Anime & Manga > Boku no Hero Academia
Segui la storia  |       
Autore: BluAvis    28/10/2018    1 recensioni
[CONCLUSA]
-Dal Testo-
Quella notte pioveva a dirotto. Il suolo era una mistura di terra e fanghiglia. L’eroe era in ginocchio accanto al corpo esanime della ragazza. Chinato sopra di lei, proteggendola dalla pioggia incessante, la scuoteva e le accarezzava il viso. Piccole gocce d’acqua cadevano dal biondo ciuffo penzolante, infrangendosi sul dolce viso di lei. Kaminari piangeva in silenzio, pregando per un miracolo, ma Jiro non si sarebbe più risvegliata.
Le sue iridi violacee non riflettevano più la luce.
Lui li guardava con sadico piacere, crogiolandosi in quel dolore.
L’eroe oltrepassò la soglia della sofferenza, caricandosi d’odio.
- L’hai uccisa… l’hai uccisa…
Lui si accovacciò al suo fianco, sussurrandogli vicino l’orecchio.
- Sì… e ho goduto nel vederla morire.
***
- BluAvis
Genere: Romantico, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaminari Denki, Kyoka Jiro, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Frequency 1.08
 
La timida ragazza avrebbe voluto possedere un Quirk d’invisibilità. Era acquattata dietro uno dei folti cespugli del parco, quello con la miglior visuale sulla sua “preda”. Quest’ultima era stirata poco più lontano, precisamente ai piedi del dislivello della collinetta, sulla riva del lago cristallino. Era un suo coetaneo, capelli neri come la pece, un viso d’angelo, il corpo slanciato ed atletico, due grandi occhi scuri. Per la ragazza, non esisteva miglior rappresentazione della bellezza maschile. Fortuna delle fortune, quel ben di Dio era il suo capo-classe, anche se non fosse mai riuscita a scambiarci più di qualche sterile convenevole. In quei giorni d’estate, poi, a causa delle vacanze scolastiche, non aveva la possibilità di ammirarlo tra i banchi dell’aula, così aveva cominciato a “pedinarlo”, fino a quando non era riuscita a scoprire dove andasse a rilassarsi ogni pomeriggio.
 
- Guarda che lo stalking è perseguibile penalmente…
 
La ragazza sentì il cuore balzarle in gola. Si girò di scatto, voltandosi per guardare la proprietaria della mano che le avesse afferrato improvvisamente la spalla. Si aspettava di dover dare spiegazioni al sorvegliante del parco, ma quando i suoi occhi si posarono su quei lunghi ricci castani, non poté fare a meno di tirar un sospiro di sollievo.
- Mi hai fatto prendere un infarto, Shirone.
Le disse, tastandosi il petto, ansante, cercando di calmare il battito accelerato. La colpevole rise di gusto, accomodandosi al suo fianco.
- Vuoi davvero passare tutte le vacanze estive a spiarlo, Naomi?
Shirone Nomikata e Naomi Himitsu, migliori amiche fin dai tempi delle medie, compagne di classe anche all’accademia per eroi, della quale erano appena matricole. Naomi sorrise imbarazzata, tornando a spiare tra le foglie.
- Non posso farci niente, mi piace un casino.
Commentava, nel frattempo. Il suo grande amore si chiamava Ren Fujisetsu, conosciuto il giorno della cerimonia d’apertura. Shirone la guardò intenerita, un po’ come una madre guarda la figlia adolescente in preda alla prima cotta.
- Non hai proprio intenzione di dichiararti?
- E come potrei farlo? Ci parliamo a malapena.
- Potresti usare il tuo Quirk su di lui e dirgli che sia stato un “colpo di fulmine”!
Naomi distolse lo sguardo da Ren solo per fissare indignata l’amica.
- Ma quanto sei divertente! No, guarda, originalissima.
Commentò, sarcastica.
- Non è colpa mia se non hai senso dell’umorismo. E pensare che son venuta qui, dietro questo cespuglio, in qualità di migliore amica dell’universo, solo per farti rendere conto di quanto tu stia facendo tardi.
- Tardi?
Naomi guardò il proprio orologio. Realizzò tutto in una frazione di secondo.
- Accidenti, hai ragione! Papà se la prenderà a bestia, maledizione!
Si alzò di scatto, raccolse la borsa e salutò distrattamente l’amica, iniziando a correre all’impazzata verso l’uscita del parco.
 
Quello era un giorno importante per lei e suo padre, lo sapeva, ma aveva voluto comunque concedersi un momento per sé stessa, accovacciata in quel cespuglio ad osservare Ren, l’unica visione capace di lenire la tristezza che la opprimesse.
Tra la corsa del bus, la metro e l’ultimo sprint, arrivò a casa verso tarda sera. Aprì la porta, entrò, si tolse le scarpe ed incalzò le ciabatte. Scattò verso il salotto, quasi rischiando di scivolare sul parquet, ma alla fine si ritrovò faccia a faccia con lui.
- Bentornata.
La accolse il padre, apparentemente tranquillo. I lunghi capelli, di un inusuale biondo, proprio come quelli di Naomi, erano legati in un elegante coda di cavallo; la barba incolta, dorata anch’essa, era stata rasata e curata, come di consueto in quell’occasione. Era vestito molto casual, Naomi sapeva che quello stile non sarebbe mai cambiato, qualsiasi fosse stato l’evento in questione.
- Ciao, papà, come stai?
- Molto bene, è già tutto pronto. Tu, Naomi? Come è andata la passeggiata?
La ragazza non rispose, anzi, sembrò assumere un’aria malinconica.
- Papà, almeno quando siamo soli a casa, potresti evitare di chiamarmi così.
Il padre si fece improvvisamente serio.
- Assolutamente no. Cerca di accettare la cosa.
Si alzò dal divano e si parò davanti la figlia, poggiandole entrambe le mani sulle spalle. I suoi occhi erano decisi ad incontrare quelli della ragazza.
- So che è difficile, ma la realtà è ormai questa. Io sono Makoto Himitsu, padre della meravigliosa sedicenne Naomi Himitsu, ci siamo trasferiti in questo paese da circa cinque anni e abbiamo costruito un ottimo rapporto con i vicini.
- Sì… però…
- Non voglio sentire altre storie, non oggi. Per favore, cara, adesso preghiamo.
E così fecero. Accesero a turno l’incenso dell’altare commemorativo, batterono le mani, come da rituale, e si concentrarono sulle proprie emozioni.

Dopo un breve momento di silenzio, Makoto asciugò le lacrime e sospirò. Guardò la figlia, ugualmente commossa, e le accarezzò il capo, scompigliandole i capelli. Lei sorrise tristemente, poi si alzò dal tappeto, rivolse un ultimo inchino alla foto di quella magnifica donna e fece per salire le scale a chiocciola.
- Vuoi già farlo?
Le chiese suo padre, ancora rimasto in salotto.
- Sì, come ogni anno.
Era quello il loro rapporto, Naomi lo adorava. Non erano necessari giri di parole o chiarimenti, lei e suo padre si intendevano all’istante. Una volta in camera, si barricò dentro. Non sarebbe stato necessario, il genitore aveva sempre rispettato la sua privacy, ma Naomi si sentiva molto più a proprio agio così, rendeva la cosa intima, perché in effetti lo era. Cercò all’interno dell’armadio, fino ad uscirne una scatola di cartone, parecchio malandata. All’interno vi era un obsoleto lettore cd. Sembrava fatto interamente di plastica, come un giocattolo. Una volta assicuratasi che funzionasse a dovere, fece scorrere il dito per la lista di cd d’epoca, impilata su una mensola sopra il letto, fino a trovare quello interessato. Rimosse il disco bianco dalla sua custodia, la luce della lampada illuminò l’etichetta adesiva con su scritto “Alla mia piccola”. Fece molta attenzione nell’inserirlo dentro l’aggeggio.
 
Chiuse lo scomparto, accese il lettore e spinse “Play”.
 
Naomi si fece abbracciare da quella meravigliosa voce, riscaldare da quelle dolci parole. Nonostante la conoscesse a memoria, ogni qualvolta la sentisse era un’emozione travolgente. La registrazione finì presto, sempre con la stessa frase.
- Ti voglio bene anche io…
Sussurrò Naomi, in risposta. Stava per togliersi le cuffie, quando si accorse dell’insolito rumore di statico. Ascoltava quel disco da anni, ma non le era mai capitato di udire quei suoni. In mezzo a quello sgradevole sonoro, però, le parve di distinguere alcune parole sconnesse, ben diverse da quelle che fosse solita sentire.
 
“...te...”         
                     “…sempre…”             
                                                          “…fortuna…”
 
Naomi reagì d’istinto. Afferrò sia il lettore che il cavo dell’auricolare.
- Pronto?
Cosa stava facendo? Non era mica un cellulare, non era in chiamata con qualcuno.
- C’è qualcuno? Chi sei?
Forse era stata la suggestione di quella giornata così particolare, ma la ragazza volle crederci fino in fondo.
- Riesci a sentirmi?


                                                                                                                                                       Prossimo Capitolo: Can you hear me?
                                                                                                                                                       Coming Soon: 01/11/2018   15:00
                                                                                                                                                       Autore: BluAvis
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Boku no Hero Academia / Vai alla pagina dell'autore: BluAvis