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Autore: _allthestoriesaretrue    04/11/2018    1 recensioni
"Sono caduto, ho toccato il fondo.
Mi sono rialzato, zoppicando. Senza di te.
Mi sono costruito una vita, una famiglia. Senza di te.
Sono felice. Senza di te.
Ma quanto costa la felicità?
Non ci resta che essere felici senza
Tu non avere paura
Ti dico "Buona fortuna"
Ti hanno spinta, fatta cadere. Hai toccato il fondo.
Ti sei rialzata da sola, come fai sempre.
Ti aspettava, Lenticchia, con la mano tesa. Ti chiedeva aiuto. Hai rimesso in piedi anche lui.
Ti sei costruita una famiglia, senza di me.
Sei felice. Senza di me."
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ma quanto costa la felicità?

Non ci resta che essere felici senza

Se cerchi ancora la luna

Allora buona fortuna
 

A volte ripenso a Hogwarts.
Il primo anno, quello della mano tesa verso un bambino che non voleva afferrarla.
Il secondo anno, quello della paura che non mi sfiorava nemmeno, anche se sarei dovuto essere terrorizzato.
Il terzo anno, quello dei dissennatori, della la tristezza allontanata a colpi di prese in giro verso chi era più debole. Il pugno di una mezzosangue sul viso, forte, violento, rabbioso.
Il quarto anno, quello agitazioni a casa e a scuola, seppure scatenate da motivi diversi. Anche se poi, alla fine, si sono agitati tutti per lo stesso motivo.
Il quinto anno, quello delle bugie. Bugie raccontate dai grandi, bugie che raccontavo agli altri, bugie che raccontavo a me stesso.

Dimmi che tempo fa

Da

Soli
 

Il sesto anno, quello delle responsabilità. Quello del marchio, quello delle lacrime silenziose, soffocate, quello delle notti insonni, dei vetri rotti, delle occhiaie, degli scatti di rabbia, dei libri della sezione proibita, dei peccati di cui mi sono macchiato.
 

Segno bandiera rossa

In questo mare ci affoghi
 

Il settimo anno, che poi alla fine non c'è stato, quello del terrore puro. Quello delle scelte sbagliate, del rimorso, del rancore. Stavolta solo verso me stesso.
Eppure c'è di più.
C'è di più, perché al primo anno ho visto una bambina. Una bambina con i capelli crespi e l'uniforme in ordine, con un bel sorriso ed un broncio adorabile, con un'intelligenza fuori dal comune, e il sangue sporco, sporchissimo.

C'è di più, perché al secondo anno io dovevo farmi notare da quella bambina. Non potevo considerarla intelligente, non poteva essere bella. Ma potevo parlarle. Volevo che mi guardasse. E se l'unico modo per farmi guardare era insultarla, me lo sarei fatto andare bene.
C'è di più, perché al terzo anno quel pugno me lo meritavo e lo sapevo. C'è di più perché volevo che mi toccasse e mi andava bene anche farmi picchiare. Mi andava bene anche il dolore.

C'è di più, perché al quarto anno ho iniziato ad avere paura. Ho iniziato ad avere paura dei bisbiglii, degli amici di mio padre, delle lacrime silenziose della mamma. E volevo solo guardare quella Mezzosangue sorridere, perché mi faceva sentire meglio, perché mi illudeva che la mia più grande preoccupazione fosse decidere se tifare per Diggory o non andare proprio a vedere quello stupido torneo. Volevo solo osservare quel sorriso solare, così bello, così caldo, che non mi rivolgeva mai. Quel sorriso, che mi aveva fatto dannare, cercando un modo per vendicarmi di Krum, dopo il Ballo del Ceppo. Quel sorriso, che mi avrebbe confortato nei miei giorni peggiori.

C'è di più, perché al quinto anno al Ministero si raccontavano bugie, ci dicevano che era morto e invece era tornato. Ed io lo sapevo. Oh, se lo sapevo. Eppure facevo finta di niente, provavo a mantenere la solita facciata, ad essere il solito strafottente. Poi sono arrivate le ronde, la spilla, la Umbridge che dava ordini, la consapevolezza di essere solo una pedina e la possibilità di apparire come quello che comandava. Mi illudevo, credevo di poter mantenere il controllo, di star facendo la cosa giusta. Di rendere fiero mio padre, magari.
E poi ho incrociato la Granger, una sera, tutta sudata, fuori dai dormitori dopo il coprifuoco. Avrei potuto denunciarla a quel rospo rosa, ma non l'ho fatto. E lei mi ha anche ringraziato, quando ci siamo visti la sera dopo. Ed io l'ho baciata, colpa del whiskey incendiario che mi aveva fatto bere Blaise. Lei mi ha dato uno schiaffo ed io mi sono sentito malissimo. Poi però è venuta a cercarmi, abbiamo parlato, siamo usciti insieme di nascosto.
C'è di più, perché mi sono innamorato di Hermione Granger. Mi sono innamorato la prima volta che mi ha sorriso, che ha sorriso solo a me, perché io l'avevo fatta sorridere; mi sono innamorato la prima volta che l'ho presa per mano, quasi per sbaglio, quasi per istinto; mi sono innamorato la prima volta che l'ho baciata, perché non stava mai zitta; mi sono innamorato la prima volta che mi ha abbracciato, stretto stretto, perché credeva che ne avessi bisogno; mi sono innamorato la prima volta che, esitante, mi ha raccontato della sua giornata, perché credeva che dovessimo raccontarci le nostre esperienze a vicenda; mi sono innamorato la prima volta che ho accarezzato quei capelli crespi, perché volevo farlo, perché potevo farlo; mi sono innamorato ogni volta che rideva, che mi baciava, che mi afferrava la mano, che si arrabbiava, che si imbronciava; mi sono innamorato guardandola leggere; mi sono innamorato quando ho compreso che riusciva a capirmi.Mi sono innamorato, ancora e ancora; mi sono innamorato quando siamo entrati nella Stanza delle Necessità, con la Umbridge, e mi ha creduto quando le ho detto che non l'avevo tradita, che non avevo detto a nessuno quello che facevano lei e gli altri lì dentro, anche se ancora non era saltato fuori il nome di quella stupida ragazzina che aveva ceduto.Mi sono innamorato perché ha avuto fiducia in me, perché mi ha perdonato tutti gli sbagli.


C'è di più, perché al sesto anno non piangevo solo per Silente, per la mia dannatissima anima da salvare, ma piangevo anche per lei. Lei che si era stufata di me, del mio comportamento, che avevo adottato perché mi lasciasse. Perché dovevo allontanarmi da lei, anche se non volevo. Maledizione, io avevo bisogno di lei. Ma non potevo più permettermi di farle il solletico, di baciarla dietro ad una statua, di prenderla in giro scherzosamente. Non potevo più permettermi lei. Perché avrebbe compromesso la missione, perché non potevo chiederle di scegliere tra me ed i suoi ideali. Tra me ed i suoi amici. E non potevo sopportare la sua decisione, perché sapevo che avrebbe scelto loro. Sapevo anche di essere da solo, sapevo che non mi avrebbe perdonato per quello che stavo per fare.

 

Tu mi mandi fuori

Ed io rimango

Fuori
 

Se ami qualcuno lascialo andare...pensavo fossero solo cazzate. E invece l'ho fatto. L'ho lasciata andare.
Nonostante volessi solo un suo abbraccio quando mi sentivo andare a pezzi, nonostante volessi solo studiare con lei, Dio, volevo anche studiare con lei. L'ho lasciata andare via anche se avrei solo voluto poter andare da lei, stringerle la mano, invece di guardarla dal reparto proibito. L'ho lasciata andare, anche se sapevo di amarla. Anche se non ho mai smesso di amarla.

C'è di più, perché dopo quel sesto anno disastroso mi sentivo male. Male per quel tatuaggio, male per quello che avrei dovuto fare, che ero costretto a fare, male per chi ero diventato, male perché mi avrebbe odiato. Sì Hermione, mi avresti odiato. E, in tutto quel gran casino, io mi preoccupavo anche di quello. Perché non ho mai smesso di pensarti, perché volevo urlare quando ti ho vista nel salotto di casa mia, perché avrei preso il tuo posto quando Bellatrix ti torturava, perché volevo solo abbracciarti, consolarti, dirti che sarebbe andato tutto bene, anche se non ci avrebbe creduto nessuno dei due. Ma non potevo, perché mia madre mi tratteneva, perché vederti torturata, mi ripetevo, era meglio che vedere i miei genitori morire. Non potevo.

E mi sono odiato, tanto, in quella maledetta Stanza delle Necessità, quando mi hai guardato con odio, tutto l'odio che mi meritavo.

E mi sono disprezzato, quel giorno, quando ho raggiunto i miei genitori, quando quel mostro mi ha abbracciato e sentivo il tuo sguardo addosso.

Ho odiato Lui, ho odiato te, ho odiato mio padre, mia madre, mia zia, tutto il Mondo Magico, ho odiato me stesso, ho odiato la vita.
Perché ero diventato un mostro, perché tu tenevi la mano di Weasley, perché mi ero rovinato  per colpa di un ideale non mio, di una guerra che non volevo combattere.
Ma volere non è potere, non nel mio caso, almeno. Questa è una sciocchezza, scambiare due verbi dal significato diverso per sinonimi, una sciocchezza ancora più grande di quella sull'amore ed il lasciare andare.

Proiettili a silenziatore

Dentro i miei pensieri
 

Penso sempre a lei, a Hermione. Hermione che è diventata tale al sesto anno, prima di lasciarla, quando mi sono preso il lusso di chiamarla per nome. E lei mi ha chiamato Draco.
Mi ha chiamato Draco. Ho adorato il mio nome, in quel momento.

Ah, Hermione. Ho pensato a te, quando ho incontrato Astoria per il contratto matrimoniale, la prima volta.
Ho pensato a te quando mi sono sposato, quando l'ho baciata.
Penso a te, alle tue manine piccole e calde, quando lei mi accarezza.
Penso a te, ai tuoi bellissimi ricci indomabili, quando accarezzo i suoi capelli liscissimi.
Penso a te, quando mangio con lei, quando la chiamano signora Malfoy, a volte penso a te anche quando gioco con Scorpius e mi chiedo come sarebbe la mia vita, se al posto di Astoria ci fossi tu.

Due biglietti in tasca

Non siamo mai partiti

Chissà come era poi domani

Se non ci fossimo divisi
 

E ci rifletto, Hermione. Ci penso, ci ripenso, ci rimugino, lo sogno la notte, persino. E mi chiedo come sarebbe stato, se ti avessi detto tutto, quel giorno, quando hai provato a dirmi che non stava andando bene, che le cose non funzionavano più, con calma, come se stessi parlando del compito di Trasfigurazione. Quando mi hai detto che per far funzionare una relazione bisogna collaborare.
Era la prima volta che la chiamavi "relazione" ed io non ho potuto nemmeno sorriderne. Mi hai urlato, compensando il mio silenzio, che se non mi importava potevo anche andare via. E mi chiedo cosa sarebbe successo, se ti avessi raccontato tutto, invece di andarmene.
 

Ma quanto costa la felicità?

Non ci resta che essere felici senza

Se cerchi ancora la luna

Allora buona fortuna
 

Ma non l'ho fatto. Me ne sono andato. Sono caduto, ho toccato il fondo.
Mi sono rialzato, zoppicando. Senza di te.
Mi sono costruito una vita, una famiglia. Senza di te.
Sono felice. Senza di te.

 

Ma quanto costa la felicità?

Non ci resta che essere felici senza

Tu non avere paura

Ti dico "Buona fortuna"
 

Ti hanno spinta, fatta cadere. Hai toccato il fondo.
Ti sei rialzata da sola, come fai sempre.
Ti aspettava, Lenticchia, con la mano tesa. Ti chiedeva aiuto. Hai rimesso in piedi anche lui.
Ti sei costruita una famiglia, senza di me.
Sei felice. Senza di me.

Ho saputo che hai una figlia, dell'età di Scorp. Rose, giusto? Ho anche visto una sua foto.
Mi sono chiesto come sarebbe da bionda. Ma forse è meglio che abbia i capelli rossi.

A volte solo una parola

Può fare un gran casino

Come gli schiaffi sulla faccia

Che coprono un sorriso
 

Sì, lo so. Quei silenzi, quelle risposte monosillabiche, quel "va bene", dopo che mi avevi urlato contro, hanno fatto a pezzi il nostro rapporto, distrutto qualsiasi cosa provassi per me.
Non so a chi abbia fatto più male, quel "va bene". Se a te o a me.

Avevo detto di andarci piano

Ma non mi sono pentito

Io non mi sono pentito
 

Ho passato mesi, a pensare a noi. Ai baci, alle carezze, alle risate. Ai pomeriggi silenziosi, nascosti in qualche serra. Alle tue chiacchiere, quando ci incontravamo nella Stanza delle Necessità, alle tue spiegazioni, perchè neanche con me rinunciavi a fare la maestrina. Ho ripensato a quello che ti ho raccontato, sulla mia passione per pozioni, sul mio amore per il volo, su mio padre, su mamma, su Blaise, su Theo, a come ti parlavo di tutto quello che mi passava per la testa. Senza filtri.
Non ero Malfoy, non ero la viscida serpe, non ero il purosangue modello. Ero me stesso.
Ero Draco.

Mi guardi con gli occhi

Di Monna Lisa

Mi guardi il profilo

E non il viso
 

Ma so che non potrà mai più ripetersi. Lo capisco da come mi guardi. Non vedi più Draco. Vedi Malfoy, quel Malfoy che ti ha mentito, che con te ha solo giocato, che ti ha sempre presa in giro, che ha sentito le tue urla, che non ha mosso un dito per salvarti. Vedi il Mangiamorte, vedi il marchio nero, vedi chi ha provato a uccidere tutti ugelli come te.
Non vedi Draco. 
Non lo vedrai mai più, probabilmente.
 

E chissà come era poi domani

Se solo fossimo partiti
 

Ma continuo a pensarci, maledizione. Continua a pensarci nonostante il tuo sguardo, Hermione, perché avrei potuto provarci. Avrei potuto chiamare a raccolta tutto il mio, inesistente, coraggio, avrei potuto farmi forza, mi sarei potuto preparare ad un rifiuto, ad un rimprovero, ad una denuncia che forse mi avrebbe salvato...ma non l'ho fatto. E ora è tardi. Tardi...troppo tardi...
 

Ma quanto costa la felicità?

Non ci resta che essere felici senza

Se cerchi ancora la luna

Allora buona fortuna
 

È tardi ed io sono andato avanti. Ho provato ad essere felice senza di te. Astoria mia ama, io le voglio bene, è la madre di mio figlio, la mia amante, la mia confidente, la donna con cui invecchierò piacevolmente. Ma non è te.
Non è te, Hermione

Quanto costa la felicità?

Non ci resta che essere felici senza

Tu non avere paura

Ti dico "Buona fortuna"
 

È tardi e sei andata avanti anche tu. Hai una figlia, un uomo che ti ama e che ami, una famiglia amorevole che ti sostiene, un lavoro che ti piace, che ti stimola.
Sei felice.
E probabilmente non ti importa che Ron non sia biondo e abbia gli occhi azzurri invece che grigi.
 

E ti ho cercata in tutta la città

Tra il traffico e la vita

Io ti ho aspettata come quel regalo

Che poi non arriva

Potrebbe essere già qua
 

Eppure a volte mi beo dell'illusione che a te importi ancora qualcosa di me. Che un giorno mi incontrerai, io ti bacerò, mi schiaffeggerai e poi tornerai indietro, buttandomi le braccia al collo. Ma io non ho lottato per te, anni fa, anche se ti amavo. Tu non lotterai per me, non ora che non mi ami più. E se anche mi amassi, poco poco, hai troppo da perdere.
 

Mi ricordo qualche anno fa

Tu che me lo ripetevi sempre

Tu puoi arrivare alla luna

Tu puoi arrivare alla luna
 

Ma questo non mi impedisce di sognarti, dopo dieci anni. Potevo fare qualunque cosa, mi dicevi, ed io ci credevo. Perché tu eri con me.
E tu sì che puoi fare qualsiasi cosa, Hermione.
Ma io non sono arrivato alla luna. No, io mi sono accontentato di contemplarla da lontano.
Mi sono adattato, tu non sei con me e ormai ho fatto quello che potevo. O meglio, non l'ho fatto.
Perché sono un codardo.
Ma per una volta ho cercato di pensare anche a qualcun altro, che non fossero i miei genitori o me stesso.


Quanto costa la felicità?

Si può essere felici senza

Tu non avere paura

Ti dico "Buona fortuna"
 

Forse è meglio così. Forse non avremmo retto alle insidie della vita. Forse io sono destinato ad accontentarmi, forse tu sei felice così.
Forse si può davvero essere felici senza la felicità. Tu sei la mia felicità, ne sono convinto.
Ma non ci sei.
Ed io provo, anzi, io sono, felice lo stesso.
Nonostante questo vuoto, nonostante la tua risata sia ancora la cosa più bella che abbia mai sentito.

 

E allora buona fortuna
 

È andata così, lo accetto. Proverò a lottare, in futuro, per difendere ciò che amo. Per rendere felice mio figlio, mia moglie. Per vivere questa vita disastrosa al meglio, con dignità, con tutta la serenità possibile.
Sarò felice e lo sarai anche tu, Hermione.
Io senza di te, tu senza di me.
Ma va bene così.

 

E allora buona fortuna

 
   
 
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