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Autore: avoidsoma    25/11/2018    1 recensioni
Il treno si ferma di colpo. La ragazza si ritrova sola, cerca di raggiungere la motrice, dove dovrà fare una scelta difficile, che le cambierà la vita.
Scritto molti anni fa, in occasione di un premio internazionale.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il treno della libertà

I raggi oltrepassarono le montagne, riversandosi sulla valle, questa pareva ridestarsi lentamente dal torpore della notte, opponendosi alla luce; si poteva ancora scorgere la luna ormai sbiadita. Molti si erano già destati... una consueta alba di un nuovo giorno.
Un treno, ogni giorno allo stesso orario, fluiva per la valle, dirigendosi velocemente verso la capitale, svegliando freneticamente tutto ciò che vi viveva intorno. Al suo interno molti pendolari sonnecchiavano in un'aria stanca. I viaggiatori che si fossero trovati a passare in uno degli ultimi vagoni avrebbero sicuramente notato una ragazza seduta su un sedile: aveva in una mano un piccolo quaderno di pelle, mentre nell’altra una penna. "Per fortuna mancano pochi giorni e cambierà orario! Queste mattine sono veramente così buie!" questi i pensieri della ragazza mentre guardava i primi raggi di luce, essendone illuminata: capelli lunghi e castani le ricadevano sulle spalle, occhi di un marrone deciso che scrutavano il cielo, i suoi lineamenti marcati ma dolci del viso esprimevano calma. Non era alta, il suo corpo così minuto e magro dimostrava meno della sua età.
Aprì il suo quaderno, e scrisse: "... Ogni corpo non è altro che un insieme di elementi ed atomi, che in particolari condizioni si mostrano all’esterno come la "vita"... cambiamo la nostra struttura periodicamente; le emozioni e sentimenti non sono altro che frutto di complesse reazioni chimiche. E la morte? Cosa è in realtà? Il nostro corpo rimane lì, si decompone; non esiste un’anima, perché anche questa è fisica. Noi moriamo per le persone, e sono queste che ci tengono in vita attraverso il ricordo e le..." la ragazza si interruppe, perché il treno entrò in una galleria.
Ammirava la natura ed il mondo; osservava spesso le persone, apprendeva da loro, si sentiva a suo agio nel fare più la spettatrice che la protagonista della vita. Usciti dalla galleria, si girò verso il finestrino e guardò i paesi, che via via prendevano vita; osservò il sole lottare, le montagne che facevano da barriera, ma che presto sarebbero state sconfitte. Il treno percorse un’ampia curva, il che fece spostare la vista alla ragazza: questo le permise di guardare il suo stesso treno, di vedere la motrice ed i vagoni dinanzi. Scrutò l’imminente galleria: il treno fu inghiottito in pochi secondi dal buio. La ragazza chiuse gli occhi ed attese che finisse la galleria. Improvvisamente venne sbalzata sul sedile frontale; udì i freni fischiare in modo incessante, non ebbe tempo di ragionare che l’intero treno si fermò rovinosamente, lanciando orripilanti rumori dai vagoni in testa. Venne di nuovo scagliata, questa volta sul finestrino laterale, sbattendo la testa e perdendo i sensi. Si svegliò poco dopo con la testa dolorante, si alzò in piedi e si rese conto che stava, tutto sommato, bene. D’istinto cercò altri sopravvissuti, ma erano tutti spariti, non sentì alcun suono, solo un silenzio sottile interrotto ogni tanto dal vento. Decise di raggiungere i vagoni in testa per capire cosa fosse successo e per chiedere aiuto. Appena mise piede su quello successivo rimase strabiliata: i sedili erano spariti, la carrozza era molto più grande del normale e c’era una forte luce, proveniente dalla testa del treno, che illuminava completamente l’ambiente. Ad un tratto comparvero figure semoventi. Si avvicinò e vide una giovane coppia che scherzava, a sinistra la stessa coppia che si stava appena incontrando. Osservò da vicino, provò a fermare il ragazzo, ma stava prendendo il vuoto. Guardò la ragazza e rimase attonita: aveva le stesse sue sembianze, una copia perfetta. Disturbata dall’avvenimento, proseguì rapidamente, ma anche nel vagone successivo avvennero strani fatti: un uomo maturo stava picchiando una bambina mentre insultava una donna. Avvicinandosi, scoprì che la donna le somigliava vagamente e la bambina era lei stessa. Non riusciva a capire i motivi di quegli avvenimenti, la sua vita era stata diversa: era nata orfana e non aveva mai avuto fino ad allora nessuna storia amorosa.
Confusa, corse il più veloce possibile in avanti, arrivò alla motrice, ignorando ciò che era rimasto indietro. Il vagone era intatto, spazioso e ben illuminato. Guardando a destra trovò una ragazza distesa, ferita visibilmente sul busto, senza sensi; stavano arrivando due soccorritori verso il corpo. Mentre si avvicinava a quella ragazza agonizzante si fermò, perché una soccorritrice aveva alzato lo sguardo verso di lei: notò che era la donna incontrata nei vagoni precedenti. La ragazza rimase a fissarla, ed una forza interna cercò di spingerla verso il suo corpo. Ma non si mosse, fece opposizione. C’era qualcosa che la impediva, un macigno che le premeva l’animo. Per paura si allontanò e guardò invece a sinistra: un sedile era occupato da una ragazza che le somigliava. Questa volta era viva e reale, appena la guardò essa sentenziò: «Fai la tua libera decisione. Da sempre hai voluto che questo accadesse, ma ricordati, puoi ancora scegliere ». La ragazza distolse lo sguardo dalla se stessa seduta per riflettere su ciò che le era stato detto. Rivide il suo corpo disteso per terra; lo amava, insieme avevano superato tante sfide, insieme avevano sempre trovato la forza di combattere e di andare avanti, ma negli ultimi tempi questo rapporto vacillava pericolosamente. Stanca della sua vita poco vissuta, incompresa da tutti, pensò infine al suo futuro: come sarebbe stato una volta fatta la scelta? Si accese allora un fuoco dentro di lei, fino ad allora rimasto brace; sentì la vita scorrergli nel suo corpo, si schiarì la mente e fece la sua decisione.
Si sedette accanto alla sua se stessa, ma nello stesso istante la ragazza scomparve. Guardò verso il finestrino e trovò il panorama della mattina che scorreva sotto i suoi occhi. Rimase lì, inerme, ad osservare, mentre ormai la giornata si era completamente illuminata ed il treno continuava a percorrere il suo solito tragitto. Vide i raggi luminosi entrare dal finestrino verso lei, ma non sentiva alcun calore prodotto; i raggi erano algidi, neutri, vuoti. Guardò il Sole, e vide una sfera fredda, inanime. Atterrita, guardò le sue mani: erano ghiacciate, stava lentamente perdendo vitalità. Si era ormai rattristata, rassegnata. Quel fuoco appena acceso si spense subito. Ma era questo ciò che desiderava, perciò concluse poco prima di svanire del tutto: "Finalmente sono libera".
   
 
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