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Autore: Cloe87    22/11/2018    2 recensioni
«Tu cosa ne pensi?» domandò sottovoce Eaco, osservando di sottecchi la neo Regina degli Inferi che sfoggiava una maglietta rosa confetto, con sopra stampato il segno della pace, mentre dava le ultime disposizioni a Radamante, a cui era stato affidato l’incarico di ripulire l’Europa e l’Africa dall’ondata di zombie.
«Che ha un bel culo»
«Sto parlando seriamente, Minosse!»
«Anche io!»
«Ehi, voi due, invece di stare lì a guardarmi il fondoschiena, che ne direste di darvi una mossa? I morti non ci tornano da soli nell’Ade!» la voce della diretta interessata li fece sobbalzare.
«Sì, signora. Subito signora!» si ritrovarono quindi a dire i due Giganti, presi in castagna, per poi affrettarsi a darsi da fare.
«Dannazione! Che sia telepate?» sfuggì di conseguenza ad Eaco, preoccupato per la figura barbina in cui era appena incappato, mentre sbraitava ordini a destra e a manca ai suoi sottoposti.
«E cosa vuoi che ne sappia io! Fino a ieri nemmeno sapevo che Ade avesse una figlia!» gli rispose di conseguenza Minosse, con un’alzata di spalle.
Genere: Comico, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gemini Kanon, Nuovo Personaggio, Un po' tutti, Wyvern Rhadamanthys
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CETUS e BENNU:

Gli opposti si odiano!

(Parte prima)

Era ormai quasi mezzanotte quando Chrys rientrò allo studio finanziario, ritrovandosi così di fronte alla Vivre ancora in piedi ad aspettarla.

«Garnet? Che ci fai ancora qui?» domandò quindi perplessa la dea.

«Beh, mi sembra ovvio! Ero in pensiero. Siete la mia Sinora dopotutto, e sapendo che eravate in giro senza scorta non sarei comunque riuscita a prendere sonno» le rispose la Spectre, apprestandosi a versare del caffè americano in una tazza: «Gradisce?»

«Sì, grazie. Ma non era necessario preoccuparsi tanto. Lo sapevi che non ero sola» rispose quindi Chrys accettando la tazza che le veniva sporta, non potendo così fare a meno di notare il grosso termos che la Spectre si era preparata.

 «Vedo che ti eri organizzata per una notte in bianco!» Ironizzò di conseguenza Chrysanthe.

«Diciamo che non vi aspettavo così presto, dato che ero a conoscenza dell’identità del vostro accompagnatore» rispose quindi Garnet, strappando un sorrisetto divertito alla dea della morte.

«Sì, ammetto che è un bell’uomo. E probabilmente se io non fossi stata la Regina degli Inferi e se lui non fosse stato un saint, magari un pensierino sul concludere in modo diverso la serata l’avrei fatto, ma le cose stanno diversamente. Quindi mi spiace per te Garnet, ma non ho alcuna notizia di gossip da riportare. È stato un semplice incontro lavorativo. Nulla di più» fu la conseguente risposta di Chrysanthe, che stroncò sul nascere la curiosità della nobildonna.

«Capisco. E com’è andata?» domandò quindi Garnet e Chrys si sedette su una sedia, rigirandosi la tazza tra le mani.

«Diciamo che è andata come me l’aspettavo. La mia proposta è stata presa con molta titubanza. Gli ho quindi lasciato del tempo per riflettere, anche se molto probabilmente non accetterà. Il legame con il gemello è troppo forte, anche se non lo ammetterebbe mai» rispose di conseguenza la dea, non riuscendo a nascondere un velo di delusione.

«Mi perdoni, ma vi è una cosa che non riesco a comprendere: ovvero il motivo per cui vi prendiate tante preoccupazioni per Kanon di Gemini» considerò quindi Garnet e Chrys emise un lungo sospiro rassegnato:

«Perché sono in debito con una sua reincarnazione. Molti secoli fa mi salvò infatti la vita, anche se ovviamente non può ricordarselo. Per questo, per sdebitarmi, mi sarebbe piaciuto almeno fornirgli una protezione, dato che ho il sentore che molto presto i tempi si faranno duri e che sicuramente, in caso di guerra, lui non sarebbe capace di starsene buono in disparte» spiegò di conseguenza Chrys, mentre il suo sguardo cadeva sulla figura di Radamante, profondamente addormentato su una delle poltroncine dell’ingresso.

 «E lui?» domandò quindi spiazzata Chrys.

«Era un po’ troppo agitato e quindi l’ho aiutato a rilassarsi con un po’ di sonnifero» rispose con fare innocente la Spectre.

«E i baffi con il pennarello?» domandò quindi la dea sempre più perplessa e Garnet si strinse nelle spalle:

«Mi annoiavo…»

«Lo sai che appena si sveglia lo sentiranno urlare fino alla Giudecca?» domandò Chrys.

«È probabile» ammise la specter con noncuranza, mentre Chrys si alzava per andare a riempire un contenitore con dell’acqua, per poi rifilarlo alla Vivre con stampato sul viso un sorriso sadico:

«Beh, allora mi sa che dovremo tapparci le orecchie, perché avrei bisogno di parlare con Radamante! Prego, la Viverna è tutta tua!»

Fu così che il quarto d’ora dopo non fu dei più idilliaci per Garnet, mentre Chrys poté constatare la vasta cultura in storia delle religioni di Radamante, dato che il Gigante infernale aveva tirato giù tutte le divinità conosciute e non, per poi ricomporsi solo dopo aver finalmente realizzato di trovarsi al cospetto della Regina degli Inferi.

 «Chiedo venia per il mio linguaggio, mia Signora» si scusò amareggiato Radamante, scoccando uno sguardo di puro odio nei confronti di Garnet, intenta a massaggiarsi il collo, dato che per poco la Viverna non l’aveva strozzata.

«Ci mancherebbe. Capita a tutti di potersi svegliare male!» rispose Chrys, passando al povero Spectre, bagnato fradicio, un asciugamano, cercando in tutti i modi di non scoppiargli a ridere in faccia; cosa che non sfuggì a Radamante.

«Se non vi reca disturbo potrei sapere che cosa vi suscita tanta ilarità?» domandò perplesso la Viverna.

«Diciamo che i baffi alla Hitler non ti donano molto» gli rispose quindi Chrys, non riuscendo più a trattenersi dal ridere, cosa che fece precipitare il Gigante infernale allo specchio del bagno dell’ambasciata. Poco da dire che quello che uscì dalle labbra dello Spattro più che il nome di Garnet fu un ringhio.

«Direi che si è fatto tardi e domani devo alzarmi presto per sbrigare alcune pratiche. Con vostro permesso, prenderei congedo» disse quindi Garnet, conscia che questa volta l’aveva combinata grossa.

«Vai pure Garnet, mi servi viva» rispose quindi Chrys ricomponendosi e la nobildonna non se lo fece ripetere due volte, dandosi alla macchia, prima che un Radamante incazzato come una biscia uscisse dal bagno, dopo essersi dato nuovamente una parvenza civile.

«Dannata megera! Un giorno me le pagherà tutte!» sbottò quindi Radamante frustrato.

«Sai, non so perché, ma credo che la Vivre ti abbia preso di punta» commentò quindi Chrys divertita.

«Diciamo che abbiamo due visioni completamente diverse su cosa voglia dire essere uno Spettro» commentò asciutto Radamante.

«Ad ogni modo non ti ho fatto svegliare solo per dare una lezioncina a Garnet, ma soprattutto perché devo parlarti di una cosa importante» cambiò però argomento la dea per poi avviarsi verso il suo ufficio, facendo cenno al Gigante di seguirla e, dopo che entrambi si furono accomodati riprese a parlare:

«Poco fa ho infatti ricevuto una telefonata da Earhart di Vampir che mi ha comunicato di star tenendo sotto osservazione una delle due stelle malefiche mancanti; ovvero Cetus, che risponderebbe al nome di una certa Christine Walden*. Questo nome ti dice nulla?»

«No. Nulla di particolare» rispose Radamante dopo averci pensato bene.

«Eppure non è lo stesso cognome che avevi tu prima del risveglio della tua Stella Malefica?»

«Si, ma la casata dei Walden è molto antica e vi sono numerosi rami collaterali. Quindi può essere che alla lontana possa essere una mia parente, ma purtroppo non rammento nessuno con questo nome.  Anche perché in tal caso non sarebbe viva, dato che ho offerto in sacrificio ad Ade la mia intera famiglia al mio risveglio» spiegò la Viverna.

«Capisco. Ad ogni modo avrei piacere che venissi con me a Londra dove ci aspettano già Earhart e Leybold di Upyr; in modo da scambiare due chiacchiere con questa Christine. L’aereo privato partirà domani mattina, hai quindi tutto il tempo per preparare le valige» e detto questo Chrys congedò Radamante che non poté far altro che andare a preparare i bagagli.

 

Il viaggio in aereo trascorse tranquillo e senza intoppi e Chrys ne approfittò per spiegare a Radamante la missione, che consisteva nel cercare di convincere Cetus a tornare tra i ranghi, sottolineando bene il fatto di evitare spargimenti di sangue inutili e soprattutto di non attirare l’attenzione dei civili e di passare inosservati agli occhi di eventuali “cattivi intenzionati”; ergo tenere il cosmo al minimo sindacale.

«Perdoni la franchezza, ma non capisco il motivo per cui dobbiate prendervi tanto a cuore una disertrice. Non sarebbe stato più opportuno e prudente mandare solo me ad eliminarla per poi rimpiazzarla con qualcuno di più affidabile?» domandò contrariato la Viverna.

«Radamante, credi seriamente che sia così semplice trovare qualcuno in grado di sostituire una Stella Malefica? Soprattutto del potere di Cetus? Inoltre, non offenderti, ma onestamente non riesco a biasimarla per aver voltato le spalle ad Ade, dato che io sono la prima a cui stava sulle balle! Quindi non posso non offrirle una seconda opportunità. Ovviamente se non ci sarà trippa per gatti la Surplice di Cetus verrà comunque via con noi; o con le buone o con le cattive» Spiegò Chrys, mentre venivano raggiunti da Earhart all’uscita dell’aeroporto di Londra.

 «Mia Signora, Lord Radamante, ben arrivati! Avete fatto buon viaggio?» li accolse lo Spectre di Vampir, recuperando i bagagli della dea e del suo superiore.

«Non mi lamento. Ci sono state un paio di turbolenze, ma per il resto tutto a posto. In più ho avuto il tempo di riassumere a Rada tutta la faccenda» rispose Chrys, mentre la Viverna si limitava ad accennare un saluto allo Spettro di Vampir, notando l’assenza dello Spettro di Upyr.

«Ne sono lieto, Milady. Noi intanto ci siamo portati avanti con i lavori. Ma credo sia più opportuno discuterne in un luogo più appropriato» disse Earhart, esternando un’espressione soddisfatta.

«Allora facci strada. E non ci starebbe male nemmeno una bella tazza di tè, data l’ora» accordò quindi Chrysanthe, mentre Vampir chiamava un taxi, che il portò nel centro di Londra, dove Earhart li fece accomodare in un salotto di un appartamento sito in un palazzo con vista Tamigi.

«Ah però! Vi siete sistemati bene!» commentò Chrys ispezionando il locale, mentre lo Spectre di Vampir armeggiava con il bollitore per preparare del tè.

«È stata Garnet a procuraci questo posto in modo da avere una base da cui lavorare senza dare troppo nell’occhio» spiegò quindi lo spettro.

«Eh sì, Garnet il suo lavoro lo sa fare!» commentò quindi Chrys, a cui non sfuggi però la faccia contrita della Viverna al solo sentire il nome della Vivre; cosa che fece sorridere divertita la dea.

«Su, andiamo Radamante, non fare quella faccia ogni volta che la senti nominare. Io sono convinta che prima o poi riuscirete ad andare d’accordo!» ironizzò quindi Chrys rivolgendosi a Radamante che sibilò un poco entusiasta “Non credo”, mentre lo Spettro di Vampir appoggiava sul tavolino del salotto tre tazze fumanti e un vassoio con dei dolcetti.

«Bene Earhart, ora che siamo più comodi che ne diresti di aggiornarci sui lavori in corso?» chiese la dea.

«E darci spiegazioni sul motivo per cui Leybold non sia presente?» domandò indispettito Radamante, a cui già tutta la faccenda piaceva poco. Prendersi tanto disturbo per una disertrice per lui era incomprensibile. Così come il fatto che la dea in persona si fosse scomodata per un elemento che dal suo punto di vista non meritava altro che una sentenza di morte immediata.

«Chiedo venia per il mio subordinato, ma attualmente sta svolgendo un lavoro piuttosto delicato per permettere alla nostra Signora di potersi incontrare con Cetus in tranquillità. Comunque non appena potrà ci raggiungerà» spiegò lo spettro.

«Quindi Leybolt è riuscito ad avvicinare la ragazza senza destare sospetti?» domandò Chrys sorseggiando il suo tè.

«Si. È riuscito ad infiltrarsi alla facoltà di medicina frequentata dalla ragazza e ad interagire con lei senza farle capire di essere uno Specter. La sua capacità di mutare aspetto è stata molto utile; così come i vostri insegnamenti sull’uso del cosmo sono stati fondamentali. Lo Spettro di Cetus infatti si è ridestato ed è perfettamente in grado di percepirci. Quindi essere stati in grado di azzerare il nostro cosmo infernale è stato determinante per questa fase dell’operazione» spiegò Vampir.

«Mi fa piacere sapere che le mie lezioni servono a qualcosa» commentò Chrys, mentre Radamante strinse i pugni.

«Questo vuol dire che Cetus è perfettamente consapevole di essere una disertrice?»

«Credo proprio di sì; dato che il mio primo tentativo di avvicinarla come Spettro è stato fallimentare, siccome si è data alla fuga non appena mi ha percepito» ammise Earhart.

«Infatti è per questo che ho deciso di far scendere in capo anche Leybold. I suoi metodi non convenzionali infatti in queste circostanze possono risultare utili» affermò Chrys.

«Ovvero?» domandò incuriosito la Viverna, che con lo Spettro di Upyr non aveva mai avuto molto a che fare, essendo di rango molto inferiore al suo.

«Diciamo che, nonostante il suo cosmo non sia dei più potenti, è un ottimo inviato speciale sotto copertura. Per questo è l’ideale per missioni in cui non è necessaria la forza bruta, ma una buona dose d’astuzia e malizia, come in questo caso. D’altronde se ho deciso di metterlo al servizio dell’Ambasciata c’è un motivo» spiegò la dea, addentando un biscotto.

«Le vostre parole mi lusingano mia Signora e mi scuso per il ritardo nel portare i miei omaggi alla vostra persona, ma spero che possiate perdonarmi». La voce di Leybold, rincasato in quel momento, fece girare tutti verso la sua direzione.

«Dipende. Hai buone notizie?» gli si rivolse Chrys con un sorrisetto di sfida.

«Questa sera potrete parlare indisturbata con Christine Walden e senza dare troppo nell’occhio. Sono infatti riuscito a strapparle un appuntamento con la scusa di una bevuta tra amici. Ho scelto un locale piuttosto tranquillo dove potremo discutere senza inconvenienti» gli rispose con fare soddisfatto lo Spettro.

«Fantastico. Non vedo l’ora di incontrare questa Christine e nel mentre farmi una birra!» commentò quindi entusiasta la Regina degli Inferi.

 

Fu così che, come d’accordi, Chrysanthe e Radamante si recarono al locale prescelto all’ora stabilita, mentre Leybold, sotto mentite spoglie, si recava a prendere l’ignara Cetus; e Earhart si appostava come sentinella nei pressi del pub.

«Certo che Leybolt conciato da fighetto mi fa un po’ impressione» commentò Chrys osservando lo spettro di Upyr, che aveva assunto l’aspetto di un giovanotto biondo di buona famiglia, mentre entrava nel locale, affiancato da una fanciulla, alla vista della quale Radamante non poté fare a meno di alzare basito un sopracciglio:

«Non ditemi che Cetus sarebbe quella mocciosa!?» fu infatti l’esclamazione della Viverna.

«A quanto pare. Comunque dovrebbe frequentare l’università. Quindi non è proprio una mocciosa, nonostante il fisico minuto» rispose la dea, mentre la ragazza adocchiando Radamante tra le persone sedute ai tavoli, s’inchiodava di botto.

«Tutto bene, Christine? Sei pallida come un cencio» fu il conseguente commento falsamente preoccupato di Leybolt, mentre con astuta delicatezza prendeva la ragazza per mano con atteggiamento protettivo, cosa che fece avvampare la giovane Specter per l’imbarazzo.

«Nulla, è che mi è parso di vedere un viso conosciuto» corse quindi ai ripari Christine, per poi darsi della sciocca. L’Ultima Guerra Sacra infatti aveva decretato la caduta definitiva di Ade e, nonostante avesse percepito chiaramente che un nuovo Cosmo Infernale si era stabilito sul trono del Regno dei Morti, era abbastanza sicura di essere riuscita a tenere nascosta la sua vera identità. In più un Gigante Infernale in jeans e camicia in un pub, quando mai lo si era viso?  

«Ah! Parli dell’uomo biondo seduto laggiù in fondo? Effettivamente mi sono dimenticato di dirti che sta sera ci sarebbe stato anche un mio superiore…» gli sussurrò però lo Spettro di Upyr all’orecchio, mandando così in frantumi le sue sicurezze; facendole capire di essere finita in trappola.

«Dannato! Quindi anche tu sei uno Spettro!» esclamò di conseguenza Christine cercando di divincolarsi in preda al panico, ma la stretta di Leybold da protettiva si era trasformata in una morsa d’acciaio.

«Già, e vedi di non farmi fare figuracce davanti al capo. Altrimenti potrebbe non essere piacevole. Inoltre siamo in un locale pieno di gente, quindi se non vuoi scatenare un massacro fai la brava e comportati normalmente. Anche perché Lady Chrysanthe non sarebbe contenta se dovessimo attirare troppo l’attenzione. Sai? Dovresti sentirti onorata del fatto che la nostra attuale Signora abbia deciso di incontrarti di persona.» gli intimò Upyr e Cetus non poté fare a meno di spostare lo sguardo sulla figura femminile seduta accanto a Radamante, ritrovandosi così stupita ad osservare una donna con indosso un paio di leggings e un top (e dall’aspetto tutto tranne che divino), che le rivolse un sorriso radioso, mentre Upyr la scortava verso il tavolo al quale era accomodata la Viverna.

«Ben arrivati! Avanti sedetevi, vi abbiamo tenuto il posto!» esordì quindi Chrys per poi sporgere ad una titubante ed incredula Cetus la mano per presentarsi:

«Piacere di conoscerti Christine Walden. Io sono Chrys Archer. E immagino tu abbia intuito quale sia la mia natura, vero?» disse quini la dea, mentre stringeva la mano della ragazza, che guardinga annuì:

«Da quello che posso percepire siete una divinità infernale e, dato che al vostro fianco vi è il Sommo Radamante, deduco che siate l’attuale Sovrana del Regno dei Morti. E data la vostra palese somiglianza ad Ade dovreste essere in qualche modo imparentata con lui» rispose infatti Cetus, facendo due più due, senza staccare preoccupata gli occhi da Radamante che aveva un’aria tutt’altro che amichevole; cosa che non sfuggì a Chrys che diede quindi una gomitata al Gigante Infernale:

«Oh, andiamo Rada, fai una faccia meno truce, che la spaventi!» lo rimbeccò infatti la dea.

«Sapete come la penso» fu però la risposta laconica della Viverna, per nulla intenzionato a fare il simpatico con una disertrice (Rada simpatico! AH, AH, AH! n.d.a.). A Chrys non restò quindi altro da fare che alzare gli occhi al celo, mentre la cameriera portava quattro medie a tavolo.

«Mi sono permessa di ordinare anche per voi! Spero non vi dispiaccia. Offro io ovviamente» spezzò quindi il silenzio Chrys, mentre allo Spettro di Cetus sgranava gli occhi di fronte alla birra che gli era stata ficcata sotto il naso, per poi spostare incredula lo sguardo sulla dea degli inferi, chiedendosi a che gioco stesse giocando; dato che la situazione le pareva decisamente surreale.

«Comunque sì, ci hai preso Christine. Io Infatti sono la Nuova Regina degli Inferi e il motivo per il quale assomiglio tanto ad Ade è che sono sua figlia, anche se, a parte i geni, con lui ho poco da spartire. Infatti puoi rilassarti, perché non sono qui per punirti, ma per farti una proposta» riprese quindi a parlare Chrysanthe tra un sorso e l’alto di birra.

«Ovvero?» domandò guardinga Cetus, rigirandosi nervosamente il bicchiere tra le mani.

«Rientrare tra i ranghi tornando quindi ad essere ciò che sei, oppure rinunciare definitivamente all’armatura di Cetus e vivere il resto della tua vita come una comune mortale» rispose Chrys e Christine si rabbuiò:

«E se non accettassi nessuna delle due ipotesi?» domandò quindi Cetus, ritrovandosi così a fronteggiare due penetranti e severi occhi verdi.

«Beh, credo che tu sia abbastanza intelligente per poterti rispondere da sola. L’armatura di Cetus appartiene agli Inferi ed è un’arma pericolosa. Non posso quindi lasciare che rimanga al di fuori della mia custodia. Ora a te la scelta: entrare al mio servizio come Spettro Titolare o rinunciare alla Surplice di tua spontanea volontà. Ti do un giorno per pensarci. Domani sera infatti verrò a cercarti per avere la tua risposta definitiva ed evita eventuali colpi di testa come fuggire, perché ti assicuro che sarebbero del tutto inutili» e detto questo Chrysanthe bevve al goccio quello che rimaneva della sua birra, per poi alzarsi, pagare ed uscire dal locale seguita da Leybolt e da Radamante. Lasciando Christine nello sconforto più totale.

 

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NOTE

*Il personaggio riprende quello di Chris Walden che compare nel volume 12 degli speciali di “Lost Canvas il mito di Ade”.

  
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