi sporcherò le mani con il vostro sangue maledetto” replicò il giovane.

Con la rapidità e la forza che i suoi nuovi poteri di vampiro gli conferivano, Tristan afferrò l’indegno padre, lo sbatté contro un muro e, con un movimento fulmineo, gli spezzò il collo.

Il cadavere dell’uomo ricadde a terra e Tristan gli rivolse uno sguardo sprezzante, per poi volgersi verso l’interno della stanza. Elijah uscì dall’ombra e si avvicinò a lui.

“Se vuoi, puoi dire a tuo fratello e a tua sorella di nutrirsi del suo sangue prima di sbarazzarci di questo fetido cadavere” disse, imperturbabile. “Io mi nutrirò altrimenti. Non voglio più che il sangue corrotto di questo mostro scorra nel mio corpo.”

“Lo riferirò a Niklaus e Rebekah” replicò Elijah. “Tuttavia, Tristan, anche se non vorrai nutrirti di lui… beh, non potrai evitare che il suo sangue scorra anche nelle tue vene. Dopotutto sei suo figlio.”

Tristan scosse con decisione il capo e si avvicinò a Elijah, fissandolo negli occhi. Quello sguardo che, fino a pochi attimi prima, era implacabile e freddo come il ghiaccio, adesso pareva quasi timido e insicuro.

“No, non voglio più pensare a me come al figlio di quel mostro” disse, deciso. “Hai detto che tu mi hai trasformato con il tuo sangue, che un legame ci unisce, che d’ora in poi mi guiderai e mi addestrerai a diventare un vampiro… Ecco, è questo che voglio. Voglio essere la tua creatura, nata grazie a te, educata da te e… legata a te per sempre.”

Le parole appassionate di Tristan colpirono Elijah fino in fondo al cuore.

“Sei certo di quello che dici? Tristan, io…”

“Ovviamente resterò il Conte De Martel, anzi, adesso sarò io a governare questa Corte. Ma non voglio mai più considerarmi figlio di quell’uomo infame. Sono una creatura diversa adesso, la tua creatura. E la prima cosa che farò, con il privilegio che mi conferisce il mio appena acquisito titolo di Conte, sarà quello di elevare a un rango nobiliare te e la tua famiglia, così che tu potrai governare al mio fianco” riprese Tristan. Sentiva un insolito turbamento agitargli l’animo mentre parlava così, ma voleva spiegarsi con Elijah… finché era ancora in grado di farlo, ipnotizzato com’era dalle iridi scure di lui. “Insieme domineremo su Marsiglia e non solo, io sono certo che, con il tuo aiuto e il tuo consiglio, presto potremo governare l’intera Francia e…”

Elijah non lo lasciò terminare. Con un braccio lo allacciò alla vita e lo attirò a sé, premendo la bocca su quella di lui. Lo baciò con intensità, lungamente e profondamente, perdendosi nel suo sapore e nel suo respiro tiepido. Continuando a baciarlo, lo sollevò tra le braccia e lo condusse sul letto di Aurora, dove lo depose, baciandolo e accarezzandolo mentre lo spogliava e si liberava delle proprie vesti. Quando furono entrambi completamente nudi, fece aderire il suo corpo a quello del giovane, bramando un contatto sempre più intimo e godendo del tepore della sua pelle. Si insinuò delicatamente dentro di lui, iniziando poi a muoversi con spinte lente e profonde, portando Tristan a seguire i propri movimenti, volendo prolungare il piacere il più a lungo possibile. I gemiti e gli ansiti dei due amanti si confusero in uno solo, mentre insieme giungevano alla totalità dell’estasi, perdendosi l’uno nell’altro come frammenti di infinito che diventavano una sola essenza. Il Creatore e la sua creatura erano adesso un unico fremito di vita e di passione e non desideravano nient’altro, l’universo attorno a loro sbiadiva e scompariva davanti all’ardore della loro unione.

Dopo l’amore, rimasero allacciati l’uno all’altro, mentre Elijah gli accarezzava i capelli e lo baciava sulla fronte e sulle guance.

“Nessuno si nutrirà del sangue di tuo padre, Tristan” gli disse, dopo un lungo istante di riflessione. “Questo alimenterebbe i sospetti che già esistono sulla mia famiglia. Ritengo che la cosa migliore da fare sia deporre il cadavere ai piedi dello scalone principale, così che siano le guardie a trovarlo. Penseranno che sia caduto accidentalmente e si sia spezzato il collo. Tuo padre era ubriaco, non è così?”

“Sì, lo era” rispose Tristan e un lampo d’ira gli attraversò lo sguardo. “Si ubriacava quasi tutte le notti e poi entrava in camera di mia sorella e…”

Elijah lo strinse più forte a sé.

“Non potrà più farle del male, adesso. Sai, posso comprendere benissimo la tua collera. Nostro padre è un mostro che vuole la morte dei suoi figli, ma non ha mai tentato di fare qualcosa di simile a Rebekah. Se solo si fosse avvicinato a lei con quelle intenzioni io e Niklaus lo avremmo fatto a pezzi già da molto tempo!”

Le parole del suo Sire calmarono il giovane Conte. Era così rassicurante sentirsi compreso e accettato, avere qualcuno accanto che lo appoggiava. Per anni si era dovuto imporre di essere forte, di non mostrare la minima fragilità, aveva cercato di proteggere Aurora e di confortarla senza pensare al proprio dolore, non poteva permetterselo… ma, in fondo, anche lui era solo un ragazzo. Ora sarebbe stato tutto diverso: lui non era più fragile, era un vampiro potentissimo e al suo fianco c’era Elijah ad indicargli la giusta strada e a sostenerlo nei momenti difficili.

“Allora dovremo mettere il cadavere in fondo allo scalone” disse, approvando il piano del suo Sire. “Nei prossimi giorni farò organizzare un funerale solenne, inviterò tutte le più alte cariche per rendere omaggio alla sua salma. Quel mostro non merita nulla del genere, ma è ciò che ci si attende alla morte di un nobile…”

 

Due giorni dopo, il Conte e la Contessa De Martel presenziavano alle esequie del padre, ostentando un dolore che erano ben lontani dal provare. La salma era rimasta esposta perché nobili e popolani potessero renderle omaggio e c’era stata una fila lunghissima di persone, ma nessuno era veramente affranto per la perdita di quel nobile malvagio e corrotto. La sua crudeltà con i servitori e con la gente del popolo era ben nota, ma anche tra le famiglie aristocratiche il Conte De Martel era considerato un uomo meschino e perverso. Aveva più volte umiliato pubblicamente i nobili di rango inferiore al suo, aveva insidiato le mogli dei suoi vassalli e spesso si era adoperato per far cadere in disgrazia chi avrebbe potuto offuscare il suo potere. A Marsiglia la morte del Conte era stata accolta con sollievo, sebbene si temesse che il figlio Tristan avrebbe potuto ricalcare le orme del perfido padre.

Il funerale fu seguito da un banchetto al quale parteciparono tutte le famiglie più in vista di Marsiglia, in onore del nuovo Conte De Martel. In molti si stupirono quando videro che Tristan aveva riservato i posti d’onore al suo fianco a Elijah, Klaus e Rebekah: essi sedevano alla destra del nuovo Conte mentre la Contessa stava alla sua sinistra.

“Signori, come nuovo Conte De Martel vi porgo i miei più sentiti ringraziamenti per aver partecipato alle esequie del mio signor padre” disse il giovane, rivolgendosi ai suoi ospiti. “Immagino che molti di voi si staranno chiedendo per quale motivo i posti d’onore siano riservati a una famiglia che non conoscete. Ebbene, sappiate che il mio primo atto quale nuovo Conte sarà quello di conferire il titolo di Barone a Elijah e Niklaus Mikaelson e di Baronessa alla loro sorella Rebekah.”

Un coro di mormorii accolse le parole di Tristan, mentre perfino i Mikaelson apparivano sorpresi da quell’inaspettato annuncio.

“Il mio signor padre ha governato questa Corte in modo tirannico, non c’è motivo di nasconderlo, ma è mia intenzione mutare in meglio le cose e in questo sarò aiutato dal consiglio e dall’appoggio dei Baroni Mikaelson” riprese Tristan, ignorando gli sguardi ostili dei nobili più in vista che non accettavano di essere scavalcati da degli sconosciuti. Tuttavia la decisione del nuovo Conte non poteva essere messa in discussione e, seppur di malavoglia, l’aristocrazia marsigliese dovette accettare l’affronto.

“Per dare inizio al nuovo corso del mio governo, domani stesso io, la Contessa mia sorella e i Baroni Mikaelson sfileremo in corteo per le strade della città, per farci conoscere dai nostri sudditi” annunciò Tristan, sconvolgendo ancora di più gli altezzosi ospiti. “Sappiate che molte cose cambieranno: in questa Corte la nobiltà di sangue sarà considerata soltanto se accompagnata da cultura, eleganza e lungimiranza ed è per questo motivo che ho elevato ad un rango nobiliare i Baroni Mikaelson.”

Tristan fece scorrere lentamente lo sguardo su tutti i presenti e poi riprese a parlare.

“I miei consiglieri dovranno essere persone superiori, raffinate e illuminate e questa Corte dovrà distinguersi in tutta Europa per eleganza e cultura. Questa sarà la nuova linea del governo dei De Martel.”

Gli aristocratici presenti al banchetto reagirono in diversi modi: alcuni erano scandalizzati e indignati mentre altri si sentivano compiaciuti, ritenendo di avere la giusta dose di classe, finezza e ambizione che il Conte auspicava per i suoi più fedeli cortigiani. Tristan incontrò lo sguardo di Elijah che gli sorrise, evidentemente orgoglioso delle scelte che stava compiendo.

Quella notte, mentre erano stretti l’uno all’altro nel letto del giovane Conte, Elijah lo baciò a lungo e lo guardò con affetto e ammirazione, come non aveva mai fatto prima.

“Sono veramente fiero di te, Tristan” gli disse. “Ogni giorno di più riconosco in te il vampiro signorile, colto ed equilibrato che sapevo potevi diventare; ogni giorno di più ti sento come la mia creatura…”

Il cuore di Tristan pareva impazzito, palpitava freneticamente per la gioia di vedere tutti i suoi desideri realizzarsi l’uno dopo l’altro: era diventato il Conte De Martel, liberandosi del crudele padre, e adesso aveva conquistato non solo l’amore, ma anche la stima e il rispetto di Elijah.

“E io sono lieto di poter condividere con te il governo di questa Corte, che sotto la nostra guida diventerà prestigiosa, raffinata e elitaria, un faro che illumini le altre Corti europee e una meta ambita per i migliori intellettuali e artisti” mormorò il giovane Conte, con gli occhi azzurri che splendevano scintillanti.

E di essere la tua creatura, di appartenere a te solo, adesso e per sempre, pensò senza osare dirlo.

Poi si perse tra le braccia del suo Sire, nei suoi baci e nelle sue carezze, donandogli totalmente il suo corpo per essere veramente un’unica cosa con lui, respirando il suo respiro e giungendo alla vetta del piacere, finalmente sereno, pacificato, consapevole di possedere tutto ciò che aveva sempre bramato e ancora di più.

La vita insieme a Elijah sarebbe stata un susseguirsi di giorni perfetti e incantevoli.

Fine capitolo terzo  

 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Originals / Vai alla pagina dell'autore: Abby_da_Edoras