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Autore: _kookieo    11/11/2018    3 recensioni
Jimin ha rispettato la promessa fatta a quel ragazzo misterioso incontrato alla stazione. Gli ha rivolto poche parole, ma sufficienti a cambiargli la vita e per questo Jimin vorrebbe incontrarlo di nuovo e ringraziarlo. Non sa però nulla su di lui, tranne che si chiama Yoongi. Ormai sono passati quasi due anni, quanto ancora dovrà aspettare?
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jung Hoseok/ J-Hope, Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Park Jimin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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L’APPUNTAMENTO


Jimin ricapitolò mentalmente tutti gli step: doccia fatta, denti lavati, indirizzo ricontrollato, soldi nel portafoglio. Non aveva dovuto scegliere l’outfit: andava benissimo quello selezionato da Taehyung e Hoseok due sere prima. Si era chiesto a un certo punto se non fosse il caso di cambiarlo: in fondo non gli aveva portato granché bene visto che l’appuntamento non era nemmeno avvenuto. Però poi nitide in testa gli rimbombarono le parole che Taehyung gli avrebbe rivolto se avesse saputo che davvero stava contemplando l’idea di indossare qualcosa di diverso solo per superstizione e si convinse a lasciar perdere le paranoie. La serata sarebbe senza dubbio andata bene, in fondo era Yoongi che lo aveva richiamato questa volta, no? Quando aveva ricevuto il suo messaggio la sera prima Jimin si era lì per lì chiesto se non stesse sognando, ma alla sorpresa si era poi prontamente sostituita la gioia. Aveva risposto con mani quasi tremanti, tanta la sua emozione. Era abbastanza convinto che Yoongi non si sarebbe fatto risentire prima di un bel po’ di tempo e non aveva neppure escluso del tutto l’ipotesi che non si facesse proprio più vivo. Per questo adesso, mentre faceva scorrere la maglietta lungo i fianchi, stentava ancora leggermente a credere che alla fine ce l’avesse fatta, che davvero stesse per uscire con Yoongi per un appuntamento. Si rimirò un po’ allo specchio e trasse un sospiro profondo pensando a come avrebbe voluto avere Taehyung vicino in questo momento a dargli qualche ultimo consiglio di stile. Il ragazzo era però a casa di Hoseok e Namjoon, i quali ogni tanto avevano piacere ad invitare i due più piccoli per passare una serata insieme e guardarsi un film. Jimin anche sarebbe dovuto essere con loro, ma visto che era saltato fuori questo nuovo appuntamento si era trovato costretto ad assentarsi. Dai, va bene così, pensò dandosi un’ultima sistematina ai capelli e decidendosi finalmente ad andare. Lo schermo del telefono segnava le 19:08: era leggermente in anticipo, ma non gli importava. Preferiva essere lui ad aspettare un po’ al freddo piuttosto che costringere Yoongi a farlo. Si erano accordati di venirsi incontro a metà strada e andare poi insieme al bar-ristorante dove avrebbero cenato e che si trovava a meno di una decina di minuti di cammino. Scoprire che Yoongi non abitava poi così lontano dal suo appartamento era stata un’altra di quelle cose che Jimin non si era saputo spiegare al di fuori della parola “destino”. Come poteva essere? Da quanto tempo era lì? Perché non si erano mai incontrati prima? Perché si erano incontrati proprio ora? Jimin aveva la sensazione che qualcosa gli stesse sfuggendo, un particolare importante, e che forse per avere risposte avrebbe dovuto rivolgere queste domande non tanto a sé stesso, ma proprio a Yoongi. Non era tuttavia semplice per lui compiere un passo del genere. In parte non voleva sembrare troppo invadente (gli sembrava così strano che nei loro discorsi Yoongi non avesse mai accennato al motivo del suo trovarsi a Seul né a quando vi si fosse trasferito che aveva pensato fossero temi che il ragazzo non voleva discutere) e in parte temeva di sembrare un pazzo. Cosa gli chiedo? Perché il destino ci ha fatti riavvicinare adesso dopo tanto tempo? Non posso davvero. Era probabile che il discorso prima o poi sarebbe stato affrontato da Yoongi stesso in modo spontaneo e Jimin contava su questo. Per il momento si sarebbe limitato a godere della gioia di dividere il suo tempo con l’altro senza porsi – o almeno, tentando di non porsi – troppe domande.

Giunse fischiettando al punto di incontro e si preparò ad aspettare almeno un quarto d’ora. Invece, Yoongi lo stupì di nuovo: dopo cinque minuti vide una figurina minuta avvicinarsi e la riconobbe subito.

Yoongiah!” urlò senza riuscire trattenersi e pentendosene il secondo dopo. Lo vide però sorridere e si tranquillizzò.

Ti ho visto, cosa ci fai già qui?”

Ero pronto e ho deciso di scendere un po’ prima” rispose Jimin sentendosi leggermente arrossire. Yoongì annuì e disse borbottando:

Ho fatto bene a venire adesso allora, volevo essere qui in anticipo per evitare che aspettassi” Jimin si chiese se avesse sentito bene mentre Yoongi continuò con un sorrisino beffardo “sai, sembri il tipo di persona che potrebbe stare a letto giorni per un semplice raffreddore”

Hey! Non è vero! Nemmeno tu se è per questo sembri poi così resistente! Siamo della stessa taglia!”

Oi, Jiminah! Ti sembra questo il modo di parlare alle persone più grandi?”

Jimin si sentì arrossire di nuovo e abbassò il tono della voce:

M-ma sei tu che…”

Sono più alto io, il discorso finisce qui. Da che parte si va?”

Jimin non poté fare a meno di alzare gli occhi al cielo e ridacchiare. Nonostante le sue parole, Yoongi sembrava di buon umore. La serata non sarebbe potuta andare male.

Durante il tragitto fino al locale, che fu piuttosto breve, Yoongi approfittò per scusarsi del suo comportamento e questo rasserenò ancora di più Jimin. Il debole “mi spiace” uscito dalle labbra dell’altro gli era suonato sincero e cercò in tutti i modi di rassicurarlo sul fatto che non se l’era presa. Avrebbe anche voluto chiedergli quale contrattempo si fosse presentato e come mai avesse deciso di ricontattarlo così in fretta, ma visto che Yoongi non sembrava avere intenzione di farne menzione si morse la lingua. Non voleva rovinare l’umore del ragazzo ficcando il naso in affari non suoi, anche se certo era dispiaciuto del fatto che non si confidasse con lui. Che la serata fosse piacevole e priva di problemi era però al momento ciò che a Jimin premeva maggiormente e per questo fu ben felice di sacrificare la sua curiosità alla buona riuscita dell’appuntamento.

Fu solo un’oretta dopo che si erano accomodati al loro tavolo che Jimin iniziò a notare le prime avvisaglie di malumore da parte dell’altro. In realtà non poteva definirlo malumore, sembrava più inquietudine, e qualcosa di molto simile a quanto aveva notato il sabato precedente. Furono le piccole cose dapprima a dargli l’impressione che Yoongi stesse iniziando a sentirsi a disagio: l’angolo del tovagliolo di carta fatto a pezzettini, le dita tamburellanti sul bicchiere, il guardarsi ogni tanto attorno con fare quasi preoccupato. Quando poi si accorse più volte che lo sguardo del ragazzo a tratti appariva perso, come se non stesse più ascoltando nulla, Jimin si allarmò ancora di più. L’indizio finale fu quando, per la terza volta nel giro di venti minuti, Yoongi si scusò per andare al bagno. Che cosa gli succede? Stavamo così bene fino a non troppo tempo fa. Yoongi, ti prego, dimmi cosa c’è che non va. Dove sto sbagliando? Quando il ragazzo tornò al suo posto, la prima cosa di cui Jimin si accorse fu che aveva gli occhi leggermente rossi, mentre la seconda fu il ticchettio insistente della sua scarpa che batteva ripetutamente a terra. Inspirò a fondo e disse cercando di mascherare il più possibile la propria preoccupazione e dispiacere:

Che ne dici di uscire un po’? Non siamo arrivati da molto, ma magari possiamo andare da qualche altra parte… o no” le ultime due parole gli uscirono flebili e nel momento stesso in cui le pronunciò si ritrovò a dover combattere piccole lacrime che solo ora capì si trovavano lì pronte ad uscire già da un po’. Gli piombò addosso all’improvviso, un’altra volta, la sensazione che Yoongi stesse passando il tempo con lui solamente per dovere o come favore, e non perché realmente interessato.

Aveva creduto, anche se per poco tempo, di potersi mettere tali dubbi alle spalle, ma come interpretare questo comportamento se non spiegandoselo con una mancanza di interesse? Consunto da questi pensieri, Jimin si convinse quasi subito che Yoongi doveva essersi stufato a rimanere lì con lui e la risposta dell’altro non fu d’aiuto per fargli cambiare opinione.

Si… sì forse è meglio. Usciamo un pochino Jiminah”

I due ragazzi pagarono di fretta e in pochi minuti furono di nuovo sulla strada. Jimin non sapeva che cosa dire né da che parte cominciare e provò sollievo quando Yoongi parlò per primo:

Mi sento meglio qui fuori” Jimin lo guardò in viso e capì che non stava mentendo: il colorito che lo aveva a un certo punto abbandonato dentro al locale aveva adesso ripreso il suo posto e anche le labbra sembravano più rosse rispetto a prima. Almeno non sembra più sul punto di svenire. “Camminiamo?” aggiunse poi “Fa freddo per starsene fermi”.

Jimin annuì soltanto e prese a seguire l’altro che già aveva iniziato ad andare. Per pochi minuti tra loro regnò il silenzio più assoluto e la sensazione di vivere un déjà-vu fece venire a Jimin la nausea. Possibile che le cose dovessero finire sempre così? Era difficile, stra-maledettamente difficile leggere nella testa di Yoongi e per quanto volesse continuare a tenere duro, Jimin sapeva che se la serata si fosse conclusa di nuovo in un fiasco, la forza per farlo gli sarebbe venuta a mancare. Faceva male vedere ogni volta le proprie speranze frantumate in mille pezzi. L’angoscia portatagli da questi pensieri lo costrinse a buttarsi e compiere un ultimo disperato tentativo di capire cosa stesse succedendo in Yoongi e risollevare la situazione. Il ragazzo non aveva ancora aperto bocca e sembrava di nuovo perso nei suoi pensieri, tanto che quando Jimin parlò sobbalzò appena.

V-vuoi venire a casa mia? Ho una credenza piena di buone tisane. Possiamo riscaldarci per bene” accompagnare alla frase un sorriso fu difficile visto il buco allo stomaco, ma Jimin fece del suo meglio.

Si” rispose Yoongi dopo un attimo di esitazione. “Si, va bene. Se non ti dispiace ovviamente”

Assolutamente no. Non c’è nessuno in questo momento, Taehyungie è fuori, quindi non daremo fastidio. Non che per Tae ci sarebbero stati problemi ad avere ospiti a quest’ora. Tu vivi insieme a qualcuno?” Jimin si morse il labbro non appena pronunciate queste parole. Era una domanda forse indiscreta, visto che Yoongi sembrava tenere alla propria privacy riguardo la sua vita a Seul, ma il danno ormai era fatto. Attese una risposta col fiato sospeso.

No, sono… sono da solo. Ma il mio appartamento è un disastro al momento, per questo non ho proposto di andarci”

Tranquillo. Nessuno che ti aiuta con le pulizie, uh?” gli disse Jimin con un sorrisino. Yoongi anche sorrise, ma il suo sguardo sembrò triste:

Già, nessuno”

Ma qualcuno conoscerai qui a Seul, no?” Perché ho fatto questa domanda? Perché stasera sembra che non riesca proprio a starmene zitto? Così finirò per peggiorare tutto.

L’idea lo imbarazzava, perché lo faceva sentire sciocco e frivolo, ma il motivo dietro la sua insistenza era semplice: la curiosità. Jimin era curioso di sapere di più su Yoongi e anche se la parte razionale di lui voleva che fosse prudente, il suo istinto, per qualche ragione, gli suggeriva di insistere, di assecondare il bisogno che aveva di acquisire maggiori informazioni riguardo al giovane. E lui gli dette ascolto, incapace di fermarsi. “Chi frequenti di solito?”

Io- no-non esco molto, però si, qualcuno che conosco qui a Seul c’è”

Chi?”

In che senso chi?”

Yoongi si era fermato in mezzo alla strada e stava osservando Jimin con sguardo sorpreso, quasi incredulo. Forse ansioso.

Chi è che conosci? Ci hai fatto amicizia quando sei venuto qui? Eri del tutto solo quando ti sei traferito?”

Jiminah, fermati un momento, mi sembra un interrogatorio! Che problema hai?”

Yoongi sembrava particolarmente inquieto adesso e la sua risposta brusca spinse ancora di più Jimin a cercare di capire cosa non andasse.

Che problema hai tu?” nel pronunciare queste parole Jimin sobbalzò appena, chiedendosi come avesse potuto dare una risposta tanto brusca al più grande. Nonostante questo una forza lo spinse a continuare: “Sono solo semplici domande, perché non puoi rispondere?”

Yoongi riprese a camminare all’improvviso a passo svelto e quando parlò era chiaro che stava facendo un grande sforzo per mantenere un tono calmo.

Non voglio parlare adesso di queste cose. Possiamo per favore cambiare argomento?”

Ma perché non mi dici nulla?” era Jimin ad aver alzato la voce adesso, anche se alla fine della frase era risultata più bassa e tremula. Stava combinando un assoluto disastro, ne era consapevole, ma ormai aveva capito. Si era chiesto più volte perché, nonostante la loro notevole affinità, tra lui e Yoongi le cose sembrassero destinate a non funzionare. Perché la loro relazione fosse come quella tra due rette parallele, sempre vicine ma mai in contatto. Vi era sempre un elemento di disturbo che Jimin non riusciva a eliminare, per quanti sforzi facesse. Nel suo fiume di domande verso Yoongi tutto però gli era apparso chiaro. L’elemento di disturbo che aveva fino ad ora cercato di cogliere era tanto intangibile quanto consistente. Era il silenzio. C’erano troppe, troppe cose che non sapeva su Yoongi e all’improvviso si era reso conto che non avrebbe potuto sopportare questa situazione troppo a lungo. Non gli stava chiedendo di metterlo a conoscenza di tutti i suoi segreti. Tante volte Jimin aveva fantasticato di avere un rapporto così intimo con Yoongi, ma sapeva anche che per questo tipo di confidenza occorre tempo. E se c’era una cosa che Jimin sapeva fare era proprio aspettare. Non gli sarebbe costato molto. Il problema era che Yoongi sembrava non volerlo rendere partecipe nemmeno delle informazioni più banali riguardo la sua vita e dunque come poteva Jimin sperare di costruire un rapporto con lui? Già, il silenzio era il nemico. E ora che lo aveva individuato, il ragazzo decise di fare, per la prima volta nella sua vita, ciò che Taehyung avrebbe voluto facesse sempre: affrontarlo di petto. “Voglio conoscerti meglio, ma non me ne dai occasione!”

Ma perché??” Yoongi stavolta aveva urlato, girandosi con gli occhi sbarrati “Cosa ti interessa di me? Potrei essere uno spostato!”

Non è vero che lo sei!” urlando con foga Jimin si slanciò in avanti e afferrò Yoongi per un braccio “Lo so che non lo sei! Adesso perché vorresti farmelo credere?”

Yoongi non reagì alla presa sul braccio, né si scansò. Rilassò le spalle. Gli occhi gli si fecero impenetrabili.

Come?”

Uh?”

Come lo sai? Come puoi esserne così sicuro?”

Jimin fu preso in contropiede. Cos’era adesso tutta questa calma improvvisa? E la domanda… che senso aveva? Le mani iniziarono a tremargli leggermente, ma quella che stringeva il braccio di Yoongi non mollò la presa. Lasciarlo avrebbe significato… Jimin non voleva ancora arrendersi.

So-sono sicuro” la sua voce però comunicava il contrario, se ne rendeva conto. Non sapeva cosa dire. O come spiegare la fiducia assoluta che provava nei confronti di Yoongi in modo razionale.

Perché?” insistette Yoongi.

Perché… perché… non puoi. Non puoi esserlo…”

Vi fu un attimo di silenzio. Quando poi Yoongi sospirò prima di parlare di nuovo Jimin capì di averlo perso.

Scusami, ti ho fatto una domanda stupida. Forse volevo solo sapere se c’era un motivo per cui mi trovavo qui questa sera” con delicatezza cercò di liberare il proprio braccio e Jimin lo lasciò subito.

I-in che senso se c’è un motiv-“

Sono molto stanco adesso Jiminah, voglio tornare a casa. Per favore, non cercarmi più. Dimenticami e basta” rivolse di nuovo un sorriso triste al giovane di fronte a lui, che lo guardava sconvolto e smarrito, confuso dalla piega improvvisa presa dagli eventi “Non dovrebbe esserti difficile”.

Jimin rimase fermo, incapace di parlare, i piedi ancorati al terreno e gli occhi sbarrati fissi a guardare un sogno che si allontanava.



Note dell’autrice: Hellooo! Ce l’ho fatta finalmente a far uscire il nuovo capitolo! Ci sono voluti dei mesi ma sono finalmente riuscita a ritagliarmi del tempo per scrivere. In realtà questo capitolo in particolare era pronto già da un po', ma ammetto di non aver pubblicato prima perché ero molto indecisa sulla sua riuscita per diversi motivi. L’ho riletto, cambiato, letto di nuovo e ri-cambiato un sacco di volte, non mi sembrava mai andasse bene. Per cui alla fine mi sono detta che, basta, era tempo di buttarlo fuori e poi vada come vada. Spero nessuno mi odi dopo quello che è successo qui, mi è stato fatto notare che ho la tendenza a far accadere brutte cose sempre ai capitoli numero 8 nelle mie fic, non me ne ero accorta giuro. Comunque! Spero che il tutto vi sia piaciuto, e che riprendere il filo della trama dopo tutto questo tempo non sia stato troppo difficile! Come sempre mi fa piacere ricevere feedback quindi se avete voglia sapete dove andare ;) ♥

Grazie per la vostra attenzione fino a questo punto, ci si vede fra circa una settimana sul prossimo capitolo ♥♥

Baci, Elle ♥

   
 
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