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Autore: Abby_da_Edoras    31/10/2018    2 recensioni
Questa long fic è il racconto dettagliato del sogno che Tristan ha fatto quando era rinchiuso nella cella di villa Mikaelson. Chi segue le mie storie sa che, nella mia ff "I can hear you asking me why", Elijah aveva fatto rinchiudere Tristan, considerandolo colpevole di alcuni omicidi avvenuti a New Orleans. Tristan, di nuovo deluso e abbandonato dal suo Sire, sceglieva di accettare il suo destino e si lasciava andare, abbandonandosi a un sogno di mille anni prima. Questa ff racconterà il suo sogno: a Marsiglia, Elijah trasforma Tristan, ma poi decide di non sacrificare lui e Aurora...
Dedico questa ff ad Aliseia, che aspettava di sognare con me con questa AU medievale, e a Lilyy che con tanto affetto segue le vicende passionali e spesso dolorose di questa magnifica OTP.
Non scrivo a scopo di lucro e personaggi e situazioni appartengono a registi, sceneggiatori, autori e produttori di The Originals.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Elijah, Tristan
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La Vie (capitolo quarto)

La sfilata del Conte e della Contessa De Martel, accompagnati dai Baroni Mikaelson, per le strade di Marsiglia fu un trionfo. La gente, che pur conosceva le intemperanze del giovane Tristan, era comunque felice per la scomparsa del crudele Conte e sperava che il governo del figlio sarebbe stato più saggio e benevolo.

I nobili avevano criticato moltissimo la scelta di Tristan di farsi vedere dal popolino, ma il ragazzo aveva fatto di testa sua e pareva aver avuto ragione. La maggioranza della popolazione si era riunita per le strade dove sfilava il corteo e applaudiva, lanciava fiori ed esultava al passaggio dei nuovi governanti. Anche la presenza di Aurora e Rebekah, bellissime e con radiosi sorrisi dipinti sul volto, contribuiva a rassicurare la gente che vedeva le due nobildonne come angeli che non avrebbero mai potuto fare del male a nessuno.

Il corteo, dunque, fu un vero successo, tanto che Tristan e Aurora poterono addirittura fermare le loro cavalcature al centro della piazza principale e scendere da cavallo per parlare direttamente con il popolo. Le guardie si misero subito all’erta, ma non ci fu bisogno del loro intervento. Le persone si disposero spontaneamente in cerchio attorno al Conte e alla Contessa e ascoltarono incantati ciò che Tristan aveva da dire.

“Miei sudditi, io e mia sorella, la Contessa Aurora, vogliamo salutarvi e annunciarvi che, da oggi in poi, il governo della Corte di Marsiglia sarà nelle nostre mani” dichiarò, con gli occhi scintillanti di fierezza. “Sarà un governo illuminato, che farà della nostra Corte la più ricca, colta e raffinata di tutta Europa.”

Alla fine del discorso, Tristan chinò leggermente la testa in segno di saluto ai suoi sudditi e Aurora fece un graziosissimo inchino. La popolazione esplose in nuovi applausi e grida di giubilo e, alla fine di tutto, i Conti De Martel e i Mikaelson ritornarono al castello molto soddisfatti.

Ma qualche abitante del villaggio vicino non si era lasciato affascinare dalle parole e dall’eleganza dei nuovi governanti. Maurice e un suo amico, Philippe, vivevano in uno dei piccoli paesi in cui Kol e Klaus avevano mietuto il maggior numero di vittime ed entrambi avevano perso moglie e figlie a causa dei vampiri.

Erano convinti che i Mikaelson fossero dei mostri e che anche il Conte De Martel fosse come loro, o comunque che li proteggesse, e volevano vendicarsi.

Il giorno dopo, Elijah e Tristan erano andati nel bosco, senza le guardie del corpo del Conte, completamente soli in una radura. Tristan era molto abile con le armi, ma aveva chiesto a Elijah di addestrarlo anche nel combattimento corpo a corpo. Il vampiro Originale e la sua creatura, dunque, si stavano affrontando ed Elijah insegnava a Tristan come sorprendere l’avversario, parare qualsiasi colpo, essere più veloce e astuto di chiunque.

Ogni tanto qualcuno di quegli assalti finiva in un abbraccio e un bacio appassionato, ai quali Tristan si sottraeva ridendo.

“Non sei molto professionale, maestro” diceva, prendendo affettuosamente in giro Elijah, ma il suo cuore rideva come la sua bocca e lui si sentiva perfettamente felice.

Ad un certo punto, però, Maurice e Philippe sbucarono dalla foresta nella radura, con espressioni truci sul volto e armati di bastoni, forconi e zappe.

“Che cosa volete?” chiese loro Tristan, indignato.

“Che cosa vogliamo? E’ molto semplice, principino” ringhiò Maurice, avanzando verso i due con il forcone puntato contro il Conte De Martel. “Vogliamo vendicarci.”

“Vendicarvi di cosa?”

“Di ciò che i mostri che ospitate hanno fatto alle nostre mogli e alle nostre figlie!” rispose l’uomo, sputando per terra e rivolgendo a Tristan e Elijah uno sguardo colmo di odio e disgusto.

“Non osare avvicinarti al tuo signore o al Barone Mikaelson, villico!” ordinò Tristan, con un lampo di collera negli occhi.

La sfida di Tristan, però, servì soltanto a far infuriare ancora di più i due uomini.

“Il mio signore? Il Barone Mikaelson?” sghignazzò Philippe. “Sei ancora più pazzo di quel pazzo di tuo padre se hai concesso un titolo nobiliare a quella famiglia di mostri, a quelle creature abominevoli che si nutrono delle nostre mogli e dei nostri figli!”

“Come ti permetti, bifolco? Ti farò pentire amaramente delle tue parole!” reagì il giovane Conte.

Maurice, in preda alla collera, raccolse da terra un sasso e lo lanciò contro di lui. Tristan, con la sua velocità, avrebbe potuto scansarlo facilmente, ma lasciò che la pietra gli sfiorasse il volto, procurandogli un taglio sulla guancia che si rimarginò immediatamente.

“Cosa… il sasso ti ha colpito, ma la ferita si è richiusa da sola?” esclamò Philippe.

“Ma certo, perché anche lui è un mostro come il suo amico!” disse Maurice al compagno. “Massacriamoli entrambi, avanti, cosa aspettiamo? Sono demoni, creature dell’Inferno, rimandiamoli dove devono stare!”

I due si fecero avanti brandendo le loro rozze armi. Tristan aspettava solo quel momento per poter sfogare su di loro la sua indignazione e, con un sorriso di trionfo sulle labbra, si preparò all’attacco. Elijah, però, lo fermò afferrandolo per un braccio.

“Aspetta, Tristan, non dare loro ciò che vogliono. Noi non siamo mostri e non dobbiamo comportarci come tali” gli disse. Poi si rivolse ai due uomini. “Andatevene e lasciateci in pace. Nessuno di noi ha fatto del male alle vostre famiglie e non vogliamo fare del male a voi. Tornate alle vostre case e dimenticheremo questo spiacevole incidente.”

“Ma lo senti come parla questo? Ci prende in giro!”

“Facciamoli a pezzi tutti e due e il mondo sarà un posto migliore!”

“Non vogliamo uccidervi, ma ci difenderemo, se sarà necessario” li mise in guardia Elijah, per l’ultima volta.

Per tutta risposta, Philippe scagliò il bastone contro di lui, colpendolo ad una gamba. Maurice, invece, aveva quasi raggiunto Tristan con un colpo di forcone.

Non era più il caso di temporeggiare. Elijah e Tristan si scagliarono sui due uomini e il vampiro Originale spezzò il collo a Philippe, mentre il giovane Conte azzannava Maurice alla gola e si nutriva avidamente del suo sangue.

“Sarai tu a finire all’Inferno, villico!” rise Tristan, con le labbra sporche del sangue dell’uomo. Ma Elijah non voleva questa violenza, gli strappò la vittima dalle braccia e spezzò il collo anche a Maurice, uccidendolo.

“Perché lo hai fatto?” reagì Tristan, indignato. “Sono stati loro ad aggredirci e a insultarci! Avresti dovuto lasciar fare a me: ci saremmo nutriti di loro e poi li avrei torturati fino a costringerli a chiederci perdono in ginocchio per la loro audacia. Solo dopo averli visti in ginocchio, piegati e straziati, avrei concesso loro la grazia di una morte misericordiosa. Non meritavano la tua pietà!”

Elijah si chinò a terra, strappò un lembo della camicia di uno dei due cadaveri, poi si avvicinò a Tristan e gli ripulì le labbra dal sangue. Prese con dolce fermezza il giovane per le spalle e lo fissò negli occhi mentre gli parlava con grande serietà.

“Non è stata pietà, la mia. Non mi importava di loro, è di te che mi importa.”

“Che dici? Non capisco…”

“L’ho fatto per due motivi: proteggere te e la mia famiglia e non permettere che ti abbassassi al livello del mostro che loro ti accusavano di essere” spiegò Elijah, in tono grave.

“Mi avevano infamato e hanno tentato di colpirmi, meritavano di soffrire!” replicò Tristan, ancora profondamente offeso.

“Ho rinchiuso Kol in un sarcofago nelle segrete del tuo castello per impedirgli di sfogarsi come una bestia nei villaggi. I suoi massacri avrebbero potuto richiamare l’attenzione di qualcuno e saremmo stati tutti in pericolo” riprese il vampiro, calmo. “Non potevo lasciare che tu facessi lo stesso. Così, invece, sembrerà che quei due siano stati attaccati da qualche animale feroce nella foresta… anzi, probabilmente lupi e cani selvatici faranno il lavoro per noi, sbranando i corpi. Adesso siamo i governanti di questa Corte, ricordi? Non dobbiamo rischiare che qualcuno scopra la nostra vera natura e ci creda dei mostri perché non è questo che siamo: noi siamo creature superiori che renderanno la Corte di Marsiglia un luogo privilegiato e un esempio per l’Europa intera. Non è questo che hai detto ai tuoi sudditi?”

Tristan non disse niente, soggiogato dalle parole del suo Sire e dal suo sguardo che lo faceva sentire amato, accettato e protetto. Non aveva mai provato una sensazione così dolce e intensa…

“E, siccome siamo entrambe creature superiori, noi non aggrediamo la gente, non uccidiamo, non ci nutriamo come bestie” proseguì Elijah, mentre le sue mani scendevano lungo le braccia di Tristan e andavano ad allacciarsi sulla sua schiena. “Dobbiamo bere sangue umano per sopravvivere e mantenere le forze, ma possiamo farlo senza togliere la vita a nessuno e tu lo sai bene. Non è così, Tristan? Non avrei mai permesso che tu ti comportassi da animale, come faceva Kol: tu sei un nobile, sei la mia creatura, sei un giovane dalle enormi potenzialità. E’ questo ciò che voglio per te.”

Nessuno aveva mai parlato così a Tristan, nessuno aveva mai creduto in lui.

Per la prima volta il giovane Conte si sentiva totalmente accolto e amato… e proprio da colui che rappresentava tutto il suo universo. Il suo Sire, il suo mentore, il suo amante.

Quando Elijah lo strinse a sé per baciarlo, Tristan dischiuse le labbra concedendo tutto se stesso a quel bacio che lo riempiva di forza ed energia, molto più di quanto avesse fatto il sangue dell’uomo poco prima. Perduto nella felicità e nella completezza che provava tra le braccia del suo Sire, lasciò che Elijah lo spingesse contro un albero, sollevandolo da terra. Si avvinghiò alle spalle possenti del vampiro Originale mentre i loro abiti scivolavano a terra e i loro corpi si cercavano, frementi. Il ventre di Tristan si mosse verso quello di Elijah e l’uomo gli divaricò le gambe e si insinuò tra le sue cosce, sentendosi accolto e accettato dalla sua carne più intima. Si seppellì dentro di lui e si spinse sempre più a fondo, mentre i loro ansiti e gemiti riempivano il bosco, finché entrambi non giunsero all’apice, in un lungo spasimo di voluttà.

Elijah, poi, baciò a lungo e dolcemente Tristan, accarezzandogli la schiena. Si rivestì e aiutò il giovane Conte a fare lo stesso, con una tenera premura che riempì il cuore di entrambi. Gli accarezzò il volto sudato, le guance piene e arrossate, i capelli scompigliati.

“Tutto quello che hai annunciato al tuo popolo si avvererà, Tristan” gli disse, sfiorandogli le labbra con le sue. “Sarai un governante illuminato e la Corte di Marsiglia diverrà il luogo di ritrovo dei più grandi artisti e intellettuali… e io sarò al tuo fianco e mi renderai ogni giorno più orgoglioso e fiero di averti come compagno.”

Tristan era sopraffatto dal turbamento e dall’amore che provava sempre più ardentemente per Elijah. Nascose il viso contro il petto del suo amante, per un sussulto di pudore, per non mostrargli quanto fosse turbato dalle sue parole, e un lungo abbraccio li unì, concludendo nella maniera più perfetta quella giornata che aveva visto tanti accadimenti ed emozioni.

Niente poteva scalfire la gioia di Tristan De Martel quando si trovava tra le braccia del suo Sire.

Fine quarto capitolo

 

   
 
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