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Autore: cin75    01/12/2018    3 recensioni
I viaggi del tempo per i fratelli Winchester sono sempre stati un modo per risolvere la situazione "mondiale", apocalissi comprese. E se adesso, l'ennesimo viaggio, servisse solo per salvare una vita!?
Il pericolo, l'ironia, la magia, la bromance...insomma , come direbbe il Micheal di questa stagione: "Un po' di questo..un po' di quello...un po' di quell'altro...."
Spero che la storia vi piaccia.
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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“Se ne sta andando, Jack!” sembrò quasi voler ammettere. “Non gli rimane molto tempo e Dean….lui….lui ha quasi finito il suo!” fece frustrato, guardando l’orologio a muro della stanza.

Jack, deglutì, ma cercò di non farsi prendere dall’amarezza anche lui. Rinsaldò la sua posizione e tornò a concentrarsi su Sam.

“No!” disse deciso. “Dean ce la farà. E anche Sam!...hanno affrontato la morte molte volte, il paradiso, l’inferno e perfino il purgatorio. Hanno fronteggiato Dio e Lucifero e tutta lo loro specie. Non sarà l’assurdo veleno di un misero mostro a mettere fine alla loro storia. Non esiste. Non lo accetto!” e così dicendo, i suoi occhi brillarono di pura luce e il giovane nephilim rafforzò il suo potere curativo, rallentando, il più possibile gli effetti del veleno.

“Hai ragione!” fece Castiel, rinsavendosi da quel suo stato di scoramento. “Non possono finire così. Ce la faranno. Ce la faranno anche adesso. I Winchester ce la fanno sempre!” e alle mani del nephilim , unì, con decisione, anche le sue.

E alla luce dorata degli occhi del giovane angelo, si unì quella azzurra dell’angelo più antico.

 

*******

 

“Ti prego….ti prego…..” supplicava Dean, nel frattempo, schiena alla parete di pietra antica e tra le mani il potente artefatto. “ Ti supplico ….se puoi….se puoi salvare la vita di Sam, fallo. Lui è la mia famiglia. Ho giurato di proteggerlo e non posso...io non posso….” e poi si fermò e cercò di rimettere insieme i suoi pensieri. “Posso accettare di fallire per ciò che riguarda un caso; posso accettare il dover , a volte, perdere un innocente; posso accettare l’aver dovuto sacrificare la mia intera vita alla caccia. Io ...io posso accettare tutto, ma non posso….non ce la farei ad accettare la morte di Sam. Non riuscirei a sopravvivere. Mi perderei o forse….forse, peggio. Ed io...io non posso stare su questa Terra quando sono “peggio”. Sam mi ha salvato da quel mio lato oscuro e solo lui riesce a tenermi al di qua di quella sottilissima linea rossa tra bene e male. Tra Paradiso e Inferno. E la mia vita senza di lui sarebbe solo un Inferno. Per cui...” e inspirò profondamente. “...ti prego, salva Sam. Salva mio fratello!” sembrò ribadire e non si accorse nemmeno che in quel momento una lacrima gli solcò il viso affranto.

 

Quella perla liquida gli scivolò dolce e delicata lungo tutto il profilo e quasi a rallentatore, finì la sua dolce corsa al centro del calice.

Dean socchiuse gli occhi e un secondo dopo si sentì completamente sopraffatto da una sorta di pesante stanchezza, tanto da sentire il bisogno di poggiare la testa alla parete alle sue spalle e chiudere completamente gli occhi.

“Ti prego….ti prego….ti prego…..” continuava comunque a ripetere in quella sorta di potente oblio.

 

“Dean!?” fece una voce conosciuta, richiamandolo da quella sua preghiera.

 

******

 

Nella stanza accanto a quella dove il cacciatore apriva il suo cuore alla Coppa, Merlino , seduto ad una poltrona, era intento a leggere un voluminoso tomo al suo attento seguace, che altri non era che colui che voleva farsi passare per il mago. Poco distanti da loro, Re e Cavalieri, discutevano alla Tavola Rotonda.

“Merlino, ma quel tuo...ospite...” sembrò scegliere come appellativo. “ ...ha davvero chiamato la Coppa, “coppetta di latta”?!” chiese quasi con offesa.

Il potente mago sorrise e poi , rivolgendosi al giovane ragazzo al suo fianco, rispose alla domanda. “Credimi, per quel mi...ospite...sono le gesta che contano e non i nomi. Ora...” e fece per richiamare all’attenzione il ragazzo. “...mio giovane Galahad, torniamo alla tua istruzione. O nemmeno quest’anno, quel testone del Re , ti permetterà di diventare suo cavaliere.”

“Ti ho sentito Merlino!” fu il richiamo reale.

“Non lo avrei detto se non avessi voluto farmi sentire, mio Re!”

“Simpatico!!, ma ho già deciso che Galahad diventi mio cavaliere. Ho già un importante missione da affidargli…”

 

*****

 

“Ti prego….ti prego...salva Sam!”

“Dean….Dean sei...sei tornato?!” fece la voce sbalordita di Castiel, mentre vedeva il suo amico seduto a terra, spalle al muro , occhi chiusi e con un’antica coppa tra le mani.

“Ti prego….ti prego….”

“Dean!!?” lo richiamò ancora, l’angelo, ma con più decisione e a voce più alta.

E solo allora, il cacciatore riaprì gli occhi e , sorpreso, si ritrovò a fissare quelle che erano le mura della stanza di suo fratello.

“Ma cosa….” fece , stranito e decisamente confuso. “Sono….sono tornato?!” fermando lo sguardo su Castiel.

“Sì….sì, Dean. Sei qui. Sei tornato!! Sei apparso qualche momento fa.” lo rassicurò Castiel, andandogli vicino e aiutandolo ad alzarsi. “Ma come hai fatto? Non ti abbiamo richiamato noi!!” riflettè Castiel.

Dean gli mostrò ansioso la coppa che aveva tra le mani. “E’ stata lei. Ma te lo spiego dopo. Come sta Sammy?!” fece avvicinandosi al letto in cui un ormai, sfiancato , Sam, languiva incosciente. Il volto sofferente, la pelle madida di sudore, piccoli tremori che ancora tormentavano il suo corpo.

“E’ debole, tanto. Non resisterà ancora a lungo.” fece Jack e Dean lo guardò infinitamente grato e anche sorpreso. Aveva ritrovato il nephilim esattamente nella stessa posizione che aveva quando era andato via.

“Tranquillo. Ora lo rimettiamo in sesto!” e così dicendo mise una mano dietro la nuca di Sam, tirandolo su lentamente e poi avvicinò alle labbra del fratello la coppa che aveva nell’altra mano. “Andiamo Sammy, andiamo fratellino. Bevi. Bevi…..” lo incoraggiava. “Mandala giù tutta e vedrai che in men che non si dica starai di nuovo benone. Forza….forza...” mentre si assicurava che nemmeno una goccia di quel prezioso e salvifico liquido, andasse sprecato.

 

Castiel, accanto all’amico appena ritornato, osservava tutto con attenzione, aiutando Dean e tenere su la testa di Sam, pregando che le cose andassero come speravano.

E quando anche l’ultima goccia fu bevuta da Sam, Dean, si allontanò appena ma senza mai smettere di fissare il fratello.

Castiel al suo fianco.

Jack costantemente con le mani ancora poggiate sul petto dell’amico.

“Jack?!” lo richiamò Castiel.

“Jack, dì qualcosa!” si accodò Dean.

Il nephilim, con i palmi completamente aperti , sembrò concentrarsi e poi….

“Il cuore batte di nuovo forte, il respiro è tornato normale. Sam sta bene. Sta di nuovo bene!” esclamò entusiasta.

Come entusiastica fu l’esclamazione sollevata degli altri due.

 

In quello stesso momento, la coppa si smaterializzò letteralmente dalle mani del cacciatore, lasciando tutti, sbalorditi.

Tutti tranne Dean, che ne sapeva il motivo.

“Ma dov’è finita!?” fece Jack, che anticipò solo di poco , Castiel.

“E’ tornata dal suo legittimo proprietario. Al suo...tempo...al suo...” cercò di spiegare mentre sentiva la sua voce diventare ovattata e le gambe , stranamente deboli.

“Dean?!” fece Castiel, rendendosi conto di quel cambio repentino nelle condizioni dell’amico. “Dean , che hai?!”

“…..al suo…..posto!” dopo di che, il vuoto.

 

Castiel, fece appena in tempo, a sorreggerlo per le spalle, che Dean gli si afflosciò completamente tra le braccia.

“Dammi una mano!” richiese a Jack che prontamente andò ad aiutarlo. “Il salto nel tempo, anzi, il doppio salto...” fece mentre lo sistemavano su una poltrona. “...deve averlo sfiancato. Conosco la sensazione. Ha solo bisogno di riposo, di qualche birra e un paio di cheeseburger quando si sarà svegliato e vedrai che sarà di nuovo il solito Dean.” fece Castiel, dopo essersi assicurato che cuore e respiro del maggiore dei fratelli fossero regolari. E lo erano.

“Sta bene?!” chiese apprensivo, Jack.

“ Sì, tranquillo. Lasciamoli qui. Hanno tutti e due bisogno di riprendersi. Vedrai che stasera saranno di nuovo i Sam e Dean che conosciamo.” e decisamente sollevato, mise un braccio intorno alle spalle del giovane nephilim e lo accompagnò fuori dalla stanza. “Vieni, anche noi abbiamo bisogno di ricaricare le batterie!” fece sorridente.

“E come….” fece confuso, Jack.

“Hai mai provato con Netflix?!” rispose compiaciuto.

 

 

Qualche ora dopo, nella stanza di Sam, fu il maggiore a riprendersi per primo , anche se appena aperto gli occhi, si rese conto che anche Sam era sveglio.

“Ehi, stronzetto!” fu il richiamo fraterno.

“Ehi a te, fesso!!” la giusta replica.

Dean si drizzò meglio sulla poltrona, strofinandosi le mani sul viso come per resettare la confusione dovuta al momentaneo ko causato dal viaggio nel tempo. Nello stesso momento anche Sam, si mise seduto dritto sul letto.

“Cavolo!!” esclamò il minore. “E’ stata davvero brutta questa volta!” tastandosi ovunque e sentendo indolenzito ogni muscolo.

“Già. E la prossima volta , ricordami che sono troppo vecchio per i nostri viaggetti nel tempo!” replicò come se niente fosse.

Sam lo guardò perplesso, più che altro, sorpreso.

“Viaggetti nel tempo?!” ripetè. “Credo che tu debba raccontarmi qualcosa!”

Dean sorrise, vedendo il suo solito fratellino essere tornato il suo... solito fratellino!!

“Ti racconterò tutto. Ma ora, Sammy, ho una fame da lupo. Andiamo di là, da Cass e Jack, fammi prendere una birra e qualcosa da mettere sotto i denti e vi racconterò la favola della buona notte!” scherzò come al solito.

Sam gli andò vicino, mettendogli una mano sulla spalla. “In effetti anche io muoio di fame!”

“Beh!! fratellino. Non mi va di mangiare piante morte, però!” lo provocò, il maggiore.

“Io pensavo più ad una pizza ben farcita o magari a qualche doppio cheeseburger con patatine.”

Dean strabuzzò gli occhi e poi il suo viso si illuminò, orgoglioso.

“Ben tornato, Sammy!” fece entusiasta.

 

Quella sera, durante una cena fatta del classico cibo da fast-food, Dean raccontò di Merlino, del posto in cui era finito, della grande sala in cui era custodita la Coppa e della Coppa stessa. Di quell’acqua che la riempiva senza mai riempirla del tutto e che non aveva capito da dove stillasse.

Raccontò, anche se con un lieve imbarazzo, della prova che aveva dovuto affrontare per “convincere” la coppa a fare la sua magia e salvare Sam. E quando credeva di esserne fuori, Jack rovinò tutto.

“E cosa hai dovuto dire per ….convincere…..la coppa!?”

Dean lo fulminò con lo sguardo.

“Già, Dean!” si accodò Sam. “Che cosa hai dovuto dire?!”

Dean buttò giù l’ennesimo sorso di birra.

“Ok! Basta ora!! non giocherò con voi alle “amiche del cuore”!” ironizzò Dean, alzandosi dal tavolo.

“Ma andiamo!!” si lagnò Sam. “Non puoi andartene giusto sul finale della storia!” lo provocò o forse , lo prese in giro.

“Ho sonno, vado a letto!” fece il maggiore senza tornare indietro. “ E poi, il finale della storia è che io sono di nuovo qui e tu sei di nuovo Thor!”

 

Sam sorrise, tranquillo.

Sapeva che Dean, mai e poi mai, avrebbe “aperto” il suo cuore davanti a tutti. Una cosa erano quei discorsi tra loro, nel segreto dell’Impala, o di un’anonima camera di motel, o nei momenti “disperati”.Quei momenti in cui c’erano solo e solo loro.

Una cosa, era aprirsi davanti ad altri.

Ma comunque sia, aveva capito, che anche questa volta, era stato il grande cuore di Dean e di ciò che li legava a salvargli la vita.

Forse, a salvarla ad entrambi!

 

“Superman. Io sono Superman!!” lo rimproverò bonariamente Sam.

“Capelli troppo lunghi, Sammy. Te lo ripeto: capelli troppi lunghi!!” e si avviò , almeno per quella sera, sereno, verso la sua stanza.

 

 

Qualche giorno dopo, i due cacciatori erano di nuovo in strada, a caccia di ghoul, da quello che avevano capito dalle prime ricerche.

Una volta giunti sul luogo, i fratelli si fermarono per un caffè in una caffetteria appena fuori dalla città. Il vecchio proprietario , sembrava un tipo cordiale e simpatico, e prese la loro ordinazione.

“Arrivo subito ragazzi!” fece, ritornando dietro al bancone. Mentre stavano aspettando, l’odore di torta arrivò al maggiore.

“Dio , che fame!!” esclamò e si alzò, raggiungendo il bancone. “Ehi?! Si può avere anche un pezzo di torta?!”

Il vecchio gli andò incontro e guardando nel vassoio, fece spallucce. “Mi dispiace ragazzo. Arrivi tardi. Finita!” disse indicando l’alzatina vuota.

“Non è destino!” rispose frustrato Dean.

“Il destino deve avere sempre un suo corso!” asserì cauto.

 

Per Dean fu come un flash. Quella frase. Detta in quel modo.

Alzò lo sguardo verso l’uomo e….

Quegli occhi! Quello sguardo che sembrava leggere fin dentro l’anima.

 

“Tu...tu sei….” balbettò incerto.

“Esatto, mio acuto amico!” e con quell’appellativo si svelò ogni dubbio. “Vedo che tuo fratello sta decisamente meglio!”

Il vecchio sorrise, Dean si voltò di scatto verso il fratello.

“Sam...Sammy..Lui è …. Lui….” fece entusiasta mentre Sam gli si faceva vicino.

“Dean….cosa?” fece guardando con aria stranita il maggiore.

“Lui è….” stava per dire Merlino, ma quando si voltò verso il ritrovato mago, si ritrovò a guardare il vuoto.

“Dean?!”

Dean sapeva , a quel punto, di non poter più dare spiegazioni. Si guardò intorno. Si rese conto di chi aveva intorno. Di chi davvero aveva intorno.

“Dean stai bene?!”

“Sì...sì….Io credevo di aver visto qualcuno che conoscevamo e...”

“Chi?!” chiese il giovane guardandosi intorno.

“No...non era lui. Che ne dici, lo facciamo corretto quel caffè?!” scherzò per mettere fine a quel momento.

Sam lo guardò con aria accigliata.

“Sono le dieci del mattino, Dean!” lo rimproverò.

“Andiamo, fratellino. Da qualche parte nel mondo sarà il momento dell’happy hour!!”

 

Fuori da locale, qualcuno li osservava compiaciuto.

Un sospiro profondo.

“Peccato, sarebbero stati dei Cavalieri impeccabili, degni della tua Tavola, mio testardo Re. Ma chissà che un giorno, quando tornerai, loro non siano ancora qui. Di certo combatterebbero con coraggio al tuo fianco!”

Un autobus gli passò davanti.

Un attimo dopo, al suo posto, il vuoto.

Di nuovo!

 

   
 
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