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Autore: BluAvis    15/11/2018    3 recensioni
[CONCLUSA]
-Dal Testo-
Quella notte pioveva a dirotto. Il suolo era una mistura di terra e fanghiglia. L’eroe era in ginocchio accanto al corpo esanime della ragazza. Chinato sopra di lei, proteggendola dalla pioggia incessante, la scuoteva e le accarezzava il viso. Piccole gocce d’acqua cadevano dal biondo ciuffo penzolante, infrangendosi sul dolce viso di lei. Kaminari piangeva in silenzio, pregando per un miracolo, ma Jiro non si sarebbe più risvegliata.
Le sue iridi violacee non riflettevano più la luce.
Lui li guardava con sadico piacere, crogiolandosi in quel dolore.
L’eroe oltrepassò la soglia della sofferenza, caricandosi d’odio.
- L’hai uccisa… l’hai uccisa…
Lui si accovacciò al suo fianco, sussurrandogli vicino l’orecchio.
- Sì… e ho goduto nel vederla morire.
***
- BluAvis
Genere: Romantico, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaminari Denki, Kyoka Jiro, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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It’s a New Dawn, It’s a New Day
It’s a New Life
 
Le lezioni erano finite e le aule già svuotate. Gli studenti della Shiketsu si erano già avviati verso la stazione. Naomi, però, era rimasta indietro. Nonostante la lezione di Inasa-sensei fosse stata coinvolgente come al solito, non era riuscita a prestar la dovuta attenzione. Il suo cervello faticava ad impartire ordini al corpo. Quel forte senso di alienazione dipendeva dai ripianti della sera addietro. Lei e Kyoka si erano accordate sul collegarsi verso le otto, ma la ragazza dell’Ovest non era riuscita a rispettare l’appuntamento. Mantenere il segreto anche nei confronti del padre l’aveva trattenuta a cena un attimo di troppo, finendo per avviare il proprio lettore cd con ben mezz’ora di ritardo, non ricevendo ovviamente risposta.
Senza neanche rendersene conto, era arrivata agli armadietti dell’ingresso. Aprì quello contrassegnato il con il proprio nome e si cambiò le scarpe, la mente ancora impegnata a maledire l’assenza di altri metodi per comunicare con la studentessa del passato. Non potevano nemmeno scambiarsi i contatti telefonici, perché, per Kyoka, il numero di Naomi non esisteva ancora.
 
Sconsolata, fece per avviarsi verso l’uscita, quando sentì una mano afferrarla da dietro. Presa alla sprovvista, Naomi emise un breve gemito, accompagnato da un sussulto. Nel girarsi, si trovò davanti l’ultima persona che potesse immaginare.
- Mi stai evitando, per caso?
Due profondi occhi scuri la perforarono senza alcuna difficoltà. Ren Fujisetsu, il rappresentante della sua classe, il ragazzo di cui fosse follemente innamorata. Naomi andò nel panico, con conseguente danno alla favella.
- Cos… com… che… ah?
- Che ti prende? Oggi non mi hai rivolto parola.
E quando mai si erano rivolti parola, loro due? Che cosa stava succedendo?
La ragazza provò a ricomporsi, sorridendo impacciata.
- Non m-mi permetterei m-mai di m-mancarti di r-rispetto, capo-classe.
Come tentativo di socializzare era stato abbastanza pessimo. Ren, tra l’altro, aveva assunto un’espressione insolita, a metà tra lo sconfortato e l’esasperato.
- Avanti, Naomi, non c’è nessuno in giro. Ecco, guarda…
Ren si chinò in avanti quel tanto che bastasse per poggiare le proprie labbra su quelle di lei. Naomi si sentì sciogliere, pervasa da una sensazione di morbidezza. Erano così vicini, che il suo lieve respiro le riscaldava il viso.
Era il suo primo bacio, ed era stato così improvviso. Non aveva avuto neanche il tempo di preparasi psicologicamente. Anzi, a dirla tutta, non aveva idea di come si sarebbe potuta aspettare una cosa del genere. Quel contatto, per quanto magico, fu breve. Ren si separò dalle labbra della ragazza, la guardò e rise.
- È stato così terribile? Non ci ha visto nessuno, non è successo niente.
Naomi doveva ancora realizzare quanto fosse appena successo. Dondolava sul posto, la testa inclinata verso l’alto, gli occhi sognanti e le labbra ancora schiuse, cristallizzate in quel fugace, ma meraviglioso attimo.
Ren sbuffò, divertito da quell’espressione imbambolata.
- Certo che sei proprio strana.
Le picchiettò un dito in fronte, riscuotendola dalla “trance”.
- Dai, su, ti lascio riposare, però domani non mettermi di nuovo il broncio. Cerchiamo almeno di pranzare insieme, ok?
La accarezzò con delicatezza e la superò, precedendola nell’uscita.
 
Naomi non si mosse. Probabilmente non si sarebbe mossa per il resto della sua ormai perfetta vita. Da lì a poco subentrò l’allegra Shirone, la quale non esitò a rifilare una gomitata sul costato dell’amica, con aria complice.
- Ci abbiamo dato dentro anche questa volta, eh?
Naomi balbettò confusamente.
- Shi-shi-shi-shi-shi…
- Shirone…
La aiutò lei a completare la parola.
- Mi ha ba-ba-ba-ba…
- Baciata… sì, le coppie hanno questo vizio di baciarsi, incredibile, vero?
- Io e Ren siamo una co-co-co-co…
- Insomma, piantala! Sei già la ragazza più invidiata della classe, per non dire dell’intera scuola. Dovrei odiarti anch’io, ma ti sono amica e quindi evito, quindi non rendermi la cosa ancor più difficile, chiaro?!
Lentamente, molto lentamente, Naomi ritornò con i piedi per terra e cercò di analizzare la situazione. Osservando i comportamenti di Ren e Shirone, sembrava essere l’unica estranea a quella realtà. Ciò poteva significare un sola cosa, ovvero che la realtà fosse cambiata intorno a lei. Probabilmente, l’incisione spuntata sul display del lettore cd era solo una piccola dimostrazione di quanto Kyoka, nella sua linea temporale, potesse influenzare il presente di Naomi.
 
Cos’altro era cambiato?
 
Durante il tragitto verso casa, Shirone parlava del più e del meno, ma Naomi non prestava attenzione. Si chiedeva quanto grave fosse la situazione e se davvero la situazione fosse “grave”. In fondo, per il momento, l’unico cambiamento rilevante era stato il suo fidanzamento con Ren, non poteva certo considerarsi un risvolto negativo. Arrivate a casa Himitsu, Shirone salutò allegramente la compagna e proseguì per la sua strada, sparendo dietro il primo angolo.
Tutto sembrava essere a posto, pensò Naomi, mentre oltrepassava la soglia.
- Sono a casa!
- Oh, ben arrivata, tesoro.
Fu immediatamente costretta a rimangiarsi quanto sperato. La casa non era stata modificata in alcun modo, ma la ragazza era appena stata accolta da una perfetta sconosciuta. Si trattava di una bellissima donna, nonostante il dolce volto orientale fosse leggermente segnato da un’età ormai non più così giovane. Aveva degli espressivi occhi a mandorla, scuri come la lunga chioma liscia. Un prosperoso seno faceva capolino dalla vistosa scollatura del tailleur.
- Sei tornata presto, pensavamo ti saresti fermata da Ren. Come è andata a scuola?
Naomi non rispose. Il suo cervello aveva già collegato le peggiori ipotesi possibili, giungendo ad una terribile conclusione. Non riuscì a trattenersi.
- Io lo ammazzo…
Sussurrò. La procace donna le lanciò un’occhiata interdetta.
- Naomi?
La ragazza strinse le mani talmente forte da sentir le unghie affondare nella carne.
- Io lo ammazzo! Che cosa gli è saltato in mente di risposarsi!? Come ha potuto tradire la mamma così! Dov’è? Dov’è mio padre? Sento il bisogno di picchiarlo!
Adesso la donna era davvero spaventata. In preda alla confusione, aveva portato le mani alla bocca e guardava Naomi con quella che sembrava essere pietà. Si udirono dei passi provenire dal salotto contiguo. Comparve un uomo, anch’egli sconosciuto, probabilmente attratto dalle improvvisa urla di Naomi.
- Cosa sta succedendo qui?
Era un uomo davvero affascinante, nonostante una sgradevole bruciatura gli rovinasse buona parte del viso. I capelli, raccolti all’indietro, erano per metà bianchi e per metà rossi. Una particolare eterocromia attribuiva una nota glaciale al suo sguardo interlocutore. L’atteggiamento composto emanava sicurezza e calma. Naomi, però, era tutt’altro che calma e sicura.
- Ma voi chi siete!?
Continuò a gridare. La donna, ormai sull’orlo delle lacrime, si piegò sulle ginocchia, non riuscendo più a reprimere i singhiozzi.
L’uomo, invece, non batté ciglio. Tentò di avvinarsi, ma Naomi gridò ancora più forte e scappò per le scale.
- Non toccatemi!!! Non toccatemi!!!
 
Corse a per di fiato, raggiungendo il primo piano. Non riuscendo a controllare la propria velocità, sbatté contro la porta della sua camera. Diede un paio di strattoni alla maniglia, nel vano tentativo di aprirla, poi la spinse, riuscendo a spalancarla. Ansimando, in preda ad una crisi, Naomi guardò ogni angolo della stanza, al fine di controllare se anch’essa fosse stata modificata dallo sfasamento temporale. L’occhio le cadde sulle numerose foto sopra il comodino. Quelle di lei con la madre erano pressappoco le stesse, ma quelle con il padre erano sparite. Ne erano rimaste solo un paio, con lei ancora bambina, ma nulla più.
Naomi sentì ribaltarsi lo stomaco. Gattonò in un angolo ed ebbe un conato. Tossendo, cercò di ricomporsi, ma non riusciva a controllare gli spasmi. Agì d’istinto. Gattonò verso l’armadio e lo rovistò da cima a fondo, lanciando noncurante gli indumenti alle proprie spalle. Quasi le venne un infarto nel constatare che il lettore fosse ancora lì, nella scatola rossa. Non aveva garanzie di potersi collegare con Kyoka, ma prese comunque le cuffie e si accasciò a terra, spalle alla porta. Il cd bianco era ancora al suo posto, ma l’etichetta adesiva recitava una scritta nuova. Invece di “Alla mia piccola”, vi era scritto “Ascolta”.
 
Chiuse lo scomparto, accese il lettore e spinse “Play”.
 
L’incisione partì, la rassicurante voce della madre esplose ad alto volume. Naomi cedette alla commozione, felice che l’unico ricordo della mamma si fosse salvato. Pianse a dirotto, rifugiandosi nelle parole del genitore. Solo dopo qualche istante si accorse che il contenuto della registrazione era del tutto diverso da quello che fosse abituata ad ascoltare.
 
Mia Piccola Rhea, probabilmente ascolterai questa registrazione la sera del 4 Agosto. Ti sarai già resa conto che molte cose sono cambiate. Bambina mia, ti prego di perdonarmi, non avevo idea che parlare con te attraverso il lettore avrebbe modificato il tuo futuro, il nostro futuro. Tu sei l’unica persona a conservare le memorie della linea temporale originaria…
 
…alcuni giorni dopo il mio sedicesimo compleanno, tuo padre Denki fu rapito. Riuscimmo a trovarlo solo una settimana dopo, ferito e denutrito. Era stato torturato, sottoposto a ogni genere di atrocità. Grazie alla capo-infermiera della scuola, Recovery Girl, si salvò per miracolo. Da quel momento, però, papà rimase senza Quirk. I medici conclusero che era stata colpa di una droga sintetica, allora sconosciuta…
 
...ascoltami bene, Rhea, mantieni la calma e ascolta quanto stia per dirti.
Il colpevole, il rapitore, è Lui…
 
…aveva previsto tutto, sapeva benissimo che non sarebbe riuscito a sconfiggere tuo padre e Deku una volta professionisti, così ci ha colpiti quando ancora eravamo deboli ed inesperti. Le cose si sono volte al peggio. Senza Denki ad ostacolarlo, perché privo del suo Quirk, ha distrutto la nostra famiglia. Né io né tuo padre siamo sopravvissuti…
 
…come ultima volontà, ti ho affidata ad una cara amica e al suo compagno. La tua vita trascorsa con loro apparterrà ad una linea temporale che non ricorderai, ma ti garantisco che avranno avuto cura di te, ne sono certa…
 
…piccola Rhea, mia amata figlia, sei la nostra ultima speranza. Solo tu puoi ristabilire l’ordine che abbiamo stravolto. Questa notte, a mezzanotte, la me stessa sedicenne si collegherà di nuovo al lettore cd. Devi contattarmi e riferirmi il luogo dove sarà nascosto Denki, così lo troverò in tempo. Dimmi anche tutto ciò che può esserci utile per sconfiggerLo. Ho inciso le informazioni al termine di questa registrazione…
 
…ti ho addossato una responsabilità enorme, lo so. Mi dispiace di averti abbandonato. Dovremmo essere noi genitori a proteggere i figli, non il contrario…
 
…ho massima fiducia in te, mamma Kyoka ti vuole bene…


                                                                                                                                                    Prossimo Capitolo: Loop Warning
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