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Autore: jarmione    15/11/2018    2 recensioni
Immaginatevi se le dodici fatiche di Asterix le compissero i Dalton.
Cosa accadrebbe? Ci riuscirebbero?
Ed Evelyn? sarà di aiuto ai fratelli in queste dodici fatiche, o Joe la considererà la solita palla al piede? (da cui, si sa, non riesce a staccarsi alla fine)
ATTENZIONE: OOC - AU - CROSSOVER - WHAT IF?
Genere: Avventura, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I Dalton ed Evelyn'
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PICCOLO AVVERTIMENTO: Oltre ad aver modificato alla mia maniera la storia originale (le 12 fatiche di Asterix) ho deciso che potevo concedermi un capitolo in stile Dalton e quindi…ho fatto questo, che è transitorio.
Buona lettura!
 
Evelyn80, ragazzuola, penso che verso la fine ti piacerà (…forse…)
 
 
 
Al penitenziario si respirava un’aria tranquilla e pacifica.
I detenuti spaccavano le pietre con fare noioso e sbuffavano ad ogni colpo.
Sembrava quasi che l’assenza dei Dalton avesse portato una pace tale da far sentire la loro mancanza ed i loro rocamboleschi tentativi di evasione.
Le guardie, che per la prima volta non avevano niente da fare, si godevano il sole sulle torri angolari del penitenziario.
Persino Peabody aveva approfittato dell’assenza dei fratelli per godersi quella che lui chiamava “relassitudine”
La signorina Betty, dal canto suo, per quanto adorasse la pace e la tranquillità, sentiva davvero molto l’assenza dei Dalton e specialmente quella di Evelyn, quest’ultima mancava di più agli altri detenuti.
Lei sapeva tenere i fratelli buoni e, da quando era giunta al penitenziario, i tentativi di evasione si erano ridotti da dieci al giorno ad uno, fallendo miseramente tutte le volte.
“Sono preoccupata” disse la signorina Betty, avvicinandosi al direttore “staranno bene? Sono via ormai da giorni”
“Non si preoccupi Miss. Betty, i Dalton sono coriacei e riusciranno in tutto” si stiracchiò e poi si rilassò, lasciandosi scivolare sulla sdraio “andrà tutto bene”
“Come fa ad esserne così sicuro?”
A quel punto, Peabody tirò fuori da sotto la sdraio un telegrafo portatile con un rotolo di carta attaccato ad esso.
Prima che la signorina Betty potesse parlare, esso iniziò a fare dei bip e a lasciare segni sulla carta.
Quando smise, Peabody strappò il pezzo di carta scritto e lo porse a Betty.
“Guardi lei stessa”
La donna prese il foglietto e lesse “Settima prova superata. Stop. I Dalton stanno bene. Stop” tirò un sospiro di sollievo e sorrise “Amo il progresso”.
 
***********************
Mentre seguivano Caius Pupus verso l’ottava prova, i cinque fratelli cercavano ancora di riprendersi dalla precedente.
Ad Evelyn era passata la paura dovuta al pensiero dell’eventuale perdita dei fratelli.
Joe, Jack e William si stavano chiedendo come fosse la bestia che Averell si era mangiato senza battere ciglio mentre quest’ultimo, che camminava con un sorriso ebete e si guardava attorno, sembrava finalmente sazio…forse.
Durante il tragitto, Evelyn notò che Luke stava armeggiando con uno strano arnese grande quanto la sua mano.
Era un telegrafo portatile
“Che stai facendo?” gli domandò incuriosita.
“Scrivo al direttore” rispose semplicemente il cowboy, mettendo poi il telegrafo portatile in una fondina del cinturone.
Evelyn sgranò gli occhi, conosceva quell’aggeggio e non pensava che Luke ne possedesse uno “Ti prego, dimmi che non hai scritto ogni cosa…” Luke non rispose ed Evelyn si coprì gli occhi “Gli hai detto anche come mi sono comportata con te?”
L’uomo scosse la testa e sorrise, facendo tranquillizzare la ragazza.
“Comunque, scusami per prima” mormorò lei “non volevo essere scortese”
“Non fa niente” rispose Luke “la situazione non è facile e tante volte si dicono cose che non si vorrebbero dire”
“Pulce!” tuonò Joe, che si trovava in prima fila, interrompendoli “Vieni subito qui!”
Evelyn sbuffò e si avvicinò a Joe “Si, nano?”
“Non chiamarmi nano!” le urlò sputacchiando e diventando rosso come un peperone.
Quando, finalmente, si calmò fece un profondo respiro e lanciò un occhiataccia ad Evelyn “Sbaglio o ti avevo detto di non flirtare con quel cowboy da strapazzo?”
“Eddai, Joe!” esclamò alzando gli occhi al cielo “lo sai bene che non faccio queste cose e Jack non starebbe con me se facessi la civetta con Luke”
“E allora, di che discutevi con quello lì?”
“Comunica con Peabody tramite un telegrafo portatile” spiegò “gli sta dicendo come vanno le prove e lo tiene informato se tentate di evadere o no”
Joe sembrava essersi fermato alle parole –telegrafo portatile–.
Aveva gli occhi sgranati e lo sguardo pensoso, tanto che Evelyn poté udire il suono delle poche rotelle del suo cervello muoversi.
Si rese conto di quello che aveva detto solo quando, dopo alcuni secondi, vide che sulle labbra di Joe si formò il classico ghigno furbo premonitore di guai.
Joe si sfregò le mani dicendo “Senti un po’, sorellina cara” si avvicinò pericolosamente ad Evelyn “me lo faresti un favore?”
Evelyn scosse la testa “Scordatelo!”
Joe non demorse e continuò mantenendo il sorrisetto, nonostante la risposta lo stesse già facendo ribollire. “Non vuoi aiutare i tuoi fratelli in una causa benefica?”
Evelyn sbuffò “Sono tua sorella, Joe” disse “ti faccio notare che conosco i tuoi trucchi per ottenere quello che vuoi e con me non attaccano”
Joe iniziò ad infuriarsi ma mantenne la voce bassa per non farsi sentire da Luke, che stava fischiettando ed armeggiando con il telegrafo.
“Sei una Dalton, fino a prova contraria” ribatté Joe “dovresti darci una mano!”
“Ma non sono una Dalton vera e propria, fino a prova contraria” rispose di nuovo lei “e poi non mi verrai a dire che un’evasione è una causa benefica”
Joe tornò a sorridere furbescamente “Pensa ai tuoi amati fratelli che, una volta evasi, staranno bene…”
“Ve ne andrete in Messico o in qualche paese qui nei dintorni?”
“Beh…ovviamente”
Evelyn sospirò, la voglia di aiutarli l’aveva ma sapeva i rischi a cui andavano incontro.
“Non sarebbe meglio finire le prove?” domandò “ottenete lo sconto di pena e poi…ecco…se non vi sta bene tentiamo l’evasione”
Ma Joe sembrava di un altro parere.
L’evasione doveva essere fatta subito, al diavolo le prove.
Aveva finalmente trovato un occasione per tentare la fuga e non voleva lasciarsela scappare.
“Ho un’idea migliore” propose Joe “non sarebbe meglio che facessi come ti dico, in modo tale che io non mi arrabbi e non vada a dire a Jack che tu flirti con Lucky Luke?”
Evelyn lo fulminò con lo sguardo “Non oseresti…”
“Oh sì, oserei” incrociò le braccia e annuì serio “se vuoi evitare problemi con Jack ti conviene darmi retta, pulce, come vedi tu sto fornendo io l’occasione di flirtare con il cowboy per un buon motivo”
“Sei, sei…” Evelyn non trovava nemmeno le parole giuste per insultarlo.
Aveva solo l’istinto di strangolarlo peggio di quello che lui faceva con Averell.
“Sì, lo so…” Joe si lisciò i baffi “sono un genio ed anche un ottimo ricattatore”
“Mi hai tolto le parole di bocca…brutto nano da giardino! Piccolo putto!”
Joe si lasciò scivolare di dosso quelle specie di insulti.
In quel momento non gli importava di come veniva appellato, sapeva che Evelyn era in suo potere.
Vedendo che Joe faceva sul serio, Evelyn dovette cedere.
A quanto pare, i trucchi del fratello funzionavano anche con lei e questo la faceva andare in bestia.
Purtroppo Jack era molto legato a Joe e faceva tutto quello che lui gli ordinava ed in più credeva a tutto quello che gli veniva riferito.
Se Joe gli avesse detto che lei faceva la stupida con Luke, lui gli avrebbe creduto e la loro storia sarebbe finita.
“Non puoi approfittare dei ragazzi e di me in questo modo!” sibilò lei “sei orribile!”
“Ecco perché sono il capo della famiglia” si vantò Joe, senza però guardarla negli occhi.
Evelyn sospirò sconfitta, era difficile dirgli di no sapendo che lui aveva molta influenza sui ragazzi.
Non avendo altra scelta concluse “Attenderò che scenda la notte”
“Molto bene, pulce” sorrise lui soddisfatto “vedi che, quando vuoi, riesci a ragionare? Adesso non ti resta che utilizzare le tue doti femminili per portarmi ciò che voglio”
Evelyn non aveva parole e non credeva possibile che Joe si stesse comportando in modo perfido con lei.
Non reputò necessario nemmeno chiedergli che cosa volesse che lei facesse; sapeva benissimo che desiderava impadronirsi del telegrafo di Luke.
Sospirò e si allontanò, raggiungendo prima Jack e poi William.
Quest’ultimo aveva intuito che qualcosa non andava “Che ti succede, piccola?”
Evelyn tirò su col naso e lasciò che William le mettesse un braccio intorno alle spalle “Mi sento una stupida”
“Joe riesce a fare questo ed altro…” affermò lui, cercando di immaginare cosa fosse accaduto fra lei e Joe “…che vi siete detti? Ho sentito che lo chiamavi nano e putto” cercò di non ridere mentre diceva le ultime due parole.
“Ha un piano e…mi ha ricattata per ottenere quello che vuole”
“Cioè?” domandò William sbalordito.
Non credeva che il maggiore potesse arrivare a tanto anche con lei.
Evelyn gli spiegò l’accaduto.
 
************************************************
 
Il sole calò velocemente…forse un po’ troppo per Evelyn.
Caius Pupus li fece accampare al di fuori delle mura di una città romana mentre lui, invece, entrò e andò in una vicina taverna.
Luke aveva acceso il fuoco e, grazie all’aiuto di Caius Pupus che le aveva recuperate, montò due tende, una per se stesso ed una per i Dalton, Evelyn compresa.
Quando decisero di andare a dormire, Evelyn non potè prendere sonno nonostante fosse distrutta.
Era tesa e nervosa, nonché delusa e infuriata con Joe.
Averell, invece, aveva preso sonno immediatamente e russava già da almeno dieci minuti.
Era l’unico suono che si udiva nella loro tenda tanto che Joe, stufo marcio di quel rumore, gli tappò la bocca con il suo stesso cappello pur di farlo smettere.
Poi si voltò verso Evelyn “Allora?” le domandò “Te la dai una mossa?”
Evelyn scosse la testa “Non chiedermi questo Joe…troverò io stessa un’altra soluzione, ma non farmelo fare”
“Tu farai come ti ho detto oppure…” si voltò verso Jack, che dormiva accanto a lui “…preferisci che lo sveglio?”
“No!” disse con foga, facendo lamentare nel sonno William e Jack “non lo fare…” continuò a voce più bassa.
“Allora, muoviti!” ribatté Joe.
“E se mi scopre?”
“Beh, a quel punto metterai in gioco la fem…femmo…farina…oh, maledizione, il tuo essere donna!”
“E che cosa dovrei fare?”
“E lo chiedi a me? Sei tu la donna”
Evelyn avvertì una morsa allo stomaco che, probabilmente, non gli sarebbe andata via per molto tempo.
Lentamente sgusciò fuori dalla tenda, cercando di fare il meno rumore possibile per non svegliare gli altri fratelli.
Luke aveva la tenda semi chiusa, probabilmente stava già dormendo.
Guardò verso Joe, che la teneva d’occhio e la incalzava a proseguire.
Lei sospirò e, dopo lunghi istanti di esitazione, decise di entrare nell’altra tenda.
Come previsto, Luke stava già dormendo con il cappello che gli copriva il volto e le braccia dietro la testa a mo’ di cuscino.
Il cinturone era posto nell’angolo in fondo a destra ed il telegrafo, così come la pistola, spuntava dalla fondina.
Evelyn deglutì e camminò in punta di piedi, cercando di non inciampare negli stivali che si trovavano accanto a Luke.
Quando fu vicina al cinturone si piegò ed allungò una mano per prendere il telegrafo.
Non si accorse di cosa accadde negli istanti successivi, ma si ritrovò un braccio intorno alla vita che le bloccava i movimenti ed una mano sulla bocca.
Sgranò gli occhi, spaventata.
Luke non stava dormendo realmente e l’aveva scoperta.
“Io adesso ti lascio…” mormorò lui, con tono serio “ed esigo una spiegazione”
Evelyn annuì e attese che il cowboy la lasciasse.
Si ritrovò in ginocchio e con lo sguardo basso, mentre Luke se ne stava a gambe incrociate ed aveva recuperato dal cinturone la pistola per precauzione.
“Perché stavi cercando di prendere il telegrafo?”
Evelyn sgranò gli occhi “Come fai a…?”
“Saperlo?” concluse lui per lei “Semplice: Joe non ha la voce così bassa come crede…e nemmeno tu”
“Hai…Hai sentito tutto?” lui annuì “quindi, sai perché volevo prendere quell’aggeggio?”
Luke annuì di nuovo “Non riesco a capire come possa essere così subdolo anche con te”
“Purtroppo, se va a dire certe cose, Jack gli crede” disse Evelyn “ed io non so come fare per evitarlo”
Luke pensò “Sai che non posso lasciartelo fare”
“Sì, lo so” sospirò sconsolata “mi aiuterai?”
“Il telegrafo è collegato con il suo gemello che si trova al penitenziario” spiegò Luke “e laggiù sono al corrente di quello che accade qui”
“Anche di questa storia?”
“Come ti ho già detto, Joe non ha la voce bassa” quella risposta equivaleva ad un sì “comunque, so come farti uscire da questa storia” si avvicinò al suo orecchio e gli bisbigliò il suo piano.
Evelyn ascoltava e, ad ogni parola che Luke pronunciava, si sentiva sempre più in colpa.
Era stata tradita da Joe ed ora era lei che lo stava tradendo.
Che situazione complicata.
“Che cosa ti ha detto di fare esattamente per prenderlo?” domandò Luke alla fine del suo discorso.
“Mi ha detto che se venivo scoperta dovevo mettere in atto le mie…doti femminili”
Luke si massaggiò gli occhi e sospirò.
“Luke, mi dispiace ma…” si bloccò quando il cowboy le posò un dito sulle labbra e rimase in ascolto con sguardo riflessivo “che succede?”
“Se ti dicessi che Joe non si sta fidando di te e ci controlla?”
“Ti risponderei che non mi sarei aspettata diversamente”
Luke sospirò “Mostragli che sei in grado di cavartela come vuole che tu faccia” disse “il nostro piano già lo conosci”
“N-n-non voglio farlo, Luke”
“Ti fidi di me, Evy?” ci furono secondi di silenzio lunghi come l’eternità ed infine la ragazza annuì “coraggio” la sostenne lui.
Evelyn dovette raccogliere tutto il suo coraggio e la sua forza per fare come chiesto da Luke e ordinato da Joe.
Deglutì per l’ennesima volta ed infine si avvicinò al volto di Luke, posando le sue labbra su quello del cowboy.
Entrambi sapevano di essere osservati da Joe, ma non sapevano che qualcun altro, nello stesso momento, stesse facendo lo stesso.
  
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