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Autore: _kookieo    22/11/2018    1 recensioni
Jimin ha rispettato la promessa fatta a quel ragazzo misterioso incontrato alla stazione. Gli ha rivolto poche parole, ma sufficienti a cambiargli la vita e per questo Jimin vorrebbe incontrarlo di nuovo e ringraziarlo. Non sa però nulla su di lui, tranne che si chiama Yoongi. Ormai sono passati quasi due anni, quanto ancora dovrà aspettare?
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jung Hoseok/ J-Hope, Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Park Jimin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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INCIDENTI

 

 

“Cosa succede?!”

L’agitazione di Jimin era massima e ciò aveva messo in allarme anche Hoseok e Taehyung i quali presero a scambiarsi occhiate preoccupate alternate a sguardi interrogativi lanciati invece in direzione di Jimin. Ma l’attenzione del ragazzo era completamente catturata dalla voce di Yoongi all’altro capo del telefono:

“Stai bene?!”

“S-si, ho- ho solo un problema e- dove sei in questo momento, per favore?”

Il tono praticamente supplice di Yoongi scosse Jimin e lo convinse ad accantonare le sue domande e acconsentire il più presto possibile alle richieste del ragazzo. Gli disse così dove che al momento era alla libreria.

“Ok. Ok, perfetto” Jimin lo sentì trarre un profondo sospiro, come se stesse cercando di riprendere fiato “Arrivo subito, ti spiego tutto lì, te lo giuro”

“Ma certo, non ti preoccupare di questo! Ce la fai però a venire da solo? Vuoi che venga a-“

“No, non serve, sarò lì tra poco, davvero”

“Ok” rispose solamente Jimin. Fece poi per chiudere la chiamata, ma si fermò all’improvviso quando Yoongi parlò di nuovo:

“Jiminah?”

“Si?”

“Grazie”

Jimin non fece in tempo a rispondere che Yoongi aveva già riappeso.

Nella decina di minuti che intercorsero tra quella strana telefonata e l’arrivo di Yoongi, Jimin raccontò brevemente agli amici il contenuto della chiamata e cercò, per quanto possibile, di non farsi prendere eccessivamente dall’ansia. Hoseok e Taehyung lo aiutarono in questo e Jimin non poté fare a meno di essergli infinitamente grato. Era chiaro che anche i due fossero notevolmente preoccupati e non riuscissero, proprio come lui, a trovare un motivo per cui Yoongi avesse già di prima mattina un problema tale da spingerlo a telefonare proprio alla stessa persona a cui, solo pochi giorni prima, aveva detto “dimenticami e basta”. O meglio, non riuscissero a trovare un motivo poco allarmante. Tuttavia, nonostante anche la loro immaginazione stesse probabilmente galoppando allo stesso modo della sua, Jimin fu loro riconoscente per come riuscirono a mascherarlo il meglio possibile e fecero della sua tranquillità la loro priorità.

“Mancano solo cinque minuti alle nove” fece notare Jimin a un certo punto, colto da una nuova preoccupazione “cosa facciamo con i clienti? Se Yoongi ha un problema io devo… devo-”

Hoseok lo interruppe prendendolo per le spalle e costringendolo a guardarlo fisso negli occhi:

“Lo sappiamo Jimin, lo sappiamo. Lo devi aiutare. E noi non abbiamo nulla in contrario. I clienti non sono un problema, quanti ne vedi mai entrare qui dentro prima di mezzogiorno?”

Taehyung notò lo sguardo di Jimin cambiare leggermente e il suo respiro farsi meno affannato. Si stava tranquillizzando. Come poteva una persona chiassosa e iperattiva come Hoseok riuscire poi in modo così naturale a calmare le persone? A farle sentire bene? Taehyung se lo chiedeva ogni volta che lo vedeva confortare qualcuno e si domandava come facesse quella voce sempre squillante a diventare all’improvviso così avvolgente e rassicurante da farti sentire a casa, protetto e al sicuro. Ogni volta se lo chiedeva ed ogni volta la fiammella che quotidianamente combatteva per tenere spenta riprendeva a muoversi dentro di lui, facendogli nascere un puntino caldo proprio al centro del petto. Anche oggi nulla fu diverso.

“Appena arriva Yoongi puoi portarlo qui nel retro” continuò Hoseok “nessuno vi disturberà e io e Tae ci occuperemo del negozio, va bene Chim-Chim?” concluse poi sorridendogli e dandogli un buffetto sul mento.

Taehyung vide Jimin annuire più sereno e a questo rilassò le spalle che fino ad ora non si era nemmeno accorto di aver tenuto completamente rigide.

Un forte rumore sordo catturò l’attenzione di tutti e tre i ragazzi, facendoli sobbalzare.

“Yoongi!” urlò Jimin precipitandosi verso la porta.

Taehyung e Hoseok rimasero per un attimo dietro il bancone, indecisi se fosse il caso di seguirlo o meno, ma dopo una rapida occhiata si diressero anche loro all’ingresso. Il cuore in gola, Jimin si aggrappò alla maniglia e tirò la porta verso di sé con tutta la forza che aveva, troppo ansioso di vedere l’altro ragazzo. Ed eccolo qui.

Davanti a lui, Yoongi, più minuscolo che mai nella sua camicia di flanella a scacchi rossi e neri e che lo accoglieva con uno sguardo pieno di sollievo, ma anche di lacrime.  

 

***

Jimin prese uno sgabello incastrato tra due pile di libri per sedersi vicino a Yoongi. Le lacrime che gli rigavano il viso quando era entrato nel negozio stavano iniziando a seccarsi e Jimin sorrise quando Taehyung porse al ragazzo un fazzoletto. Yoongi, dalla vecchia sedia di legno su cui i tre lo avevano obbligato a sedersi, lo prese annuendo in segno di riconoscenza, ma senza utilizzarlo. Lo strinse solo tra le mani e Jimin pensò fosse un modo per aiutare i suoi nervi a calmarsi.

“Non ho molto tempo” iniziò Yoongi con voce bassa, senza però continuare. Sembrava spossato e l’unica cosa che Jimin avrebbe voluto fare era abbracciarlo e cercare di portare via attraverso quel contatto un po’ della sua angoscia. Rimase invece al suo posto, osando solo portargli con leggerezza una mano sulla spalla.

“Si, ce lo hai detto” rispose cercando di essere il più delicato possibile “Scusa se ti abbiamo prima fatto sedere, ma eri così sconvolto. Riprendere fiato ti fa bene, puoi dirci tutto meglio così”

Yoongi continuò a fissare il pavimento solo per pochi istanti prima di sollevare gli occhi e fissarli in quelli di Jimin. Lo guardò in un modo intenso, con uno sguardo che Jimin non riuscì a decifrare, ma a seguito del quale percepì i muscoli della spalla del ragazzo distendersi sotto la sua mano. Riprese fiato anche lui così come Taehyung, il quale all’improvviso iniziò a sentirsi di troppo e si chiese se non fosse il caso di raggiungere Hoseok, rimasto al bancone nel caso arrivassero dei clienti. Quando però stava per compiere il primo passo in direzione della porta Yoongi prese a parlare, e la curiosità ebbe la meglio. Si morse il labbro portandosi addosso al muro il più possibile e sperando che i due ragazzi si dimenticassero della sua presenza.

“Mi dispiace per il disturbo. Mi dispiace anche di averti detto quelle cose giovedì sera” si fermò un attimo e Jimin non seppe cosa rispondere. Per fortuna Yoongi lo trasse d’imbarazzo riprendendo subito “Non… non mi sono comportato bene, ho parlato a sproposito e… il fatto che tu mi abbia anche solo risposto al telefono significa molto per me. Non dovevi eppure-”

Jimin non riuscì a trattenersi:

“Te lo dovevo più di quanto tu possa immaginare”

Forse la risolutezza nel tono, forse la fermezza nella voce, qualcosa in quell’affermazione dovette colpire Yoongi perché Jimin vide per un secondo un piccolo lampo nei suoi occhi e quella che sembrava l’ombra di un’espressione dubbiosa. Come sempre però capitava con Yoongi, fu questione di un attimo. Riprese a parlare, questa volta un po’ più sciolto:

“C’è un motivo preciso se sono qui a Seul. Non te ne ho parlato prima perché, beh, in parte forse per scaramanzia, in parte perché mi imbarazzava l’idea di condividere questa cosa. Mi hai raccontato più di una volta del tuo più grande sogno. Vorresti scrivere un libro perché senti che sia l’unico modo a tua disposizione per esprimerti davvero e creare dell’arte. Anche per me vale la stessa cosa, ma con la musica. È ciò che amo di più al mondo e ho bisogno di farne la mia professione. Ho bisogno che diventi parte integrante della mia vita, al cento per cento, non solo come semplice hobby, mi capisci vero Jiminah?”

Occhioni spalancati, incapace di credere a ciò che stava succedendo, ma sicuro che lo avrebbe ricordato per tutta la vita, Jimin riuscì solo ad annuire.

“C’è un contest importantissimo per rapper che si svolge ogni anno qui a Seul. È un’occasione assolutamente unica perché alcuni dei più importanti nomi dell’industria discografica coreana si riuniscono nello studio più grande della regione e aprono le porte ad aspiranti rapper. Non è però un vero e proprio casting, è qualcosa di più elaborato. Innanzitutto, io ho parlato di aspiranti rapper, ma forse dovrei dire aspiranti rapper professionisti. Non puoi essere del tutto alle prime armi. La sfida è tra persone che sanno il fatto loro, devi avere un’esperienza nel settore di almeno diversi anni. Un altro requisito è poi passare la primissima selezione, con un team di esperti che decide se è il caso o meno di offrirti l’opportunità di esibirti davanti a quei colossi. Questa selezione si svolge in tutte le città principali del paese e avviene di solito circa sei mesi prima la data del contest. È una fase dura da superare, ma quando lo fai hai poi un vantaggio enorme: anche se non dovessi passare il contest, puoi poi riprovarci di nuovo ogni anno senza dover ripassare per la prima fase di selezione”

“Quindi il processo è più veloce?” chiese Jimin.

“Si, è più veloce perché l’esibizione del contest deve essere per regolamento diversa da quella delle selezioni, per cui dover ripassare dal via significherebbe perdere del tempo a creare un’altra traccia e un’altra performance. Due anni fa” Yoongi fece un attimo di pausa per poi riprendere “due anni fa ho passato la mia prima fase. Sono stato ammesso al contest, ma… non è andata. Ci sta, Jiminah, non c’è bisogno che tu dica che ti dispiace. È dispiaciuto anche a me, ma ora capisco perché mi abbiano considerato all’epoca ancora troppo acerbo. Ora però sono pronto. Quest’anno devo ritentare di nuovo, sono mesi, anni, che mi alleno per questo giorno e sono qui a Seul per questo. Però... però...”

Sia Taehyung che Jimin si allarmarono quando lo videro cercare di prendere fiato con difficoltà, mentre delle lacrime gli facevano capolino dagli angoli degli occhi e le guance gli si arrossavano sempre più. Taehyung si avvicinò e parlò per la prima volta da quando Yoongi aveva iniziato il suo racconto:

“H-hyung.. Yoongiah, stai bene? Stai sudando”

“Sto… bene” rispose il più grande portandosi una mano allo stomaco “ora mi passa… è che…”

“Ti prego Yoongi, devi calmarti, che cosa succede? Non riesci a respirare?” chiese Jimin.

Yoongi scosse la testa energicamente:

“Però stamattina si è creato un problema. C’è-” serrò gli occhi e trasse a fatica un profondo respiro dal naso “c’è una persona. Qui a Seul c’è una persona che conosco. Si chiama Kim Seokjin ed è lui che mi ha-” ansimò di nuovo “aiutato a prepararmi per oggi. Ha lui la base che ho registrato e su c-cui ho lavorato in questi mesi, doveva portarmela questa mattina, è indispensabile per il contest, poi insieme saremmo… saremmo andati nello studio”

Sembrò non riuscire più a parlare. Jimin rivolse a Taehyung uno sguardo spaesato per poi rivolgersi a Yoongi:

“E cosa” aveva paura di porre questa domanda, non voleva agitare Yoongi ancora di più, ma senza sapere tutto non avrebbe neppure potuto aiutarlo “Yoongi, cosa è successo?”

“Non lo so!” urlò Yoongi, di nuovo rosso e ansimante “Non lo so, gli ho telefonato questa mattina presto per sapere a che punto fosse, ma non mi ha risposto, ora sono già le nove e non ho notizie di lui! Non so che fine abbia fatto, non so come fare, io- io- Jiminah sto per avere un- un attacco di panico, cosa posso fare…cosa…”

“Ok ok ok! Aspetta un attimo! Calmati!” Jimin scattò su, accucciandosi vicino a Yoongi “Taheyung prendi dell’acqua per favore! Yoongi, aspetta, adesso risolviamo tutto, non c’è motivo di agitarsi” Yoongi continuava a fare cenno di no freneticamente con la testa e Jimin gli prese le mani “Andrà tutto bene, innanzitutto dicci dov’è che si tiene questo contest”

“È un po’... fuori dalla città. Saremmo dovuti andare in auto, non c’è modo di arrivare lì facilmente con il treno… bisognerebbe fare un pezzo di strada a piedi e ormai sono troppo in ritardo…  Se solo riuscissi ad essere in tempo per l’appello, poi potrei sperare che Jin si rifaccia vivo mentre attendo il mio turno, magari ha- a-avuto solo un contrattempo. Ma se non mi presento in orario quando aprono le porte sono fuori dal contest!”

“Ok, quindi l’obiettivo è arrivare intanto in questo posto” disse Jimin prendendo il bicchiere che Taehyung aveva portato e passandolo a Yoongi.

“Si. Si, se riesco ad essere presente all’appello posso recuperare del tempo per cercare Jin. Ma per farlo mi serve un’auto”

“Qualcuno ha parlato di auto?” una voce irruppe nella stanza, attirando l’attenzione di tutti e tre i ragazzi, i quali si ritrovarono confusi davanti a un Hoseok dal sorriso raggiante.

“Hoseok-hyung?” fece Taehyung “che cosa fai qui!? Non dovevi occuparti dei clienti?”

“In negozio non c’è nessuno” rispose Hoseok facendo spallucce “Mi è parso di capire che qui ci sia bisogno di un’automobile”

“Ma… hai- iniziò Jimin spaesato.

“Si ho sentito tutto. Il negozio è vuoto per cui mi sono messo qui dietro la porta. Non era giusto che fossi l’unico a perdermi tutto” disse con tono seccato. Guardò poi Yoongi e gli si rivolse con dolcezza “spero che la cosa non ti dispiaccia troppo Yoongiah. Voglio solo rendermi utile”

Qualcosa nel modo in cui Hoseok proferì queste parole ebbe l’effetto di rallentare il respiro affannato di Yoongi e per la prima volta da quando era entrato lo sguardo del ragazzo sembrò riacquistare lucidità. Hoseok continuò sereno:

“Prima non ci siamo presentati. Sono Jung Hoseok, collega e amico di Jiminie qui e Tae”

“M-Min Yoongi, piacere”

“Bene!” Hoseok battè le mani facendo sobbalzare il resto del gruppo “Ora che ci conosciamo tutti, veniamo al dunque! Serve qualcuno che corra con la macchina, giusto?” alzò un sopracciglio in modo eloquente e sorrise.

“Ma certo! Hyung può portarti!” esclamò Jimin raggiante.

Taehyung tirò un sospiro di sollievo e Yoongi parve riprendere vita, gli occhi di nuovo speranzosi:

“Davvero? Non è un problema?”

“Tu stai tranquillo e fatti portare. Jiminie ha ragione, questa è la prima cosa da risolvere, poi penseremo a ritrovare il tuo amico Seokj-“

Hoseok fu interrotto dallo squillo del suo cellulare nella tasca dei pantaloni. La suoneria era quella dedicata a Namjoon e vista la stranezza di una tale chiamata in orario di lavoro decise di rispondere.

Quando la voce di Namjoon giunse dall’altro capo a dirgli che c’era stato un incidente Hoseok si chiese se quella giornata avrebbe mai avuto un lieto fine.

 

 

Note dell’autrice: Salve gente! E questo capitolo è fuori, volevo aspettare un altro pochino a postarlo ma mi sono sentita buona ^^ Anche questo mi sa proprio che non rientrerà nei capitoli tranquilli ahah Sembra che finalmente ci stiamo avvicinando un pochino a conoscere meglio i segreti di Yoongi, anche se purtroppo siamo lontani dal far chiarezza su tutto. A questo proposito: il prossimo capitolo sarà abbastanza breve e forse non tutto quello che succederà e verrà detto sarà estremamente chiaro, ma sarà un altro piccolo tassello per rimettere a posto l’intero quadro, quindi prendetelo così per come è. Piano piano forse ce la facciamo a capire chi è Yoongi ;) Bisogna poi anche vedere cosa è successo a Namjoon, c’è sempre qualche problema, poverini eheheh

Bene, io non ho molto altro da aggiungere in realtà, lascio la parola a chi vorrà commentare e sapere cosa ne ha pensato di questo capitolo, io ringrazio in anticipo e ringrazio anche tutti voi che avete letto fino a qui. Ci vediamo la settimana prossima (il giorno a sorpresa ahah),

Baci, Elle ♥

 

   
 
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