Who was the most unlucky?
-Quindi è così
che hai intenzione di morire?-
-Esattamente-
Le rispose con voce tremante. Claire squadrò il giovane
dolorante adagiato sul
freddo metallo della struttura. Leggeva nel suo sguardo la paura e
l'ansia di
quella decisione presa irrazionalmente.
-Clive, non posso permetterti di sprecare la tua vita. Sei giovane, hai
ancora
tante cose da imparare... Per favore,
vieni con me!-
-Appena metterò piede sulla terraferma, mi condanneranno a
morte! Ormai
sopravvivere non ha più senso... Lo
puoi
vedere con i tuoi occhi il disastro che ho creato!-
-Ascolta ciò che ho da dirti. Lo sai benissimo che io ho
perso la vita. Non
potrò avere il mio tanto desiderato futuro con Hershel; il
mio destino è già
stato scritto. Tu non hai alcuna certezza che una volta sceso dalla
fortezza il
giudice ti processerà con la morte. Potresti iniziare a
riparare i danni che
hai causato!-.
Il ragazzo dagli occhi scuri distolse lo sguardo, rivolgendo la sua
attenzione
alla scia di distruzione che la fortezza aveva lasciato dietro di
sé.
-E come? Avrò tolto la vita a centinaia di persone, se non
migliaia... Una
grande parte della città sta cadendo a
pezzi... Cosa posso fare io da solo per rimediare a tutto
ciò?-
-Ci penseremo dopo- gli rispose Claire, afferrando il suo braccio e
sistemandolo
dietro le sue spalle -Adesso dobbiamo andare via. Ce la fai a
camminare?-
Lui provò a mettersi in piedi, nonostante il corpo gli
dolesse ancora a causa
dello scontro con il grosso tubo spezzatosi dal soffitto.
-Claire... Prima di
morire di nuovo... Qual
è il tuo desiderio?-
Lei voltò leggermente la testa verso di lui, dirigendosi con
cautela verso le
imponenti finestre della macchina -L'unica cosa che voglio,
è dire addio a
Hershel... La prima volta non ho avuto occasione di farlo, ma visto che
ho ottenuto
una seconda possibilità è giusto che io ne
approfitta-
Subito dopo, la donna iniziò a singhiozzare. Non sarebbe
riuscita ancora per
molto a mantenere la maschera sul viso: lei non voleva morire, non era
pronta ad
abbandonare nuovamente quel benessere di percepire l'aria nei polmoni,
il cuore
batterle nel petto, il calore degli altri corpi che la proteggevano dal
freddo.
Teneva fisso lo sguardo su un punto impreciso del cielo, alla ricerca
della
macchina volante di Layton. Le lacrime si erano accumulate nei suoi
occhi, la
mente era pregna di pensieri e ricordi. Clive non aveva il coraggio di
guardarla, riuscì solo a percepire una strana sensazione
alla bocca dello
stomaco.
Un attimo dopo, un forte cigolio distrasse entrambi dai loro cupi
pensieri: la
fortezza stava per precipitare.
Il grande macchinario aveva raggiunto la cavità causata dal
giovane poco tempo
prima per sorgere dalla falsa Londra, prossimo ormai a farne ritorno e
rendere
quell'enorme set la sua tomba.
I due iniziarono la lunga discesa assieme a quel gigante di ferro.
Dagli occhi di Claire copiose lacrime iniziarono a scivolare lungo le
guance fino
alla piattaforma di metallo -Hershel! Hershel!-. Invano
chiamò il nome del suo
amato, il quale era troppo lontano per raggiungerli in tempo. La donna
alzò il
braccio e lo fece ondeggiare, nella speranza di essere vista dall'uomo
con la
tuba. Prima di potersene accorgere, il terriccio della città
e il cielo dipinto
della Londra sotterranea entrarono nel suo campo visivo.
Anche Clive lo notò e il suo cuore fu invaso da forti
emozioni mentre il suo
respiro divenne sempre più irregolare -Quindi
morirò davvero così... Claire,
non voglio... Non voglio morire... Non voglio morire!-
Lei non poté fare altro che chiudere gli occhi, ancora
lucidi, e sorridere
amaramente.
-Clive... Secondo
te, chi è stato il più
sfortunato?-
E in un secondo, l'esplosione della fortezza invase la
cavità e il quartiere
sovrastante, mentre il sorgere del sole annunciava la fine della
disfatta.