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Autore: BluAvis    27/11/2018    2 recensioni
[CONCLUSA]
-Dal Testo-
Quella notte pioveva a dirotto. Il suolo era una mistura di terra e fanghiglia. L’eroe era in ginocchio accanto al corpo esanime della ragazza. Chinato sopra di lei, proteggendola dalla pioggia incessante, la scuoteva e le accarezzava il viso. Piccole gocce d’acqua cadevano dal biondo ciuffo penzolante, infrangendosi sul dolce viso di lei. Kaminari piangeva in silenzio, pregando per un miracolo, ma Jiro non si sarebbe più risvegliata.
Le sue iridi violacee non riflettevano più la luce.
Lui li guardava con sadico piacere, crogiolandosi in quel dolore.
L’eroe oltrepassò la soglia della sofferenza, caricandosi d’odio.
- L’hai uccisa… l’hai uccisa…
Lui si accovacciò al suo fianco, sussurrandogli vicino l’orecchio.
- Sì… e ho goduto nel vederla morire.
***
- BluAvis
Genere: Romantico, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaminari Denki, Kyoka Jiro, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bae or Bay?
 
Kyoka imbracciava la chitarra ormai da mezz’ora, senza aver strimpellato neanche una corda. L’idea iniziale era quella di suonare e distrarsi. Ovviamente, aveva ottenuto il risultato opposto: la mano sinistra perennemente ferma sull’accordo di La Minore, il plettro bloccato sulla prima corda, lo sguardo perso nel vuoto e la testa piena di pensieri. Non vi era pace nel cuore di Jiro. Il cervello proiettava i flashback della missione al negozio di musica, i quali scorrevano davanti ai suoi occhi come la pellicola di un film d’epoca. Era come meditare sotto una cascata, cercando di ignorare l’acqua gelida sulla nuca. Tutte le sensazioni allora provate si riversavano sulla ragazza ad intervalli regolari. L’odore della polvere del negozio, la penombra del sotterraneo, l’adrenalina dello scontro, il sapore del sangue di Kaminari, la paura di perderlo per sempre.
 
Kyoka rinvenne dalla sua “catalessi” solo grazie al rumore di un sonoro bussare.
 
Si prese tutto il tempo del mondo prima di rispondere.
- Chi è?
Disse, atona. Un’ovattata voce maschile rimbombò dall’altra parte del legno.
- Sono Kirishima.
Sempre con lentezza, come se ogni suo movimento le costasse più di quanto volesse spendere, Jiro si mise in piedi, senza nemmeno ricordarsi di star ancora impugnando la chitarra e facendola cadere a terra. Normalmente, per una cosa del genere avrebbe imprecato senza ritegno. Invece, come a sottolineare lo stato di shock sotto il quale si trovasse, si limitò a lanciare un’occhiata vagamente preoccupata allo strumento, per poi dirigersi alla porta, senza neanche prendersi la briga di raccoglierlo da terra.
- Chi è?
Ripeté, distrattamente, immemore del fatto che avesse già posto quella domanda.
- Kirishima! Per favore, apri.
Kyoka aprì quel tanto che bastasse per intravedere il volto teso dello studente da una fessura, tra lo spigolo dell’uscio e lo stipite opposto.
- Cosa c’è? Perché sei venuto?
- Recovery Girl ha terminato l’intervento. Ho pensato che tu dovessi saperlo prima di tutti. Vai da lui, prima che gli altri si precipitino a fargli visita.
Jiro non se lo fece ripetere una seconda volta. Spalancò totalmente la porta, gli occhi rinvigoriti da una nuova luce.
 
*
L’infermeria era ancora chiusa, Recovery Girl non accennava ad uscirne e consentire le visite al paziente. Kyoka si sentì di ringraziare silenziosamente Kirishima per la sua premura. Proprio come detto dal focoso studente, infatti, nessuno era ancora venuto a conoscenza del termine dell’operazione, quindi il corridoio della sala d’attesa era completamente deserto.
Incapace di star ferma ed aspettare quietamente, Jiro camminava su e giù per la corsia, senza mai perdere di vista la soglia. Nel frattempo, pensava a cosa dire e a come dirlo. Fino a qualche minuto prima, non era nemmeno certa che Kaminari sarebbe sopravvissuto alle ferite. Quando aveva poggiato l’orecchio sul suo torace, senza sentire alcun battito, aveva veramente creduto che non ci fosse nulla da fare. In quel momento, la ragazza aveva capito ciò che provasse per lui. Era ironico che si fosse dovuto arrivare a tanto, per rendersi conto di quello che una persona normale avrebbe capito subito.
 
La porta si aprì, rivelando la minuta figura della capo-infermiera, la donna capace di guarire una ferita con un solo bacio. Kyoka era così in preda alla tensione e all’impazienza, che emise un piccolo strillò, trasalendo dalla paura.
- Ci sei solo tu, mia cara?
Le chiese Recovery Girl.
- Sì, per il momento sì. Come sta?
Si sorprese di quanta preoccupazione trasparisse da quella domanda. Non era più capace di celare le proprie emozioni. Recovery Girl la fece accomodare, precedendola. La sua espressione non faceva sperare nulla di buono.
- Non ho mai visto uno studente riportare tutte quelle ferite. Non ho potuto usare il mio Quirk, perché avrebbe richiesto troppa energia per rimarginare tutto subito. Il problema più grave, però, l’ho riscontrato nella sua Unicità.
- In che senso?
Chiese Jiro, anche se già sapeva dove stesse andando a parare.
- È come se le cellule fossero parzialmente inattive, non saprei come spiegarlo…
Recovery Girl si interruppe da sola, onde evitare di farsi sentire dal paziente.
 
All’interno della sala, completamente bianca, sembrava di essere in un’ospedale. Era un ambiente totalmente alieno al resto della scuola.
Vi era solo un letto occupato, appunto da Kaminari. Il ragazzo aveva gli occhi chiusi, la coperta fino alla vita, sia il busto che la fronte fasciati e una flebo al braccio. La capo-infermiera indicò a Jiro dove sedersi.
- Si sveglierà presto, l’effetto del sedativo sta per terminare. L’unica cosa che può aiutarlo è vedere una faccia amica.
Kyoka afferrò la sedia e si trascinò ai piedi del letto, osservando il compagno. Sembrava distrutto, neanche da addormentato appariva sereno. Forse era in preda ad un incubo? I farmaci, di solito, non dovrebbero garantire un sonno senza sogni?
La sua attenzione, poi, fu attirata da una siringa sul comodino accanto al materasso, piena di una strana sostanza argentata.
- Oh, quella non c’entra niente con il trattamento.
Disse Recovery Girl, come se le avesse letto la mente.
- È uno strano intruglio che abbiamo trovato durante la perquisizione del sotterraneo del rapitore. Quel liquido presenta tracce di DNA, forse scopriremo qualcosa sul criminale che ha rapito questo povero ragazzo.
Spostò la siringa dal comodino alla sua scrivania personale, poco lontano.
- Ora ti lascio da sola con lui. Mi raccomando, non farlo affaticare troppo.
Rivolse un ultimo sguardo materno alla visitatrice ed uscì dall’infermeria.
 
Kyoka restò seduta, in attesa che Kaminari si svegliasse. Mentre arricciava tra le dita il cavo che le pendesse dal lobo, alternava uno sguardo apprensivo verso il compagno ad una fugace occhiata verso la scrivania di Recovery Girl, sulla quale era stata lasciata incustodita la misteriosa siringa. La ragazza riportò alla mente tutte le informazioni ricevute da Naomi circa l’identità di Switch e i suoi propositi. Secondo la studentessa del futuro, quel criminale era entrato in possesso di due tipi di droghe sintetiche, una delle quali capace di eliminare i Quirk, l’altra in grado di potenziarli.
- Mmmh…
I mugugni di Kaminari costrinsero Jiro ad abbandonare il tentativo di districar quella matassa ingarbugliata. Il ragazzo aveva pesantemente aperto gli occhi.
Con quella che sembrava costargli una gran fatica, mise a fuoco la visitatrice ai piedi del proprio letto.
- Jiro?
Kyoka si fece piccola piccola, chinando la testa in modo tale da nascondere il viso dietro la frangetta violacea.
- T-ti senti m-meglio?
Il paziente si guardò intorno, riconoscendo le candide mura dell’infermeria scolastica. Tirò un lungo sospiro e sprofondò maggiormente dentro il morbido cuscino di piume. Chiuse gli occhi e si tastò lentamente le fasciature sulla fronte.
- Mmh… che male, la testa. Per quanto tempo sono rimasto sotto i ferri?
- Un paio di giorni, Recovery Girl ci ha proibito di vederti fin quando non saresti stato fuori pericolo…
Kaminari alzò una singola palpebra, guardando sempre in direzione dell’amica.
- Mi hai salvato la vita, Jiro.
- L’intera s-s-scuola si è mobilitata per salvarti. Ectoplasm-sensei ha fatto il grosso del lavoro. Io ho solo trovato il sotterraneo.
Il ragazzo non sembrava essere d’accordo.
- Ho sentito Recovery Girl parlare con alcuni professori, probabilmente credevano che fossi ancora sotto anestesia. Da quei pochi dettagli che mi ricordo, e ti assicuro che ricordo veramente poco… sei stata tu a prendere l’iniziativa vincente.
- Avrai capito male, saranno stati i sedativi.
Borbottò Kyoka, in risposta. Kaminari era vivo, avrebbe dovuto essere più felice di così. Un orribile senso di colpa, però, le attanagliava il petto.
- Mi dispiace…
- Ti dispiace? E di cosa?
- Non sono stata abbastanza veloce… quel criminale ti ha iniettato quello schifo… adesso tu…
- Oh, sì, me ne sono già accorto.
Kaminari alzò la mano destra di pochi centimetri, contraendo le dita. Le scariche elettriche, che solitamente scaturivano dai suoi polpastrelli, mancarono all’appello.
- Non riesco ancora ad usare la mia Unicità.
Kyoka ritornò ad adombrasi dietro i capelli. Aveva serrato i pugni sulle ginocchia e le labbra tra i denti, trattenendo con fatica le lacrime. Kaminari sembrò accorgersene.
- Ehi, ehi, stai tranquilla. Presto sarò in piedi e potrò essere di nuovo il caricabatterie di sempre!
Stava cercando di tirarla su di morale, incredibile.
- Quando mi dimettono, mi farò andare il cervello in corto circuito solo per te, così potrai prendermi in giro a volontà! Ti ricordi, no? “Wheeeeei”…
Quel sorriso pieno di speranze stava per far crollare tutte le resistenze della ragazza.
 
Kyoka sentì il bisogno di dirgli la verità. Non poteva continuare ad illuderlo. Decise, quindi, di prenderla alla lontana.
- Ascolta, Kaminari. Cosa ricordi del tuo rapitore?
Il ragazzo, onde richiamare quei confusi frammenti di memoria, richiuse gli occhi.
- È stata tutta questione di secondi. È successo poco dopo esserci visti davanti al laboratorio gestionale, giorni fa. Sono tornato al dormitorio, ma non c’era nessuno dei ragazzi. C’era solo quell’uomo, il tizio senza un braccio. Ho chiesto immediatamente come fosse riuscito ad entrare, ma quello rideva e basta.
- E poi niente, non ricordo altro. Una volta ripreso i sensi, ero già legato a quella sedia, nel sotterraneo.
- Quell’uomo è pericoloso.
Kyoka aveva già deciso di non risparmiarsi. Raccontò per filo e per segno tutto ciò che sapeva su Switch, senza tralasciare nemmeno i dettagli sul suo Quirk.
- Per lui sarà stato uno scherzo intrufolarsi nel dormitorio. Avrà memorizzato tutti i sistemi di sicurezza e sfruttato i loro punti ciechi.
Kaminari la fissava spiazzato.
- E tu come fai a sapere tutte queste cose?
Kyoka afferrò i lembi della gonna scolastica con entrambe le mani, stringendo con forza. Diede un’altra occhiata alla siringa sulla scrivania e alla porta d’ingresso. Di Recovery Girl non c’era traccia. Era combattuta, Naomi le aveva pregato di non dire niente a nessuno, così da evitare di coinvolgere altre persone. Eppure…
 
- Probabilmente non mi crederai, ma…
 
Raccontò ogni cosa. Parlò del regalo acquistato da Yaoyorozu e Hagakure al negozio, dello strano potere del lettore cd, di Naomi, del modo in cui fosse riuscita a scoprire immediatamente il luogo in cui lo avessero imprigionato e, ovviamente, delle fantomatiche droghe in grado di modificare il Quirk.
Era come levarsi un peso dallo stomaco. Kaminari non batteva ciglio. Lei si chiese più volte quando sarebbe scoppiato a ridere o quando l’avrebbe fermata, stufo di tutte quelle fesserie. Parlava e al tempo stesso analizzava le espressioni del suo interlocutore. Eppure, non scorgeva alcun segno di diffidenza nel suo volto. Pendeva dalle sue labbra, trasaliva ad ogni dettaglio sconcertante, ma non un lampo di dubbio attraversava le iridi.
Alla fine, Kyoka era così stanca e sollevata da aver il fiatone.
- …e questo è quanto, ho finito.
Seguì il silenzio. Kaminari, per ovvie ragioni, faticava a mandar giù tutto quel boccone in una sola volta. Kyoka si aspettava la sbottata da un momento all’altro.
- Quindi il mio Quirk non tornerà mai più?
- …probabilmente no.
- Siamo sicuri che Switch non riuscirà a scappare, con il potere che si ritrova?
Parlava tranquillamente, come se stesse dando poco conto al fatto che avesse perso il suo Quirk per sempre. Si stava trattenendo, solo per lei, per non farla sentire responsabile. Kyoka avrebbe quasi preferito che non lo facesse, sarebbe stato più facile. C’era una cosa, però, che le leniva il cuore. Kaminari le credeva, le credeva senza riserve. Neanche Momo, con la quale condivideva un ottimo rapporto di amicizia, era riuscita a fidarsi così ciecamente.
Quel modo di porsi la convinse dell’ingiustizia di cui il compagno fosse vittima.
Kyoka non era mai stata così determinata in vita sua: doveva far qualcosa per lui.
 
Si allontanò dal letto del paziente, avvicinandosi alla scrivania di Recovery Girl. Esitò solo per un istante, poi afferrò di prepotenza la siringa d’argento. Riavvicinandosi a Kaminari, gli fece vedere quanto avesse appena requisito.
- Non ne sono sicura, ma questa è probabilmente la cosa che ha usato Switch per viaggiare nel tempo a suo piacimento, oltrepassando il limite di un’ora.
- La droga di cui ti ha parlato quella Naomi?
- Forse.
La ragazza si rigirò la siringa tra le dita, pensierosa.
- Per quanto ne sappiamo, Switch dovrebbe aver già usato quella carica per arrivare in quest’epoca. Prima ho sentito dire da Recovery Girl che in questa sostanza è presente del Dna, probabilmente appartenente allo stesso Switch.
- Quindi?
- Se tu fossi un criminale in grado di viaggiare nel tempo solo di un’ora al giorno, ma ti si presentasse la possibilità di estendere quel limite, cosa desidereresti?
- Vorrei… vorrei poterlo fare sempre…
- E se quel bastardo fosse riuscito a ricreare la droga grazie al Quirk presente nel suo sangue? Avere una carica sempre pronta gli avrebbe fatto comodo, no?
- Mi sembra una tesi piuttosto azzardata, Jiro.
- C’è solo un modo per scoprirlo.
Disse lei, alzandosi la manica della camicia.
- No!
Kaminari si issò dal materasso e afferrò il polso armato di Kyoka, ignorando le ferite e il dolore che gli provocassero quei bruschi movimenti.
- Lasciami, idiota! Prima che Recovery Girl torni!
- Ma sei impazzita? Non hai idea di cosa ti possa fare quella roba!
- Potrebbe darmi la possibilità di salvarti!
- Ma lo hai già fatto!
Kaminari tirò la ragazza verso di sé, facendola ribaltare sul letto. Lo sforzo riaprì alcune ferite dell’addome, le bende cominciarono ad intingersi di sangue.
Jiro, realizzata la situazione, assunse un marcato rossore in volto.
- Lasciami…
Borbottò, di nuovo incapace di sostenere lo sguardo del ragazzo.
- Assolutamente no. Non ti farò rischiare così tanto per me.
- Perché non vuoi capire, cretino!
Non avrebbe voluto urlare, ma l’aveva fatto. Ora era sicuramente questione di minuti prima che la capo-infermiera irrompesse nella stanza, attratta dalle sue grida. Non c’era tempo da perdere, ma gli occhi di Kaminari la immobilizzavano.
- Jiro…
- Tu non capisci!
Avrebbe voluto picchiarlo, ma si trattenne alla vista delle bende insanguinate. Poggiò il viso sulla sua spalla, cercando di reprimere i singhiozzi, invano.
- C’è stato un momento… il tuo cuore non batteva più… mi sono sentita morire…
Sentì la mano di lui poggiarsi delicatamente sulla nuca ed accarezzarla.
- Switch potrebbe tornare… e ora che sei senza Quirk… tu potresti…
Era uno sforzo sovrumano, ma Kyoka alzò la testa quel tanto che bastasse per guardarlo dritto negli occhi. Non era mai stata così vicino al suo viso.
- Io… non voglio perderti…
Lo baciò. Questa volta veramente, perché voleva baciarlo, perché voleva che le loro labbra si incontrassero. Kaminari si concesse solo un istante di sorpresa, poi rispose. La stretta dietro la nuca si serrò, l’altra mano cingette l’esile vita. Kyoka si sedette su di lui, serrandogli i fianchi con le ginocchia, senza interrompere il bacio. Era una sensazione meravigliosa, la canzone più bella.
 
Che ironia, Kyoka sarebbe stata l’unica a conservarne memoria.
 
Con una serie di movimenti impercettibili, mascherati dalla veemenza del bacio sempre più appassionato, aveva avvicinato la siringa al suo avambraccio, il tutto dietro la schiena di lui. La mano di Kaminari, quella intorno al bacino della ragazza, scese di qualche centimetro, preda del desiderio sempre più pressante. Per un attimo, Kyoka pensò quasi di abbandonare il suo piano, lasciarsi andare a quella libidine tanto piacevole e continuare ad ascoltare quella canzone. Le loro labbra si separarono, il viso di Kaminari scivolò sul dolce collo di lei e cominciò a baciarlo. Numerosi brividi le corsero lungo tutto il corpo, oltre ad alcune vampate di calore.
 
Era davvero un peccato, Kyoka sarebbe stata l’unica a conservarne memoria.
 
Anche lei attaccò, partendo dalla spalla fasciata e salendo lungo il collo, fino ad immergersi nei capelli dorati che spuntavano dalla benda intorno alla fronte. Gli mordicchiò un orecchio, concedendosi quell’ultimo regalo, ma si fece sfuggire una lacrima traditrice.
- Perdonami…
Fece penetrare l’ago nella pelle e spinse lo stantuffo. Sentì il liquido bruciare sotto l’epidermide. Le mancò il fiato, ma non riuscì a capire se fosse colpa dell’iniezione o dell’impeto di Kaminari. Le palpebre si fecero pesanti, nella sua mente esplose una singola, vivida immagine.


                                                                                                                                            Prossimo Capitolo: I've just been in this Place Before
                                                                                                                                            Coming Soon: 29/11/2018   15:00
                                                                                                                                            Autore: BluAvis

 
   
 
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