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Autore: _kookieo    16/11/2018    2 recensioni
Jimin ha rispettato la promessa fatta a quel ragazzo misterioso incontrato alla stazione. Gli ha rivolto poche parole, ma sufficienti a cambiargli la vita e per questo Jimin vorrebbe incontrarlo di nuovo e ringraziarlo. Non sa però nulla su di lui, tranne che si chiama Yoongi. Ormai sono passati quasi due anni, quanto ancora dovrà aspettare?
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jung Hoseok/ J-Hope, Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Park Jimin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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SEULPEUN IYAGI

Quando a film concluso aveva salutato calorosamente gli hyung, Taehyung si era aspettato la folata di vento freddo che lo accolse non appena aperta la porta e per questo si era premurato prima di uscire di tirarsi su il colletto del cappotto per coprire la gola. Quando si era poi seduto alla fermata in attesa del suo tram, sapeva che il notturno sarebbe stato in ritardo, e per questo motivo aveva infilato nella tasca dei jeans, quando quel pomeriggio aveva lasciato il proprio appartamento, delle cuffiette per sentire la musica. Oltre che per passare il tempo, la musica lo avrebbe anche aiutato a rimanere sveglio una volta dentro al mezzo ed evitare che il dondolio delle ruote lo facesse addormentare e perdere la fermata. Non era semplice cogliere Taehyung impreparato. Il suo sguardo realista e attento sul mondo lo rendeva una persona pratica, poco impressionabile e reattiva anche di fronte a inconvenienti e contrattempi. Eppure, una volta rientrato in casa e lasciate le scarpe all’ingresso, impreparato fu proprio il modo in cui si sentì nei confronti della scena che si trovò davanti.

Jimin era steso sul divano con ancora addosso il giacchetto per uscire, il viso affondato in un cuscino, le spalle scosse da singulti, e Taehyung aveva sentito il cuore strizzarglisi nel petto.

“Jiminie! Jiminie che cosa hai fatto?!” aveva urlato fiondandosi verso l’amico “Cosa è successo? Stai bene?!”

Si era gettato a terra di fianco a lui e gli aveva preso le spalle, scuotendolo leggermente e cercando di dare un senso alle sue parole confuse, strozzate dal pianto e soffocate dalla stoffa del morbido cuscino. Qualcosa doveva essere accaduto con Yoongi, fu questa l’unica cosa che il ragazzo aveva capito in quel momento e che Jimin aveva bisogno di essere tranquillizzato. In qualche modo era riuscito a farlo mettere a sedere, e dopo un po’ di tempo anche a calmarlo quel tanto sufficiente per farsi spiegare meglio cosa era successo. Ora gli si trovava dunque accoccolato vicino e lo teneva stretto, carezzandogli i capelli e cercando le parole giuste. Era difficile cogliere Taehyung impreparato, ma ciò che era successo quella sera all’appuntamento tra Jimin e Yoongi era qualcosa che davvero non aveva messo in conto e adesso sentiva addosso una sgradevole sensazione di impotenza.

“È tutta colpa mia” Jimin non aveva fatto altro che ripetere queste parole negli ultimi dieci minuti e Taehyung lo strinse più forte “tutta colpa mia…”

“Smettila, non è vero che è colpa tua”

“Si invece” Jimin tirò su forte col naso “Se non avessi iniziato a fare tutte quelle domande… non so cosa mi sia preso”

“Chim, credo che chiunque si sarebbe comportato come te. Voglio dire, il comportamento di Yoongi èun po’ sospetto, non trovi? Va bene essere riservati, ma non è normale esserlo così,quali segreti ha da nascondere? Ti si può davvero biasimare per aver voluto sapere di più? Ha ragione quando dice che da quanto ne sappiamo noi potrebbe essere davvero uno spostato o un criminale!”

“Tae ma cosa dici?! Lo sai anche tu che non è così!”

“Lo sappiamo?”

“Certo che si!!” Jimin si divincolò di scatto dalla stretta di Taehyung e si alzò in piedi, il viso rosso ancora rigato dalle lacrime “È una brava persona! Io lo so! Quindi non capisco perché non mi dice niente! Perché?!”

Provando un dolore infinito proprio al centro del petto, Taehyung vide il migliore amico accasciarsi al suolo e mettersi a piangere di nuovo. Era un pianto quasi isterico, che capì essere frutto di tante cose, della stanchezza, la tensione, la delusione. Dell’incredulità. E di quelle parole. “Dimenticami e basta”. Dovevano averlo colpito violentemente, Taehyung lo sapeva. Erano dure, troppo dure e non potevano essere giustificate solo dall’eccessiva ingerenza di Jimin. Se Yoongi avesse davvero voluto tenere Jimin all’oscuro di ciò che faceva avrebbe potuto mentire e poi magari smettere di farsi sentire. O perché non dire semplicemente la verità? Dopotutto Jimin gli aveva fatto solamente delle domande generiche, nulla di estremamente personale. No, il comportamento di Yoongi era stato davvero troppo strano e Jimin non meritava di essere trattato così. Aveva pensato al ragazzo per così tanto tempo e Taehyung immaginava come potesse sentirsi in questo momento. Gli si accucciò vicino e gli prese il viso tra le mani:

“Scusami, non intendevo dire che dovremmo sospettare di Yoongi. Scusami”

“Non so che cosa fare…” Jimin continuava a singhiozzare, ma dai suoi respiri si poteva capire che iniziava a sentirsi esausto. Taehyung lo abbracciò di nuovo e lo dondolò un po’.

“Chim, ti fidi di me?”

“Ce-certo..?”

“Bene, allora prometti che mi darai retta?”

Jimin non disse nulla per un attimo e infine annuì. Taehyung riprese:

“Ora non farai nulla, sei spossato e hai bisogno di riposo. Domani penseremo a tutto e se non vuoi andare a lavoro coprirò io il tuo turno, basta che tu me lo dica. Per oggi hai fatto abbastanza. Mettiti a letto e riprendi le energie, vedrai che a mente lucida le cose appariranno meno tragiche”.

Fortunatamente per Taehyung, Jimin era una persona docile e soprattutto quando si trovava emozionalmente in subbuglio era semplice da gestire.

“L’ho portato in camera sua e l’ho messo a letto. Poi stamattina a colazione aveva ancora degli occhi così gonfi che gli ho subito vietato di mettere piede in libreria. Così adesso sai tutto sul perché quest’oggi ti trovi qui in mia graziosa compagnia, hyung”.

Il sorrisetto finale del ragazzo spinse Hoseok ad alzare gli occhi al cielo, ma lasciò correre.

“Non mi sarei mai aspettato un epilogo del genere…”

“Ovvero che saresti stato così fortunato da ritrovarti a condividere il pranzo con me invece che Chim?”

“Tae, sono serio”

“Lo so” rispose Taehyung con un sospiro “Lo so, non volevo fare lo spiritoso, è solo che più ci penso più mi sale la rabbia, quindi-”

“Quindi preferisci metterla sullo scherzo, come fai sempre d’altronde” così dicendo Hoseok pizzicò affettuosamente Taehyung sulla guancia.

“C-che fai?! Ma ti pare il caso, siamo in un luogo pubblico!”

“Tae non ti sono saltato addosso!” rispose il più grande ridendo “Come sei timidino!”

“Ma timidino di cosa?! Aaah hyung…” con tono sconsolato si accasciò con la testa sul tavolo, mentre Hoseok scoppiava a ridere ancora di più “Davvero però… Jiminie… io lo conosco, so come si sente. Lui vive lì dentro, nella sua testa, e posso solo immaginare quanto tempo avrà passato nel corso di quasi due anni a sognare l’incontro con questo Yoongi. Il modo in cui ha pianto ieri mi ha fatto chiaramente capire quante speranze vi avesse riposto e la cosa mi ha fatto… male”.

Hoseok aveva ascoltato Taehyung con attenzione e non aveva potuto fare a meno di restare toccato dal suo tono sommesso. Anche lui era ovviamente dispiaciuto per Jimin, ma aveva visto Taehyung davvero scosso e triste e d’altronde la cosa aveva senso: i due ragazzi condividevano un legame speciale e per quanto Taehyung ci tenesse a mantenere una facciata disinvolta, Hoseok sapeva bene che ogni cruccio di Jimin era un dolore anche per lui. Guardò l’orologio:

“Tae, abbiamo ancora mezz’ora prima che la nostra pausa finisca. Che ne dici di cambiare aria?”

Senza nemmeno aspettare una risposta, il più grande si alzò e fece cenno all’altro di sbrigarsi. Taehyung non se lo fece ripetere due volte. A lavoro non aveva fatto altro che pensare all’amico rimasto a casa, a scrivergli di nascosto non appena era lontano dalla clientela, e adesso aveva appena passato metà della sua pausa pranzo a ripercorrere quanto avvenuto la sera prima. Trascorrere il resto del tempo in giro con Hoseok-hyung lo avrebbe senz’altro aiutato a rilassarsi un po’. Uscirono dal bistrot dove avevano pranzato e si buttarono nel caos delle strade di Seul, rese ancora più rumorose e pullulanti di gente data la ricorrenza speciale di quel giorno. Taehyung non riuscì per questo motivo a trattenersi dal dare voce al primo pensiero che tanta confusione gli suscitò:

“Spero Jimin non ricordi che oggi è San Valentino, anche se ne dubito”

Hoseok si guardò attorno prima di rispondere, fermandosi un momento ad osservare l’atmosfera intorno a sé. Coppiette che si tenevano per mano, bandierine a forma di cuore appese fuori dalle cartolerie, scatole e scatole di cioccolatini e adesivi sdolcinati alle vetrine dei supermercati. Tutto urlava che oggi era la festa degli innamorati e Hoseok fu contento in cuor suo che Jimin avesse accolto il consiglio di Taehyung restando a casa: anche la loro libreria infatti era stata decorata ad hoc per l’occasione con striscioni, cartelloni e pile di libri rosa in sconto disposti attorno al negozio, e sarebbe stato dunque assolutamente impossibile per Jimin dimenticarsi dei suoi problemi di cuore.

“Beh, forse rimanendo in casa c’è una piccola possibilità che se ne sia scordato, ma se devo essere sincero anche a me sembra difficile. Di sicuro avrà fantasticato anche su questo giorno da quando ha incontrato di nuovo Yoongi. Temo questa diventerà la sua STSV, storia triste di San Valentino”

“ST… che? Hyung, di che vai parlando?”

“Della storia triste di San Valentino. Tutti ne hanno almeno una da raccontare. L’episodio più miserabilmente patetico che ti sia mai accaduto il giorno di san Valentino e che ti ha fatto sentire un fallito completo”

Taehyung lanciò ad Hoseok uno sguardo dubbioso, cercando di capire se il più grande stesse scherzando o meno. Decise di scoprirlo mettendolo alla prova: “Ah si? Tutti ne hanno una? E allora la tua qual è?”

Con sua sorpresa, Hoseok fece un piccolo sospiro e iniziò davvero, con un tono tranquillo, ma chiaramente serio, a raccontargli la sua “STSV”.

“La mia? Risale circa a sette-otto anni fa, quando ero insieme al primo ragazzo che mi sia piaciuto davvero. Era un mio amico da un po’ e quando finalmente riuscii a dichiarargli i miei sentimenti e lui accettò di mettersi con me toccai il cielo con un dito. Passavamo molto tempo insieme nel nostro gruppo di amici e anche se ero ancora giovane e inesperto credo di aver provato qualcosa di molto simile all’amore per quella persona. Certo, per diverse ragioni non riuscivamo a frequentarci molto al di fuori della solita brigata, ma a me stava bene così. Il giorno di San Valentino arrivò allo scoccare del nostro quarto mese insieme. Circa una settimana prima del 14 decidemmo di vederci per un appuntamento al luna-park e per quei sette giorni io non fui capace di pensare ad altro, un po’ come ora fa Jiminie con Yoongi-ssi” Hoseok si fermò per sorridere un momento, una sensazione di tenerezza e nostalgia in cuore “La sera dell’appuntamento andai al nostro punto di incontro in anticipo, tanta la trepidazione, e quando l’ora prefissata arrivò il cuore prese a battermi a mille. Ero impaziente di vederlo arrivare e quando mi accorsi che stava tardando mi agitai moltissimo, ma cercai sulle prime di rimanere tranquillo. I motivi potevano essere tanti, era solo questione di aspettare. Aspettai e aspettai, ma di lui nessuna traccia. A un certo punto il ritardo fu tale che pensai di essermi confuso e che in realtà ci fossimo detti di vederci direttamente al parco giochi, così ricontrollai i messaggi di una settimana prima in cui prendevamo accordi, ma scoprii di non essermi sbagliato, il punto in cui avremmo dovuto incontrarci era proprio quello in cui mi trovavo. Mi colse allora il dubbio che fosse stato lui a sbagliarsi e quindi decisi di chiamarlo. Ricordo ancora tutto perfettamente. Ero genuinamente preoccupato che gli fosse successo qualcosa e quando dal suo ‘pronto’ capii che almeno stava bene sentii tantissimo sollievo. Gli chiesi dove si trovasse e… beh a quel punto lui ha imprecato. Dopodiché ha iniziato a balbettare e per fartela breve mi ha confessato di essersi del tutto dimenticato del nostro appuntamento. Mi piaceva da anni, sai? Ero davvero così innamorato da uscire di casa quasi un’ora prima mentre lui il giorno di San Valentino si era dimenticato del nostro appuntamento.

“W-wow” esclamò a mezza voce Taehyung. Hoseok si girò verso di lui e fu colpito dall’aspetto del giovane: aveva le guance leggermente imporporate e il suo sguardo appariva segnato da genuino dispiacere e lieve imbarazzo “Io non credevo… hyung, mi dispiace, non ero sicuro fossi del tutto serio con questa cosa della storia triste, non volevo farti ripercorrere-”

“Ma no Tae, figurati, ho tirato fuori io la questione” lo interruppe subito Hoseok “Certo all’epoca ci rimasi davvero malissimo, ma ormai sono passati quasi dieci anni, non mi dà assolutamente problema parlarne”

Fece un sorriso di incoraggiamento a Taehyung per fargli capire che andava tutto bene e fu felice quando, dal sorriso dolce con cui l’altro lo ricambiò annuendo, capì di essere riuscito a rassicurarlo.

“Dunque immagino posso chiedere… poi come è finita? Lo hai mollato?”

Hoseok ridacchiò prima di rispondere:

“In realtà no, perché fu luia mollare me”

“Che cosa??!”

“Già, lo crederesti mai? Evidentemente quando si è accorto della gravità di ciò che aveva fatto deve essere stato colpito dalla realizzazione che non dovevo poi piacergli così tanto quindi la chiuse il giorno dopo stesso, aspettandomi all’entrata di scuola, senza troppe spiegazioni. Questo rese il tutto peggiore in realtà perché mi chiesi per tanto tempo perché si fosse messo con me e dove avevo sbagliato”

“Hoseok-hyung, ma di chi cazzo ti eri innamorato?” Taehyung sembrava adesso quasi arrabbiato e Hoseok cercò di nuovo di distendere l’atmosfera.

“Eravamo giovani in fondo, non è niente di grav-”

“Col cavolo non è grave! Se era davvero tuo amico avrebbe dovuto capire quanto ci tenevi a lui e se non ricambiava allo stesso modo non si sarebbe mai dovuto mettere con te. E l’essere giovani non è una scusa, io ho adesso l’età che avevate voi, ma non farei mai una cosa del genere!”

Smise di parlare all’improvviso, arrestandosi addosso al muro vicino al quale stavano camminando e per pochi secondi sia lui che Hoseok si scambiarono uno sguardo spaesato. Il primo a sbloccarsi fu il più grande che non riuscì a fare a meno di avvolgere l’altro in un abbraccio protettivo. Diversamente da quanto accadeva di solito, questa volta Taehyung non si mosse, ancora pietrificato e con il respiro un po’ affannato. Le parole di Hoseok gli giunsero dolci e smossero in lui sensazioni che avrebbe voluto essere capace di tenere sempre sigillate:

“Mi dispiace, non avrei dovuto parlare di tutto questo. Ti ha fatto pensare a Jiminie e Yoongi, non è vero?” si spostò un po’ per guardarlo negli occhi e si accorse che erano velati da un leggero strato di lacrime “Guarda tu, adesso ti ho fatto anche piangere! Scusami Taehyungie, volevo distrarti e invece…”

Il più giovane sembrò riscuotersi, ma invece che mettersi sulla difensiva come al solito, rimase calmo, passandosi un dito sul viso per scacciare le lacrime e sorridendo a Hoseok:

“N-no, scusami tu hyung, non so cosa mi sia preso” levò un flebile risolino imbarazzato, cercando ancora di riprendersi da quanto appena accaduto, ma non riuscendoci del tutto.

Hoseok si portò le braccia sui fianchi:

“Ti sei agitato per colpa mia, ma devi stare tranquillo. Quello che è successo a me non è in nessun modo collegato con quanto successo a Jimin e noi dobbiamo credere che Yoongi si comporterà in modo diverso. Anzi, ne sono sicuro. Dobbiamo solo avere un po’ di pazienza, ma di certo le cose si aggiusteranno per tutti” gli scompigliò affettuosamente i capelli “Non sei d’accordo Taehyungie?”

Taehyung trasse un profondo sospiro e annuì energicamente, scoppiando poi in una risata un attimo dopo e trascinando Hoseok con sé. Fu un momento liberatorio per entrambi, al seguito del quale l’atmosfera sembrò tornata completamente normale. Si rimisero in cammino e Hoseok esclamò con la sua solita voce squillante puntando un dito al cielo:

“Positività mio caro Taehyungie! Positività sempre!”

Il più piccolo alzo gli occhi al cielo e scosse la testa, ma sorrise di cuore, come sempre dall’energia dell’altro. Lungo la strada verso la libreria, mentre ascoltava Hoseok raccontargli animatamente alcune delle ultime disavventure di Namjoon a lavoro, Taehyung si chiese più volte se il ragazzo avesse capito. Se avesse dato la colpa delle sue lacrime alla preoccupazione per Jimin solo per trarlo di imbarazzo o se credesse davvero che ciò ne fosse la causa. Perché per quanto Taehyung fosse triste per Jimin e sperasse con tutto il cuore che Yoongi non lo facesse soffrire, erano tutt’altri i pensieri che il racconto di Hoseok aveva suscitato in lui. La sua rabbia era stata scatenata esclusivamente dallo scoprire il modo in cui il ragazzo era stato trattato e dall’antipatia istantanea che aveva provato nei confronti della persona che lo aveva ferito. Non lo poteva certo dire però. Per questo quelle lacrime. Hoseok si era scusato con lui. Si era attribuito la colpa della sua agitazione e la possibilità che credesse davvero alle sue stesse parole aveva fatto più male a Taehyung del racconto stesso. Dava davvero per scontato che Jimin potesse essere l’unico motivo per cui Taehyung potesse arrabbiarsi così? Veramente non aveva pensato alla risposta più semplice? Che potesse essere genuinamente dispiaciuto per lui? Il pianto era stato l’unico modo che in quel momento avesse trovato per sfogare la sua frustrazione e il suo immenso dispiacere.

Perché mentre Hoseok forse credeva di non avere neppure un posto tra le cause degli affanni di Taehyung, Taehyung intanto avrebbe voluto confessargli come il suo unico vero problema fosse il non sapere in che modo toglierselo dalla testa.

 

***

A quello che Jimin avrebbe con facilità eletto uno dei fine settimana peggiori della sua vita, fece seguito un lunedì uggioso e che di certo non aiutò il giovane a sentirsi meglio. Per quanti sforzi Taehyung e Hoseok avessero fatto nelle due giornate precedenti per tenerlo impegnato e farlo sentire più sereno, la tristezza che sentiva non se ne era ancora andata ed ostinata manteneva le tende ben piantate dentro il suo cuore. Ciò nonostante, decise di andare lo stesso a lavoro quel giorno. Rimanere a casa il venerdì era stata una buona idea, ma il pensiero di rimanere un'altra giornata intera al chiuso gli dava la nausea. Che senso aveva evitare il lavoro? Erano passati quasi quattro giorni dalla serata con Yoongi, ma Jimin sapeva che ce ne sarebbero voluti molti altri ancora prima di riprendere a sentirsi meglio quindi tanto valeva cercare di distrarsi tenendosi occupato. Quella mattina sia lui che Taehyung erano di turno insieme ad Hoseok e Jimin ne fu contento perché in questo modo non avrebbe nemmeno dovuto fare il breve tratto di strada tra il suo appartamento e la libreria da solo. Lavorare con gli amici lo avrebbe certamente aiutato ed era convinto che anche il ritrovarsi di nuovo circondato di libri avrebbe avuto un effetto distensivo sul suo spirito.

Lui e Taehyung arrivarono alla libreria abbastanza prima rispetto all’orario di apertura poiché l’ala principale del negozio doveva ancora essere riordinata dopo le modifiche apportate al suo interno in occasione del giorno di San Valentino. Fu un’operazione un po’ penosa per Jimin, vista la quantità di cuori di cartoncino che si ritrovò a dover rimuovere dagli scaffali, ma rifiutò categoricamente la proposta degli altri di lasciar fare solo a loro e preferì mettersi al loro fianco a lavorare di buona lena.

“Che ore sono?” chiese a un certo punto Taehyung mentre con una paletta e uno scopino raccattava della polvere attorno ad alcuni scaffali “ho lasciato il mio telefono nel cappotto”

Hoseok fece per prendere il suo, ma Jimin lo precedette. Rispose all’amico e appoggiò il telefono vicino ad alcuni libri per riprendere a strappare via dello scotch che era rimasto appiccicato a un lato di una libreria e che gli stava dando del filo da torcere da circa cinque minuti buoni.

“Grazie, volevo capire quanto manca all’apertura”

“Hai fatto bene visto che in effetti dovremmo aprire tra poco” disse Hoseok “sarà meglio che ci sbrighiamo a ripulire tutto qui”

Jimin si lasciò andare ad un urlo frustrato e si arrese nella sua battaglia contro il nastro adesivo.

“È vero è tardi, non riuscirò mai a togliere questo schifo a mano, vado a prendere dell’alcol nel retro, torno subito”

Mentre Jimin era via Taehyung e Hoseok continuarono concentrati ad occuparsi delle rispettive mansioni, finché un suono improvviso interruppe il loro operoso silenzio distraendoli. Hoseok sobbalzò chiedendo ad alta voce cosa fosse. Taehyung si guardò un po’ attorno cercando di capire da che parte venisse quella vibrazione e non ci volle molto prima che lo scoprisse. Era il telefono che Jimin aveva lasciato su uno scaffale e che adesso aveva preso a squillare. Il ragazzo andò a prenderlo incuriosito:

“Chi è che lo chiama così presto?” sbarrò gli occhi non appena vide il nome sullo schermo e ciò non sfuggì a Hoseok.

“Che succede? Chi è?”

“H-hyung… è… Yoongi”

Hoseok spalancò gli occhi:

“Yoongi?! A quest’ora??”

“Così pare” disse piano Taehyung continuando a guardare il cellulare con espressione preoccupata come se potesse prendere fuoco da un momento all’altro.

“Tae! Dobbiamo portarlo a Jimin! Cosa fai lì impalato?” proprio mentre Hoseok diceva queste parole strappando il telefono di mano a Taehyung, questo smise di suonare “Ecco, chiamata persa!”

“Diamine! Sarei subito dovuto correre da lui, lo so, è che la sorpresa mi ha un po’ rallentato” si giustificò Taehyung mortificato.

Hoseok lo rassicurò, avrebbero portato subito il telefono a Jimin e la questione si sarebbe risolta, non c’era motivo di allarmarsi. A metà del loro percorso verso il retro della libreria il cellulare prese a vibrare di nuovo, cosa che fece agitare i due ragazzi.

“Hyung, mi sa che è davvero importante. Minnie! Vieni fuori!” urlò Taehyung prima di afferrare di nuovo il telefono e prendere a correre per coprire più velocemente i metri che lo separavano dalla porta del retro dietro la cassa. Proprio in quel momento uscì Jimin, alcol e straccetto alla mano, sorpreso dalle urla e dalla corsa di Taehyung.

“Tae? Cos-”

Senza neppure farlo finire Taehyung gli buttò in mano il telefono ancora vibrante quasi urlandogli in faccia:

“È Yoongi, è la seconda volta che chiama, presto rispondi!”

In un attimo, il sangue defluì completamente dal viso di Jimin, il quale confuso e completamente impreparato a ciò che stava succedendo si ritrovò a toccare il tasto verde con mano tremante ed emettere un flebile pronto.

Impallidì ulteriormente e il suo cuore accelerò ancor di più quando sentì dei respiri affannati confusi a singhiozzi provenire dall’altro lato.

“Yoongi?” esclamò, quasi in preda al panico “Yoongi, sei tu?!”

“J-jiminah… lo so che forse mi odi, e avresti ragione a farlo, ma ti prego, puoi dirmi dove… dove sei in questo momento? Non so da chi altro andare e… e-” Jimin lo sentì trarre un respiro profondo “e ho bisogno del tuo aiuto, adesso”.

 

 

Note dell’autrice: Salveeeeee! Dopo tanta attesa per questi nuovi capitoli ho deciso di pubblicare questo un po’ prima rispetto a quando avevo programmato e dunque eccoci già di nuovo qui! Succedono diverse cose, no? Vediamo la reazione di Jimin a quanto avvenuto con Yoongi e abbiamo anche modo di vedere quanto Taehyung sia legato a lui, gli voglia bene e detesti vederlo soffrire. A proposito di Tae… scopriamo anche qualcosina in più su di lui! Si, anche il nostro Taehyungie ha un cuoricino che batte per qualcuno, chi aveva indovinato la sua cotta?? Conosciamo poi anche un pochino il passato di Hoseok e ci chiediamo insieme a Tae se davvero non abbia capito nulla riguardo il più piccolo o meno. E poi alla fine ecco Min Yoongi che ritorna a farci preoccupare! Cosa gli sarà successo? Lo sapremo (forse, chissà :P) nel prossimo capitolo, che verrà pubblicato in realtà ancora non so quando di preciso, ma in ogni caso la settimana prossima, tra venerdì e sabato. Io vi ringrazio come sempre per la vostra attenzione ela vostra lettura, lasciate pure un commento se avete voglia, anche questo capitolo mi ha richiesto parecchio tempo quindi mi fa piacere sapere cosa ne pensate. Mini disclaimer prima di andare: mi dispiace che il layout della storia sia cambiato rispetto ai precedenti capitoli, non frega a nessuno forse, ma a me dà fastidio davvero ahah Però ho cambiato computer e non ho più i miei vecchi programmi e per farla breve per il momento questo è il layout che posso dare al testo, spero nessuno stia perdendo la vista con questi caratteri piccoli sigh

Ci vediamo fra qualche giorno,

Baci, Elle ♥

 

Ps: Il titolo "Seulpeun Iyagi" è la trascrizione del coreano  슬픈 이야기 ovvero storia/e triste/i.

   
 
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